Ciao,
mi è venuto in mente di fare questa specie di diario, leggendo le vostre esperienze su questo forum, dove ogni volta che leggevo qualche pezzo della vostra storia, mi ricordava parte della mia.
Così ho pensato di fare questa cosa, sia per sfogarmi, sia per essere utile, in qualche modo per voi, o, semplicemente, per dirvi che non siete gli unici a pensare delle cose, a sentirvi così vuoti, così delusi, così arrabbiati e dolorosi, per qualcosa che avete fatto o per qualcosa che vi è stata fatta...
ci tengo a dirvi di non arrendervi e di andare avanti, trovate un motivo e anche se non ce lo avete spingetevi al di là di voi stessi, non siete curiosi fino a che punto potreste arrivare?
Mi presento:
Sono una ragazza di 19 anni, attualmente vivo a Trieste, dove mi sono appena trasferita per frequentare l'università, distante dal mio, veramente piccolo, paese circondato da campi ai piedi delle montagne, lontana dalla mia famiglia e dai miei pochi amici. Posso dire che vengo dal nulla e mi ci devo abituare alla grandezza della città, per il momento non conosco nessuno, anche se in questa città ci abitano chissà quante persone.
A scuola (dall'asilo alle superiori) ero e sono, la solita ragazza timida che se ne sta in disparte per i cavoli suoi.
Ci sono stati anche tentati atti di bullismo verbale e fisico nei miei confronti, che sfortunatamente per i miei agressori ci hanno provato senza riuscirci, mi hanno fatto così diventare parte dell'ombra: non può essere toccata da nessuno, non può essere vista e tanto meno sentita da qualcuno, rimane semplicemente là, stando ad osservare la gente che le passa a fianco, senza essere presa in considerazione, rimanendo uno di quei sconosciuti che incroci per strada, dove sul momento li noti e subito dopo te li dimentichi, riflettendo questa situazione anche a "casa" e su qualsiasi rapporto sociale.
Ammetto che devo ancora accettare quest'idea di me stessa, visto che probabilmente, dovrò conviverci per tutta la mia esistenza (cosa mi auguro essere breve), per affrontare la mia più grande tentazione: quella di crollare in un sogno eterno, al posto di alzarmi dal mio morbido e caldo letto, per affrontare un altro duro giorno di inverno.