La mia vita è un'altalena!

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La mia vita è un'altalena!

Messaggioda NatyC » 23/10/2013, 14:17



Buongiorno a tutti! :)

Ora racconto la mia storia. La depressione vera e propria inizia nella tarda adolescenza, ma ho pensato bene di raccontare anche qualche episodio antecedente, per dare un'idea di me più completa.

Da quel che ricordo della mia infanzia, ero una bambina felice; avevo i miei amici, andavo bene a scuola, giocavo con la mia sorellina e avevo un ottimo rapporto con i miei genitori. Due sole "pecche": ero troppo sensibile ed esigente nei miei confronti, pretendevo la perfezione da me. Per fare un esempio, mi punivo da sola se mi accorgevo di aver sbagliato qualcosa; niente di esagerato: non guardavo i cartoni, o più semplicemente, evitavo di fare ciò che mi rendeva felice, in modo da imparare la lezione. Tengo a precisare che i miei, in tutto questo, non rientravano minimamente. Non mi hanno mai punita in vita mia, anche perché non ne hanno mai visto il motivo. Ma io ne vedevo eccome di motivi, dunque "facevo da sola".

Però ripeto, a parte questi miei aspetti caratteriali, ero felice.

Questo fino ai 9 anni, quando mi dovetti trasferire con la mia famiglia. Fu un trauma per me. Persi tutto e tutti. A settembre iniziò la scuola e dovetti inserirmi in una classe di persone che si conoscevano fin dall'asilo. Era un gruppo bello compatto e subito capii che avrei fatto molta fatica per entrare a farne parte. "Non ci riuscirò mai" mi dicevo e questo fu ancora più chiaro quando capii di stare antipatica a tutte le ragazze. Iniziarono a cercare modi per emarginarmi, inventando bugie, trovando qualunque pretesto per arrabbiarsi con me. Alla fine delle medie, riuscirono ad isolarmi completamente.

E qui inizia tutto: ho 14 anni, sono sola. Perché a me?

Così cominciai a convincermi che se tutte quelle persone ce l'avevano con me, qualcosa di sbagliato dovevo per forza averlo! Carattere? Aspetto? Non lo sapevo, dunque decisi di "attaccarmi" su entrambi i fronti, per cambiare e diventare come loro mi volevano. Perché ormai il "come mi volevo io" non aveva più alcuna importanza, io dovevo essere accettata dagli altri. Questa era la cosa fondamentale.

Cominciai ad avere problemi con il mio corpo. Il mio riflesso allo specchio era la cosa più disgustosa che io avessi mai visto in vita mia, e non importava affatto che tutti, TUTTI mi dicessero che ero bella (compresi quei miei compagni, in passato).

Mi iscrissi ad una palestra, ma quando mi accorsi che i risultati erano troppo lunghi da aspettare, presi delle decisioni più drastiche, che riguardavano la mia alimentazione. Iniziai dei periodi di digiuno, che come sempre si alternavano a periodi di abbuffate. Il mio carattere cambiò radicalmente e i rapporti con la mia famiglia si deteriorarono, per non tornare più gli stessi di una volta. Avevo sempre il muso, ero sempre triste, incazzata con me e con il mondo che mi circondava. Ogni giorno, ogni singolo dannatissimo giorno, litigavo con i miei genitori e mi chiudevo sempre più in me stessa, in quello che da lì a pochi anni, sarebbe diventato il vortice distruttivo della mia depressione.

Eppure devo essere sempre stata brava a recitare, perché fino alla quarta superiore, nessuno (al di fuori della mia famiglia) si era accorto di questo mio disagio. In fondo, andavo bene a scuola, mi facevo vedere sorridente, scherzavo... Sembravo a tutti gli effetti una persona normale!

Ma quando mi chiudevo la porta di casa alle spalle, cadeva ogni maschera. Me ne andavo in camera mia, al buio, mi distendevo sul letto e, tra una crisi di rabbia e una di pianto, cominciavo ad odiarmi sempre di più. Mi facevo così tanto schifo che dovevo per forza punirmi in qualche modo... Non uscii più da quella stanza: niente scuola, niente compagni, niente cibo. Dormivo di giorno e stavo sveglia la notte. Volevo solamente spegnermi, smettere di esistere. Ogni volta che mi addormentavo, speravo di non dovermi più svegliare.

I miei erano veramente molto preoccupati per me e diventai il loro pensiero fisso. Chiesero aiuto al mio medico di base, che gli consigliò di contattare uno psicologo. Tra urla e litigi, mi costrinsero a farmi vedere. Odiavo quella persona, odiavo i miei per avermi obbligata ad andarci. Non mi aiutò per niente, ma pensai bene di far credere ai miei il contrario, così da potermene stare in pace. Ricordate quando ho detto che ero brava a recitare? Ecco, di colpo, "guarii".

Tornai a mangiare, ad uscire dalla mia stanza, lavorai la stagione estiva al mare e poi tornai a scuola (una sede diversa). Cambiai compagni, insegnanti... E finsi così bene che riuscii a convincermi io stessa di essere guarita! Avevo delle amicizie ed entrai facilmente in un gruppetto di ragazze con le quali mi divertivo veramente e compresi cosa fosse la vera amicizia. Ero me stessa, ero di nuovo la ragazza felice di un tempo. Mi sentivo una persona normale, divisa tra doveri e piaceri, come tutti!

Esami di maturità: li passai brillantemente, ma non erano certo la mia priorità. Io volevo vivere, volevo uscire... E così sarebbe stato, se l'ultimo giorno di esami non mi fosse arrivato un sms da quel gruppetto di ragazze, che mi diceva che sì, era stato bello essere amiche, ma che non ci saremmo più viste.

Mi crollarono addosso tutte le sicurezze che ero riuscita a costruirmi con fatica negli ultimi due anni di vita, ma decisi che non mi avrebbero distrutta più!

Quella stagione tornai a lavorare al mare e poi mi iscrissi all'università. Lì feci delle amicizie, ma la facoltà che avevo scelto non faceva per me. Primo fallimento.

Decisi di cambiare facoltà, con qualcosa che da sempre era stato più nelle mie corde, le lingue straniere. Io studiavo, conoscevo bene gli argomenti. Provai con uno scritto e lo superai con un voto decisamente alto. Ma l'esame non poteva considerarsi concluso, senza affrontare anche la prova orale. E lo stesso valeva per tutti gli esami. "Ok, si può fare" mi dissi.

Chiusa nella mia stanza, con tutta la buona volontà, mi mettevo a studiare. Tre, quattro, sette ore. Sfogliavo le pagine, per poi accorgermi che non mi ricordavo nulla di ciò che avevo letto e ripetuto. Ci riprovai, mattina, pomeriggio, sera e notte. Leggevo, schematizzavo, sottolineavo. Niente, niente di niente. Tempo perso. Riguardavo gli appunti e sembravano scritti da altre persone, non mi ricordavo nulla. Giorni, settimane, mesi. Le cose non cambiavano. Le date degli esami passavano e io non li affrontavo, perché nonostante i miei sforzi, era come se non avessi nemmeno mai ascoltato una lezione. Gli argomenti, letti e studiati così tante volte, risultavano praticamente nuovi per me! Ma cosa mi stava succedendo? E intanto vedevo le altre persone andare avanti, superare gli esami, passare ai corsi successivi... E io ferma. I miei compagni delle medie e delle superiori erano già al secondo o terzo anno. E io sempre ferma. Secondo fallimento.

Mi ritrovai di nuovo da sola. E questa volta non avevo nemmeno qualcuno che mi dicesse cosa dovevo fare, non avevo la scuola da fare obbligatoriamente, non avevo più dei binari da seguire.

Tornai a non mangiare e non me ne accorsi nemmeno. Avevo troppe preoccupazioni per la testa. Cominciai a non dormire più la notte. A restare a letto per tutto il giorno, a pensare. I miei, dopo numerosi litigi, mi obbligarono a farmi vedere di nuovo da uno psicologo, diverso dal primo. Questo mi prescrisse diversi psicofarmaci da prendere. Che schifo, che incapace: ce la facevano tutti e io ero lì, a non fare niente, ad avere paura di tutto, a rimbambirmi con i farmaci. A continuare a fallire. Ma che senso aveva continuare? Io non avevo più la benché minima intenzione di continuare in quel modo, di vedere gli anni passare, mentre io non riuscivo a risolvere nulla. Non volevo ritrovarmi in futuro a pensare "eccomi, sono sempre allo stesso punto". Decisi di farla finita la prima volta. Al termine di un litigio con mia madre, decisi di correre verso il terrazzo, per buttarmi. Mi fermò prima che io ci riuscissi e mi portò al pronto soccorso. Feci un giorno di ospedale e poi venni ricoverata in un centro di salute mentale. Ci passai 2 mesi, poi mi resi conto che non serviva a nulla e che ero stufa, quindi ecco di nuovo che decisi di recitare e far finta che tutto andasse bene. Mi fecero tornare a casa, e tra alti e bassi, tentai di nuovo di farla finita, prendendo tutti i farmaci di una settimana in una volta sola e bevendo dell'alcol. Mi portarono in ospedale e poi di nuovo al centro, ma non mi trattennero. Così tornai a casa e lì ci provai una terza volta, tagliandomi. Paradossalmente, vedevo questi tentativi come ulteriori fallimenti: "non sono brava nemmeno ad ammazzarmi" pensavo.

Ecco una foto di come ero: una ragazza di 23 anni, 47 chili per 1 metro e 72, imbottita di psicofarmaci (ben undici al giorno), senza un lavoro, senza un'idea di cosa fare nel futuro, con l'unico desiderio di morire e con una famiglia distrutta.

Ecco una foto di come sono, qualche mese dopo: una ragazza di 24 anni, sempre senza un lavoro, sempre senza un'idea di cosa fare nel futuro. Ora prendo solo due farmaci. Non sono più uno scheletro, anzi ora sono in preda alle abbuffate... Sono sempre sola e non esco di casa... Tecnicamente, "sto migliorando". Almeno non tento più di uccidermi, anche se a volte ci penso.

Non so più cosa dire...
Grazie per aver letto e scusate per la lunghezza del racconto <3
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Messaggioda Aldebaran » 23/10/2013, 16:56



Perché vivi male ? quali sono i tuoi obiettivi ?

Perché i tuoi fallimenti "scolastici (e non)" non mi sembrano la causa del tuo malessere ma una conseguenza. Allora quali sono le cause del tuo malessere ? La mancanza di rapporti sociali ?
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Messaggioda NatyC » 23/10/2013, 16:59



Non ho obiettivi. Vivo ogni giorno la stessa identica vita, non ne sono soddisfatta, ma non ho idea di come e cosa cambiare. Quando avevo un minimo di interesse per qualcosa, ho sempre fallito, ritrovandomi di nuovo alla solita vita vuota.

È sto "vuoto" il problema, credo...
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Messaggioda Aldebaran » 23/10/2013, 17:34



Cerca di riprendere in mano quei tuoi interessi ... ma cerca prima di capire le cause di quei fallimenti per far in modo da non ripeterli più.
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Messaggioda NatyC » 23/10/2013, 18:10



Hai ragione, ma per quanto io ci abbia provato a capire dove ho sbagliato, non ci riesco. Penso e ripenso alla mia vita e non posso darmi altra spiegazione, se non che le situazioni sono andate così a causa di cose che sono più forti di me. La solitudine, i fallimenti... Io non trovo dei motivi per queste cose, sembra che mi siano cadute addosso e basta. Magari sbaglio... Grazie per i tuoi commenti comunque, sono molto importanti per me!
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Messaggioda BattleFranky93 » 23/10/2013, 21:43



Ciao NatyC innanzitutto ti ringrazio per aver risposto alla mia discussione e come saprai neanch'io posso darti dei consigli veramente validi posso dirti solo come la penso io su certe tue scelte, anche se poi è sempre la solita solfa "facile a dirsi ma non a farsi".

Per quanto riguarda l'aspetto anch'io come te ho avuto problemi di accettazione (ti parlo da ex obeso) e posso dirti di non accanirti mai contro il tuo corpo, se vuoi dimagrire o vuoi mettere su peso fallo sempre con moderazione. Considera che per quelli come noi sarà sempre difficile accettarsi completamente, almeno finchè non troviamo qualcuno che lo faccia per noi, ma indipendentemente da cosa accadrà in futuro devi trovare un equilibrio, cioè devi riuscire a guardarti allo specchio pensando "non male rispetto a com'ero messa prima". Ovvio che ti vedrai sempre dei difetti, me li vedo pure io che se potessi proverei a farmi pure l'addome scolpito, ma nessuno è perfetto e lo puoi vedere guardando gli altri con occhio critico: in tanti hanno i brufoli, o hanno le cosce non proporzionate al resto del corpo e in molti hanno i rotolini di grasso. Quindi siamo tutti normali "noi" e "loro".

Per quanto riguarda il carattere, lo hanno detto a me a conferma di ciò che pensavo e lo ridico a te, NON CAMBIARE MAI.
A te piace qualcosa (qualsiasi cosa anche quelle che ti sembrano più strane) e agli altri no? Meglio così non condividerla con loro, fallo solo con chi lo merita. Non vuoi comportarti come fanno gli altri? Non farlo, fa come me, al massimo ci stai in compagnia ci ridi un pò e basta. Mi è capitato di uscire con dei ragazzi più piccoli che hanno passato gran parte della serata a bere mentre io campavo solo con l'aria, mi guardavano increduli e io gli sorridevo tranquillamente fregandomene.
Strani per quanto possano essere i tuoi gusti, nel momento in cui la gente ci si abituerà non ti dirà più niente e se non dovesse essere così ALZA IL DITO MEDIO E MANDALI A FAN***O.

Chiusa nella mia stanza, con tutta la buona volontà, mi mettevo a studiare. Tre, quattro, sette ore. Sfogliavo le pagine, per poi accorgermi che non mi ricordavo nulla di ciò che avevo letto e ripetuto. Ci riprovai, mattina, pomeriggio, sera e notte. Leggevo, schematizzavo, sottolineavo. Niente, niente di niente. Tempo perso. Riguardavo gli appunti e sembravano scritti da altre persone, non mi ricordavo nulla. Giorni, settimane, mesi. Le cose non cambiavano. Le date degli esami passavano e io non li affrontavo, perché nonostante i miei sforzi, era come se non avessi nemmeno mai ascoltato una lezione. Gli argomenti, letti e studiati così tante volte, risultavano praticamente nuovi per me! Ma cosa mi stava succedendo? E intanto vedevo le altre persone andare avanti, superare gli esami, passare ai corsi successivi... E io ferma. I miei compagni delle medie e delle superiori erano già al secondo o terzo anno. E io sempre ferma.


Veramente non è che hai fallito, non hai mai provato ed è una cosa diversa. Il tuo metodo di studio è migliore del mio (quindi si può dire che già in questo, rispetto a me, tu hai avuto successo e io ho fallito) io seguo le lezioni e dormo, appunti non ne prendo quasi mai, riassunti non so neanche cosa siano e tra pò non so neanche farli XD a malapena ricordo quello che ho mangiato il giorno prima, quindi figuriamoci quello che studio eppure mi sono dato tutte le materie del primo anno mantenendo una media del 26. E ti assicuro che molti altri che prendono appunti e che sanno le cose meglio di me devono ancora darsi un alcune materie vecchie. Detto questo hai mai pensato di riprendere gli studi?? Non importa se poco prima dell'esame non ricordi niente, tanto è normale, ma quando poi inizi a parlare la cosa si sblocca un pò, figurati che io un esame l'ho preparato in una settimana e mentro ero interrogato non sapevo manco il significato teorico di quello che dicevo e il prof spesso acconsentiva...dimmi ero un fallito io che rispetto agli altri non ho capito nulla della materia ne di quello che c'era scritto sul libro o un fallito il prof che non capiva che ero ignorante?? XD
Mi pare che nel mio fallimento ho avuto successo ;)

E per finire secondo me dovresti trovarti degli interessi, non è detto che la situazione migliori, ma almeno quando perdi quei 5 minuti a fare quello che ti piace i problemi spariscono. Torna in palestra ad esempio, ti ci potresti appassionare più di quanto sembra; se ti piace la musica suona, canta, balla o semplicemente ascoltala (a volte è la cosa migliore)
o fa qualsiasi altra cosa che da piccola ti piaceva fare: leggi i fumetti e guarda i cartoni (io lo faccio pure ora :)).
Qualsiasi cosa tu scelga necessiterà comunque impegno e costanza per portare a dei risultati, quindi se vuoi riempire le tue giornate e sentire quel senso di appagamento che cerchi basta solo un "Hobby"

ps: purtroppo per i rapporti sociali non posso aiutarti ma magari riscoprendo le tue passioni e coltivandole potresti incontrare qualcuno simile a te e da lì tutto il resto...ci siamo capiti no ;)

Buona Fortuna e guarda ti saluto anche da metallaro così ti da la carica :rock: :rock: :lol3: Ciao :hi:
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Ascoltare il metal, secondo me, significa vivere per se stessi e non per gli altri. Lottare per la propria passione. Ascoltare il metal non significa essere degli animali e non saper apprezzare la musica. Ascoltare il metal significa piangere in silenzio, lasciare che le parole di ogni canzone, che siano urla o meno, scorrano dritte verso al cuore. Ascoltare il metal significa sfogarsi, sfogarsi, sentire la carica nelle gambe, correre, fuggire, avere il fiatone ma sorridere, sempre, arrossire quando qualcuno ci parla dei gruppi che ci piacciono.
Ascoltare il metal, per me, significa sentire la musica che gli altri non sentono. Significa scorrere dietro a quelli che tutti definiscono "urli da bestie" e trovare un cuore che pulsa, qualcosa di astratto, non concreto, qualcosa che viaggia nell'aria e che nessuno ha mai voglia di cercare. Io l'ho cercato.
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Messaggioda NatyC » 23/10/2013, 22:23



BattleFranky93 ha scritto:[...] poi è sempre la solita solfa "facile a dirsi ma non a farsi".


In effetti un po' è così, ma devo dirti che il tuo commento mi ha fatto davvero molto piacere! È pieno di energia positiva, mi sa che lo stampo e lo appendo sul muro, davanti al letto, così quando mi alzo la mattina me lo ricordo ^_^

Sai, ho passato talmente tanti anni ad odiarmi, che ormai non so più come si faccia ad accettarsi così per come si è. Se tu mi chiedessi di dirti un solo mio difetto fisico, non sarei nemmeno in grado di risponderti: è proprio tutto l'insieme a non piacermi, mi vedo strana e... Non so, mi sembro una caricatura. Al contrario, negli altri invece non sono proprio capace di cogliere dei difetti. Le persone che guardo (o meglio guardavo, quando uscivo dalla mia stanza :P ) nell'insieme mi sembrano sempre perfette, con ogni loro caratteristica e peculiarità, tutto è armonioso, nulla stona.

Hai ragione per quanto riguarda l'università... Mi facevo cogliere da una sorta di "ansia da prestazione", se così vogliamo chiamarla, e anche solo l'idea di sostenere un esame orale mi terrorizzava a morte. Credo che più avanti, se farò dei passi avanti nel mio modo di pormi e di affrontare le cose, certamente potrò riconsiderare l'idea di andare all'università... Ma ora come ora, trovo che sia una cosa piuttosto difficile.

Per quanto riguarda gli hobby, hai nuovamente ragione :)

Ho proprio bisogno di trovare qualcosa che mi prenda, che mi distragga e mi soddisfi. Magari potrebbe pure essere il trampolino di lancio verso la "guarigione".

Ti ringrazio ancora per il tuo bellissimo commento, un abbraccio! :squint:
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Messaggioda BattleFranky93 » 24/10/2013, 12:03



Sai, ho passato talmente tanti anni ad odiarmi, che ormai non so più come si faccia ad accettarsi così per come si è. Se tu mi chiedessi di dirti un solo mio difetto fisico, non sarei nemmeno in grado di risponderti: è proprio tutto l'insieme a non piacermi, mi vedo strana e... Non so, mi sembro una caricatura. Al contrario, negli altri invece non sono proprio capace di cogliere dei difetti. Le persone che guardo (o meglio guardavo, quando uscivo dalla mia stanza :P ) nell'insieme mi sembrano sempre perfette, con ogni loro caratteristica e peculiarità, tutto è armonioso, nulla stona.


Trovati un tuo stile....ad esempio vestiti con qualcosa che ti piace, ma che per vari motivi non hai mai potuto o voluto mettere, oppure prova qualche taglio di capelli che ti ha sempre attirata. Ti faccio un esempio con la mia esperienza: fin da piccolo mi sono sempre piaciute le cose un pò dark (io sono cresciuto a furia di pane, zombie e vampiri XD), ma ovviamente per via del mio aspetto bello paffuto :fame: non ho mai pensato (e non avrei cmq avuto il coraggio) di indossare certi tipi di vestiti. Quando col tempo riuscii a perdere peso e iniziai ad appassionarmi alla musica :music: decisi di fare una svolta: non solo mi feci crescere i capelli (su consiglio di amici) pur sapendo che a mia madre non piacessero, ma iniziai pure a mettere regolarmente magliette con teschi, lupi a quant'altro :rock: . Ti assicuro che ora vado molto fiero del mio stile (anche se a volte barcollo a causa dell'insicurezza pure io) perchè comunque nel momento stesso in cui ti senti una persona diversa dagli altra sarà non per il fatto di essere bella o brutta, ma per la tua originalità.....ed essere originali è sempre bello, significa non fare il pecorone come fanno in molti ed è proprio in quel momento che ti sentirai superiore a tutti. :coolok:

Hai ragione per quanto riguarda l'università... Mi facevo cogliere da una sorta di "ansia da prestazione", se così vogliamo chiamarla, e anche solo l'idea di sostenere un esame orale mi terrorizzava a morte.


Stai tranquilla che su questo campo il problema non esiste, hai paura tu, ho paura io e hanno paura tutti gli altri...inoltre sappi che ai professori non frega proprio niente di noi studenti, per loro ascoltarci è solo una rottura di scatole. Più volte mi è capitato agli esami che il mio interlocutore si mettesse a sbuffare, a guardare il cellulare, a disegnare sui fogli dove fare gli esercizi, a leggere il libretto universitario oppure perfino ad accarezzarsi tranquillamente la barba come se fosse al bar :doh!: ....in pratica è come parlare col muro per la metà del tempo. E' ovvio che non sono tutti così, ma in molti non ne vogliono di fare il loro dovere ;)

Per quanto riguarda gli hobby, hai nuovamente ragione :)

Ho proprio bisogno di trovare qualcosa che mi prenda, che mi distragga e mi soddisfi. Magari potrebbe pure essere il trampolino di lancio verso la "guarigione".


Si si quello può essere proprio il primo passo :)

Ti ringrazio ancora per il tuo bellissimo commento, un abbraccio! :squint:


Di niente grazie a te ^_^
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Ascoltare il metal, secondo me, significa vivere per se stessi e non per gli altri. Lottare per la propria passione. Ascoltare il metal non significa essere degli animali e non saper apprezzare la musica. Ascoltare il metal significa piangere in silenzio, lasciare che le parole di ogni canzone, che siano urla o meno, scorrano dritte verso al cuore. Ascoltare il metal significa sfogarsi, sfogarsi, sentire la carica nelle gambe, correre, fuggire, avere il fiatone ma sorridere, sempre, arrossire quando qualcuno ci parla dei gruppi che ci piacciono.
Ascoltare il metal, per me, significa sentire la musica che gli altri non sentono. Significa scorrere dietro a quelli che tutti definiscono "urli da bestie" e trovare un cuore che pulsa, qualcosa di astratto, non concreto, qualcosa che viaggia nell'aria e che nessuno ha mai voglia di cercare. Io l'ho cercato.
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Messaggioda Sempiternal » 24/10/2013, 23:10



Mmh in parte mi ci ritrovo. Quando dici delle maschere, del fatto che fingevi e che nessuno fino alla quarta superiore si è accorto del tuo malessere, e del fatto di voler essere accettati ad ogni costo.
E' sempre meglio procedere a piccoli passi, senza voler strafare. Parti da piccole e semplici cose,dal trovare qualche attività che possa portarti un po' di buon umore e poi che ti farà sentire bene. Prova a chiederti, c'è qualcosa che ti piace fare particolarmente, che sia qualche tipo di sport, o qualsiasi altra attività?
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“E nella luce fredda io vidi
diecimila persone, forse più.
Persone che parlavano senza dire nulla
persone che ascoltavano senza capire
persone che scrivevano canzoni che le voci non potevano cantare assieme
e nessuno osava
disturbare il suono del silenzio”
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Citazione: “No matter how you feel… Get up. Dress up. Show up. And never give up.”
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