....il mio psicologo mi ha detto la settimana scorsa che il danno che mi hanno creato i miei genitori è nella sua esperienza irriparabile e che solo un grande evento può aiutarmi. io ho praticamente desideri e ambizioni che hanno tutti ma non riesco poi a realizzarli perchè sono abituato che praticamente ogni cosa nella mia vita deve andare male, così ho paure irrazionali e continui attacchi di panico quando devo prendere un vero impegno, così da non riuscire a rispettarlo e non poter andare avanti. praticamente ho iniziato quest'anno (era settembre tipo) prefissandomi degli obiettivi ed erano trovare la forma fisica, ritrovare un equilibrio, ristabilire le giornate e il metabolismo, iscrivermi all'università, trovare un lavoro e prendere la patente.
sembra che mi faccia i dispetti. tipo io le dicevo sono a dieta quindi non comprarmi cose diverse da quelle scritte nella dieta, lei tornava a casa e diceva "eh non c'era l'insalata quindi sono andata da mc donald's, la inizi domani la dieta" e questa cosa mi sono accorto che l'ha sempre fatta, da quando ero piccolo. lei ogni volta che volevo fare qualcosa o ero speranzioso per fare qualcosa di diverso, lei doveva creare questo tipo di eccezioni per distruggermi sogni e speranze e farmi pensare costantemente che la mia situazione non cambierà mai e che non sarò mai felice, perchè ci sarà sempre qualcuno che all'improvviso quando meno me l'aspetto irromperà nel mio finto equilibrio costruito da frasi fatte e mi annienterà.
ed è per questo che non riesco a rispettare gli impegni, ho paura a prendermi un impegno quotidiano come un lavoro, anche se razionalmente lo desidero tanto, poi il momento in cui devo semplicemente fare il colloquio, nemmeno andarci, ma solo il colloquio, penso al fatto che dovrò andare ogni giorno in un posto che non è casa dalla mattina alla sera con persone che non conosco (e razionalmente non c'è niente di strano cioè me ne rendo conto) mi fa mancare l'aria, mi viene l'ansia, sudo, mi viene la diarrea e non dormo, così da non avere poi il coraggio di farlo e rinunciare. per l'università, stesso discorso, non sono nella pelle dal studiare psicologia all'università ma so che per questo motivo non sarò costante, so che avrei troppe paure, so che non riuscirei a mantenermela non riuscendo a lavorare e che non vorrei mai rivivere un'esperienza scolastica da adulto rimanendo bambino, cioè con mamma che ti mantiene e che magari ti accompagna (visto che sto iniziando ora a riprendere i mezzi pubblici e solo per occasioni sporadiche e particolari).
non sono abbastanza forte per riuscire a cambiare la situazione, non ho una famiglia su cui contare per riuscire a cambiarla e non ho nemmeno un ragazzo che possa darmi la forza per provare a fare qualcosa. quindi perchè dovrei vivere? cioè la mia vita è destinata ad essere tutto ciò che odio e nulla di quello a cui ambisco, quindi perchè dovrei vivere una vita che non mi interessa? ieri sera volevo tagliarmi le vene ma non mi è riuscito perchè quando andavo per tagliare il coltello mi faceva troppo male (...) e smettevo. quindi nemmeno ho il coraggio di fare una cosa del genere, allora poi penso che non ho nemmeno il "piano b" per non vivere come vive mio padre (che ora fa il mantenuto a casa della mamma), mi demoralizzo ancora di più all'idea che sono così debole da non riuscire nemmeno a suicidarmi e penso che non sarò nemmeno mai in grado di fare qualcosa di positivo nella mia vita così da poterla finalmente cambiare e mi deprimo, come sempre... mi deprimo, poi passa qualche giorno, poi vado dallo psicologo che cerca di stimolarmi a fare cose che non sono in grado di fare perchè ho troppa paura di farle, torno a casa pensando che ce la farò, poi dopo 2 giorni realizzo che non sarà mai così, mi deprimo, ripenso al voler morire, non ce la faccio, dopo qualche giorno rivado dallo psicologo e continuo così ogni settimana, fino a che non mi sono accorto che da settembre ora è luglio e quindi anche quest'anno è buttato e lo saranno tutti quelli successivi.
non ho nulla di concreto a cui aggrapparmi veramente per riuscire a vivere e quando penso questo poi risuccede quello che ho già scritto sopra... quindi... quale sarebbe la soluzione alternativa? oltre quella logica del riuscire a lavorare, studiare e vivere per conto mio? nessuna... non c'è via di fuga…
Royalsapphire ha scritto:Ciao Uovo!
...scusa ma il tuo psicologo ti ha detto proprio così? "Danno irreparabile"??? Mi sembra strano... Non ci sono danni "irreparabili"! Certo, ci sono ricordi che non si possono cancellare dalla mente, ma tutti i traumi possono essere superati! Ci vuole tempo e dedizione, certo, ma non esiste psicologo o amico che possa aiutarti se il primo a volerci credere non sei tu!!!
Royalsapphire ha scritto:Allora, innanzi tutto scordati che per risolvere i tuoi problemi sia una mossa giusta iscriversi a psicologia! E anche se tu non lo facessi per questo, nel tuo stato attuale sarebbe del tutto inopportuno un simile indirizzo! Uno psicologo deve essere in grado di supportare gli altri con tutti i loro problemi...ovvero deve avere delle spalle abbastanza larghe da sostenere il peso di tutte le sciagure a cui partecipa ogni giorno! E tu ora come ora non ne saresti in grado! Non siamo macchine! E per fare gli psicologi occorre empatia oltre che preparazione e cultura in merito. E avendo empatia, non possiamo non condividere i dolori che esternano le persone che seguiamo!
Royalsapphire ha scritto:Non siamo nei cartoni anima in cui La Sfiga esiste in carne ed ossa e sceglie da sé chi vuole inquietare, ergo tu non sei uno a cui !deve per forza andare tutto male"!!! Sicuramente queste cose te le hanno già dette... ma è come imparare a nuotare! All'inizio non sai come si fa, ma se ci credi, allora ci metterai il giusto impegno finché non riuscirai, se invece parti già col preconcetto che "tanto non imparerai", allora anche il primo tentativo lo userai come prova del tuo non saper fare!!!
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