Provo a risponderti un po' per ordine, su quel che mi viene in mente leggendoti.
RyanTheNorthman ha scritto: Tutt'oggi sento ancora questa mancanza, ma mi rendo anche conto che ormai è tardi, sono grande e non mi serve più un padre.
Su questo mi sento di dirti che penso sia normale nella situazione che hai raccontato che tu senta questa mancanza. Ora, io non so le specifiche e tutta la storia del rapporto tra te e tuo padre, né so se lui possa essere una presenza positiva per te... tuttavia in linea generale se tu volessi recuperare una sorta di rapporto con lui, potresti fare un tentativo, non penso sia tardi: non sei più un bambino o un adolescente, non hai quindi più bisogno di un padre come se ne ha bisogno a quell'età, però valutando bene la tua situazione con lui (che solo tu conosci nei dettagli) potresti comunque cercare un rapporto padre-figlio adulto eventualmente.
RyanTheNorthman ha scritto: Ho la disforia di genere o crisi d'identità di genere:
Mi spiace, avevo un'amica molto stretta che non si identifica in nessuno dei due generi del sistema binario, e quindi soffre di disforia corporea, perciò -sebbene non in prima persona, e sebbene la sua situazione fosse comunque diversa dalla tua- un po' ho presente quanto questo porti sofferenza/disagio. Quello che mi sento di dirti sulla scelta da intraprendere è che non ti corre dietro nessuno nel prendere una decisione, che è una decisione molto molto personale e solo tua. Il percorso è complicato, certo, per questo dico che non ti corre dietro nessuno, valuta e pondera per tutto il tempo che ti serve pro e contro e ciò che vuoi davvero e perché lo vuoi. Vorrei aggiungere altro ma ho paura di non sapere spiegare ciò che voglio dire quindi mi fermo qui.
RyanTheNorthman ha scritto: Ho la psoriasi
Quanto ti capisco... è da quando ero adolescente che somatizzo: tra colon irritabile da stress, dermatite seborroica, dermatiti atopiche in varie parti del corpo... capisco il disagio, anche perchè come dici tu non c'è una cura definitiva e provocano sintomi visibili non belli da vedere e che quindi provocano disagio, oltre che spesa di soldi...
Su questo non ho molto da dirti, solo che sono tutti segnali che invia il nostro corpo per dirci che qualcosa non va e che va attenzionato, mente e corpo sono strettamente connesi.
RyanTheNorthman ha scritto: Non ho amicizie nel vero senso della parola, ho solo conoscenze a livello superficiale, ed è stato così praticamente da sempre. Ho sempre cercato di stare in mezzo agli altri, di mettermi in gioco, di mostrare interesse, nonostante sia una persona un po' timida e che preferisce parlare poco, ma dall'altra parte non c'è reciprocità, oppure se all'inizio nasce qualcosa poi in un modo o nell'altro finisce.
Ed anche su questo ti capisco (sì, sono monotona lo so). Tra l'altro l'episodio che hai raccontato è vagamente simile a uno che ho vissuto anche io alle elementari. Senza che sto a tediarti raccontandolo, e senza che questo messaggio diventi un papiro... mi limiterò a dire che i rapporti che instauriamo sono solitamente basati sulle relazioni primarie (quelle con i genitori), non hai raccontato molto del rapporto con loro ma potrebbero esserci tante variabili che portano a non riuscire a legare bene con le persone, non trovare feeling, o mantenere relazioni solo in superficie. Questo non per dare colpe ai tuoi genitori, e tanto meno a te, ma per dire che dovresti cercare di capire quali sono le dinamiche che si innescano ogni volta.
Detto questo, non è facile trovare persone con cui legare molto, penso che magari non è ancora capitato di trovare persone con cui sei riuscito ma potrebbe pur sempre capitare.
RyanTheNorthman ha scritto: C'è una cosa che mi turba, soprattutto negli ultimi anni: il passare del tempo; sento gli anni che se ne vanno velocemente, la giovinezza che si allontana e l'anzianità che si avvicina, e ho paura che da un momento all'altro mi possa ritrovare già al termine, senza avere più la possibilità di cambiare le cose.
Negli anni ho intrapreso vari percorsi di psicoterapia, all'inizio più generici e poi più mirati, tra cui l'ultimo che ho fatto che era privato, ma nessuno fino ad ora mi ha mai dato l'aiuto che credevo e speravo di ricevere: alla fine loro non possono capire veramente quello che vivi tu, perché loro stessi non lo vivono sulla propria pelle, e poi francamente non è che gliene freghi più di tanto se riescono ad aiutarti oppure no; addirittura, in un percorso passato, una dottoressa mi aveva diagnosticato un disturbo depressivo solo per aver pianto un pochino ad un paio di sedute e mi aveva prescritto degli psicofarmaci, i quali non solo non avevano risolto quasi nulla, a parte gli sbalzi d'umore repentini di cui soffrivo all'epoca, ma col passare del tempo avevano iniziato a provocarmi apatia e difficoltà a perdere peso: è per questo motivo che ho deciso di non prenderli mai più in vita mia.
Capisco questo senso di paura di non trovare una via d'uscita (specifico che ho pochissimi anni più di te) e adesso probabilmente dirò una cosa che non ti piacerà da quanto hai scritto. Purtroppo penso che l'unica soluzione che ci sia per comprendersi e riuscire a gestire passato e presente al meglio e quindi porre le basi per un migliore futuro, o almeno l'unica che io sono riuscita a trovare (oltre che nel mio caso andarmene via di casa) è proprio la psicoterapia. Ho provato almeno 5 psicologi/psicoterapeuti tra pubblici e privati negli anni, probabilmente anche di più ma solo da un anno a questa parte ho trovato un percorso adatto a me e che mi stia aiutando... Perciò sebbene immagino tu sia molto restio, ti dico di non demordere, probabilmente hai incontrato degli incompetenti, dei menefreghisti che non riescono a capirti o che pensano solo ai soldi, oppure non hai trovato il giusto approccio psicoterapico... questo non lo so, ma so che ci sono anche degli psicoterapeuti bravi e che sanno aiutarti.
Riguardo agli psicofarmaci io sono stata quasi obbligata a prenderli (non volevo), ne ho cambiati vari negli anni, e anche per questo ti dico che tutto sta nel trovare quelli giusti, perchè non siamo tutti uguali. Ovviamente secondo me rappresentano l'ultima spiaggia, nel senso che se riesci a gestire le tue crisi senza è molto meglio.
Mi scuso per avere scritto così tanto, e spero di essere stata in qualche modo utile o quanto meno di non averti fatto sentire giudicato, ma ascoltato, che se ho capito bene era quello che cercavi.
Un saluto, Lyra.