Ho iniziato a sentirmi un alieno già all'asilo, forse perché ero cresciuto avendo pochi contatti con altri bambini e con il tempo le cose sono peggiorate lentamente ma costantemente.
Adesso vi scrivo con un po' di consapevolezza acquisita in questi 49 anni, ma per molto tempo ho percepito solo sofferenza e disagio.
La famiglia... Mi sono chiesto perché mi avessero messo al mondo e prima dei dieci anni ho cercato di uccidermi, era come vivere in un incubo.
Non è stata una violenza fisica ma psicologica.
Si sono concentrate molte situazioni sgradevoli attorno a me.
Vivevamo in una grande casa in campagna, un po' isolata, ed eravamo tre famiglie, la mia, i miei nonni materni e mio zio con relativa moglie.
Siccome non andavano d'accordo litigavano spesso ed abbastanza violentemente, inoltre anche i miei genitori quelle poche volte che stavamo assieme spesso venivano pure alle mani.
Purtroppo questo è solo il sottofondo, mia madre aveva problemi psicologici, non so bene quali, certo era maledettamente ansiosa ed instabile di umore.
Soprattutto aveva anche la dipendenza dall'alcool.
Mi dispiace per tutte le persone che hanno sofferto magari più di me, ma crescere con una persona del genere è stato così destabilizzante che non riesco nemmeno a spiegarlo, come vivere su una barchetta in mezzo all'oceano, una sensazione di mal di stomaco continua a cui poi ho dato il nome di ansia, mia fedele compagna da allora.
Negli anni ho anche pensato che una parte dei miei problemi fossero anche biologici, voglio dire che forse anche quando era incinta di me avrà bevuto oltre al fatto che è stata sempre una grande consumatrice di caffè e sigarette praticamente all'ingrosso.
Di sicuro non ho trascorso quei mesi dentro di lei ascoltando Bach e Beethoven, come minimo litigi ed urla.
Qualche altro problema? Certo... Altrimenti era troppo banale la situazione.
Lei aveva anche problemi con il gioco, all'epoca soprattutto lotto enalotto cose del genere, visite a maghi, astrologi.
Mio padre che non mi ha mai dato un consiglio un aiuto, era abbastanza violento verbalmente ed io mi sentivo inetto, incapace e dalla paura magari piangevo, così lui mi sgridava anche per quello, stiamo sempre parlando di un periodo prima dei dieci anni.
Sicuramente frequentava altre donne perché la sera non stava mai a casa e anni dopo mia madre mi fece vedere delle foto di una sua amante, aveva una specie di seconda famiglia.
Cmqe io ero una specie di bidone della spazzatura e mia madre mi riempiva con le sue farneticazioni, anche relative alla sua infanzia.
Mio nonno era l'unica figura maschile non aggressiva ed insieme alla nonna mi hanno in parte allevato, purtroppo lui era un po' fanatico riguardo alla religione, fino al punto di costruire una chiesetta, non tanto piccola.
A volte andavamo in giro partendo all'alba a visitare santuari, più o meno ufficiali, e c'erano discorsi in casa su fatture malocchi cose simili, quindi per me cose del genere erano normali.
Dimenticavo... Mi hanno nutrito con la betoniera, così ero già obeso alle elementari, e poi ho dovuto mettere gli occhiali, sembra qualcosa di normale il fatto di avere gli occhiali, ma allora era anche motivo di ansia in famiglia, spesa in più, e sfottimento a scuola.
Ecco ...la scuola... Che ne sapevo io di come ci si comportava con gli altri bambini? Avevo frequentato l'asilo ma non moltissimo. Cmqe oltre all'essere ciccione, agli occhiali, mi misi pure a parlare di fatture varie, non quelle per l'IVA, per me erano discorsi normali sentiti in famiglia, così altri insulti.
Questa era una scuola di campagna eravamo pochi bambini di classi differenti stiamo parlando dei mitici (per gli altri) anni 70, cmqe in quinta elementare fui trasferito in città e li erano laureati in bullismo e sfottò, così me ne tornava a casa piangendo.
Ci eravamo trasferiti in un'altra casa poco distante dalla prima, ormai vedevo poco i nonni, non sapevo con chi parlare della mia condizione, paura, tristezza, senso di inadeguatezza, i miei lavoravano, così io stavo da solo il pomeriggio, la TV l'unica amica sincera che non mi faceva piangere. Il cibo, nonostante l'avviso di un medico venuto a scuola, non era ancora un problema.
I fumetti erano una mia passione, soprattutto Topolino, li comprava mia madre perché per mio padre erano soldi buttati.
Poi iniziarono anche le diete, non ricordo bene credo a nove anni la prima, cmqe io abituato male fin da piccolo avevo difficoltà a gestire il cibo, così altri motivi di frustrazione e litigi.
Mi sembra di ricordare di aver chiesto a mia madre di poter parlare con un medico dei miei problemi, ovviamente era ancora una persona di cui mi fidavo, ma lei mi disse che sarebbe stato motivo di vergogna, cmqe erano altri tempi.
Insomma sommato tutto, non avendo neanche nel mio corpo una fonte di divertimento o gioia, ma solo fatica e delusioni, decisi che non aveva senso vivere, avevo poche informazioni all'epoca, ma in qualche film più o meno comico avevo visto qualcuno infilare la testa in un forno a gas.
Certo la posizione era scomoda, così presi una bombola piena, la misi vicino al letto e misi a leggere un fumetto aspettando di addormentarmi, non avevo pensato a quanto tempo ci sarebbe voluto ed anche al pericolo di un'esplosione, cmqe mia madre rincasò e mi salvò in tempo.
Poi sensi di colpa per lei che piangeva, e per molti anni non ho più tentato di morire anche se ci pensavo molto spesso.
Forse la mia vita si è fermata in quel periodo, come in una bolla emozionale, la confusione è aumentata nella mia testa insieme alla depressione.
Poi i problemi dell'adolescenza, alle superiori l'ansia era così devastante che alla fine abbandonai senza diploma.
Ci sarebbe molto da scrivere, ma tutto quello che ho fatto alla fine l'ho sempre abbandonato, così i lavori, il mio matrimonio, alla fine anche la casa, anche la società.
Adesso vivo in un camper parcheggiato in un terreno agricolo e non so proprio come finirà, da anni soffro anche di problemi di salute soprattutto dolori e stanchezza muscolare.
Non ho mai avuto grandi motivazioni per lottare, ho sempre percepito il mio corpo come un ostacolo ed un'armatura arrugginita.
Credo di aver giocato una partita nella quale non ho mai creduto, mi sembra di vivere in una specie di allucinazione o incubo.
Il mese scorso volevo proprio farla finita, avevo anche studiato il modo, ma alla fine non ci sono riuscito, qualcosa mi continua a legare a questo pianeta.
Adesso non ho persone che mi stressano o urlano contro ma è come se ci fossero, mi sono rivolto al comune per poter parlare con la psicologa, ma mi sembra di raccontare sempre le stesse cose, alla fine sono il solo che può fare qualcosa, ma cosa?
Io percepisco solo sensazioni sgradevoli, il cibo ormai è dannoso alla salute e non trovo motivi per allungare questo supplizio, serve solo un modo per ingannare l'istinto di sopravvivenza e smettere di sopravvivere.
Posso solo dirvi di parlare dei vostri problemi perché io per tanti anni non ho potuto e quando mi sono pagato le prime psicoterapie era passato già molto tempo. Oltre a questo prezioso forum ci sono anche molte associazioni che si occupano di questi problemi.
So che è difficile, ma tenersi tutto dentro non va bene, è come la ruggine che consuma tutto dall'interno,