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Messaggioda Masquerade » 08/12/2016, 22:14



-Entropia ha scritto:Caro Albatros, anche se esistesse da qualche parte attualmente non posso permettermi di cercarlo...

Grazie Masquerade per il tuo intervento. Sono contenta di essere riuscita a pormi in modo chiaro e lineare, anche se non è stato affatto semplice.
Forse non vedi nulla di discordante proprio grazie a questa trasposizione. Ti assicuro che dentro di me funziona diversamente...
So bene che non bisogna solo offrire, altrimenti arriverà il momento in cui ti ritroverai arido e svuotato... Però che vuoi farci, magari qualcuno saprà ricambiare prima o poi, intanto a me basta un sorriso. So anche che molti sono conviti che tutto sia loro dovuto, ma almeno nel mio piccolo so di aver fatto qualcosa di utile. Certamente però questa consapevolezza diventa insufficiente quando poi si andrà letteralmente a sbattere contro la dura realtà della solitudine, ma vabbè.
Non mi sono mai preclusa la possibilità di salvarmi per conto mio, sebbene nei momenti di sconforto io dica l'opposto (credo sia normale a volte avere dei tentennamenti quando si combatte una lotta). Il problema è che non so proprio da dove partire: questo 'sfogo' scritto nero su bianco doveva in teoria aiutare anche me a far chiarezza sul caos che ho dentro, ma purtroppo la confusione non è affatto scomparsa. Sono sempre più insicura: non esiste tra le tante me, una che sia capace di mediare. Non esiste un punto di riferimento. Quindi che fare?



La confusione non sparirà con un schioccar di dita. Questo è solo un passo. Uno dei tanti che ti aiuteranno. Un passo di partenza. Poco alla volta comprenderai quali saranno i seguenti.
E non spaventarti se ad un certo punto ti sembrerà di stare peggiorando. È un passaggio necessario purtroppo per affrontare il problema.
Non arrenderti. Questo solo per il momento puoi fare. E per ora va bene così. È già un buon punto di partenza. :)
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Messaggioda Maddy » 08/12/2016, 22:53



Ciao! (:

Ti ha diagnosticato qualche disturbo, alla fine, la psico?
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Messaggioda crociato » 09/12/2016, 11:19



-Entropia ha scritto:
crociato ha scritto:
-Entropia ha scritto:
Standingflame ha scritto:Il salvatore di qui parlo non esiste, semplicemente. Si tratta di qualcuno che mi ascolti senza giudicarmi, che sia in grado di comprendermi e di salvarmi, appunto, da me stessa.
Credevo di averlo trovato ma, più passano i giorni, più mi convinco d'aver sbagliato...

L'unico valdido salvatore, lo abbiamo dentro di noi. Rendersi dipendenti da un'altra persona è uno degli errori più gravi si possa fare, soprattutto oggigiorno. Anche io, diversi anni fa, ero convinto di dovermi salvare da me stesso. Io ero l'unica mia paura. Nel tempo ho capito che io sono l'unico su cui posso contare e l'unico che mi comprende abbastanza a fondo.


Hai senz'altro ragione crociato, la dipendenza affettiva è la cosa più sbagliata, razionalmente parlando, eppure una storia impetuosa, passionale, di sguardi penetranti e silenzi eloquenti è sempre stata il mio sogno. Quando non sai bene chi sei è facile che qualcuno ti 'direzioni' verso la via che più preferisce, ma non parlo di questo. Parlo di una devozione reciproca. Forse sono io ad essere strana o troppo sognatrice.
Senza dubbio solo noi possiamo conoscere (altre volte invece no, come nel mio caso) la tempesta che infuria dentro di noi. Ebbene io vorrei sostanzialmente qualcuno che mi ascoltasse, senza giudicarmi, cercando di capire il mio punto di vista. Qualcuno con cui non fare i soliti discorsi noiosi della serie: ehi come va? Qualcuno che condivida con me i propri obiettivi, le proprie preoccupazioni; magari dividendone il fardello con me.
Qualcuno con la mia stessa sete d'infinito, fame di conoscenza e voglia di amare.


No è quello che anche io ho sempre immaginato, in realtà. Non mi sento particolarmente strano o "troppo" sognatore, forse è solo il fatto che a livello di probabilità è raro incontrare una persona che condivide questa visione delle cose. Mi sono molto placato nel corso degli anni, anche io sentivo una tempesta dentro e forse era l'elettricità statica data dall'attrito con tutto quello che mi circondava, poi ho ridimensionato le prospettive capendo che non ho problemi con il mondo, semmai con il più delle persone. Non so te, ma io amo talmente tanto l'umanità e gli esseri umani, che immancabilmente mi deludono. Non c'è delusione più grande di quella proveniente da chi ami.
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Messaggioda -Entropia » 10/12/2016, 22:30



Masquerade ha scritto:La confusione non sparirà con un schioccar di dita. Questo è solo un passo. Uno dei tanti che ti aiuteranno. Un passo di partenza. Poco alla volta comprenderai quali saranno i seguenti.
E non spaventarti se ad un certo punto ti sembrerà di stare peggiorando. È un passaggio necessario purtroppo per affrontare il problema.
Non arrenderti. Questo solo per il momento puoi fare. E per ora va bene così. È già un buon punto di partenza. :)


Senz'altro non mi aspettavo che sparisse in un battito di ciglia, ma quanto meno speravo di avere qualche idea in più sul da farsi (cosa che non è successa).
Quando sono tranquilla o assorbita da mille impegni, la tempesta sembra placarsi. Forse perché per avvertirla a pieno devo 'prestare orecchio'. Fatto sta che non appena mi ritrovo sola o in una situazione di tensione inizia il delirio.

Maddy ha scritto:Ciao! (:

Ti ha diagnosticato qualche disturbo, alla fine, la psico?


Non saprei dirti visto che la seduta non è andata bene e probabilmente non ci tornerò.

crociato ha scritto:No è quello che anche io ho sempre immaginato, in realtà. Non mi sento particolarmente strano o "troppo" sognatore, forse è solo il fatto che a livello di probabilità è raro incontrare una persona che condivide questa visione delle cose. Mi sono molto placato nel corso degli anni, anche io sentivo una tempesta dentro e forse era l'elettricità statica data dall'attrito con tutto quello che mi circondava, poi ho ridimensionato le prospettive capendo che non ho problemi con il mondo, semmai con il più delle persone. Non so te, ma io amo talmente tanto l'umanità e gli esseri umani, che immancabilmente mi deludono. Non c'è delusione più grande di quella proveniente da chi ami.


Hai ragione crociato. La tua teoria sulla tempesta interiore la trovo estremamente interessante. Percepisco molta disillusione nelle tue parole e mi spiace, sfortunatamente pare che 'la ruota' non giri dalla nostra parte. Penso anche io che il dolore provocato da una delusione cresca in funzione dell'affetto che si prova per quella persona.
Forse dovremmo amare un po' meno l'umanità e un po' più noi stessi, non trovi?
Di sicuro ci risparmiamo un paio di pesci in faccia.
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Messaggioda crociato » 10/12/2016, 23:52



-Entropia ha scritto:Hai ragione crociato. La tua teoria sulla tempesta interiore la trovo estremamente interessante. Percepisco molta disillusione nelle tue parole e mi spiace, sfortunatamente pare che 'la ruota' non giri dalla nostra parte. Penso anche io che il dolore provocato da una delusione cresca in funzione dell'affetto che si prova per quella persona.
Forse dovremmo amare un po' meno l'umanità e un po' più noi stessi, non trovi?
Di sicuro ci risparmiamo un paio di pesci in faccia.

Non so, infondo amo me stesso. Apprezzo le cose buone che ho fatto nel corso degli anni e mi pesa il fatto che sono l'unico o quasi. E tu? Hai qualcosa che ti senti dentro, indipendente dagli eventi passati, tuo interiore da sempre? O quel qualcosa te lo porti dentro, magari riconducibile ad uno o più eventi avvenuti nel corso della tua storia? Tendo separare il "ciò che sono" dal "ciò che ho passato", per poter meglio capire le dinamiche degli "attriti" con l'esterno.
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Messaggioda Maddy » 10/12/2016, 23:58



Cacchio, mi dispiace. :/
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Messaggioda -Entropia » 11/12/2016, 9:21



crociato ha scritto:Non so, infondo amo me stesso. Apprezzo le cose buone che ho fatto nel corso degli anni e mi pesa il fatto che sono l'unico o quasi. E tu? Hai qualcosa che ti senti dentro, indipendente dagli eventi passati, tuo interiore da sempre? O quel qualcosa te lo porti dentro, magari riconducibile ad uno o più eventi avvenuti nel corso della tua storia? Tendo separare il "ciò che sono" dal "ciò che ho passato", per poter meglio capire le dinamiche degli "attriti" con l'esterno.


Anch'io in teoria capisco di non essere una brutta persona (in pratica non perdo occasione di svilirmi nei miei momentacci), così come in teoria apprezzo le cose buone che ho fatto per gli altri (per poi maledirmi quando poi puntualmente se ne approfittano, o sbattere con la triste consapevolezza di essere sola quando poi, una volta preso ciò che volevano, levano molto cordialmente le tende).

Ci ho pensato e ripensato alla tua domanda e credo di non saperti rispondere. Le mie esperienze negative sono cominciate molto presto, quindi è normale che abbiano in qualche modo influenzato il mio modo di essere o di pensare. Ciò comporta che prima di essere, diciamo 'compromessa', non ero che una bambina piccola. E' sostanzialmente questo il nocciolo della questione: non so che persona potrei essere o potrei essere diventata, senza la mia 'malattia'. Quindi mi tormento nel chiedermi chi sono? Sono forse il frutto di anni ed anni di pensieri disfunzionali ammassati di qua e di là? Sono un conglomerato di insicurezze al quale ho deciso di aggiungere, grazie alla mia fervida immaginazione, un lato positivo? Sono semplicemente una malata immaginaria? Una a cui piace crearsi problemi e soffrire (di inutili sensi di colpa direi che ne sono piena)?
Non lo so, non saprei proprio rispondere.

Sostanzialmente è tutto nella mia testa, quindi forse basterebbe mettere a tacere tutto e smettere di pensarci. Peccato che questo caos non si possa mettere a tacere. Sì può ignorare brevemente, ma poi è come se, per ripicca, si facesse sentire peggio di prima, impedendomi addirittura di concentrarmi.

Non riesco a scindere 'quella che sono' da 'ciò che ho passato' perché per me quest'ultimo è cominciato tanto presto, da (forse addirittura) sovrapporsi al precedente, compromettendone ogni possibile sviluppo futuro. Forse è per questo che la situazione è così ingarbugliata.

Potresti insegnarmi come ci riesci? Perché io davvero, ti giuro che ci ho provato per una notte intera, e ciò che ci ho guadagnato è stata semplicemente una notte insonne oltre che, come al solito, tanta frustrazione.

Grazie ancora per aver risposto.


Non ti preoccupare Maddy, ci sono abituata.
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Messaggioda crociato » 11/12/2016, 12:01



-Entropia ha scritto:Anch'io in teoria capisco di non essere una brutta persona (in pratica non perdo occasione di svilirmi nei miei momentacci), così come in teoria apprezzo le cose buone che ho fatto per gli altri (per poi maledirmi quando poi puntualmente se ne approfittano, o sbattere con la triste consapevolezza di essere sola quando poi, una volta preso ciò che volevano, levano molto cordialmente le tende).

Ci ho pensato e ripensato alla tua domanda e credo di non saperti rispondere. Le mie esperienze negative sono cominciate molto presto, quindi è normale che abbiano in qualche modo influenzato il mio modo di essere o di pensare. Ciò comporta che prima di essere, diciamo 'compromessa', non ero che una bambina piccola. E' sostanzialmente questo il nocciolo della questione: non so che persona potrei essere o potrei essere diventata, senza la mia 'malattia'. Quindi mi tormento nel chiedermi chi sono? Sono forse il frutto di anni ed anni di pensieri disfunzionali ammassati di qua e di là? Sono un conglomerato di insicurezze al quale ho deciso di aggiungere, grazie alla mia fervida immaginazione, un lato positivo? Sono semplicemente una malata immaginaria? Una a cui piace crearsi problemi e soffrire (di inutili sensi di colpa direi che ne sono piena)?
Non lo so, non saprei proprio rispondere.

Sostanzialmente è tutto nella mia testa, quindi forse basterebbe mettere a tacere tutto e smettere di pensarci. Peccato che questo caos non si possa mettere a tacere. Sì può ignorare brevemente, ma poi è come se, per ripicca, si facesse sentire peggio di prima, impedendomi addirittura di concentrarmi.

Non riesco a scindere 'quella che sono' da 'ciò che ho passato' perché per me quest'ultimo è cominciato tanto presto, da (forse addirittura) sovrapporsi al precedente, compromettendone ogni possibile sviluppo futuro. Forse è per questo che la situazione è così ingarbugliata.

Potresti insegnarmi come ci riesci? Perché io davvero, ti giuro che ci ho provato per una notte intera, e ciò che ci ho guadagnato è stata semplicemente una notte insonne oltre che, come al solito, tanta frustrazione.

Grazie ancora per aver risposto.

Non so se riesco ad insegnarti, così su due piedi, anche perchè pure io ho i miei problemi. Non ho soluzioni in tasca, purtroppo. Alla persona con la quale ho passato quasi 4 anni della mia vita, anche lei con pesanti trascorsi, dicevo sempre una cosa: se non sai chi sei e fai fatica a capirlo, puoi provare con il sistema inverso. Come non sei? Come non vuoi essere? Al resto devi puntare nella tua vita, che è un continuo divenire, come tu sei in continuo mutamento. Non è necessario che tu cerchi di essere qualcuno, quando è più utile avere ben chiaro chi non vuoi essere. Per me è quello il punto di partenza.
Inoltre, hai sottolineato proprio quello che intendevo: eri una bambina "come tutte le altre". Ora sei una donna "come tutte le altre", con i tuoi trascorsi, le tue esperienze e le tue cicatrici, che fanno di te una persona unica. Riguardo al "compromessa", infondo lo siamo tutti, purtroppo a causa non della natura, non del fato, ma a causa di un sistema che indottrina masse di persone a pensare solo al proprio ego e ad accumulare proprietà. Se non si è particolarmente ottusi o narcisisti, la vita è un attrito continuo. Per me è questo a farci sentire compromessi e forse è proprio questo che volevano quelli che hanno istituito questo sistema, così da avvilirci e renderci più controllabili. La libertà, anche da se stessi, forse comincia con una presa di coscienza.
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Messaggioda crociato » 11/12/2016, 12:46



Altra cosa: ad un certo punto della mia vita ho cercato di puntare sulle costanti. Una costante può essere la natura: ti morde solo se la provochi, se commetti un errore. Ho cercato di trasmettere anche a lei la stessa mentalità. L'ho spronata a seguirmi in palestra, dove avevo trovato una mia realtà stabile, così che trovasse anche lei dei punti fermi, assieme a qualcosa che le piacesse, la gratificasse e le potesse dare i mezzi per credere in se stessa.
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Messaggioda -Entropia » 15/12/2016, 14:54



crociato ha scritto:Non so se riesco ad insegnarti, così su due piedi, anche perchè pure io ho i miei problemi. Non ho soluzioni in tasca, purtroppo. Alla persona con la quale ho passato quasi 4 anni della mia vita, anche lei con pesanti trascorsi, dicevo sempre una cosa: se non sai chi sei e fai fatica a capirlo, puoi provare con il sistema inverso. Come non sei? Come non vuoi essere? Al resto devi puntare nella tua vita, che è un continuo divenire, come tu sei in continuo mutamento. Non è necessario che tu cerchi di essere qualcuno, quando è più utile avere ben chiaro chi non vuoi essere. Per me è quello il punto di partenza.
Inoltre, hai sottolineato proprio quello che intendevo: eri una bambina "come tutte le altre". Ora sei una donna "come tutte le altre", con i tuoi trascorsi, le tue esperienze e le tue cicatrici, che fanno di te una persona unica. Riguardo al "compromessa", infondo lo siamo tutti, purtroppo a causa non della natura, non del fato, ma a causa di un sistema che indottrina masse di persone a pensare solo al proprio ego e ad accumulare proprietà. Se non si è particolarmente ottusi o narcisisti, la vita è un attrito continuo. Per me è questo a farci sentire compromessi e forse è proprio questo che volevano quelli che hanno istituito questo sistema, così da avvilirci e renderci più controllabili. La libertà, anche da se stessi, forse comincia con una presa di coscienza.


E' un modo interessante di vederla: sicuramente so che tipo di persona non voglio essere e spesso e volentieri ho cercato di 'riprendermi' quando percepivo di essermi lasciata troppo andare. Forse sbaglio a sentirmi come marchiata da questo passato pesante, a sentirmi distante dagli altri (anche se spesso sono proprio gli altri ad isolarmi). Spero di acquisire presto questa consapevolezza: con ciò non intendo dire che aspetto la manna dal cielo, dal canto mio tenterò di guardare le cose da una prospettiva diversa...

crociato ha scritto:Altra cosa: ad un certo punto della mia vita ho cercato di puntare sulle costanti. Una costante può essere la natura: ti morde solo se la provochi, se commetti un errore. Ho cercato di trasmettere anche a lei la stessa mentalità. L'ho spronata a seguirmi in palestra, dove avevo trovato una mia realtà stabile, così che trovasse anche lei dei punti fermi, assieme a qualcosa che le piacesse, la gratificasse e le potesse dare i mezzi per credere in se stessa.


Più volte ho provato a fare sport o comunque a muovermi (danza, pallavolo ecc). Ma il massimo che ho fatto sarà stato un anno ed in modo saltuario. Ho problemi respiratori, che nell'ultimo periodo si sono aggravati, causando anche aritmia cardiaca e pressione bassa, per cui se mi stanco troppo stramazzo a terra (come per altro già mi è capitato). Di hobby ne ho, anche se mi sarebbe piaciuto ritagliarmi quel momento per me, così da migliorare anche un po' la mia forma fisica. Però se il prezzo da pagare è la salute sinceramente non me la sento.
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