Toccato il fondo si può sempre scavare.

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Toccato il fondo si può sempre scavare.

Messaggioda Glitch » 27/06/2025, 21:45



Non racconterò il prima perché di positivo c'è molto poco da ricordare e rimuginarlo ora non serve a un granché, mi soffermerò solo sull'ultimissimo periodo che per me ha un non so che di assurdo.

Premetto che per la legge dei grandi numeri mi ritenevo abbastanza al riparo da immediati e spiacevoli eventi concatenati, ovvero credevo che se un uomo fosse nato cieco avrebbe avuto poche probabilità di diventare nel corso della sua vita anche sordo. Evidentemente questo discoro vale se non sei un prescelto come me. Non è questo il caso intendo del doppio handicap, ma non mi è piaciuto come la vita si sia accanita sulla stessa persona quando intorno a lui non ha usato il medesimo bastone e continui a farlo come se si aspettasse non lo so, il suo suicidio per sfinimento?
In tal caso gradirei che mi venisse espressamente chiesto smettendo una volta per tutte con questa tortura psicofisica.

Come dicevo per parlare dell'ultimissimo periodo devo tornare a due anni fa quando finalmente riesco a liberarmi dall'oppressione sociale e inizio a progettare il futuro partendo da piccoli investimenti cercando di costruirmi una vita solitaria come tanti hanno fatto prima di me per giungere alla fine del percorso almeno in maniera tranquilla. Stava incredibilmente funzionando, l'umore era migliorato, dormivo bene trascorrendo giornate in cui avevo diverse cose da fare. Prevedevo alla peggio un minimo di 10 anni abbastanza rilassati davanti a me, cosa che prima di allora per un motivo o per l'altro non avevo mai potuto passare.

Chi vi sta parlando è una persona adulta abbastanza resiliente soprattutto a causa di una vita sociale misera ma più che altro sentimentale totalmente assente (nessuna frequentazione o conoscenza superficiale, niente di niente) cosa che l'ha reso insensibile all'isolamento, roba da serie horror-scifi che ovviamente doveva avere un suo degno seguito, infatti poco dopo essermi trovato in quella piacevole situazione del programmare finalmente qualcosa di buono chiedendo il conto alla vita per quanto passato, ecco una serie di spiacevoli eventi progressivamente sempre peggiori culminati a sorpresa con la diagnosi di malattia cronica con decorso degenerativo e che da chi mi stava attorno è stata accolta forse per ignoranza come un problema passeggero di poco conto tanto per rendere le cose ancora più piacevoli. Per me in quel momento è stato come mettere la parola fine a qualsiasi idea futura o di serenità, non tanto per come stavo fisicamente, ma per quello che avrei dovuto passare da quel giorno in poi tra continue analisi, kg di medicine e disturbi vari con la non troppo remota possibilità in caso di complicazioni non prevedibili di subire diversi interventi anche ad alto rischio. Per dirvi al momento è quasi un anno che sono dietro ad un problema correlato alla malattia, problema che non si riesce a risolvere e sembra anche peggiorato, problema che è nato per altro subito dopo aver ricevuto rassicurazioni sulla terapia che stavo per affrontare quindi in una fase in cui mi stavo finalmente tranquillizzando dopo lunghi mesi di preoccupazione.

Questo in ordine cronologico è l'ultimo bellissimo omaggio che la vita mi ha concesso. E allora mi chiedo al di là delle teorie strampalate sull'esistenza di esseri superiori, se c'è un qualche motivo dietro all'epilogo verso il quale mi sto incamminando oppure è solo frutto di una serie di sfortunate coincidenze. Aggiungo che sono cambiate le mie priorità e che se tutto ciò che la vita d'ora in avanti mi offrirà sarà solo ulteriore sofferenza, sarà difficile per me proseguire non potendo contare più neanche sull'ultima ancora che avevo ovvero la salute. Per chi se lo chiedesse non età da pensione, in tal caso l'avrei accettato perché mi sarei sentito ormai al tramonto, ma ora beh non mi sembrava proprio il momento adeguato.
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Messaggioda RyanTheNorthman » 28/06/2025, 11:14



Ciao e benvenuto. Inizio subito col dirti che leggere ciò che hai raccontato mi ha trasmesso un senso di tristezza. Anch'io soffro di una malattia ad andamento cronico, nonché visibile sul mio corpo, a causa della quale mi trovo a dover spendere molto per le terapie, che non sono coperte dal sistema sanitario, e la quale, nel tempo, potrebbe dare origine ad altre problematiche, anche se non si sa il grado di probabilità di ciò, e quindi vivo un po' nell'incertezza, come te; la vita a volte è ingiusta, ed è ancora peggio quando ciò che ci affligge non si può cambiare, costringendoci perciò a rimanere impotenti di fronte alla situazione.
Ora, non mi metterò a fare discorsi filosofici né tantomeno a dirti di accettare la tua condizione, dato che io stesso non accetto la mia (certe cose sono inaccettabili, e quando sento gente affermare il contrario, soprattutto se è qualcuno che non si trova a viverle, ciò mi provoca rabbia), posso solo esprimere vicinanza tramite la mia esperienza, cercare di darti conforto e augurarti che vada meglio.
Se posso chiedere, quanti anni hai? Al momento non hai qualcuno a te vicino? Anch'io, come te, ho una vita sociale minima, ma ho una famiglia che mi sta accanto e mi sostiene (nonostante il rapporto un po' complicato che ho con loro).
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Messaggioda Glitch » 28/06/2025, 14:03



Ciao, ti ringrazio per l'intervento, la cosa che ho sempre temuto dalla vita era proprio la sofferenza fisica e penso di averla ottenuta. Questa condizione d'incertezza si aggiunge al pacchetto, per me è sempre stato un sollievo non avere eventi poco piacevoli in programma sull'agenda, questa era la cosa che mi faceva stare meglio, ma ora li ho e anche se a volte sono separati da mesi gli uni dagli altri sono lì e non posso non pensarci.

Al momento ho già in programma una piccola operazione senza una data precisa e che non ha neanche garanzie di successo data la malattia che ha generato il problema. Una bellissima situazione con la quale in questi giorni devo convivere.

La cosa più triste per me è vedere negli occhi di chi mi conosce esempio i miei fratelli, un vergognoso pressapochismo figlio forse di cavolate newage secondo le quali ciò che ti succede dipende da te o dalle energie, si discorso valido fino a quando non ti capita qualcosa di brutto che non avevi previsto e poi inizi a farti qualche domanda.. Dillo al bambino di 10 anni con un tumore terminale che è colpa sua se si è ammalato. Non dico che vorrei essere compatito ma che venga almeno preso in considerazione il mio stato di salute precario che nulla c'entra con i loro sporadici e banali malanni di stagione. Se non mi lamento non significa che io stia bene ma che sto semplicemente sopportando in silenzio.

Ho speso molto anche io in questi 2 anni senza risultati, cosa che non ha fatto altro che amplificare quella sensazione d' impotenza e malumore derivato soprattutto quando ti affidi con ottimismo ai medici e i medici non riescono ad aiutarti. Prima avevo un calendario su cui segnavo tutti i vari sintomi che di volta in volta avvertivo, ma visto che ogni 2 o 3 giorni saltava fuori qualcosa di nuovo ho smesso di aggiornarlo.

La vita è si ingiusta ma anche molto generosa con grandi disparità di trattamento, questo è quello che ho sperimentato io e credo sia comune a moltissime altre persone tante delle quali neanche sono più tra noi e alle quali va spesso il mio pensiero.

Posso dirti che di sicuro dopo le svariate gite per ospedali e farmacie ora affronto queste cose in maniera differente, ma abituarsi a simili spiacevoli esperienze non so sinceramente a cosa possa servire se non ad odiare ancor di più la propria venuta sulla terra.

Ho superato i 30 anni e chi è a me vicino non è utile quanto potrebbe essere, anzi rischia di avere effetti contrari mostrando spesso che non c'è alcuna cura nei miei riguardi per non parlare di chi non chiede mai come sto e parla solo dei suoi stupidi problemi facendomi passare per un tizio che si è fermato e ha smesso di essere sereno per scelta e non perché vorrebbe innanzitutto stare meglio. Diciamo che il mio atteggiamento è proporzionale al loro nei miei confronti. Se mi parlano di problemi di salute ignorando i miei io faccio altrettanto.
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Messaggioda Lyra2.0 » 29/06/2025, 10:47



Ciao Glitch, provo a risponderti dal basso della mia ignoranza rispetto a come ci si sente ad avere una malattia come quella che descrivi tra le righe: il massimo di problematiche fisiche che ho sono colon irritabile da stress, dermatite, cose di questo genere. Quindi sì, non mi aspetto di poter comprendere la tua situazione, quindi perdonami in caso se dico qualcosa di fuori luogo.
Intanto è comprensibile questo forte senso di ingiustizia che provi, perchè da quel che ho capito dopo anni e anni a soffrire dal punto di vista psicologico, nel momento in cui stavi trovando un po' di respiro è arrivata anche questa... E fai benissimo a non accettare la tua condizione, è una schifosa frase fatta quella del "solo accettando come ti senti/come stai puoi viverla meglio". Ma anche no! Come disse Ferdinando Montuschi parlando di disabilità... Il concetto di accettazione è negativo e genera solo passività, come se la persona si arrendesse alla propria situazione. Secondo me lo stesso vale anche per malattie croniche, degenerative, e magari anche mortali a una certa. Sempre Montuschi parla di risposta, più che di accettazione, l'innescare una risposta valida alla propria condizione. Che non significa guarire quando magari è impossibile. Una risposta per te non so quale possa essere, ma se non la riesci a trovare da solo puoi farti aiutare a trovarla.
Anche se non da un punto di vista fisico, dal punto di vista mentale mi sono sentita a lungo senza speranza, del tipo "cosa vivo a fare se tanto devo vivere così, meglio farla finita subito che tanto non può cambiare la mia condizione" (che per me si può pensare anche per una malattia fisica cronica o che magari porta alla morte fra tot. anni). Certo quando hai la totale certezza che non possa davvero cambiare nulla, come nel caso di una malattia di un certo tipo, la speranza è difficile che tenga anche solo una piccola lucina accesa in fondo alla rassegnazione totale.
Tu parli di una famiglia menefreghista, superficiale, che minimizza o paragona la tua condizione a cose di poco conto... Sembra che tu abbia bisogno di qualcuno che invece comprenda come stai, sia a livello fisico sia a livello di come la vivi psicologicamente questa condizione fisica. Allora mi è venuto in mente -e questo spesso si fa anche per le disabilità- che puoi cercare un'associazione vicino a te o un gruppo di mutuo-aiuto in cui confrontarti con persone che capiscano davvero quello che senti, e soprattutto come stai fisicamente.
Con cui confrontarti, e magari trovare una risposta, anche fosse che la tua malattia porti alla morte (non ho ben capito che tipo di malattia hai, ma prendo in considerazione l'ipotesi peggiore) vivi quello che ti rimane senza pensare che tanto vale farla finita subito, che poi una volta che ci spegnamo non c'è più possibilità di fare ne provare nulla, e quel momento arriva. Lo so, forse non è molto confortante quello che dico... Forse sono una marea di stupidaggini dal tuo punto di vista e magari hai pure ragione, non lo so.
Penso che sia davvero ingiusto quello che ti è capitato, e proverei una rabbia pazzesca se mi succedesse proprio adesso che inizio a trovare un po' di equilibrio almeno a tratti. Quello che voglio dire è che questa malattia c'è, lo sai e ne sei consapevole che da quel che ho capito non passerà, ma concentrati sul circondarti di persone che comprendano quello che passi e magari prova a dedicarti a qualcosa che ti faccia sentire meno pesante tutto questo, qualcosa che ti piace e che quando non ci sarai più non potrai più permetterti di fare.
Onestamente ho scritto quello che mi sento di dirti, ma probabilmente se mi trovassi dall'altra parte a leggere questo messaggio penserei che non ho capito un cavolo e che non vale la pena conoscere persone che capiscano e fare cose che mi piacciono. Perciò... spero che le mie parole non ti appaiano lontane e vuote, di non averti fatto sentire ancora più rassegnato e ancora di più spero che l'intervento che avrai a breve vada al meglio possibile...
Ti sono vicina per quanto valga,
Lyra.
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Lyra2.0
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Messaggioda Glitch » 30/06/2025, 14:51



Ciao grazie per la risposta. La mia malattia potrei dire che rispetto ad altri per ora mi ha colpito anche in maniera piuttosto lieve, cosa che mi sento di riportare solo nei miei giorni buoni, negli altri ti garantisco che spegnerei tutto all'istante perché anche le cose piacevoli in quei momenti mi rendo conto che non hanno potere di mutare l'umore.

Tutto dipende da come la percepisci tu una qualche problematica, anche se oggettivamente potrebbe essere banale, se il soggetto è particolarmente sensibile allora anche un grave acne (che non è di per se mortale) potrebbe renderti la vita un inferno.

Io per valutare la gravità della cosa faccio un esperimento mentale e provo ad immaginare se tutto ciò capitasse ad una persona serena e felice per vedere come potrebbe reagire e cito persona serena e felice ovvero qualcuno che sta già vivendo una discreta esistenza. In tal caso proverei immensa tristezza nell'osservare ciò che deve affrontare, la paura, l'ansia, il dolore, il fastidio continuo, il fatto che dovrebbe cambiare le proprie abitudini con la mente fissa a qualcosa a cui non pensava neanche nei suoi peggiori incubi. E non è tanto il momento presente quanto ciò che forse verrà. Sentirsi dire che non si sa di preciso quando, ma in caso di determinati sintomi dovrò correre al pronto soccorso, per un ragazzo relativamente giovane è una bella batosta. Soprattutto il fatto che non ci sia al momento una cura definitiva trasforma totalmente la visione globale che avevi della vita, non che prima vivessi nella gioia totale, ma di sicuro le cose a tal proposito non sono migliorate.

Si, due anni fa mi sentivo finalmente libero e rilassato, anche se alcune problematiche fisiche altrettanto serie mi avevano già dato qualche assaggio di vera sofferenza stavo abbastanza bene, vedevo il medico raramente, non sapevo cosa fossero le medicine e fantasticavo sul fatto che in futuro in casa mia non avrei avuto neanche una cassetta per contenerle, mentre ora faccio praticamente la vita di un 70enne, spesso ci parlo anche e tralasciando il fattore età, i loro problemi a sentirli mi sembrano persino di poco conto rispetto ai miei. Poco tempo fa prendevo quasi 10 pastiglie al giorno più altri trattamenti e nessuno che mi abbia mai detto: "mi spiace per la tua situazione, ringrazio dio che non mi sia mai successo alla tua età" anzi, se non ne parli tu per gli altri stai benissimo. Solo una farmacista mi pare abbia detto qualcosa a riguardo, andavo lì ogni 5 giorni a prendere lo stesso medicinale e sembrava toccata dalla situazione. Però devo dire che mi sento fortunato rispetto a chi sta peggio, sono gli altri che non se ne rendono conto di cosa voglia dire stare bene. Se hai passato 50anni senza gravi problemi pur bevendo e fumando puoi dire di aver già vinto, lamentarti quando ne hai 70 lo trovo poco corretto nei confronti di chi non ha avuto la stessa fortuna.

Ho provato a reagire positivamente ma la cosa più strana e che continua a ripresentarsi lo stessa dinamica, ovvero ad ogni buona notizia segue qualcosa di negativo inerente o di altro genere, dura anche pochi giorni ma è tale da tenermi costantemente in quello stato di allerta e cattivo umore. L'accettazione c'è stata in quanto fingere che non ci fosse nulla ha funzionato solo fino a quando non ho avuto la bellissima diagnosi ufficiale, anche il solo mangiare come prima non è stato più possibile, ma in fondo a chi importa anche questo è solo un mio problema.

Leggo di regressione e condizioni stabili anche per diversi anni nei casi più fortunati, io al momento sono in fase acuta e sotto continuo controllo ma non ho visto grossi miglioramenti anzi come dicevo appena poco dopo aver ricevuto l'esito c'è stata la prima complicanza che da un anno non mi lascia in pace. Poi ovvio se c'è questa condizione da una parte e dall'altra non c'è nulla di veramente valido l'idea di andarsene e trovare la vera pace non è poi così remota.

Se facessi ciò che dici tale gesto aumenterebbe solo l'impressione di vittimismo che qui in questa casa anche per via di altri soggetti è fin troppo presente. La mia tattica è stata (a meno che non chiedano) non aggiornare più nessuno e pensare a me stesso e se non mi vedranno attivo come un tempo sapranno perché.

Vivevo già con l'idea che la vita umana fosse un pochino sopravvalutata e mi aggrappavo principalmente alla salute cosa che mi aveva abbandonato di rado rispetto a tutto il resto. Immagina come possa sentirmi ora nei momenti peggiori. Questa malattia non è direttamente mortale, ma aumenta le possibilità di sviluppare patologie mortali, senza contare poi peggioramenti fisici che potrebbero trasformare gli anni che rimangono in qualcosa di poco piacevole tanto da desiderare di concludere l'esperienza un po' in anticipo. Detto questo il suo eventuale accorciarsi della vita non muta particolarmente i miei pensieri, anzi avrei forse cambiato idea solo nel caso avessi ricevuto dalla vita ben altri omaggi, cosa che a quanto pare non mi spettava. A tal riguardo non ho ancora capito perché oggi di fronte al "tumore" tutti abbiano una parola di conforto mentre per altre situazioni magari peggiori (nel senso che spesso quando sei guarito da un tumore torni come prima) non ci sia la stessa considerazione. Mi spiace dirlo ma non esiste sofferenza di A e di B, c'è solo chi sopravvive e chi no.

Beh la percentuale di incidenza non è altissima, 0,1% a livello mondiale, bisogna quindi avere molta fortuna perché capiti. Diciamo che come avevo esordito credo sia altamente improbabile che una persona già in condizioni disagiate possa "beneficiare" anche di altro nel corso della sua vita. Poi ovvio ci sono sempre i casi eccezionali come il mio che come forse si è capito ero anche una persona non sedentaria, che non fumava non beveva e stava seguendo una dieta abbastanza sana.

Il mio piano per quest'anno (dopo aver dovuto reclinare un'offerta di lavoro arrivata a sorpresa) era rimettermi in forze e riprendere da dove avevo lasciato, ma fin quando non riceverò buone notizie e vedrò dei risultati rimarrò in un limbo instabile senza poter fare programmi neanche ad una settimana.

Non farti problemi a scrivere ciò che pensi, troppa gente evita di farlo limitandosi a banali frasi di circostanza solo per non sbagliare risultando in realtà piuttosto banale.
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Messaggioda RyanTheNorthman » 30/06/2025, 17:51



Glitch ha scritto:Tutto dipende da come la percepisci tu una qualche problematica, anche se oggettivamente potrebbe essere banale, se il soggetto è particolarmente sensibile allora anche un grave acne (che non è di per se mortale) potrebbe renderti la vita un inferno.


Glitch ha scritto:Io per valutare la gravità della cosa faccio un esperimento mentale e provo ad immaginare se tutto ciò capitasse ad una persona serena e felice per vedere come potrebbe reagire e cito persona serena e felice ovvero qualcuno che sta già vivendo una discreta esistenza. In tal caso proverei immensa tristezza nell'osservare ciò che deve affrontare, la paura, l'ansia, il dolore, il fastidio continuo, il fatto che dovrebbe cambiare le proprie abitudini con la mente fissa a qualcosa a cui non pensava neanche nei suoi peggiori incubi. E non è tanto il momento presente quanto ciò che forse verrà. Sentirsi dire che non si sa di preciso quando, ma in caso di determinati sintomi dovrò correre al pronto soccorso, per un ragazzo relativamente giovane è una bella batosta. Soprattutto il fatto che non ci sia al momento una cura definitiva trasforma totalmente la visione globale che avevi della vita, non che prima vivessi nella gioia totale, ma di sicuro le cose a tal proposito non sono migliorate.


Glitch ha scritto:sono gli altri che non se ne rendono conto di cosa voglia dire stare bene. Se hai passato 50anni senza gravi problemi pur bevendo e fumando puoi dire di aver già vinto, lamentarti quando ne hai 70 lo trovo poco corretto nei confronti di chi non ha avuto la stessa fortuna.


Glitch ha scritto:non ho ancora capito perché oggi di fronte al "tumore" tutti abbiano una parola di conforto mentre per altre situazioni magari peggiori (nel senso che spesso quando sei guarito da un tumore torni come prima) non ci sia la stessa considerazione. Mi spiace dirlo ma non esiste sofferenza di A e di B, c'è solo chi sopravvive e chi no.


Mi trovo totalmente d'accordo con te: ogni esperienza è a sé, ognuna ha la sua importanza, e soprattutto, ogni individuo la vive a modo suo, non bisognerebbe mai fare paragoni (affermare, per esempio, che un tumore, magari perfettamente curabile, sia peggio di una sclerosi multipla). Inoltre è vero, una persona che tutto sommato ha vissuto normalmente, senza particolari problemi, non può farne una tragedia se a 70 anni le è insorta, per dire, l'artrite, d'altra parte la vecchiaia arriva per tutti; che lo vada a dire a un giovane colpito da qualcosa di acuto e incurabile, poi vediamo!

Glitch ha scritto:Poco tempo fa prendevo quasi 10 pastiglie al giorno più altri trattamenti e nessuno che mi abbia mai detto: "mi spiace per la tua situazione, ringrazio dio che non mi sia mai successo alla tua età" anzi, se non ne parli tu per gli altri stai benissimo.


Il menefreghismo delle persone è davvero sconcertante, non c'è altro da dire.

Glitch ha scritto:Se facessi ciò che dici tale gesto aumenterebbe solo l'impressione di vittimismo che qui in questa casa anche per via di altri soggetti è fin troppo presente.


A cosa ti riferisci di preciso?
Comunque, siccome coloro con i quali vivi insieme, se non ho capito male, se ne importano ben poco di te, io ti consiglierei, in caso non l'abbia già fatto, di provare a parlargli e a spiegare loro come ti senti, ciò che stai vivendo, ciò che desidereresti da parte loro; se provano almeno un briciolo di bene nei tuoi confronti, non possono ignorarti.

Glitch ha scritto:Beh la percentuale di incidenza non è altissima, 0,1% a livello mondiale, bisogna quindi avere molta fortuna perché capiti. Diciamo che come avevo esordito credo sia altamente improbabile che una persona già in condizioni disagiate possa "beneficiare" anche di altro nel corso della sua vita. Poi ovvio ci sono sempre i casi eccezionali come il mio che come forse si è capito ero anche una persona non sedentaria, che non fumava non beveva e stava seguendo una dieta abbastanza sana.


Purtroppo, alcune malattie hanno poca o nessuna correlazione con lo stile di vita (non so se sia anche il caso della tua).

Glitch ha scritto:La mia malattia potrei dire che rispetto ad altri per ora mi ha colpito anche in maniera piuttosto lieve, cosa che mi sento di riportare solo nei miei giorni buoni, negli altri ti garantisco che spegnerei tutto all'istante perché anche le cose piacevoli in quei momenti mi rendo conto che non hanno potere di mutare l'umore.

Il mio piano per quest'anno (dopo aver dovuto reclinare un'offerta di lavoro arrivata a sorpresa) era rimettermi in forze e riprendere da dove avevo lasciato, ma fin quando non riceverò buone notizie e vedrò dei risultati rimarrò in un limbo instabile senza poter fare programmi neanche ad una settimana.


Non hai descritto i sintomi dei quali soffri, ma posso immaginare, da ciò che hai raccontato, la tremenda situazione che stai vivendo, dato che, come ho detto, anch'io ho un disturbo cronico, senza una cura definitiva, sebbene diverso dal tuo.
Purtroppo, come ho avuto modo di esprimere in un altro post, ancora oggi la medicina è impotente di fronte a tante condizioni, e tante persone, persino bambini, si ritrovano la vita rovinata a causa di ciò, accompagnato dall'insensibilità e dal menefreghismo totali, ed è dannatamente ingiusto!

Spero che la complicanza che ti si è presentata possa regredire e che con il tempo ti sentirai meglio.
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Messaggioda Glitch » 03/07/2025, 20:02



Ecco io ho provato i sintomi dell'artrite a 30 anni, non è stato divertente.. ora per fortuna capita di rado ma c'è stato un momento in cui non riuscivo a camminare e avevo dolori anche stando a letto, però la cosa attuale è peggio, forse meno dolorosa ma più estesa.
La sclerosi multipla credo sia il massimo dell'inferno, non c'è cura e ti uccide lentamente, mi auguro di non averci mai nulla a che fare.

Mi riferisco al cercare altrove un supporto, non è che se ne importano poco, è che se non ti lamenti per quasi tutti stai bene, mentre per altri è la stessa cosa, ma io non ho voglia di aggiornare tutti sulle mie condizioni, se sai che un disturbo è cronico significa che c'è e se dovesse per magia sparire lo farò presente.

Da qualcosa dipenderà e se non è stile di vita allora è sfiga.

Da qualche giorno esclusi sintomi visibili ad esempio sto un pelo meglio, diciamo che nell'ultimo anno ci saranno stati anche periodi con 4 o 5 giorni di fila buoni, ma come dicevo è una cosa che va avanti da anni e se ora per me questa condizione è controllabile può pesare un 20 su 100 di un'ipotetica scala della gravità, un domani potrebbe essere senza preavviso un 50. Alcuni assaggi li ho già avuti.
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Messaggioda RyanTheNorthman » 03/07/2025, 20:37



Solo per curiosità, se posso: hai mai seguito dei percorsi psicologici o fatto qualcosa come il training autogeno, la meditazione o l'ipnosi? Se sì, qual'è stato l'impatto che hanno avuto su di te? Ti hanno aiutato o ti stanno aiutando in qualche modo?
Se invece non hai mai fatto nulla di tutto ciò, saresti interessato a provare e vedere come va nel tempo?
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Messaggioda Glitch » 04/07/2025, 13:07



No, fatto niente del genere. Prima di ogni altra cosa devo stare fisicamente bene altrimenti non ho energia mentale per fare nulla.
Dovrei tornare a 3/4 anni fa e soprattutto non dovrei avere nessuno attorno.
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