La fine del libro è sempre la prima pagina

Dopo un'infinità di tempo che cerco di spiegare a me stesso COSA mi turbi e mi faccia rimuginare continuamente per il 99% del tempo che sono sveglio, leggere le parole di phoenix nel suo thread mi ha fatto fare un viaggione che esporrò come mi viene scusandomi anticipatamente se dovesse risultare incomprensibile (probabilmente lo sarà).
La depressione porta a non sapere più neanche se ne si vuole uscire!
Come per la depressione che è un circolo, questo post non ha capo né coda. Non porta a niente.
Chiedo scusa per il poema e per lo sfogo ma oggi è una giornata peggiore del solito. Mi è appena arrivato il libro che dovrei studiare perché qualche giorno fa mi sono messo in testa di fare un esame e prendere una certificazione e l'unica cosa che desidero adesso è non esistere oppure avere la testa talmente colma di roba chimica da farmi dimenticare di esistere.
Per l'ennesima volta vorrei prendere una botta in testa e perdere completamente la memoria. Varrebbe la pena dimenticarsi di tutto e tutti perché dimenticherei anche il vuoto che mi porto dentro.
Innanzitutto non mi accetto e questo senz'altro peggiora la situazione ma è un altro discorso. In un altro thread ho raccontato di avere quello che credo sia un disturbo di personalità multiplo e anche quello è un altro discorso. Sono tutti argomenti separati che si intrecciano in un nodo comune che è la depressione, la totale insoddisfazione della vita fatta di vuoti incolmabili. Qualunque cosa faccia per cercare di riempire questi vuoti svanisce in tempi brevissimi con l'unico risultato di ampliarli finché diventano voragini sempre più grandi tanto da unirsi e trasformarsi in un unico grande vuoto. Potrei dire che la mia vita è piena di vuoto e sembra strano, paradossale e pure un controsenso ma il vuoto è l'unica cosa nella mia vita al quale riesco a dare una dimensione che è pur sempre approssimativa ma riesco più o meno a percepirne l'entità.
La depressione regna sovrana su tutti gli aspetti della mia vita. Ho ricevuto parole meravigliose nel corso degli anni come "Per noi sarai sempre il numero 1..." oppure "ce ne fossero di più come te..." o ancora "sei davvero carinissimo e dolce..." "sei proprio un bellissimo ragazzo". Anche in ambito universitario/lavorativo: "Hai stoffa..." oppure "Riesci a realizzare qualsiasi cosa se ti metti d'impegno..." o anche "sei un giovane e talentuoso ricercatore..." (mi limito a scrivere le note positive).
Sono state parole dette da persone diverse con una tale sicurezza che ci ho creduto veramente ma è durato tutto davvero poco.
Mi sono legato a pochissime persone nel corso degli anni e le ho perse tutte o quasi. Prima riuscivo ad andare avanti e a dimenticarmi del passato (con estrema fatica) e continuavo a cercare, con filtri sbagliatissimi, un'altra persona alla quale legarmi.
Da diversi anni non è più così. Il mio essere tante persone in 1 continua e le rare volte in cui mi trovo in pubblico sfoggio senza volerlo questa capacità di nascondere il mio vero io (magari è proprio questo che sono, una maschera diversa ogni giorno).
Prima uscivo molto di più, mi nascondevo ma uscivo.
Ora sono chiuso in casa, in me stesso senza far nulla e dandomi solo addosso...ogni giorno.
Oggi è tutto il giorno che piango senza versare una sola lacrima ma sento di piangere..le lacrime si riversano all'interno.
Cerco di non pensare a me stesso, agli errori ma è inevitabile.
Cerco di capire cosa voglio realmente, penso a cose da fare e poi mi dico che in realtà non le voglio.
Dico di si a tutti e mi metto in testa di poter fare questo e quell'altro ma niente ne vien fuori.
Mi immischio in faccende più grandi di me, sapendo di non avere ancora le capacità necessarie per farle forse nella speranza di ottenere uno schiaffo che mi formatti il cervello o che ne rimuova i virus che fanno bisboccia o di trovare qualcosa che veramente mi appassioni per più di 10 minuti.
Tantissime idee, tante buone intenzioni, molte passioni svanite per svariati e differenti motivi, elevata capacità autodistruttiva, forza di volontà quasi inesistente o a sbalzi. Il tutto coronato dalla consapevolezza di essere la pecora nera di una famiglia quasi normale, con un'educazione oggigiorno rara alla quale negli anni ho regalato esclusivamente disappunto.
La depressione è uno status, uno status psicofisico.
È come vivere con una camicia di forza integrale dove anche gli occhi sono coperti o la vista è velata.
È come vivere all'interno di una Vergine di Norimberga (questa è la mia idea di forma della depressione), non sai assolutamente o quasi nulla del mondo esterno e l'unica cosa sicura è il dolore che senti.
Nella depressione (questo tipo di depressione per lo meno, ne esistono centinaia di forme diverse più o meno gravi) non c'è la mancanza di qualcosa (sicuramente peggiora la situazione ma non è questo che mantiene un depresso in quello stato secondo me).
Al contrario, c'è qualcosa che vuoi che sparisca e questa cosa è il dolore! Ed è il dolore stesso e la consapevolezza di essere in questo status che non permette vie d'uscita.
Ciò che scrivevo prima a proposito delle tante idee eccetera lo dimostra. La mancanza di autostima e l'insicurezza aumentano l'opacità dello status rendendolo sempre più reale e man mano che si realizza diminuiscono le capacità di reazione.
I farmaci non servono, non serve niente a parte la volontà ed è ciò che di più raro si trova in un depresso. Il famoso ago in un enorme, immenso, infinito pagliaio.
Parte il discorso metafisico.
È un maledetto circolo, un cerchio che percorro per poi ritrovarmi esattamente allo stesso punto ogni tot di tempo (prima molto più variabile, ora non più così tanto). Ogni punto del cerchio potrebbe rappresentare un giorno, un minuto, un mese, un anno o un'esperienza, una persona..qualsiasi cosa faccia parte della vita ma non importa più di tanto perché in un cerchio ci sono infiniti punti eppure mi ritrovo sempre lì nello stesso punto e parrebbe impossibile perché essendoci infiniti punti servirebbe un tempo infinito per percorrerli/visitarli tutti e tornare al punto d'inizio.
Se sono sempre lì significa che non mi sono effettivamente mosso oppure ho fatto un salto e ho saltato tutti quei punti che avrebbero potuto cambiare le cose e sono tornato allo stesso punto o in un altro uguale o simile.
Io so come uscire dal cerchio, lo so! C'è sempre una tangente.
Il problema è trovare l'unico punto del cerchio che viene toccato dalla tangente, trovarsi lì e cambiare strada. Una vita sempre diversa, ogni giorno che passa.
La domanda finale, come per tutte le altre cose è: lo voglio davvero?
La depressione porta a non sapere più neanche se ne si vuole uscire!
Come per la depressione che è un circolo, questo post non ha capo né coda. Non porta a niente.
Chiedo scusa per il poema e per lo sfogo ma oggi è una giornata peggiore del solito. Mi è appena arrivato il libro che dovrei studiare perché qualche giorno fa mi sono messo in testa di fare un esame e prendere una certificazione e l'unica cosa che desidero adesso è non esistere oppure avere la testa talmente colma di roba chimica da farmi dimenticare di esistere.
Per l'ennesima volta vorrei prendere una botta in testa e perdere completamente la memoria. Varrebbe la pena dimenticarsi di tutto e tutti perché dimenticherei anche il vuoto che mi porto dentro.
Innanzitutto non mi accetto e questo senz'altro peggiora la situazione ma è un altro discorso. In un altro thread ho raccontato di avere quello che credo sia un disturbo di personalità multiplo e anche quello è un altro discorso. Sono tutti argomenti separati che si intrecciano in un nodo comune che è la depressione, la totale insoddisfazione della vita fatta di vuoti incolmabili. Qualunque cosa faccia per cercare di riempire questi vuoti svanisce in tempi brevissimi con l'unico risultato di ampliarli finché diventano voragini sempre più grandi tanto da unirsi e trasformarsi in un unico grande vuoto. Potrei dire che la mia vita è piena di vuoto e sembra strano, paradossale e pure un controsenso ma il vuoto è l'unica cosa nella mia vita al quale riesco a dare una dimensione che è pur sempre approssimativa ma riesco più o meno a percepirne l'entità.
La depressione regna sovrana su tutti gli aspetti della mia vita. Ho ricevuto parole meravigliose nel corso degli anni come "Per noi sarai sempre il numero 1..." oppure "ce ne fossero di più come te..." o ancora "sei davvero carinissimo e dolce..." "sei proprio un bellissimo ragazzo". Anche in ambito universitario/lavorativo: "Hai stoffa..." oppure "Riesci a realizzare qualsiasi cosa se ti metti d'impegno..." o anche "sei un giovane e talentuoso ricercatore..." (mi limito a scrivere le note positive).
Sono state parole dette da persone diverse con una tale sicurezza che ci ho creduto veramente ma è durato tutto davvero poco.
Mi sono legato a pochissime persone nel corso degli anni e le ho perse tutte o quasi. Prima riuscivo ad andare avanti e a dimenticarmi del passato (con estrema fatica) e continuavo a cercare, con filtri sbagliatissimi, un'altra persona alla quale legarmi.
Da diversi anni non è più così. Il mio essere tante persone in 1 continua e le rare volte in cui mi trovo in pubblico sfoggio senza volerlo questa capacità di nascondere il mio vero io (magari è proprio questo che sono, una maschera diversa ogni giorno).
Prima uscivo molto di più, mi nascondevo ma uscivo.
Ora sono chiuso in casa, in me stesso senza far nulla e dandomi solo addosso...ogni giorno.
Oggi è tutto il giorno che piango senza versare una sola lacrima ma sento di piangere..le lacrime si riversano all'interno.
Cerco di non pensare a me stesso, agli errori ma è inevitabile.
Cerco di capire cosa voglio realmente, penso a cose da fare e poi mi dico che in realtà non le voglio.
Dico di si a tutti e mi metto in testa di poter fare questo e quell'altro ma niente ne vien fuori.
Mi immischio in faccende più grandi di me, sapendo di non avere ancora le capacità necessarie per farle forse nella speranza di ottenere uno schiaffo che mi formatti il cervello o che ne rimuova i virus che fanno bisboccia o di trovare qualcosa che veramente mi appassioni per più di 10 minuti.
Tantissime idee, tante buone intenzioni, molte passioni svanite per svariati e differenti motivi, elevata capacità autodistruttiva, forza di volontà quasi inesistente o a sbalzi. Il tutto coronato dalla consapevolezza di essere la pecora nera di una famiglia quasi normale, con un'educazione oggigiorno rara alla quale negli anni ho regalato esclusivamente disappunto.
La depressione è uno status, uno status psicofisico.
È come vivere con una camicia di forza integrale dove anche gli occhi sono coperti o la vista è velata.
È come vivere all'interno di una Vergine di Norimberga (questa è la mia idea di forma della depressione), non sai assolutamente o quasi nulla del mondo esterno e l'unica cosa sicura è il dolore che senti.
Nella depressione (questo tipo di depressione per lo meno, ne esistono centinaia di forme diverse più o meno gravi) non c'è la mancanza di qualcosa (sicuramente peggiora la situazione ma non è questo che mantiene un depresso in quello stato secondo me).
Al contrario, c'è qualcosa che vuoi che sparisca e questa cosa è il dolore! Ed è il dolore stesso e la consapevolezza di essere in questo status che non permette vie d'uscita.
Ciò che scrivevo prima a proposito delle tante idee eccetera lo dimostra. La mancanza di autostima e l'insicurezza aumentano l'opacità dello status rendendolo sempre più reale e man mano che si realizza diminuiscono le capacità di reazione.
I farmaci non servono, non serve niente a parte la volontà ed è ciò che di più raro si trova in un depresso. Il famoso ago in un enorme, immenso, infinito pagliaio.
Parte il discorso metafisico.
È un maledetto circolo, un cerchio che percorro per poi ritrovarmi esattamente allo stesso punto ogni tot di tempo (prima molto più variabile, ora non più così tanto). Ogni punto del cerchio potrebbe rappresentare un giorno, un minuto, un mese, un anno o un'esperienza, una persona..qualsiasi cosa faccia parte della vita ma non importa più di tanto perché in un cerchio ci sono infiniti punti eppure mi ritrovo sempre lì nello stesso punto e parrebbe impossibile perché essendoci infiniti punti servirebbe un tempo infinito per percorrerli/visitarli tutti e tornare al punto d'inizio.
Se sono sempre lì significa che non mi sono effettivamente mosso oppure ho fatto un salto e ho saltato tutti quei punti che avrebbero potuto cambiare le cose e sono tornato allo stesso punto o in un altro uguale o simile.
Io so come uscire dal cerchio, lo so! C'è sempre una tangente.
Il problema è trovare l'unico punto del cerchio che viene toccato dalla tangente, trovarsi lì e cambiare strada. Una vita sempre diversa, ogni giorno che passa.
La domanda finale, come per tutte le altre cose è: lo voglio davvero?