La fine del libro è sempre la prima pagina

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La fine del libro è sempre la prima pagina

Messaggioda cipochan » 23/01/2016, 19:22



Dopo un'infinità di tempo che cerco di spiegare a me stesso COSA mi turbi e mi faccia rimuginare continuamente per il 99% del tempo che sono sveglio, leggere le parole di phoenix nel suo thread mi ha fatto fare un viaggione che esporrò come mi viene scusandomi anticipatamente se dovesse risultare incomprensibile (probabilmente lo sarà).

La depressione porta a non sapere più neanche se ne si vuole uscire!
Come per la depressione che è un circolo, questo post non ha capo né coda. Non porta a niente.
Chiedo scusa per il poema e per lo sfogo ma oggi è una giornata peggiore del solito. Mi è appena arrivato il libro che dovrei studiare perché qualche giorno fa mi sono messo in testa di fare un esame e prendere una certificazione e l'unica cosa che desidero adesso è non esistere oppure avere la testa talmente colma di roba chimica da farmi dimenticare di esistere.
Per l'ennesima volta vorrei prendere una botta in testa e perdere completamente la memoria. Varrebbe la pena dimenticarsi di tutto e tutti perché dimenticherei anche il vuoto che mi porto dentro.


Innanzitutto non mi accetto e questo senz'altro peggiora la situazione ma è un altro discorso. In un altro thread ho raccontato di avere quello che credo sia un disturbo di personalità multiplo e anche quello è un altro discorso. Sono tutti argomenti separati che si intrecciano in un nodo comune che è la depressione, la totale insoddisfazione della vita fatta di vuoti incolmabili. Qualunque cosa faccia per cercare di riempire questi vuoti svanisce in tempi brevissimi con l'unico risultato di ampliarli finché diventano voragini sempre più grandi tanto da unirsi e trasformarsi in un unico grande vuoto. Potrei dire che la mia vita è piena di vuoto e sembra strano, paradossale e pure un controsenso ma il vuoto è l'unica cosa nella mia vita al quale riesco a dare una dimensione che è pur sempre approssimativa ma riesco più o meno a percepirne l'entità.
La depressione regna sovrana su tutti gli aspetti della mia vita. Ho ricevuto parole meravigliose nel corso degli anni come "Per noi sarai sempre il numero 1..." oppure "ce ne fossero di più come te..." o ancora "sei davvero carinissimo e dolce..." "sei proprio un bellissimo ragazzo". Anche in ambito universitario/lavorativo: "Hai stoffa..." oppure "Riesci a realizzare qualsiasi cosa se ti metti d'impegno..." o anche "sei un giovane e talentuoso ricercatore..." (mi limito a scrivere le note positive).
Sono state parole dette da persone diverse con una tale sicurezza che ci ho creduto veramente ma è durato tutto davvero poco.
Mi sono legato a pochissime persone nel corso degli anni e le ho perse tutte o quasi. Prima riuscivo ad andare avanti e a dimenticarmi del passato (con estrema fatica) e continuavo a cercare, con filtri sbagliatissimi, un'altra persona alla quale legarmi.
Da diversi anni non è più così. Il mio essere tante persone in 1 continua e le rare volte in cui mi trovo in pubblico sfoggio senza volerlo questa capacità di nascondere il mio vero io (magari è proprio questo che sono, una maschera diversa ogni giorno).
Prima uscivo molto di più, mi nascondevo ma uscivo.
Ora sono chiuso in casa, in me stesso senza far nulla e dandomi solo addosso...ogni giorno.
Oggi è tutto il giorno che piango senza versare una sola lacrima ma sento di piangere..le lacrime si riversano all'interno.
Cerco di non pensare a me stesso, agli errori ma è inevitabile.
Cerco di capire cosa voglio realmente, penso a cose da fare e poi mi dico che in realtà non le voglio.
Dico di si a tutti e mi metto in testa di poter fare questo e quell'altro ma niente ne vien fuori.
Mi immischio in faccende più grandi di me, sapendo di non avere ancora le capacità necessarie per farle forse nella speranza di ottenere uno schiaffo che mi formatti il cervello o che ne rimuova i virus che fanno bisboccia o di trovare qualcosa che veramente mi appassioni per più di 10 minuti.
Tantissime idee, tante buone intenzioni, molte passioni svanite per svariati e differenti motivi, elevata capacità autodistruttiva, forza di volontà quasi inesistente o a sbalzi. Il tutto coronato dalla consapevolezza di essere la pecora nera di una famiglia quasi normale, con un'educazione oggigiorno rara alla quale negli anni ho regalato esclusivamente disappunto.

La depressione è uno status, uno status psicofisico.
È come vivere con una camicia di forza integrale dove anche gli occhi sono coperti o la vista è velata.
È come vivere all'interno di una Vergine di Norimberga (questa è la mia idea di forma della depressione), non sai assolutamente o quasi nulla del mondo esterno e l'unica cosa sicura è il dolore che senti.

Nella depressione (questo tipo di depressione per lo meno, ne esistono centinaia di forme diverse più o meno gravi) non c'è la mancanza di qualcosa (sicuramente peggiora la situazione ma non è questo che mantiene un depresso in quello stato secondo me).
Al contrario, c'è qualcosa che vuoi che sparisca e questa cosa è il dolore! Ed è il dolore stesso e la consapevolezza di essere in questo status che non permette vie d'uscita.
Ciò che scrivevo prima a proposito delle tante idee eccetera lo dimostra. La mancanza di autostima e l'insicurezza aumentano l'opacità dello status rendendolo sempre più reale e man mano che si realizza diminuiscono le capacità di reazione.

I farmaci non servono, non serve niente a parte la volontà ed è ciò che di più raro si trova in un depresso. Il famoso ago in un enorme, immenso, infinito pagliaio.

Parte il discorso metafisico.
È un maledetto circolo, un cerchio che percorro per poi ritrovarmi esattamente allo stesso punto ogni tot di tempo (prima molto più variabile, ora non più così tanto). Ogni punto del cerchio potrebbe rappresentare un giorno, un minuto, un mese, un anno o un'esperienza, una persona..qualsiasi cosa faccia parte della vita ma non importa più di tanto perché in un cerchio ci sono infiniti punti eppure mi ritrovo sempre lì nello stesso punto e parrebbe impossibile perché essendoci infiniti punti servirebbe un tempo infinito per percorrerli/visitarli tutti e tornare al punto d'inizio.
Se sono sempre lì significa che non mi sono effettivamente mosso oppure ho fatto un salto e ho saltato tutti quei punti che avrebbero potuto cambiare le cose e sono tornato allo stesso punto o in un altro uguale o simile.
Io so come uscire dal cerchio, lo so! C'è sempre una tangente.
Il problema è trovare l'unico punto del cerchio che viene toccato dalla tangente, trovarsi lì e cambiare strada. Una vita sempre diversa, ogni giorno che passa.
La domanda finale, come per tutte le altre cose è: lo voglio davvero?
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Re: La fine del libro è sempre la prima pagina

Messaggioda Zangreus il bruco » 23/01/2016, 23:31



Bellissima la metafora goniometrica :') è molto coinvolgente per chi ne capisce. Devo dire che non è stato pesante leggere tutto, quindi non ti preoccupare se hai scritto un "poema". Comunque sono troppo giovane per darti consigli davvero utili, anzi le tue parole mi hanno un po sconfortato sul mio futuro. A tal proposito volevo chiederti se hai avuti dubbi o pensieri di questo tipo in età adolescenziale. Ad ogni modo, credo che ti possa essere utile fare qualche ricerca sulla "tecnica della bussola", è utile per fare chiarezza in momenti difficili della vita e aiutarti a capire cosa vuoi davvero. Purtroppo serve una grande forza di volontà, tanto coraggio, e capacità decisionale...tutte cose che non ho. Tu prova e vedi come va.
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Messaggioda cipochan » 24/01/2016, 11:03



Lo so ho il potere di sconfortare, mi dispiace. Per darti una mano ti dico che da ragazzo non avevo di questi problemi. Ero una persona molto attiva e solare. Sempre timidissimo e alcuni eventi che ora mi danno da pensare tanto erano già accaduti ma non vi attribuivo grande peso. Con la ragione arrivano anche le paranoie..quando si pensa troppo e io purtroppo non la smetto mai.
Per la tecnica della bussola la conosco bene e la applico tutti i giorni ma credo che in fondo lo facciamo tutti. È così che si prendono le decisioni, differenziando i possibili percorsi e percorrendone uno che sarà la scelta finale.
Io sento che ogni mia scelta, ogni mia decisione non sia realmente mia. Sento di essere stato influenzato da terzi per qualsiasi scelta passata e intendo proprio tutte.
Mi capita di soffermarmi a pensare: si ho studiato bla bla bla...ma perché? Perché ho scelto quella facoltà? Quel persorso? Si, è affascinante ma è un percorso tortuoso che alla fine mi ha portato ad aver perso anni di studio per poi fare un lavoro osceno che nulla ha a che vedere.
Avrei dovuto fare quello e quell'altro....
Poi mi dico che comunque non cambierei quel passato se potessi perché in fondo ho conosciuto persone interessanti eccetera. Attribuisco un peso a qualcosa che non ce l'ha e rimango col dubbio.

Se si ha forte capacità decisionale (non importa se è efficiente o no, poi si impara) la vita è come un gioco. Il famoso detto "sbagliando si impara" si riferisce a quello e imparando a fare scelte più mirate si impara a vivere.
Da parte mia non imparo mai dai miei errori e in loro persevero, quindi sono il male (errare humanum est, perseverare autem diabolicum ) :rock:
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Re: La fine del libro è sempre la prima pagina

Messaggioda Zangreus il bruco » 25/01/2016, 0:12



E se ripartissi da zero da qualcosa che ti piace davvero? Pensaci, la vita è troppo breve per non prendere in considerazione anche l'idea più folle. Non pensare troppo al passato perché non si può cambiare e il bello del passato è proprio che è passato (part. pass. di "passare"), quello che conta è ciò che sei e che vuoi essere. Fissati un nuovo obbiettivo e raggiungilo, o almeno pensaci su.
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Messaggioda DxShine » 25/01/2016, 5:39



cipochan ha scritto:Al contrario, c'è qualcosa che vuoi che sparisca e questa cosa è il dolore! Ed è il dolore stesso e la consapevolezza di essere in questo status che non permette vie d'uscita.

I farmaci non servono, non serve niente a parte la volontà ed è ciò che di più raro si trova in un depresso. Il famoso ago in un enorme, immenso, infinito pagliaio.

Io so come uscire dal cerchio, lo so! C'è sempre una tangente.
Il problema è trovare l'unico punto del cerchio che viene toccato dalla tangente, trovarsi lì e cambiare strada. Una vita sempre diversa, ogni giorno che passa.
La domanda finale, come per tutte le altre cose è: lo voglio davvero?

Bingo! Hai fatto centro! Hai spiegato perfettamente come ti senti!

Situazione simile, solo che io sto combattendo strenuamente per non morire dentro, cosa che ho già rischiato più di una volta!... E mi sono sempre salvata per il rotto della cuffia... :sleep: Cmq sì, è esattamente così, ed è proprio questo il motivo scatenante degli aspiranti suicidi che però una volta compreso ciò ci rinunciano, perché in realtà la verità è che non vogliono morire ma smettere di soffrire una volta per tutte!!! >.<

Io la volontà ce l'ho, il problema è che non so COME fare a vivere in questo infimo mondo di m... e mi pesa fare tutto!!! É come se psicologicamente mi sentissi almeno 10 Kg addosso nel fare qualsiasi cosa, finendo così per non averne più voglia... è una cosa simile alla sindrome della fatica cronica, solo che ha luogo nella psiche e non nel corpo in cui si manifesta invece indirettamente! Ed ovviamente nessuno capisce come mi sento!...

Più che lo voglio davvero, la domanda esatta è... Ne vale veramente la pena?! Perché fondamentalmente è inutile profondere energie in una strada/scelta/cosa in cui non credi davvero, pur sapendo che probabilmente è quella la via d'uscita! E devi crederci per farcela, altrimenti non ha senso!!! Il problema è che come in tutte le cose il grosso è proprio nel partire, poi viene da sé tutto il resto... :dry:
Insomma in parole povere: o giochi o schiatti!...

E si sa che i depressi hanno davvero poche energie da sprecare, quindi per uscirne una volta per tutte devono valutare attentamente tutte le opzioni ed una volta trovata la via non devono più mollare l'osso, altrimenti per loro è finita! Vi sarà d'aiuto sapere che in realtà la depressione può essere dovuta a tutta la rabbia non espressa che avete in corpo, quindi piuttosto che deprimervi, incazzatevi con voi stessi, col mondo o con chi di dovere, tiratela fuori tutta e reagite più che potete, non importa chi o cosa è il vs obiettivo, l'importante è sfogarla e vi sentirete un pò meglio! Se non tutta almeno un pò, magari quanto basta per ripigliarvi un minimo e continuare poi con calma il vostro percorso!...
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Messaggioda dolce » 25/01/2016, 9:38



sagge parole cipro ascoltarli queste persone anno ragione carissomp ti voglio bn
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ti voglio tanto bene angelo piero
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Messaggioda cipochan » 26/01/2016, 12:04



Ti ringrazio per la risposta e si, trovo molta somiglianza con la fatica cronica. In effetti mi sento sempre stanco, lo sono. Non ho proprio voglia di fare nulla, nemmeno di stare a letto. Vorrei solo non trovarmi in questo mondo perché io non riesco proprio a rapportarmici.
A parte che con voi e forse 1 sola altra persona non ho nessuno con cui parlare di queste cose. Gli altri mi vedono come una persona "normale" perché io nascondo tutto dietro falsi sorrisi e finta allegria. In realtà mi trovo a disagio in pressoché qualsiasi circostanza, specie se ci sono altre persone proprio per il terrore di essere smascherato e riconosciuto per quello che sono, per quello che so o credo di essere.

DxShine ha scritto:Vi sarà d'aiuto sapere che in realtà la depressione può essere dovuta a tutta la rabbia non espressa che avete in corpo, quindi piuttosto che deprimervi, incazzatevi con voi stessi, col mondo o con chi di dovere, tiratela fuori tutta e reagite più che potete, non importa chi o cosa è il vs obiettivo, l'importante è sfogarla e vi sentirete un pò meglio! Se non tutta almeno un pò, magari quanto basta per ripigliarvi un minimo e continuare poi con calma il vostro percorso!...


Una volta una persona a me molto vicina mi ha detto: "Tu potresti essere un genio del male, dentro di te nascosta dai tuoi modi di fare sempre gentili c'è tanta rabbia e mi spaventi. Sei una bomba a orologeria pronta ad esplodere e l'unico interrogativo è quando accadrà".

Un mio difetto è ascoltare le persone, ascoltarle troppo e se sono persone di cui mi fido prendere quasi per verità quello che dicono. Ho cominciato ad avere paura di me stesso per timore di fare qualche sciocchezza. Vedevo che questa persona, dopo anni di conoscenza, spesso si ritraeva se mi avvicinavo. La spaventavo davvero, aveva paura di me e si sentiva minacciata.

Io SICURAMENTE tengo tutto dentro e non porto mai rancore. Potrebbe anche essere che io sia una bomba pronta ad esplodere o che sia un genio del male. Magari sto così male perché non lascio mai sfuggire nemmeno un briciolo di rabbia.

Non credo di essermi mai arrabbiato in vita mia. Credo di non conoscere quel sentimento.
Se ho un motivo per essere arrabbiato, la rabbia si trasforma immediatamente in auto-colpevolezza. Mi prendo tutte le responsabilità e aggiungo un po' di dolore, mischio bene bene e mi ci riempio pressando per farci stare tutto.
Statisticamente un giorno non ci starà più nulla e sarò destinato a scoppiare. Ho il terrore di quel giorno.
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Messaggioda DxShine » 27/01/2016, 3:39



cipochan ha scritto:Ti ringrazio per la risposta e si, trovo molta somiglianza con la fatica cronica. In effetti mi sento sempre stanco, lo sono. Non ho proprio voglia di fare nulla, nemmeno di stare a letto. Vorrei solo non trovarmi in questo mondo perché io non riesco proprio a rapportarmici.

Non credo di essermi mai arrabbiato in vita mia. Credo di non conoscere quel sentimento.

Neanch'io riesco a viverci per lo stesso motivo, ancora a maggior ragione dato che non lo sono nemmeno... Sì, questa è proprio stanchezza di vivere e me la sento addosso ogni giorno che affronto, probabilmente perché per molti versi sono più matura di gran parte delle persone che conosco, per cui ci combatto quotidianamente, in quanto la vita mi ha già bastonato abbastanza! :dry:
Direi proprio che a questo punto la depressione non potrebbe essere definita altro che come fatica cronica psicologica... e trattarla come tale, siccome è sicuramente in molti casi un tratto comune!...

Beh in un certo senso è una cosa molto positiva, ma d'altronde è anche vero che esiste e va tirata fuori... Cmq sì, è proprio per questo che stai male, perché non riesci ad esternarla! Secondo me la verità è che non ti hanno mai insegnato a come esprimerla e gestirla! Forse ti sarebbe d'aiuto fare uno sport fisico dove esternarla e sfogarla come karaté, nuoto, etc... anche in modo gentile, come grinta!
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Messaggioda cipochan » 30/01/2016, 17:28



Prima ero uno sportivo e stavo molto meglio ma c'è da dire che ero anche molto più ragazzino. Ora conduco una vita che non mi piace, faccio un lavoro che non mi piace e che mi priva di qualsiasi rimasuglio di volontà che potrebbe rimanere alla fine della giornata.
La tangente metaforica di cui scrivevo nel primo post è questa, la mia tangente attuale è cambiare lavoro e non è affatto facile.

Per quanto riguarda la rabbia non è che non mi hanno mai insegnato come esprimerla, non l'ho proprio mai provata.
La mia indole (debole forse) mi porta ad accumulare tutto, ad accettare anche le cose più pesanti e a dire si.
Ci sono ovviamente delle cose che mi infastidiscono e mi indispongono ad esempio una convivenza difficile con dei coinquilini molto giovani che non hanno la minima idea di cosa significhi convivere e lasciano la casa peggio di un porcile eppure anche li non riesco ad arrabbiarmi e arrivo a pulire e raccogliere la loro spazzatura perché mi fa schifo e non voglio vederla un secondo di più.

Altro fatto, è successo un casino a lavoro, un abuso diciamo. Non mi sono state comunicate alcune informazioni indispensabili che mi riguardavano direttamente (le ho sapute per caso e nemmeno è stata una conversazione ufficiale) e se le avessi sapute prima avrei potuto rifiutare l'incarico attuale. Il meglio che ho saputo fare è stato dire di no oggi quando mi hanno chiesto di rimanere 2 ore in più.

La rabbia è un sentimento che che non conosco, che non ho mai conosciuto.
L'unica cosa che sto imparando molto bene a conoscere è la solitudine.
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Messaggioda cipochan » 11/02/2016, 1:11



C'è qualcosa che non va. L'unico contesto in cui non perdo interesse è quello lavorativo.
Mi lamento per le cose che non vanno bene eppure sono sempre lì, a distruggermi per l'azienda che non mi da nulla in cambio anzi l'opposto, mi priva di alcune cose e mi opprime. Stesso discorso vale per i miei colleghi la maggior parte dei quali ora sono sul mio libro nero e faccio un enorme sforzo solo per guardarli. Loro non si ammazzano, non danno il massimo come me (e come pochi altri), non si fanno notare, non corrono, non fanno una cippa di nulla eppure....eppure hanno il mio stesso stipendio, hanno molte meno responsabilità, non seguono le indicazioni dei superiori e nessuno gli dice nulla. Nonostante tutto ancora lavoro lì, cerco di comunicare il più possibile con la mia squadra, cerco di organizzare tutto per far sì che tutti lavorino meglio ma non ricevo nulla in cambio né dai colleghi né dai superiori.
E sto lì...

In tutto il resto perdo interesse dopo 10 minuti. Lo stesso vale per le persone. Non ho più la capacità di stringere legami con nessuno né forse li voglio..eppure mi sento solo. Se sto in compagnia voglio andare via subito..boh..
È inutile, qualsiasi cosa faccia mi ritrovo sempre allo stesso punto.
Oltretutto questo post non ha senso ma dovevo solo scriverlo per alleggerire un po' la mente.
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