E tutto cominciò a precipitare...

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Re: E tutto cominciò a precipitare...

Messaggioda Sebastian » 11/01/2016, 21:56



NobelPrize1992 ha scritto:In realtà, da quanto ne so io, è falso dire che individui di colore sono più portati ad avere atteggiamenti violenti.
L'eugenetica era nata a questo scopo ( ad esempio: eliminare gli assassini, ovvero far si che nella riproduzione, i cromosomi degli assassini si potessero elilminare, eliminando quindi anche problemi sociali... la stessa cosa era stata pensata per le malattie genetiche, come la sindrome di Down, per cercare di eliminare questo tipo di malattie... poi è stato anche esteso alle etnie e alle razze, il nazismo ad esempio ha fatto ricorso ad alcuni studi eugenetici) ad oggi questo tipo di studi non sono completamente spariti in realtà ( la cosiddetta "ingegneria genetica" è in parte la figlia di quei vecchi studi eugenetici) --- da quanto tuttavia ne so, non esiste nesssun tipo di razza umana con predisposizione alla depressione... Ma anche se esistesse, come fai ad essere sicuro di appartenerne, e non piuttosto di essere eventualmente un "essere umano normale" che invece è affetto da questo tipo di problemi?

Perché un "uomo", ammalato di depressione, riesce a superarla definitivamente, anche spontaneamente, dopo aver superato la situazione che causava lo stato di depressione.
Io, invece, sono abbastanza certo che non riuscirò mai a superarla, perdura ormai da quasi 5 anni, e forse ne ero affetto anche prima, senza rendermene conto.
Certo, la mia depressione va a periodi alterni, nel senso che ho dei periodi di acutizzazione, e dei periodi di "calma". Calma tra virgolette, perché di base sono comunque sempre depresso.

Ho sempre sofferto fin da piccolo di ansia sociale generalizzata. Qualunque situazione nuova (dal punto di vista sociale), mi causa una forte ansia anticipatoria, e una conseguente ansia "in tempo reale", cioè durante la situazione sociale.
Fin da piccolo, inoltre, non ho la capacità di instaurare rapporti che vadano oltre le quattro chiacchiere, mentre con l'altro sesso non ho la capacità di instaurare rapporti che vadano oltre il "ciao".
Sono tanti fattori che mi portano a credere che io non sia semplicemente un "uomo" malato di depressione e ansia, ma faccio proprio parte di un'altra razza.

Per altra razza, non intendo che esiste una razza diversa e distaccata da quella degli "uomini", bensì una razza affine alla razza degli "uomini", ma che per motivi di sviluppo cerebrale, differisce nelle percezioni sensoriali, nell'elaborazione dei pensieri ecc.
E così, esistono anche altre "razze".
NobelPrize1992 ha scritto:Da quanto ho capito, sostanzialmente vostro padre compì violenza nei confronti tuoi e degli altri componenti della tua famiglia
Oltre alla mia solidarietà nei tuoi confronti ( che tuttavia non credo tu possa fartene molto) penso che la situazione sia un po' critica ... l'unico consiglio che mi sento, anche se mi sembra che almeno in parte tu lo stia già seguendo è il seguente: effettivamente non riporre più tanta fiducia e aspettative in questi, ma anche cercare di compensare con altre conoscenze [ ad esempio: quel mio amico, alla fine aveva comunque un sacco di amici, e, proprio circa a 19 anni, ha conosciuto la ragazza con cui sta assieme, e credo convivano... oppure un altro mio amico, che perse la madre a 20 anni, ed il padre sostanzialmente si risposò e si fece una nuova vita, adesso ha tagliato molto i rapporti, seppur in maniera non netta e definitiva, andando a convivere con la sua morosa] ... Personalmente io stesso ti frequenterei come amico dal vivo, tuttavia mi rendo conto che non è il caso di illudersi, soprattutto poi abitando in posti differenti ( io abito a Brescia, e non credo che tu stesso viva qui); inoltre, comprendo che anche "cercare di compensare con altre cononscenze" non è qualcosa che uno possa fare dall'oggi al domani... Ma credo che sia l'unica cosa che ti possa convenire fare e che nel corso del tempo ti possa fare qualche beneficio duraturo
Mi viene spontaneo chiederti: quali sono i tuoi segni di malessere? ... E quali quelli di tuo fratello che ritieni tu essere stati maggiormente considerati

Compensare con le conoscenze per me è impossibile, perché, come ho scritto prima, per me è impossibile instaurare rapporti che vadano oltre le quattro chiacchiere sulle solite cose.

Un anno fa evitai di andare alla festa di compleanno di un mio compagno di classe, a causa dell'ansia. Inizialmente inventai una balla, ma il giorno dopo non ho resistito, e gli ho raccontato dei miei problemi di ansia.
Lui mi comprese, anzi, mi offrì anche la possibilità di andare da sua sorella, psicologa, per farmi visitare. Io ho rifiutato, a causa del mio dannato orgoglio.

Come vedi, anche quando ho avuto la possibilità di approfondire il rapporto con una persona, le mie tendenze comportamentali mi hanno portato alla chiusura di questa possibilità.
E l'unica spiegazione che sono riuscito a darmi, è quella delle "razze".

Mio fratello ha cominciato a dare segni di malessere, quando ha cominciato a far notare le proprie piccole ossessioni tipiche del disturbo ossessivo-compulsivo. Se mia madre gli chiedeva cosa stesse facendo, lui reagiva con scatti d'ira anomali, e, al secondo-terzo episodio, mia madre l'ha portato in cura.

Da parte mia, penso di aver dato anch'io segni di malessere.
Stare intere giornate a fissare le pareti, o a bruciare tempo e cervello davanti a pc, videogames ecc (per non pensare), o a reagire con scatti d'ira anomali (come succedeva a mio fratello), o ad apparire sempre triste, per me sono segni evidenti di malessere.
Non nego che in alcuni casi (fino a pochi mesi fa), ho esagerato con gli scatti d'ira, proprio per cercare di farmi notare, ma nessuno se n'è mai curato.

In estate ho tentato il suicidio con psicofarmaci ed alcool.
Mi sono alzato completamente bianco, mi era scesa la temperatura corporea a 35 gradi circa.
Mia madre, vedendo il termometro, mi "tranquillizzò" dicendomi che non avevo niente, che probabilmente avevo fatto indigestione o avevo reflusso gastrico ecc.

Dopo quell'episodio, ho perso ogni speranza, non so se a causa dell'essere che mi governa, o se mia madre inconsciamente evita la questione, per evitare un'ulteriore shock dopo quello di mio fratello, ma di fatto nessuno sembra accorgersi del mio malessere.

E da allora ho cominciato a pensare a come salvare autonomamente la mia vita, e a dedicare maggiormente il mio tempo alla conoscenza del mio io, e della realtà che mi circonda.
NobelPrize1992 ha scritto:Proprio in questi giorni sto studiando per un esame di macroeconomia e credo che quanto studiato possa essere declinato qui:
Stare bene non credo sia la stessa cosa di essere felici... Non credo che stare bene significa che non esistano problemi e che tutto vada bene, ci può stare che le cose vadano male, ma l'importante è che si abbia un livello che in media è buono---
Per questo, è vero "che ci sarà sempre qualcosa che non mi andrà bene", ma ciò non significa che tu te ne debba deprimere: poichè, nel caso in cui tu stia bene, dovresti cercare di vedere le cose in maniera neutrale, e quindi distaccato, dando valore anche alle cose buone che ci sono...

Tu potresti giustamente replicare che essendo tu depresso, o appartenente a questo tipo di "umanità", per te ciò non è possibile... Può essere, cioè non nego che magari tu sei molto più preoccupato delle conseguenze negative, e quindi usi un metro di giudizio molto pessimistico e severo per quanto riguarda tu stesso... Tuttavia, il fatto di cercare di guardarsi in maniera distaccata, da fuori, permette di capire meglio come le cose stanno in realtà ... E quindi potresti comunque trovare sempre un motivo per deprimerti, ma non necessariamente sempre lo farai

Appunto, questo denota la mia appartenenza ad un'altra razza, che di base tende alla depressione (ma anche con altre caratteristiche, come l'ansia).
Certo, è vero che ci sarà sempre qualcosa che non mi andrà bene, e che io non dovrei deprimermi per questo. Eppure mi succede, e succede praticamente sempre.
Io, per stare bene, dovrei ritirarmi alla vita solitaria, o almeno è ciò che credo, perché probabilmente, se lo facessi, troverei modo di deprimermi pensando, magari, che avrei preferito la vita sociale.
È proprio la mia razza a tendere, in qualsiasi modo, alla depressione, perché essa è la base dei miei atteggiamenti, della percezione delle emozioni, delle percezioni sensoriali ecc.
Anche le cose più banali, come ad esempio, le mie preferenze musicali, tendono a generi deprimenti, e questo, secondo me, non è un caso.
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"Per conoscere, me e le mie verità, io ho combattuto fantasmi d'angoscie con perdite d'io. Per distruggere, vecchie realtà, ho galleggiato, su mari di irrazionalità. Ho dormito, per non morire, buttando i miei miti di carta su cieli di schizofrenia." - Franco Battiato

"Dentro di me, vivono la mia identica vita, dei microorganismi che non sanno di appartenere al mio corpo. Io, a quale corpo appartengo?" - Franco Battiato

"Non hai forza per tentare di cambiare il tuo avvenire, per paura di scoprire libertà che non vuoi avere. Ti sei mai chiesto quale funzione hai?" - Franco Battiato

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Re: E tutto cominciò a precipitare...

Messaggioda Premio Nobel » 11/01/2016, 23:36



Sebastian ha scritto:Perché un "uomo", ammalato di depressione, riesce a superarla definitivamente, anche spontaneamente, dopo aver superato la situazione che causava lo stato di depressione.
Io, invece, sono abbastanza certo che non riuscirò mai a superarla, perdura ormai da quasi 5 anni, e forse ne ero affetto anche prima, senza rendermene conto.
Certo, la mia depressione va a periodi alterni, nel senso che ho dei periodi di acutizzazione, e dei periodi di "calma". Calma tra virgolette, perché di base sono comunque sempre depresso.

Non credo che necessariamente una persona normale che si deprime riesca a superare definitivamente ciò ( ad esempio: una madre che perde il proprio figlio probabilmente non riuscirà mai più a tornare come era prima), ma anche in situazioni normali non credo che necessariamente si riesca a risolvere tutti i propri problemi.
Ho sempre sofferto fin da piccolo di ansia sociale generalizzata. Qualunque situazione nuova (dal punto di vista sociale), mi causa una forte ansia anticipatoria, e una conseguente ansia "in tempo reale", cioè durante la situazione sociale.
Fin da piccolo, inoltre, non ho la capacità di instaurare rapporti che vadano oltre le quattro chiacchiere, mentre con l'altro sesso non ho la capacità di instaurare rapporti che vadano oltre il "ciao".
Sono tanti fattori che mi portano a credere che io non sia semplicemente un "uomo" malato di depressione e ansia, ma faccio proprio parte di un'altra razza.Per altra razza, non intendo che esiste una razza diversa e distaccata da quella degli "uomini", bensì una razza affine alla razza degli "uomini", ma che per motivi di sviluppo cerebrale, differisce nelle percezioni sensoriali, nell'elaborazione dei pensieri ecc.
E così, esistono anche altre "razze".

Come fai a dire di essere affetto di "ansia sociale generalizzata"? Non voglio essere o apparirti aggressivo, però tu dopo dici che per orgoglio rinunciasti ad andare dallo psicologo ... Quindi presumo che è una tua personale convinzione, ovviamente basata su quanto tu hai vissuto --- magari può essere che tu abbia effettivamente questo tipo di problematiche, tuttavia, come fai a dire che è proprio quella malattia di cui tu sei affetto...
Non ci sono però altre razze: la scienza non riconosce che ci siano razze negli uomini, ma anche se ci fossero, non riconosce l'esistenza di una "razza di uomini depressi" ---- Che tu abbia differenti tipi di sensazioni, di pensieri e di idee sul mondo che ti circonda è sicuro, ma ciò non implica in alcun modo che tu appartenga ad un'altra razza, ne che quest'ultima esista... Mi rendo conto che per te potrebbero essere parole vane, però le razze non esistono.

Compensare con le conoscenze per me è impossibile, perché, come ho scritto prima, per me è impossibile instaurare rapporti che vadano oltre le quattro chiacchiere sulle solite cose.
Un anno fa evitai di andare alla festa di compleanno di un mio compagno di classe, a causa dell'ansia. Inizialmente inventai una balla, ma il giorno dopo non ho resistito, e gli ho raccontato dei miei problemi di ansia.
Lui mi comprese, anzi, mi offrì anche la possibilità di andare da sua sorella, psicologa, per farmi visitare. Io ho rifiutato, a causa del mio dannato orgoglio.
Come vedi, anche quando ho avuto la possibilità di approfondire il rapporto con una persona, le mie tendenze comportamentali mi hanno portato alla chiusura di questa possibilità.
E l'unica spiegazione che sono riuscito a darmi, è quella delle "razze".
Mio fratello ha cominciato a dare segni di malessere, quando ha cominciato a far notare le proprie piccole ossessioni tipiche del disturbo ossessivo-compulsivo. Se mia madre gli chiedeva cosa stesse facendo, lui reagiva con scatti d'ira anomali, e, al secondo-terzo episodio, mia madre l'ha portato in cura.
Da parte mia, penso di aver dato anch'io segni di malessere.
Stare intere giornate a fissare le pareti, o a bruciare tempo e cervello davanti a pc, videogames ecc (per non pensare), o a reagire con scatti d'ira anomali (come succedeva a mio fratello), o ad apparire sempre triste, per me sono segni evidenti di malessere.
Non nego che in alcuni casi (fino a pochi mesi fa), ho esagerato con gli scatti d'ira, proprio per cercare di farmi notare, ma nessuno se n'è mai curato.
In estate ho tentato il suicidio con psicofarmaci ed alcool.
Mi sono alzato completamente bianco, mi era scesa la temperatura corporea a 35 gradi circa.
Mia madre, vedendo il termometro, mi "tranquillizzò" dicendomi che non avevo niente, che probabilmente avevo fatto indigestione o avevo reflusso gastrico ecc.
Dopo quell'episodio, ho perso ogni speranza, non so se a causa dell'essere che mi governa, o se mia madre inconsciamente evita la questione, per evitare un'ulteriore shock dopo quello di mio fratello, ma di fatto nessuno sembra accorgersi del mio malessere.
E da allora ho cominciato a pensare a come salvare autonomamente la mia vita, e a dedicare maggiormente il mio tempo alla conoscenza del mio io, e della realtà che mi circonda.

Io stesso provavo un po' d'ansia, e soprattutto in passato, inoltre anche io non andai mai alla fine da uno psicologo per orgoglio personale ( anche se credo a posteriori che probabilmente non sarebbe stato necessario recarsi)... tuttavia, quanto hai raccontato non significa che tu non voglia avere rapporti umani: significa invece che tu ne vuoi avere, ma che non sai bene come fare [ad esempio: a me piacerebbe trovare una ragazza, ma quando ci esco vado in panico e non ci faccio niente.... Non significa che non voglio avere rapporti con l'altro sesso, ma soltanto che non sono in grado di crearmeli] --- Per quanto riguarda i segnali d'ira: può essere che effettivamente tu abbia ragione, tuttavia, secondo me è più facile che ci sia stato un fraintendimento, e non tanto che tua madre non abbia a cuore il tuo personale interesse (poichè: è vero che se tu passi tutta la giornata sul pc bruci la tua esistenza, ma non è così facile da vedere da fuori se tu lo fai per disperazione o per stupidità, o per altre cose... mentre se tu reagisci fin da subito aggressivamente, è più facile che ce ne si accorga ... lo stesso commento che diede tua madre, dopo che avevi ingerito gli psicofarmaci, penso sia dovuto certamente a ciò: proprio perchè lei non credeva che tu effettivamente sia depresso, probabilmente non collegherà il tuo malessere fisico ad un tentato suicidio ma piuttosto ad altre cause [ non che sia giusto come considerazione, ma piuttosto è quella che inconsciamente probabilmente si sarà data] ... Infine, fai benissimo a dire "ho cominciato a pensare a come salvare autonomamente la mia vita": poichè quello secondo me è il motivo per cui la gente di solito tende a non suicidarsi, non tanto per non causare un danno agli altri, ma per evitare un danno a se stessi

Appunto, questo denota la mia appartenenza ad un'altra razza, che di base tende alla depressione (ma anche con altre caratteristiche, come l'ansia).
Certo, è vero che ci sarà sempre qualcosa che non mi andrà bene, e che io non dovrei deprimermi per questo. Eppure mi succede, e succede praticamente sempre.
Io, per stare bene, dovrei ritirarmi alla vita solitaria, o almeno è ciò che credo, perché probabilmente, se lo facessi, troverei modo di deprimermi pensando, magari, che avrei preferito la vita sociale.
È proprio la mia razza a tendere, in qualsiasi modo, alla depressione, perché essa è la base dei miei atteggiamenti, della percezione delle emozioni, delle percezioni sensoriali ecc.
Anche le cose più banali, come ad esempio, le mie preferenze musicali, tendono a generi deprimenti, e questo, secondo me, non è un caso.

Effettivamente le proprie preferenze musicali, o artistiche, letterarie, riflettono spesso il proprio stato d'animo ... Essendo che tu sei depresso fai queste considerazioni, ma non essendo che tu appartieni ad una razza depressa --- Secondo me infine, non è vero che tu preferisci in ultima istanza rimanere da solo, ma probabilmente secondo me, come avevo detto prima, ti piacerebbe poter passare più tempo con gli altri, ma non sai come, poichè potrebbe metterti a disagio ( cosa comunque perfettamente comprensibile)
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Re: E tutto cominciò a precipitare...

Messaggioda Sebastian » 12/01/2016, 13:12



NobelPrize1992 ha scritto:Non credo che necessariamente una persona normale che si deprime riesca a superare definitivamente ciò ( ad esempio: una madre che perde il proprio figlio probabilmente non riuscirà mai più a tornare come era prima), ma anche in situazioni normali non credo che necessariamente si riesca a risolvere tutti i propri problemi.

Uno shock molto forte, come la perdita di un figlio, può portare ad una permanente modifica dei valori chimici cerebrali.
In questo caso, la madre "cambia" razza, ma non perché accade fisicamente un cambiamento (del tipo, da donna diventa un cane), bensì perché da quel momento in poi, la base dell'elaborazione di qualsiasi pensiero/emozione, sarà influenzata dai differenti valori chimici cerebrali, e quindi diversa rispetto a quella di un "uomo" (e in questo caso, tendente alla depressione).

Questo intendo per "razze", magari ci sarà un termine specifico, per meglio definire queste diverse categorie di individui, ma io non lo conosco.
NobelPrize1992 ha scritto:Come fai a dire di essere affetto di "ansia sociale generalizzata"? Non voglio essere o apparirti aggressivo, però tu dopo dici che per orgoglio rinunciasti ad andare dallo psicologo ... Quindi presumo che è una tua personale convinzione, ovviamente basata su quanto tu hai vissuto --- magari può essere che tu abbia effettivamente questo tipo di problematiche, tuttavia, come fai a dire che è proprio quella malattia di cui tu sei affetto...
Non ci sono però altre razze: la scienza non riconosce che ci siano razze negli uomini, ma anche se ci fossero, non riconosce l'esistenza di una "razza di uomini depressi" ---- Che tu abbia differenti tipi di sensazioni, di pensieri e di idee sul mondo che ti circonda è sicuro, ma ciò non implica in alcun modo che tu appartenga ad un'altra razza, ne che quest'ultima esista... Mi rendo conto che per te potrebbero essere parole vane, però le razze non esistono.

Beh, per orgoglio, oltre che per l'ansia, che mi fa da base per ogni situazione sociale nuova.
Sono sicuro di avere il problema dell'ansia sociale, perché, ogni situazione sociale nuova, mi procura una forte ansia, semplicemente.
Magari questo tipo di problema avrà un altro nome (fobia sociale?), ma di fatto ne soffro (non come malattia, ma come caratteristica).

Certo, la scienza non ammette l'esistenza di differenti razze, però ammette l'esistenza di individui predisposti geneticamente a "malattie" mentali.
Ecco, secondo delle mie personali teorie, un individuo di questo tipo può essere tranquillamente considerato di "razza" diversa rispetto a quella degli "uomini", perché differente a livello cerebrale.

Alcune "razze", ad esempio, sono state categorizzate (gli emo, i punk ecc), ed anche se non riconosciute ufficialmente come razze diverse, per me possono tranquillamente essere considerate tali.
Chiaramente, parlo di veri emo o punk, che per tutta la vita avranno lo stesso atteggiamento verso il mondo circostante, e non di chi lo fa per moda.
NobelPrize1992 ha scritto:Io stesso provavo un po' d'ansia, e soprattutto in passato, inoltre anche io non andai mai alla fine da uno psicologo per orgoglio personale ( anche se credo a posteriori che probabilmente non sarebbe stato necessario recarsi)... tuttavia, quanto hai raccontato non significa che tu non voglia avere rapporti umani: significa invece che tu ne vuoi avere, ma che non sai bene come fare [ad esempio: a me piacerebbe trovare una ragazza, ma quando ci esco vado in panico e non ci faccio niente.... Non significa che non voglio avere rapporti con l'altro sesso, ma soltanto che non sono in grado di crearmeli] --- Per quanto riguarda i segnali d'ira: può essere che effettivamente tu abbia ragione, tuttavia, secondo me è più facile che ci sia stato un fraintendimento, e non tanto che tua madre non abbia a cuore il tuo personale interesse (poichè: è vero che se tu passi tutta la giornata sul pc bruci la tua esistenza, ma non è così facile da vedere da fuori se tu lo fai per disperazione o per stupidità, o per altre cose... mentre se tu reagisci fin da subito aggressivamente, è più facile che ce ne si accorga ... lo stesso commento che diede tua madre, dopo che avevi ingerito gli psicofarmaci, penso sia dovuto certamente a ciò: proprio perchè lei non credeva che tu effettivamente sia depresso, probabilmente non collegherà il tuo malessere fisico ad un tentato suicidio ma piuttosto ad altre cause [ non che sia giusto come considerazione, ma piuttosto è quella che inconsciamente probabilmente si sarà data] ... Infine, fai benissimo a dire "ho cominciato a pensare a come salvare autonomamente la mia vita": poichè quello secondo me è il motivo per cui la gente di solito tende a non suicidarsi, non tanto per non causare un danno agli altri, ma per evitare un danno a se stessi

A tal riguardo mi è ritornato in mente un episodio accaduto poco dopo il mio tentativo di suicidio, che, non so perché, mi era completamente passato di mente.

Litigai furentemente con mio padre, e, mentre mia madre cercava di riportare la calma, io, in preda all'ira, le urlai contro che per colpa loro avevo tentato di uccidermi.
Lei mi rispose che la colpa era mia, che non gli avevo detto niente.
Aveva ragione lei, ma comunque, dopo questo episodio, non si preoccupò minimamente di approfondire la questione.

Per me, chiaramente, ha semplicemente evitato la questione, non so se inconsciamente, o a causa dell'essere.

Sui rapporti sociali, fino a poco tempo fa, hai ragione, ne volevo avere, anche con persone "normali".
Adesso no, adesso gli unici rapporti sociali che mi piacerebbe avere, sarebbero quelli con altri individui della mia razza.
Probabilmente non ne troverò mai uno, pertanto l'unica soluzione per salvare autonomamente la mia vita, sarebbe il ritiro alla vita solitaria.

Non nego di soffrire per la mancanza di rapporti umani, con individui della mia razza.
Tuttavia, soffro molto di più nel dover essere costretto a continuare a vivere in società, e tra l'altro, senza sapere cosa fare, perché per la vita in società c'è bisogno per forza di un lavoro, di una laurea ecc, ed io al momento non sono capace nemmeno di aprire il libro per studiare.
NobelPrize1992 ha scritto:Effettivamente le proprie preferenze musicali, o artistiche, letterarie, riflettono spesso il proprio stato d'animo ... Essendo che tu sei depresso fai queste considerazioni, ma non essendo che tu appartieni ad una razza depressa --- Secondo me infine, non è vero che tu preferisci in ultima istanza rimanere da solo, ma probabilmente secondo me, come avevo detto prima, ti piacerebbe poter passare più tempo con gli altri, ma non sai come, poichè potrebbe metterti a disagio ( cosa comunque perfettamente comprensibile)

Esatto, riflettono lo stato d'animo.
Nel mio caso, lo stato d'animo è sempre tendente alla depressione, ed infatti, da quando ho scoperto alcuni album di canzoni "depresse", non riesco ad ascoltare altra musica, perché ritengo queste canzoni troppo superiori alle altre. Ma non perché siano effettivamente superiori, magari lo sono anche, ma piuttosto perché sono canzoni coerenti con il mio stato d'animo.
Anche in periodi di "felicità", continuo a preferire quel genere di musica, e questo perché sono di base depresso, a causa della mia "razza".

Sul fatto che preferisco di rimanere solo, per il momento, ne sono convinto.
Lo noto dal fatto che, quando sono solo, sto molto meglio.
I sintomi di depressione si alleviano, l'ansia sparisce, insomma, sto molto bene, molto meglio di quanto starei anche se avessi una buona compagnia.
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"Per conoscere, me e le mie verità, io ho combattuto fantasmi d'angoscie con perdite d'io. Per distruggere, vecchie realtà, ho galleggiato, su mari di irrazionalità. Ho dormito, per non morire, buttando i miei miti di carta su cieli di schizofrenia." - Franco Battiato

"Dentro di me, vivono la mia identica vita, dei microorganismi che non sanno di appartenere al mio corpo. Io, a quale corpo appartengo?" - Franco Battiato

"Non hai forza per tentare di cambiare il tuo avvenire, per paura di scoprire libertà che non vuoi avere. Ti sei mai chiesto quale funzione hai?" - Franco Battiato

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