La mia storia

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La mia storia

Messaggioda mattia9191 » 14/06/2013, 19:17



Voglio raccontarvi una storia, la mia.
Ho trascorso un'infanzia felice, io e la mia famiglia vivevamo in campagna, in un appartamento in affitto. Non abbiamo mai avuto tanti soldi ma i miei non mi hanno mai fatto mancare niente. Nel tempo libero giocavo in un boschetto adiacente alla casa, passavo la maggior parte del tempo da solo ma stavo bene, nella mia mente non ero solo, avevo tanti amici e i poteri magici che mi permettevano di volare e di andare dove mi pareva.
A scuola andavo bene anche se non socializzavo molto anche a detta degli insegnanti. Tutto andava bene fino a che nell' adolescenza, non ho ancora capito per quale motivo, l'equilibrio che prima vigeva nella mia famiglia si ruppe progressivamente. Litigate su litigate, urla, botte, pianti, nel giro di un anno si scatenò l'inferno. Da li a poco mi ritrovai a fare i conti con l'anoressia, attacchi di panico e una presunta ma all'epoca reale omosessualità. Ho passato 4 anni da una psicologa e da una psichiatra, mi hanno aiutato parecchio ma stavo meglio solo quando ero con loro.La mia psicologa era dolcissima, ogni volta che andavo da lei mi offriva il caffè e mi faceva fumare anche nello studio. Mi chiedeva sempre di fare una cosa, io sul momento non capivo perchè lo facesse: mi chiedeva di andarle a cambiare il biglietto del parcheggio.
Al liceo persi un anno ma decisi di andare comunque all'università, fui costretto a cambiare città e tutto ciò che mi dava ancora sicurezza lo lasciai nella mia città. Presto cominciai a drogarmi, assumevo di tutto, cocaina, pasticche, qualsiasi cosa mi aiutasse ad anestetizzare il dolore, ma il dolore e la paura non se ne andavano.In questo stato ho perso due anni della mia vita. Mi ricordai di un'amica che si tagliava e che aveva tentato il suicidio e decisi di provare anch'io ma non ce la feci, non avevo le ''palle''. Provai in tutti i modi a convincermi, mi tagliai le vene ma dopo mezz' ora mi fasciai in fretta e in furia e mangiai di tutto per recuperare le forze.
Mi trasferii a pisa dove tutt'oggi studio filosofia. Che dire, la mia vita non è quella dei film, devo affrontare ogni giorno un sacco di difficoltà ma ho fatto una scelta ben precisa e definitiva: qualunque cosa succeda, io andrò avanti fino alla fine.
Non voglio gli applausi, voglio solo farvi capire che il suicidio non è la risposta. Se siete qui è perchè volete vivere non morire. Voglio lasciarvi una parte di me dandovi un messaggio che ho imparato a caro prezzo: non fuggite dal dolore, accettatelo, anche lui ha motivo di esistere, esattamente come voi.
Pochi giorni fa ho rincontrato per strada la mia psicologa, mi chiama ancora bimbetto, nonostante sia già grandicello, le ho chiesto il perchè mi chiedeva di andarle a cambiare il biglietto del parcheggio, sapete cosa mi ha risposto?
''per non farti sentire inutile'', già perchè è così che mi sentivo e se siete qui probabilmente vi sentite anche voi così, allora fate qualcosa per gli altri, vi assicuro che vi darà una grande forza.
Voglio consigliarvi un sito che mi ha aiutato a riconquistare fiducia nella vita, io seguii questo ragazzo quando ancora metteva i video su youtube, adesso si è creato un sito e offre materiale e supporto diretto, completamente gratuito, per aiutare chi ne ha bisogno:il messaggio di fondo è che l'amore ci può salvare e può dare senso alla nostra vita. Spero non sia spam o cose simili e spero vi possa essere d'aiuto: http://www.giacomopapasidero.it/
Vi auguro il meglio e vi abbraccio tutti quanti/e.

P.S: Recentemente ho capito che non è vero che mancavo di coraggio perchè non riuscivo a farla finita, ci vuole molto più coraggio a vivere.
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mattia9191
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Messaggioda Davy Jones » 14/06/2013, 20:13



''per non farti sentire inutile'', già perchè è così che mi sentivo e se siete qui probabilmente vi sentite anche voi così

No. Anzi, forse mi piacerebbe sentirmi inutile, sarebbe una liberazione.

Ho dato anche un'occhiata al sito ma sinceramente quando si tratta di problemi concreti, o più precisamente materiali, resto sempre perplesso su certi discorsi.
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Messaggioda mattia9191 » 14/06/2013, 22:34



beh era solo un'idea, a me ha aiutato, non è detto che possa aiutare anche altri. Certo, credere in qualcosa, che sia un valore, un'ideale o semplicemente se stessi aiuta molto ne periodi difficili. Qual'è il tuo problema? se hai voglia di parlarne
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Messaggioda Davy Jones » 15/06/2013, 11:43



Il sito sostiene che "Per oguno di essi [i problemi] c’è sempre una soluzione".
La soluzione? Non cercare soluzioni. Accettare e amare. La prima potrebbe anche aver senso, la seconda è frutto di convinzioni personali del tizio (è cristiano).
Quest'ultima cosa non la prendo dunque nemmeno in considerazione, mentre per quanta riguarda l'accettazione quando qualcuno sostiene queste teorie io sinceramente mi domando se e che tipo di problemi concreti e materiali abbia vissuto o stia vivendo. Una cosa è la sofferenza mentale/morale che può anche dipendere da noi, un'altra è quella che deriva da problemi materiali che possono anche compromettere la vita e l'esistenza stessa di una persona.

Ricorda sempre che:
I tuoi problemi non dipendono mai dagli altri.
La tua vita dipende da quello che tu pensi e credi.
I tuoi problemi puoi risolverli solamente tu.
La tua felicità dipende solo dalle tue scelte.

Queste sono il genere di cose che mi lasciano perplesso.
Il mondo è un pazzo che un giorno si sveglia e ti spacca il cranio con un piccone. Altro che "tutto dipende da te".
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Messaggioda Agora » 15/06/2013, 12:12



I messaggi di speranza e le esortazioni di tipo ottimistico sono sempre positivi, ma ricordiamo anche che forniscono una prospettiva spesso incredibilmente superficiale e talvolta anche pregiudiziale nei confronti della psicologia umana. "Siamo noi stessi a creare la sofferenza che proviamo"? Ehm ci sarebbero un bel po' di studi biologici, psicologici e sociologici che avrebbere qualcosa da ridire su un'affermazione come questa.

A parte ciò, sono contenta se sei riuscito a trovare ciò che cercavi :-) Però soltanto non dare per scontato che la chiave di lettura che hai trovato alla fine del tunnel sia applicabile a tutti.
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Messaggioda Rothko » 15/06/2013, 18:26



Ciao Mattia, grazie per la tua testimonianza. Non entro nel merito dei contenuti del sito perché ho ascoltato solo la prima parte della prima lezione. Ad ogni modo, per esperienza personale e per aver visto le esperienze degli altri, posso dire che è vero: la maggior parte dei problemi deriva dall'incomprensione del mondo e dalla scarsa consapevolezza. Quanto alla questione dell'amore - ripeto, pur non entrando nel merito dei contenuti del sito - sono pienamente convinto che se non si impara ad amare non si vive bene. Non sono religioso. Voglio dire che se non ti crei attorno una sfera di "amore" - che non significa avere una ragazza o una famiglia o tanti amici, ma delle cose che ti assorbono completamente, che ti fanno svegliare la mattina con la voglia di vivere - sei fottuto. Esempio concreto: io ho bisogno di musica (non entro nello specifico, ci sono delle musiche di cui ho bisogno, di altre non so cosa farmene), senza la quale vivrei malissimo. Quando la ascolto non è questione di divertimento, non mi serve per divertirmi, ma perché la amo e sono felice quando la ascolto. Anche se spesso la musica è qualcosa di terribile, che ti costringe ad entrare nei meandri più profondi e più spaventosi di te stesso. Ho bisogno di leggere - costantemente - delle poesie (è inutile che vi faccia la lista, tanto non ha importanza), dei romanzi ed altre cose alle quali mi sento legatissimo e che mi rispecchiano. Ho bisogno di "esercitare" la mia creatività attraverso la fotografia e qualche volta scrivendo. Sono cose che amo profondamente, per le quali vivo. Non ho molte relazioni interpersonali, ma valorizzo quelle poche che ho, anche se occasionali e apparentemente insignificanti. Forse non sempre dimostro amore, non somatizzo, diciamo così, ma quei pochi che mi conoscono lo sanno e non se la prendono.
Ecco, tutto ciò per dire che, anche se non c'è una ricetta magica, la consapevolezza è la prima cosa. E comunque, se pensi che la felicità (forse il termine è un po' eccessivo, ma lasciamolo) dipenda da altre persone - il rapporto con i tuoi genitori, il tuo datore di lavoro, la tua fidanzata, tua moglie... - non avrai una vita facile. Certo, possono accadere delle disgrazie, degli eventi terribili... ma la responsabilità di far fronte a qualsiasi cosa dipende sempre da te. Per me è anche vero che, almeno al 90 per cento, la tua vita dipende da quello che pensi e credi: c'è chi crede in una religione, chi in un'ideologia, chi in uno stile di vita, chi si pone quell'obiettivo, chi quell'altro...senza esserne consapevole; è tutto ciò che condiziona gran parte della vita di una persona.
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Messaggioda Rothko » 15/06/2013, 18:36



Davy Jones ha scritto:Il sito sostiene che "Per oguno di essi [i problemi] c’è sempre una soluzione".
La soluzione? Non cercare soluzioni. Accettare e amare. La prima potrebbe anche aver senso, la seconda è frutto di convinzioni personali del tizio (è cristiano).


Davy, mi hai fatto venire in mente che questa cosa è stata sostenuta da persone che non avevano praticamente nulla in comune fra loro. Con linguaggi ed argomentazioni diverse, l'hanno detto Nietzsche, Osho e forse in certi passi della Critica della ragion pratica perfino Kant (chiedo conferma a Mattia che studia filosofia). Non credo che sia un atteggiamento tipicamente cristiano e puzzava molto al primo Adorno dei Minima Moralia. Non so che dire... secondo me è più buddista che cristiano... anche se di scuole buddiste ce ne sono una marea. Sostanzialmente il buddismo, che non è una religione (per lo meno come la intendiamo noi, perché non c'è Aldilà, non c'è Dio, non c'è Fede), sostiene che nel momento in cui ti stacchi dal tuo ego, ovvero nel momento in cui ti risvegli ed entri in comunione totale con la realtà che ti circonda senza più identificarti con te stesso, quello che accade o non accade non ti ferisce più. è una cosa un po' difficile da spiegare in due parole ed io non sono bravo in queste cose, comunque credo che sia più vicina al buddismo che al cristianesimo.
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Messaggioda Davy Jones » 15/06/2013, 19:29



bacon77 ha scritto:
Davy Jones ha scritto:Il sito sostiene che "Per oguno di essi [i problemi] c’è sempre una soluzione".
La soluzione? Non cercare soluzioni. Accettare e amare. La prima potrebbe anche aver senso, la seconda è frutto di convinzioni personali del tizio (è cristiano).


Davy, mi hai fatto venire in mente che questa cosa è stata sostenuta da persone che non avevano praticamente nulla in comune fra loro. Con linguaggi ed argomentazioni diverse, l'hanno detto Nietzsche, Osho e forse in certi passi della Critica della ragion pratica perfino Kant (chiedo conferma a Mattia che studia filosofia). Non credo che sia un atteggiamento tipicamente cristiano e puzzava molto al primo Adorno dei Minima Moralia. Non so che dire... secondo me è più buddista che cristiano... anche se di scuole buddiste ce ne sono una marea. Sostanzialmente il buddismo, che non è una religione (per lo meno come la intendiamo noi, perché non c'è Aldilà, non c'è Dio, non c'è Fede), sostiene che nel momento in cui ti stacchi dal tuo ego, ovvero nel momento in cui ti risvegli ed entri in comunione totale con la realtà che ti circonda senza più identificarti con te stesso, quello che accade o non accade non ti ferisce più. è una cosa un po' difficile da spiegare in due parole ed io non sono bravo in queste cose, comunque credo che sia più vicina al buddismo che al cristianesimo.


L'accettazione è sicuramente vicina al buddismo, ma l'amore (in particolare per il prossimo) è la caratteristica principale del cristianesimo quindi secondo me è più legata a quest'ultimo piuttosto che al buddismo.
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Messaggioda Rothko » 15/06/2013, 19:34



Davy Jones ha scritto:L'accettazione è sicuramente vicina al buddismo, ma l'amore (in particolare per il prossimo) è la caratteristica principale del cristianesimo quindi secondo me è più legata a quest'ultimo piuttosto che al buddismo.


Si, ma io leggendo quella frase ho pensato all'amor fati; anche Nietzsche parla di amore. Comunque non non so cosa si dica in quel sito, magari è tutto impostato su un concetto cristiano di amore.
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Messaggioda StillWandering » 15/06/2013, 19:53



Ho letto solo l'articoletto "Non sopporto i miei genitori" e mi sono messo a ridere, mi è sembrato il solito discorso da bravo ragazzo cristiano. Amare i genitori? Ah sì? Anche quando ti picchiano, ti sminuiscono, ti insultano? Solo uno scemo può amare persone così. Di fatto nella pratica questo tipo di mentalità non offre un concreto modo di risolvere i problemi. Per inciso, nemmeno condivido il concetto di "accettazione" del buddhismo, figuriamoci discorsi da bravo ragazzo cristiano.
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