Vorrei raccontare la mia autobiografia, che dopo anni di buio totale sta finalmente arrivando alla luce.
Sono un ragazzo di 23 anni, che ha un passato molto travagliato.
Inizia tutto con il divorzio dei miei genitori, a circa 5 anni. Mi è sempre mancato mio padre poiché io vivevo con mia madre e il suo nuovo compagno al nord, mentre mio padre al sud, che vedevo una volta l'anno ed era un trauma separarmi da lui ogni volta. Devo dire che il compagno di mia mamma, finché non si sono lasciati, è stato come un padre per me in tutto e per tutto. Il problema è proprio questo, quando a 12 anni si è lasciato con mia mamma ci ho sofferto molto, e in un periodo della mia vita in cui si ha bisogno di una figura paterna (almeno parlando personalmente) questa non c'era. Io e mia mamma siamo andati a vivere da mia nonna, e qui non mi sono mai sentito a casa mia. Inoltre mio padre si era risposato con una donna (o un animale infame) che mi ha sempre fatto passare l'inferno nei mesi estivi che scendevo, facendo di tutto per rovinarmi sempre le vacanze estive, il tutto nel silenzio-assenso di mio padre. Passavo estati chiuso in casa, senza uscire, senza poter guardare troppe ore la tv al giorno (Cosa dovevo fare?). Ma non è tutto: è proprio alle medie, quando non avevo figura paterna, quando non vivevo in una casa che sentivo mia, quando mio padre non era padre, quando non avevo amici perché erano piccoli infami (Ma erano ragazzini, bambini. Uno di questi è il mio migliore amico ora) che è iniziato il bullismo a scuola. Tuttavia non mi creava all'epoca problemi, poiché non mi interessava. Ma ha reso il tutto un input per diventare estremamente sensibile e insicuro.
Finora ho solo "giocato", il peggio arriva al liceo. Rapporto con mia madre e mia nonna molto bello, mi sentivo un pochino di più a casa mia; rapporto con mio padre pessimo, verso la quinta liceo l'ho recuperato pian piano (Da quando ha divorziato. Un caso?). Continuo bullismo fino la terza liceo, tant'è che pensavo al suicidio. Anche chi non mi bullizzava mi ridicolizzava pure per il quarto e quinto anno. Chi non mi ridicolizzava mi credeva un fallito. Non ho mai avuto esperienze di tutti i ragazzi: esperienze sessuali, fidanzate, consigli paterni, compagnie con cui svagarmi (Avevo amici ma nessuno voleva mai fare nulla). Nulla. Tutto mi ha portato a un vortice di insicurezza, ansia, rabbia verso me stesso, che non mi ha consentito di sviluppare un carattere, una personalità.
Non parliamo del fatto che mia mamma ha avuto un degrado dato da alcol, uso di psicofarmaci ed altro, con tentativi di suicidio, situazione di m**a in casa dove io le faccio da padre e da baby sitter, dove lei non è una madre per me. Dove mi sono anche reso che mio padre non è stato un padre per certi versi. Dove mi rendo conto che questa insicurezza mia è data anche molto dai genitori, non solo dai fattori esterni.
Ora mi sto riprendendo. Ho realizzato un grandissimo sogno lavorativo che modestie a parte crea invidia a tutti e molto prestigio. Piano piano mi sto riprendendo e sto diventando una persona forte e sicura di sé. Ho conosciuto un anno fa una ragazza fantastica (La prima) che mi ha portato luce e mi ha fatto rialzare. Ho smesso di prendere antidepressivi e di andare dallo psicologo, si perché ci andavo.
Cari lettori, non arrendetevi mai.