Stephen Hawkings dice che le persone silenziose sono quelle che hanno le menti più rumorose ed io sono la prova vivente di questo.
Chi mi attornia pare non accorgersi della mia presenza, preferisce non prestare orecchio quando timidamente tento di cominciare una conversazione (complice anche la mia tonalità bassa di voce).
Eppure, nonostante quest'anonimia, questa tranquillità esteriore, dentro di me vi è il subbuglio più impensabile.
Credo che il miglior modo di analizzare ciò che è in disordine, sia tentare di schematizzarlo secondo un criterio, ed è ciò che farò.
In me convivono (tutt'altro che armoniosamente) numerose personalità.
Una di esse è perennemente arrabbiata, perennemente insoddisfatta. Non sopporta le cose sbagliate, le persone irrispettose e vorrebbe urlare fino a inghiottire il mondo intero. Come qualsiasi persona nei momenti di collera, tende ad aggredire e ferire chi ha intorno, ma non con parole banali e scontate, bensì con parole mirate, accurate e letali; scelte appositamente per lacerare irrimediabilmente quella fallacea corazza che ognuno di noi si costruisce tanto meticolosamente.
Un'altra è triste e malinconica. Ha rinunciato ad ambizioni e speranze e l'unica cosa in cui trova conforto è mettere nero su bianco il suo vuoto interiore, guardando la pioggia che riga i vetri ed ascoltando la musica che pulsa, a tutto volume, nelle cuffiette. Con la solitudine ha un rapporto di amore ed odio, in quanto è solamente quand'è sola che può esprimersi in libertà, ma è pur vero che è in quei momenti che i suoi demoni reconditi possono assalirla in tutta tranquillità... A volte mentre scrive inzuppa il foglio di lacrime, ma quando è tra la gente tace, ingoia il dispiacere e sospira, perdendosi poco dopo nei suoi pensieri. Cerca in tutti i modi di aiutare gli altri, perché tanta è la tristezza che prova, che spera che nessun'altro debba conviverci, perché troppo doloroso.
Ha una grande sensibilità, ma finisce puntualmente col farsi calpestare, usare e disprezzare. Ha bisogno di qualcuno che con un abbraccio rimetta assieme i suoi pezzi rotti, ma finora è stata solamente messa con le spalle al muro ed è proprio per questa ragione, che ogni qualvolta che qualcuno le si avvicina (cosa abbastanza rara), lei prima o poi scompare senza un perché, terrorizzata. Tende a darsi la colpa di tutto e per redimersi finisce col pensare che le angherie subite da gente scema, siano meritate. A volte in preda all'angoscia finisce col compiere gesti stupidi come farsi del male. Altre, non riesce più a trattenere il dolore singhiozza anche per le sciocchezze, suscitando patetismo e fastidio in coloro che la circondano.
Un'altra è semplicemente apatica, abulica, annoiata e disgustata da tutto. Ha un atteggiamento stoico verso tutto e pare estraniata dal mondo.
Un'altra ha costantemente bisogno di essere amata, desiderata e soddisfatta, ma tutto ciò non trova mai un riscontro, perché nonostante l'immensa carica erotica la paura di esporsi chiaramente è troppa, e così il tutto culmina nella frustrazione.
Un'altra cerca sempre di sorridere e impegnarsi, trovando il lato positivo in tutto, supportando gli altri, ma ahimé è fragile come un fuscello, ed al minimo colpo di vento si spezza.
Insomma, come avrete visto sono tante le sfaccettature della mia personalità. A volte alcune predominano ed altre si annullano, fatto sta che in tutto questo caos, sto iniziando a non capirci più nulla.