poema

Condividi con noi la tua autobiografia.
Tu sei il solo ed unico protagonista della tua vita!
Pubblica qui la tua storia, e che ciò possa essere da aiuto per tutti.

poema

Messaggioda uovo » 04/07/2013, 19:35



come iniziare... ho letto su questo forum che è sbagliato pensare che il suicidio sia l'unica via d'uscita perchè ce n'è sempre un'altra ma che con la depressione non si vede, allora provate a vederla voi se ci riuscite. quando ero piccolo mio padre era alcolizzato e picchiava mia mamma, andava a lavorare nel suo negozio sporadicamente fino a che non è chiuso per fallimento (ovviamente). in quel periodo ha smesso di bere (credo guardando ciò che stava facendo) ed è riuscito ad aprire un'azienda con successo. quelli sono stati gli unici 2 anni felici della mia vita (ovvero i 4-6 anni) durante quel periodo ha scoperto il computer e se ne è reso dipendente e ha smesso di occuparsi anche dell'azienda, così mia mamma ha provato a fare qualcosa per l'azienda ma non ci è riuscita visto che non ne sapeva nulla, e così l'azienda è fallita. mio padre è rimasto violento, prepotente, aggressivo ed egoista, così mentre mamma cercava di pagare i tanti debiti lavorando anche a doppi turni, lui rimaneva a casa a fumare i suoi 3 pacchetti di sigarette al giorno e rimanendo tutto il giorno (e a volte anche la notte senza dormire fino a 3-4 giorni consecutivi) al computer. in tutto ciò io andavo alle elementari e all'improvviso mi sono trovato che dovevano portarmi o prendere i genitori degli altri bambini, che alle mie recite o alle mie mostre non veniva mai nessuno a vedermi e che nessun bambino voleva venire a giocare a casa con me perchè avevano paura di mio padre visto che viveva per urlare, lanciare roba e bestemmiare. vista la povertà in cui eravamo e la prepotenza di mio padre nel voler fumare obbligatoriamente 3 pacchetti di sigarette al giorno, mia mamma per risparmiare non mi faceva lavare con l'acqua calda (avevamo la bombola visto che ci staccavano luce, telefono e gas a ripetizione e a mesi alterni), così quando andavo a scuola puzzavo e mi prendevano tutti in giro. in tutto ciò hanno continuato sempre entrambi a fumare (mentre io non mi potevo lavare). vista l'ignoranza di mia mamma, e la sua incapacità nell'essere genitore ho sempre avuto un'alimentazione pessima e così anche per l'odore a scuola mi prendevano in giro anche per il grasso. finita la quinta elementare mia mamma "ricattata" dal fratello decide di portarmi via e farci andare a vivere dai nonni, ma non avendo come sempre avuto mai il coraggio di fare qualcosa, disse a mio padre che ci andava per lavorare e ogni venerdì sera tornavamo con l'autobus a casa per portare spesa e soldi (?) a mio padre, perchè ovviamente faceva il mantenuto e voleva continuare a farlo. dopo più o meno 8 mesi siamo tornati a casa nostra visto che era diventato impossibile vivere così, i parenti di mia mamma fecero di tutto per farci allontanare ma lei ha fatto di tutto per tornare li. così ho iniziato la prima media prima a roma città e poi mi sono trasferito nella scuola di dove abitavo con qualche mese di ritardo. ovviamente nuovo arrivato+ciccione+puzza= discriminazione. così ho iniziato a chiudermi totalmente e trovare l'unico sfogo/gioia nel cibo. in questi 3 anni continuano a succedere le solite cose, ci staccano di tutto, rimaniamo a piedi perchè finisce la benzina, nessuno si occupa della casa ne di me, e noi diventiamo sempre più poveri. intanto inizio a crescere e gli ormoni entrano in circolo, con molta confusione e basandomi sull'ignoranza che mi hanno trasmesso i miei genitori non capivo perchè mi piacessero i ragazzi invece delle ragazze, così mi sono chiuso ancora di più fino a darmi all'isolamento più assoluto. finisco le medie e inizio il liceo, qualcosa di assolutamente ingestibile. sono completamente solo, ho paura persino a chiedere qualcosa ai professori che non ho capito perchè mi vergogno di ogni cosa e inizio a prendere i brutti voti. ho paura a stare con le persone e di andare a scuola, nessuno poteva più portarmi o prendermi da scuola perchè non conoscevamo nessuno e avevo troppa paura di prendere l'autobus per andarci, così inizio a non andare tipo mai a scuola o ad avere la diarrea ogni giorno dalla paura di andarci per dover stare con le persone. facendo così mi hanno ovviamente bocciato e così ho perso un anno. durante l'anno scolastico ho scoperto internet e il computer (mia nonna mi regalò il mio primo pc per natale e compleanno [faccio gli anni a dicembre]) e tramite internet inizio a scoprire paradossalmente che cosa significa avere un contatto umano. internet era così diventata la mia ancora di salvataggio per fuggire dalla vita reale che era così opprimente che non la volevo vivere. a 16 anni alla fine ho cambiato scuola e sono andato in una scuola "professionale" (è un complimento definirla così) dove praticamente tutta la feccia possibile immaginabile andava li per cercare di avere un pezzo di carta per non fare nulla (visto che è completamente inutile). in quella scuola tramite la feccia che la frequentava e i miei 16 anni, tutti i miei complessi, problemi irrisolti, e varie cose mai affrontate sono usciti fuori. così è iniziata la mia depressione, al contrario di come facevo smisi completamente di mangiare fino a perdere 20 kili in 40 giorni, avevo paura del contatto fisico con le persone, mi lavavo in continuazione e freneticamente fino a farmi del male e non riuscivo a dormire la notte, così facendo smisi di andare anche a quella scuola a circa metà anno e mi diedi al non fare nulla e al pensare costantemente ai miei problemi e al suicidio. intanto mia mamma trova finalmente un vero lavoro con un vero stipendio e inizia (per modo di dire) la nostra risalita. i 18 anni si avvicinano e io non vado più a scuola (ah...e in tutto ciò nessuno si è mai accorto [se non mia nonna che veniva ignorata] dei miei problemi o del mio disagio), così mia mamma convince mia nonna a pagarmi una scuola privata per potermi far recuperare gli anni persi e poiter far poi il quinto anno normalmente. così avviene. ma solo perchè non c'era l'obbligo di frequenza. preso il quarto anno mia mamma si decide finalmente a lasciare mio padre e andiamo a vivere in affitto con l'aiuto di suo fratello e dei miei nonni, io faccio il quinto anno sempre senza obbligo di frequenza ma con l'esame alla scuola pubblica, così da non dovermi sentire per tutta la vita come se il mio diploma non valesse nulla come me, perchè nessuno mai potrà dirmi nella vita che me lo sono comprato visto che ho dato l'esame ad una scuola pubblica (e non paritaria). così siamo in un'altra casa, con una vita apparentemente diversa e migliore. invece no. non dovendo vivere più costantemente la mia ex quotidianeità il corpo....non so come si dice me l'ha spiegato il mio psicologo, è tipo quando devi fare un'enorme sforzo e ti senti tanta energia dentro che riesci a faticare tantissimo e poi dopo quando hai finito ti senti completamente distrutto e senza energie. ecco. questo è successo alla mia personalità. praticamente andando via di l ho iniziato a non dormire più o dormire anche 14-16-20-24 ore consecutivamente. ho realizzato che i miei genitori sono entrambe delle merde e che mia mamma non è una grande mamma ma una str***a debole che mi ha fatto vivere un incubo dal quale non mi ha mai fatto uscire, nella sporcizia e nella solitudine (a 16 anni mi svegliarono di notte centinaia di bacarozzi che camminavano vicino al mio letto e la loro risposta fu "eh cercano l'acqua"). ho iniziato a pensare a me, alla mia persona, ai miei desideri e ai miei obbiettivi e ho iniziato a lavorarci. ogni giorno ho vissuto una sconfitta dietro l'altra. ma non per colpa mia, ma semplicemente per come ho vissuto. praticamente, facendo un salto in avanti per poi tornare indietro, il mio psicologo mi ha detto la settimana scorsa che il danno che mi hanno creato i miei genitori è nella sua esperienza irriparabile e che solo un grande evento può aiutarmi. io ho praticamente desideri e ambizioni che hanno tutti ma non riesco poi a realizzarli perchè sono abituato che praticamente ogni cosa nella mia vita deve andare male, così ho paure irrazionali e continui attacchi di panico quando devo prendere un vero impegno, così da non riuscire a rispettarlo e non poter andare avanti. praticamente ho iniziato quest'anno (era settembre tipo) prefissandomi degli obiettivi ed erano trovare la forma fisica, ritrovare un equilibrio, ristabilire le giornate e il metabolismo, iscrivermi all'università, trovare un lavoro e prendere la patente. prefissandomi questi obiettivi mi sono accorto di quanto mia mamma sia...non so se stupida o flippata o boh praticamente qualsiasi cosa io cerchi di fare lei se prima (i 20 anni precedenti) era solo una che lasciava correre fino a ritrovarsi i problemi accumulati, ora sembra che mi faccia i dispetti. tipo io le dicevo sono a dieta quindi non comprarmi cose diverse da quelle scritte nella dieta, lei tornava a casa e diceva "eh non c'era l'insalata quindi sono andata da mc donald's, la inizi domani la dieta" e questa cosa mi sono accorto che l'ha sempre fatta, da quando ero piccolo. lei ogni volta che volevo fare qualcosa o ero speranzioso per fare qualcosa di diverso, lei doveva creare questo tipo di eccezioni per distruggermi sogni e speranze e farmi pensare costantemente che la mia situazione non cambierà mai e che non sarò mai felice, perchè ci sarà sempre qualcuno che all'improvviso quando meno me l'aspetto irromperà nel mio finto equilibrio costruito da frasi fatte e mi annienterà. ed è per questo che non riesco a rispettare gli impegni, ho paura a prendermi un impegno quotidiano come un lavoro, anche se razionalmente lo desidero tanto, poi il momento in cui devo semplicemente fare il colloquio, nemmeno andarci, ma solo il colloquio, penso al fatto che dovrò andare ogni giorno in un posto che non è casa dalla mattina alla sera con persone che non conosco (e razionalmente non c'è niente di strano cioè me ne rendo conto) mi fa mancare l'aria, mi viene l'ansia, sudo, mi viene la diarrea e non dormo, così da non avere poi il coraggio di farlo e rinunciare. per l'università, stesso discorso, non sono nella pelle dal studiare psicologia all'università ma so che per questo motivo non sarò costante, so che avrei troppe paure, so che non riuscirei a mantenermela non riuscendo a lavorare e che non vorrei mai rivivere un'esperienza scolastica da adulto rimanendo bambino, cioè con mamma che ti mantiene e che magari ti accompagna (visto che sto iniziando ora a riprendere i mezzi pubblici e solo per occasioni sporadiche e particolari). la patente non l'ho presa perchè mi sono arreso quando non mi è riuscito di fare le altre cose. mi è riuscito alla fine di dimagrire non grazie a mia madre e anche a riavere un sonno quasi decente (non so come) ma questi erano praticamente gli obiettivi "hobby". ora ho realizzato che il mio destino è diventare come mio padre o come lo zio disabile di mia mamma che non gli va di camminare dalla sua camera al bagno e fa i bisogni in camera sua e mi rifiuto di diventare così. non sono abbastanza forte per riuscire a cambiare la situazione, non ho una famiglia su cui contare per riuscire a cambiarla e non ho nemmeno un ragazzo che possa darmi la forza per provare a fare qualcosa. quindi perchè dovrei vivere? cioè la mia vita è destinata ad essere tutto ciò che odio e nulla di quello a cui ambisco, quindi perchè dovrei vivere una vita che non mi interessa? ieri sera volevo tagliarmi le vene ma non mi è riuscito perchè quando andavo per tagliare il coltello mi faceva troppo male (...) e smettevo. quindi nemmeno ho il coraggio di fare una cosa del genere, allora poi penso che non ho nemmeno il "piano b" per non vivere come vive mio padre (che ora fa il mantenuto a casa della mamma), mi demoralizzo ancora di più all'idea che sono così debole da non riuscire nemmeno a suicidarmi e penso che non sarò nemmeno mai in grado di fare qualcosa di positivo nella mia vita così da poterla finalmente cambiare e mi deprimo, come sempre... mi deprimo, poi passa qualche giorno, poi vado dallo psicologo che cerca di stimolarmi a fare cose che non sono in grado di fare perchè ho troppa paura di farle, torno a casa pensando che ce la farò, poi dopo 2 giorni realizzo che non sarà mai così, mi deprimo, ripenso al voler morire, non ce la faccio, dopo qualche giorno rivado dallo psicologo e continuo così ogni settimana, fino a che non mi sono accorto che da settembre ora è luglio e quindi anche quest'anno è buttato e lo saranno tutti quelli successivi. ogni mia giornata è inutile, la riempo di cose inutili nel tentativo di non pensare al fallimento della mia vita ma facendo queste cose mi accorgo ancora di più che non ho nulla di concreto a cui aggrapparmi veramente per riuscire a vivere e quando penso questo poi risuccede quello che ho già scritto sopra... quindi... quale sarebbe la soluzione alternativa? oltre quella logica del riuscire a lavorare, studiare e vivere per conto mio? nessuna... non c'è via di fuga... le soluzioni al dilemma sono fare tutto ciò che desidero ma ho troppa paura per riuscire a farlo e suicidarmi, ma non sono abbastanza depresso per farlo... quindi cosa posso fare oltre che un inutile post su un forum che ho trovato per caso mentre mi deprimevo?
  • 0

uovo
Nuovo Amico Virtuale
 
Stato:
Messaggi: 1
Iscritto il: 03/07/2013, 23:23
Località: roma
Genere: Maschile

poema

Messaggioda Royalsapphire » 11/07/2013, 22:34



....il mio psicologo mi ha detto la settimana scorsa che il danno che mi hanno creato i miei genitori è nella sua esperienza irriparabile e che solo un grande evento può aiutarmi. io ho praticamente desideri e ambizioni che hanno tutti ma non riesco poi a realizzarli perchè sono abituato che praticamente ogni cosa nella mia vita deve andare male, così ho paure irrazionali e continui attacchi di panico quando devo prendere un vero impegno, così da non riuscire a rispettarlo e non poter andare avanti. praticamente ho iniziato quest'anno (era settembre tipo) prefissandomi degli obiettivi ed erano trovare la forma fisica, ritrovare un equilibrio, ristabilire le giornate e il metabolismo, iscrivermi all'università, trovare un lavoro e prendere la patente.

Ciao Uovo!
...scusa ma il tuo psicologo ti ha detto proprio così? "Danno irreparabile"??? Mi sembra strano... Non ci sono danni "irreparabili"! Certo, ci sono ricordi che non si possono cancellare dalla mente, ma tutti i traumi possono essere superati! Ci vuole tempo e dedizione, certo, ma non esiste psicologo o amico che possa aiutarti se il primo a volerci credere non sei tu!!!
Non siamo nei cartoni anima in cui La Sfiga esiste in carne ed ossa e sceglie da sé chi vuole inquietare, ergo tu non sei uno a cui !deve per forza andare tutto male"!!! Sicuramente queste cose te le hanno già dette... ma è come imparare a nuotare! All'inizio non sai come si fa, ma se ci credi, allora ci metterai il giusto impegno finché non riuscirai, se invece parti già col preconcetto che "tanto non imparerai", allora anche il primo tentativo lo userai come prova del tuo non saper fare!!!
Certo, capisco che il contesto in cui vivi non ti stimola a credere in te e a cimentarti in qualcosa di nuovo seriamente, ma come tu stesso sai, non puoi buttare all'aria la tua vita!
Guarda gli altri... credi che siano felici e realizzati perché sono più intelligenti di te? Credi di essere scemo? Certo che no!!! Pensi di esserti messo a scrivere questo poema perché vuoi morire?? Certo che no!!! Se tu hai descritto la tua vita così dettagliatamente è perché sotto sotto hai ancora speranza. Ma cerchi uno scoglio a cui appoggiarti! Un supporto che non ti venga incontro perché lo paghi (es lo psicologo), ma perché a te ci tenga veramente, e perché ti parli con obiettività e non perché vuole illuderti di qualcosa nella speranza che tu abbia fortuna!
Nella vita devi sapere, non puoi contare su nessuno, e non perché non ti puoi fidare, non per questo!!! Ma perché le cose devi essere tu a volerle raggiungere, a volerle aggiustare, a volerle creare, a volerle cambiare! Quando si parte da zero, si deve essere consapevoli della propria solitudine! E' normale che iniziare sia difficile, ed è normale partire "soli"! E' con lo sforzo, la dedizione, i sacrifici e la pazienza che si raggiunge il risultato! Oggi siamo così abituati a farci cullare dal progresso e dalla teconologia che non sappiamo più aspettare! Vogliamo tutto e subito, e se non lo otteniamo smettiamo di crederci con una facilità estrema! Per averne conferma basta che pensi alla fragilità dei rapporti di coppia e alla facilità con cui le coppie si separano/cambiano partner/divorziano!!! Non si da più il giusto valore alle cose! L'amore non è solo gioia e divertimento, è anche sofferenza e dedizione, e richiede tanta fiducia e tolleranza reciproche. Invece oggi che accade? Che si litiga per scemenze e che dopo un limitatissimo numero di litigi si pensa subito di mollare il compagno ormai divenuto scomodo! Stessa cosa accade a te se pensi subito che non concluderai niente nella vita! Se al primo errore ti tiri indietro!

sembra che mi faccia i dispetti. tipo io le dicevo sono a dieta quindi non comprarmi cose diverse da quelle scritte nella dieta, lei tornava a casa e diceva "eh non c'era l'insalata quindi sono andata da mc donald's, la inizi domani la dieta" e questa cosa mi sono accorto che l'ha sempre fatta, da quando ero piccolo. lei ogni volta che volevo fare qualcosa o ero speranzioso per fare qualcosa di diverso, lei doveva creare questo tipo di eccezioni per distruggermi sogni e speranze e farmi pensare costantemente che la mia situazione non cambierà mai e che non sarò mai felice, perchè ci sarà sempre qualcuno che all'improvviso quando meno me l'aspetto irromperà nel mio finto equilibrio costruito da frasi fatte e mi annienterà.

Non credo affatto che tua madre ti faccia i dispetti, né tanto meno ti voglia dimostrare che non riuscirai a cambiare la tua vita. Secondo me questi sono gesti protettivi da parte sua! Magari si sente in colpa per come è stata la vostra vita, e magati ti ama anche molto, così quando dici che vuoi dimagrire, lei ti vizia perché teme che le diventi anoressico! Non scherzo guarda! E' possibilissimo un comportamento del genere da parte di una mamma. Per le mamme i figli non crescono mai, quindi ti vede sempre come il suo bambino, e allora per lei è inconcepibile che tu ti metta a dieta!
Non penso affatto che tua madre voglia distruggere i sogni e le speranze di suo figlio! Posso credere invece che lei non si renda minimamente conto del danno che ti fanno le sue cure e le sue parole! Non puoi avercela con lei, né con te stesso. Devi invece avere la forza di perseverare nei tuoi obiettivi e pensare a tua madre come la persona che, per quanto ti ami, non riesce a farlo nella misura più congeniale alle tue esigenze.
ed è per questo che non riesco a rispettare gli impegni, ho paura a prendermi un impegno quotidiano come un lavoro, anche se razionalmente lo desidero tanto, poi il momento in cui devo semplicemente fare il colloquio, nemmeno andarci, ma solo il colloquio, penso al fatto che dovrò andare ogni giorno in un posto che non è casa dalla mattina alla sera con persone che non conosco (e razionalmente non c'è niente di strano cioè me ne rendo conto) mi fa mancare l'aria, mi viene l'ansia, sudo, mi viene la diarrea e non dormo, così da non avere poi il coraggio di farlo e rinunciare. per l'università, stesso discorso, non sono nella pelle dal studiare psicologia all'università ma so che per questo motivo non sarò costante, so che avrei troppe paure, so che non riuscirei a mantenermela non riuscendo a lavorare e che non vorrei mai rivivere un'esperienza scolastica da adulto rimanendo bambino, cioè con mamma che ti mantiene e che magari ti accompagna (visto che sto iniziando ora a riprendere i mezzi pubblici e solo per occasioni sporadiche e particolari).

Allora, innanzi tutto scordati che per risolvere i tuoi problemi sia una mossa giusta iscriversi a psicologia! E anche se tu non lo facessi per questo, nel tuo stato attuale sarebbe del tutto inopportuno un simile indirizzo! Uno psicologo deve essere in grado di supportare gli altri con tutti i loro problemi...ovvero deve avere delle spalle abbastanza larghe da sostenere il peso di tutte le sciagure a cui partecipa ogni giorno! E tu ora come ora non ne saresti in grado! Non siamo macchine! E per fare gli psicologi occorre empatia oltre che preparazione e cultura in merito. E avendo empatia, non possiamo non condividere i dolori che esternano le persone che seguiamo!
Quanto alla paura che ti viene al pensiero di un lavoro e delle responsabilità che esso comporta, tu sei alla pari di tutti gli altri, e non vedo come tu possa farti prendere dalla paura di non riuscire laddove altri prima di te hanno avuto successo!
Per prima cosa, devi riflettere se è lo studio che vuoi perseguire, oppure un lavoro! O magari tutti e due! Quindi cerca sul web se non hai idee, oppure fatti un giro fuori e cerca di captare emozioni che ti possono scaturire da qualche occupazione... Il tutto investendo sempre fiducia, impegno e tempo!!!

non sono abbastanza forte per riuscire a cambiare la situazione, non ho una famiglia su cui contare per riuscire a cambiarla e non ho nemmeno un ragazzo che possa darmi la forza per provare a fare qualcosa. quindi perchè dovrei vivere? cioè la mia vita è destinata ad essere tutto ciò che odio e nulla di quello a cui ambisco, quindi perchè dovrei vivere una vita che non mi interessa? ieri sera volevo tagliarmi le vene ma non mi è riuscito perchè quando andavo per tagliare il coltello mi faceva troppo male (...) e smettevo. quindi nemmeno ho il coraggio di fare una cosa del genere, allora poi penso che non ho nemmeno il "piano b" per non vivere come vive mio padre (che ora fa il mantenuto a casa della mamma), mi demoralizzo ancora di più all'idea che sono così debole da non riuscire nemmeno a suicidarmi e penso che non sarò nemmeno mai in grado di fare qualcosa di positivo nella mia vita così da poterla finalmente cambiare e mi deprimo, come sempre... mi deprimo, poi passa qualche giorno, poi vado dallo psicologo che cerca di stimolarmi a fare cose che non sono in grado di fare perchè ho troppa paura di farle, torno a casa pensando che ce la farò, poi dopo 2 giorni realizzo che non sarà mai così, mi deprimo, ripenso al voler morire, non ce la faccio, dopo qualche giorno rivado dallo psicologo e continuo così ogni settimana, fino a che non mi sono accorto che da settembre ora è luglio e quindi anche quest'anno è buttato e lo saranno tutti quelli successivi.

La forza di cambiare la situazione te la procuri cambiando modo di ragionare! Devi credere in te stesso e in quanto di buono ti viene detto! Guarda coloro che hanno casa, lavoro e figli, e chiediti cos'hai tu in meno di loro!? Un sostegno se ne hai bisogno, puoi trovarlo anche qui (per cominciare).
Ti ripeto: non hai niente in meno degli altri. E puoi avere degli amici, dei sogni, dei progetti. Hai la possibilità di scegliere come vivere e quando cominciare!
Ovviamente ricordati che non puoi fare il passo piu grande della gamba! Quando ti senti smarrito, chiedi consiglio e ti sarà dato! Poi sceglierai tu!


non ho nulla di concreto a cui aggrapparmi veramente per riuscire a vivere e quando penso questo poi risuccede quello che ho già scritto sopra... quindi... quale sarebbe la soluzione alternativa? oltre quella logica del riuscire a lavorare, studiare e vivere per conto mio? nessuna... non c'è via di fuga…

Non è una via di fuga che devi cercare, ma una nuova via! Hai qualcosa di concreto a cui aggrapparti: hai una vita, una giovinezza, dei sogni, e una forza che aspetta solo di essere tirata fuori! E... toh, hai anche noi qui :lol2:
Pensare a morire??? ...Ma neanche morto ci devi pensare!!!
Buonanotte :hi:
  • 0

:tao: :rose: :mask: :luce: :home1:
Avatar utente
Royalsapphire
Admin
 
Stato:
Messaggi: 13394
Iscritto il: 12/11/2012, 18:07
Località: Svizzera - Italia
Occupazione: Farmacista e Counselor
Citazione: "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" (Gandhi)
Genere: Femminile

poema

Messaggioda vercingetorige » 26/08/2013, 23:37



lurkavo un po' le storie datate del forum
Royalsapphire ha scritto:Ciao Uovo!
...scusa ma il tuo psicologo ti ha detto proprio così? "Danno irreparabile"??? Mi sembra strano... Non ci sono danni "irreparabili"! Certo, ci sono ricordi che non si possono cancellare dalla mente, ma tutti i traumi possono essere superati! Ci vuole tempo e dedizione, certo, ma non esiste psicologo o amico che possa aiutarti se il primo a volerci credere non sei tu!!!

falso, stai facendo della disinformazione come è tuo solito costume, anche se hai posto fra virgolette - a posteriori, però- la parola "irreparabile".
l'esistenza di danni irreversibili è certificata dal mare magnum della casistica clinica adunata nella bibliografia del settore, ma anche senza doverla scomodare è sufficiente constatare che la sintomatologia depressiva è l'epifenomeno di alterazioni biochimiche dell'attività cerebrale e che tali alterazioni hanno tendenzialmente un andamento degenerativo e con un margine di rischio d'essere irreversibili a lungo termine: il disturbo depressivo cronicizzato può cagionare l'insorgere di demenza, aumentare il rischio di sviluppare l'alzheimer e comportare un'estensione del quadro clinico inglobando la compresenza di disturbi psichiatrici secondari. fra l'altro anche avversando la depressione con le terapie indicate come idonee come la cognitivo-comportamentale si registra una cospicua percentuale di casi fallimentari, ed in ogni caso la terapia ha una durata pluriennale: altro che "crederci", dato che lo stesso apparato concettuale del soggetto depresso è frutto della sua attività cerebrale, ovvero la prima sede organica dove si ha la patogenesi del disturbo ed è anche caratteristica precipua del processo depressivo principiare da una concezione dei propri deficit come alterità alle quali opporsi per poi terminare con l'identificazione delle proprie tare come fondamento della propria individualità -punto di rottura in cui i traumi si sedimentano e si traducono in irreversibili, perché affluiscono in pianta stabile negli schemi cognitivo-comportamentali del soggetto e ne sostanziano la personalità - ma d'altro canto ciascuna caratteristica della personalità è basata sul filtro e la rilettura del background d'esperienze passate-. non per niente in ambito scientifico si dibatte dell'impossibilità d'avere la certezza sistematica di una restitutio in eum pristinum statum - cioè lo stato precedente al trauma- in ogni caso, a prescindere dalla situazione personale del paziente, ed attraverso un preciso paradigma terapeutico.

Royalsapphire ha scritto:Allora, innanzi tutto scordati che per risolvere i tuoi problemi sia una mossa giusta iscriversi a psicologia! E anche se tu non lo facessi per questo, nel tuo stato attuale sarebbe del tutto inopportuno un simile indirizzo! Uno psicologo deve essere in grado di supportare gli altri con tutti i loro problemi...ovvero deve avere delle spalle abbastanza larghe da sostenere il peso di tutte le sciagure a cui partecipa ogni giorno! E tu ora come ora non ne saresti in grado! Non siamo macchine! E per fare gli psicologi occorre empatia oltre che preparazione e cultura in merito. E avendo empatia, non possiamo non condividere i dolori che esternano le persone che seguiamo!

competenza e cultura che ti mancano


Royalsapphire ha scritto:Non siamo nei cartoni anima in cui La Sfiga esiste in carne ed ossa e sceglie da sé chi vuole inquietare, ergo tu non sei uno a cui !deve per forza andare tutto male"!!! Sicuramente queste cose te le hanno già dette... ma è come imparare a nuotare! All'inizio non sai come si fa, ma se ci credi, allora ci metterai il giusto impegno finché non riuscirai, se invece parti già col preconcetto che "tanto non imparerai", allora anche il primo tentativo lo userai come prova del tuo non saper fare!!!


parlare, in modo faceto, di "cartoni anima (?) e personificazione della sfiga" ad una persona che nella sua vita ha solo collezionato uno stuolo di nefaste sciagure ha un tono superficialmente parodistico che sfocia nell'offensivo, non per niente l'utente non ha più risposto.
  • 0

Avatar utente
vercingetorige
Amico level two
 
Stato:
Messaggi: 85
Iscritto il: 20/12/2012, 0:12
Località: inorganica
Genere: Maschile


Torna a Scrivi la tua storia, lascia il segno in questa vita

Chi c’è in linea in questo momento?

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti

Reputation System ©'