La paura del "non poter essere"

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La paura del "non poter essere"

Messaggioda Karatteriale » 30/10/2013, 13:06



Tutti noi che leggiamo e scriviamo qui, in quanto esseri viventi, abbiamo insita in noi una naturale paura della morte.

Io mi sono accorta di non aver paura della morte in sé come evento naturale e come cessazione vitale e cerebrale. Penso che ci sono cose molto più dolorose della morte.

Quello di cui ho paura è di non poter più essere. Ovvero: non riuscire a sfruttare il tempo biologico che mi rimane per raggiungere degli obiettivi.

Vi sarete accorti tutti che, da una certa prospettiva, noi abbiamo una vita molto breve.
Cosa si sente quando ci si accorge che questo tempo (breve) non viene utilizzato nel modo che vorremmo, o comunque nel modo che ci immaginiamo sia il più giusto e felice?

La solitudine ti mette di fronte all'eventualità di non essere in quanto, dal momento che una persona si sente sola e abbandonata ma con tanto affetto da dare, quella persona, in qualche modo, non "è".

Il non essere è diverso dal non esistere: senza esistenza non sarebbe possibile la non essenza.

Ed è per questo che l'individuo che non si sente amato, realizzato, che non si sente utile nel mondo, perde, nella sua intima coscienza, la ragione di esistere.

Allora direte: ma se non si ama se stessi per primi, non ha senso.
Risposta: ma l'amore per se stessi, fine a stesso, ha in fondo un senso?
Ha senso il voler essere "qualcuno" quando si ha terra bruciata intorno?
Il mondo ha un senso preciso?
Altro, ripetuto, discorso: se molli la partita, frega veramente qualcosa al mondo? e la risposta è no.

Quindi, se non sei, non hai ragione di esistere.

E' per questo che va sempre di più sottolineata, nella vita di ogni individuo, l'importanza dell'esperienza dell'amore e, con esso, della sessualità, a cui l'amore è strettamente correlato.
Amore genitoriale, amore verso il genere umano, amore fraterno, erotico, per se stessi, per la natura, per un'idea, per il proprio gruppo, amore per l'ignoto (volgarmente conosciuto come Dio).

La vita non ha senso senza amore, senza l'espletamento della funzione più immediata del bisogno di amore.

Tutto qui.
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Messaggioda kiono » 30/10/2013, 13:32



Io condivido tutto ciò che hai scritto, dall'inizio alla fine; questa è un concetto che è radicato profondamente in me da "sempre" ma non sono mai stato in grado di esternarla così chiaramente come hai fatto te.
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Messaggioda Fallingdown87 » 30/10/2013, 15:32



L'amore di cui stai parlando, in tutte le sue forme, secondo me è proprio quella magica cosa che ti fa sentire in sintonia "col mondo". Il sentimento che provi, che proviamo, che sentiamo di dover esternalizzare, la necessità relazionale (in tutti i suoi livelli), lo scavalcare la barricata e il poter fondere la propria anima con qualcosa d'altro è l'unica cosa che possa farci sentire persone in quanto persone.
Una vita senza poter far sfociare ciò che tu potresti chiamare generalmente amore, è una vita? E' una vita vissuta fuori dalle sue modalità, da quello che dovrebbe essere il suo naturale sviluppo, forse. E' solo un contatore del tempo, una clessidra. Quando perdiamo la "sintonia" col mondo, ci accorgiamo che la sabbia in questa clessidra scende più in fretta... Subito non ci badiamo, abbiamo cose più importanti da fare, abbiamo i nostri affari, i nostri impegni, ma magari sentiamo crescere in noi un sentimento di inquietudine.
Per quanto mi riguarda, sto passando un momento della mia vita abbastanza difficile... Il periodo peggiore della mia esistenza. Mi sono accorto che la sabbia nella mia clessidra ha iniziato a scendere troppo in fretta. Mi accorgo che il mondo che abito è popolato da pochi fantasmi, le case sono abbandonate e in rovina, le piante sono morte. Nel cielo non c'è il sole... e non mi sono accorto di quando stava tramontando.
Capisco profondamente la sensazione in incompiutezza che esprimi. Non si ha un destino, le parche hanno smesso di tessere. Dove siamo? Ci siamo ancora? Siamo vivi o forse siamo già morti? La Realtà, la Storia, si muove su un binario diverso dal nostro e corre... c***o se corre. Cerchiamo di raggiungerla, magari arriviamo a metterci in parallelo, ma il binario è diverso e ci pare di non poter saltare dal nostro al suo.
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La paura del "non poter essere"

Messaggioda Karatteriale » 30/10/2013, 20:10



Esatto, falling down. Senza sintonia col mondo non c'è motivo di esistere.
Questo perché siamo animali sociali, ma anche umani sociali, e in quanto umani siamo portati ad amare. Una persona, un'idea, qualsiasi cosa. E' quella la forza che ci muove, che ci fa alzare dal letto la mattina.
E' per questo che sta diventando sempre più importante l'amore per se stessi.

Ma ci sono persone che, per colpa di tare, mancanze, abbandoni subiti nell'infanzia, questo amore per se stessi non riescono proprio ad avercelo. Ti mancano proprio le basi, e diventi sempre dipendente da qualcosa, ovvero: droga, cibo, comportamenti compulsivi; dipendenza affettiva da una persona, paura dell'abbandono; rapporti sociali compromessi; mancanza di fiducia in se stessi e nel genere umano.

"Capisco profondamente la sensazione in incompiutezza che esprimi. Non si ha un destino, le parche hanno smesso di tessere. Dove siamo? Ci siamo ancora? Siamo vivi o forse siamo già morti? La Realtà, la Storia, si muove su un binario diverso dal nostro e corre... c***o se corre. Cerchiamo di raggiungerla, magari arriviamo a metterci in parallelo, ma il binario è diverso e ci pare di non poter saltare dal nostro al suo."

Ecco, questo è uno dei punti fondamentali: perché la gente si suicida? Ecco perché. Perché tutta questa insensatezza proprio non ce la fa più a sopportarla...loro hanno capito che il gioco non vale la candela e non hanno accettato una sfida che porta più sacrifici che altro.
Un anno fa si sarebbe letto, da parte mia: "il suicidio è l'atto più egoista che si può fare".
In parte è vero, eppure la cosa va presa in un certo modo, cioè entrando nello stato d'animo di chi lo fa.
O meglio, entrando in contatto con l'amara verità, ovvero il grande bluff che è la società umana.
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Messaggioda Dragonheart88 » 30/10/2013, 20:33



Che dire, hai centrato il punto. Io personalmente non penso alla morte, non in questa fase della mia vita, ma sono confuso e impaurito perchè mi rendo conto che non sono, proprio come dici tu. Non posso essere. Per gli altri (tranne un numero di persone che si contano sulle dita di una mano) io non esisto, mai esistito. E come dici tu io sento di poter dare tanto, ma probabilmente non mi so amare nel modo giusto, non l'ho mai saputo fare perchè ho fatto fatica a perdonare degli errori, che molti definiscono banali (a ragione secondo me), ma che mi sono costati caro, è questo il punto. Errori banali, ma mi sono costati caro.
Io so di poter dare tanto e di voler amare, ma non lo posso fare...ho semplicemente capito che il concetto che ho io di amore, che è quello che mi è stato trasmesso, bè, non coincide con quello che è oggi. Dovevo nascere in un'altra epoca, ma chissà cosa sarebbe veramente cambiato...
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Messaggioda Hope » 15/11/2013, 10:10



Tutti siamo egoisti, in un modo o in un altro.
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(22:42:55) Meiko: min***a !!!
(23:54:59) Meiko: cattivo hope

(17:39:48) Avogadro: Ecco perchè mi stai sul c***o

(17:45:26) Dado: hope sei cretino
(17:46:32) Dado: hope tu sei malato

(20:34:14) cri84dsl: sfigato maledetto
(20:34:19) cri84dsl: c***o vuoi?

18:26:44) FrankDrummer: sto c***o Hope, sto c***o!

(15:57:46) Melissa: Non sei nessuno

(14:22:52) -Frullato-: t odio hope

(21:33:41) BetterOffDead: dannato hope.

(00:41:05) Mr.Eric: fottiti hope. ti odio!

(02:10:11) SabianBlake: Comunque, Hope, fammi il piacere: segnala sto ca**o.

(15:12:36) Sensazione: Cattivo, Hope.

(23:49:13) caratteriale: sei uno di quegli sfigati che parla da un pc
(19:08:04) ChatBot: caratteriale è conosciuto ora come (hope_mangiamerda).
(19:08:43) ChatBot: (hope_mangiamerda) è conosciuto ora come (hope_aka_succhiacazzi).
(19:09:27) ChatBot: (hope_aka_succhiacazzi) è conosciuto ora come (hope_suicidati).

(00:14:06) Meiko: hope, stasera sei troppo simpatico, rischio davvero di essere gelosa *_*

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Messaggioda Shūryōmaru » 15/11/2013, 21:27



caratteriale ha scritto:Vi sarete accorti tutti che, da una certa prospettiva, noi abbiamo una vita molto breve.
Cosa si sente quando ci si accorge che questo tempo (breve) non viene utilizzato nel modo che vorremmo, o comunque nel modo che ci immaginiamo sia il più giusto e felice?


E' vero,ci comportiamo sempre tutti come se dovessimo campare altri 1000 anni e come ci fa più comodo,rimandiamo sempre i nostri impegni e il momento in cui dovremmo dire:'''Oggi comincerò una nuova vita e mi impegnerò al massimo per diventare una persona migliore'' perchè ci aspettiamo sempre che le cose accadano da sè,poi arriva il giorno in cui si rende conto che è troppo tardi,che non siamo mai stati ciò che saremmo voluti essere e di conseguenza il nostro vero io non si è mai mostrato e subito desidereremmo fare quel salto temporale nel passato che non sarà mai possibile.Come ci si sente ? Frustrati,insoddisfatti,invidiosi se ci guardiamo intorno e vediamo che tutti stanno meglio di noi,dei fantasmi,perchè tanto se non esisti te lo si legge in faccia,di conseguenza automaticamente scompari agli occhi di tutti diventando invisibile,inconsistente,un vero e propri pesce fuor d'acqua (non del mare o dell'oceano,ma dell'intero universo) e ancora di più....stupidi,perchè se ci siamo cacciati in questa condizione la colpa non è che nostra.
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Messaggioda DxShine » 16/11/2013, 2:35



Cavoli, ma amo questo topic! Rende troppo quello che sto ora passando... soprattutto il primo ed ultimo messaggio! Ovviamente condivido quasi tutto quello che è stato quivi detto! ^^
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Messaggioda Dareios » 16/11/2013, 16:46



caratteriale ha scritto:Allora direte: ma se non si ama se stessi per primi, non ha senso.
Risposta: ma l'amore per se stessi, fine a stesso, ha in fondo un senso?
Ha senso il voler essere "qualcuno" quando si ha terra bruciata intorno?


sei riuscita ad esprimere in pieno il mio stato: quando le persone mi parlavano di amore per se stessi, avevo questa idea in mente ma non riuscivo a ribattere con le giuste parole... non riuscivo a tradurre a parole il mio pensiero e tu l'hai fatto benissimo.
Io ho un disperato bisogno di amare ma finora nessuna ha voluto accettare appieno il mio amore. Allora mi chiedo: a cosa servono tutte le trasformazioni che mi sforzo di fare per migliorarmi giorno per giorno se poi la situazione di base non cambia? Se devo fare i conti con la stessa storia di avere porte sbattute in faccia? Mi è stato detto che devo avere più sicurezza in me stesso. Ma, la sicurezza e l'autostima non si costruiscono forse anche sulla base di queste cose? Mi posso rendere realmente conto di chi sono basandomi molto sull'effetto che ho sulle persone che mi conoscono. Se l'effetto è negativo, se provoco indifferenza, o se, dopo avermi frequentato le ragazze mi mollano ancora prima di instaurare una relazione; come posso essere incolpato del fatto che ho una bassa opinione di me stesso? Quando le ragazze mi mollano continuando a dirmi che comunque sono una persona stupenda io mi arrabbio... perchè non me ne faccio niente dei complimenti, quando i fatti parlano in modo diverso... se sono così stupendo perchè non hai neanche voluto provare a costruire qualcosa con me? perchè non sei rimasta con me per vedere fino a quanto posso essere così stupendo?
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Messaggioda Sole » 09/12/2013, 22:15



caratteriale ha scritto:La solitudine ti mette di fronte all'eventualità di non essere in quanto, dal momento che una persona si sente sola e abbandonata ma con tanto affetto da dare, quella persona, in qualche modo, non "è".


Caratteriale le tue parole sono di una verità sconcertante!!!
Hai dipinto in pieno anche il mio stato d'animo, solo che trovare una descrizione così precisa e concreta di quello che effettivamente vivo mi lascia senza parole....
In un certo senso è come non vivere, o vivere in modo incompleto...senti sempre che qualcosa non va, che manca qualcosa ed è angosciante...
Penso che la solitudine sia al contempo un rifugio e una condanna, che ti protegge, ma ti isola...
e penso che l'amore verso se stessi sia strettamente connesso ai rapporti con gli altri...almeno x me è così..è legato a quanto riesco a dare gli altri, a quanto gli altri mi dimostrano affetto e si lasciano voler bene da me...
Se penso che per la maggior parte della mia vita mi sembra di non aver vissuto, e che tutt'ora mi sembra di non vivere mi viene male :'(
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