Una storia, un destino

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Una storia, un destino

Messaggioda Penna » 02/01/2021, 21:08



Mi chiamo Luca e ho 26 anni, quasi 27.

Sono originario della provincia di Roma, qui mi sono abituato presto alla solitudine. Durante le scuole medie ho subito quotidianamente bullismo fisico e psicologico. Dopo due anni ho cambiato classe ma la situazione è rimasta analoga. Ero obbligato a fare compiti ad altri, a intervenire quando un compagno non li aveva fatti, per dire che so, magari che era passato da me e avevo dimenticato io di portargli il quaderno, a non prendere voti troppo alti nei compiti e altre umiliazioni di questa tipologia, senza contare quelle fisiche e fisiche/psicologiche allo stesso tempo. Una volta ricevetti una minaccia fisica perfino da un genitore di un compagno di classe al quale mi rifiutavo di fare i compiti, non appena avevo cambiato classe.

Andare in un liceo dopo quest'ambiente è stata una liberazione, anche se il trauma è rimasto nel tempo e ho sempre rifiutato di uscire nelle mie zone. Mentalmente mi ero costruito una mappa colorata della città, che in realtà mi orienta ancora oggi: verde = via libera, possibilità di circolare; giallo = meglio non soffermarsi troppo in questa zona; rosso = alta possibilità di incontri pericolosi, evitare o circolare rapidamente.

Una sola volta ho partecipato, durante le scuole medie, ad una gita di più giorni, ed è stata un completo calvario tra minacce e umiliazioni davanti a persone anche di classi diverse, dunque in sostanza mi sono chiuso in una stanza se non per andare a scuola, posto che precedentemente apprezzavo molto e che poi mi sono ritrovato a frequentare sempre con la paura. Penso che nessun bambino dovrebbe frequentare un posto di apprendimento e crescita personale con la paura che possa succedergli qualcosa. Ancora oggi mi chiedo come fosse possibile che nessun professore di allora percepisse qualcosa di ciò che vivevo io.

A 16 anni muore mio padre, all'improvviso. Ricordo ancora quella mattina. Ero da mia nonna e squillò il telefono. Una voce stridula dall'altra parte del telefono. Stacco la cornetta del telefono dall'orecchio perché interpreto tutto come uno scherzo di qualcuno che vive nelle vicinanze, e anche perché non capisco. E' proprio la paura di avere a che fare ancora con ex compagni di scuola che mi tiene al telefono quel giorno, per cercare di capire da chi devo guardarmi bene questa volta. Dopo poco capisco che la voce stridula non è fatta apposta ma è invece disperazione, e riconosco mio nonno che mi dice che mio padre è morto. Nessuno ha la dinamica chiara e nessuno ci crede, nemmeno mia madre. Chiamiamo l'ambulanza e poche ore dopo veniamo a sapere che mio nonno aveva effettivamente ragione.

Nel periodo successivo ho avuto una sola ragione di vita: andare via dalla mia regione, non mi bastava andar via dalla provincia. Ci sono riuscito per 7 anni: ho cominciato a studiare a Bologna, ho studiato un anno a Madrid, torno a Bologna per la laurea (che non festeggio assolutamente, poiché odio le feste, il clima di euforia e perché non avevo molte persone vicine, seppure non c'è paragone con la solitudine che vivo adesso), mi trasferisco a Forlì per la magistrale, dove resto un anno, studio altri 6 mesi in Cile e faccio un tirocinio a Valencia, dove pubblico anche un articolo in spagnolo all'interno della ong dove lavoro, e altri due sono in corso di pubblicazione. Sono stati anni nel complesso decisamente positivi, forse con pochi amici ma i traumi sono difficili da superare, comunque normali, avevo una ragazza che amavo molto, con cui ho vissuto tre anni, due splendidi e uno un calvario. Due serie di sedute psicologiche, a Forlì e a Santiago de Chile, mi rimettono in piedi nei momenti difficili. In Cile comincio a sentire la mano fredda di uno spettro sulla mia spalla: è l'incubo del ritorno a casa. Non mangio più e impiego tutto il tempo per trovare un lavoro tramite il sito dell'università e altri mezzi.

Due giorni dopo la laurea firmo un contratto di lavoro, a Roma. Penso di resistere perché non è facile trovare lavoro dopo due lauree di ambito abbastanza umanistico, sperando di trovare qualcosa di meglio. Supero anche un colloquio a Verona, per un posto molto buono, mi inseriscono in un gruppo chiamato pool, una specie di "rosa di candidati" dal quale attingere, ma ad oggi non ho ricevuto che qualche scambio di mail che mi conferma di essere stato selezionato.

Passo le giornate in cui non lavoro seduto su una poltrona, senza nessuno con cui poter parlare: non conosco nessuno e non mi fido di nessuno, odio la città, vorrei vederla in macerie (non me ne vogliate utenti residenti a Roma, spero anch'io un giorno di riappacificarmi con il posto). La provincia invece vorrei vederla rasa al suolo senza evacuare la popolazione, tipo bombardamento di Guernica (mi scuso con lo staff se il linguaggio usato rasenta l'odio, ma spero si possa capire alla luce di quanto scritto precedentemente).

Vorrei andar via, ma penso che non succederà mai. Non ho idea di come poter conoscere qualcuno, di come trovare il coraggio di uscire e soprattutto il coraggio di provare a vivere. Ho pensato che il lavoro mi portasse a stringere dei legami, seppure non è proprio il lavoro dei miei sogni e devono ancora stabilizzarmi, ma non è così. Ho sempre l'impressione che le persone mi parlino di cose che a me non interessano: mi piace scrivere, e a Bologna ero entrato in una redazione, alla quale ancora partecipo a distanza scrivendo articoli, scrivo poesie, sono eccitato dall'intelligenza, qualcosa che nella necessità moderna di categorizzare tutto, si chiama sapiosessualità. Anche se non mi piacciono le etichette e penso che pongano dei confini per un fine descrittivo, mi ci ritrovo. Odio invece i discorsi sulle natiche e il seno della tal dei tali, che sento quotidianamente al lavoro o, quando uscivo ancora, tra le persone che frequentavo al liceo. Non riesco a ritrovare questi interessi in nessuno qui, mentre al nord mi ritenevo molto soddisfatto.

Una gatta e documentari di storia mi tengono compagnia durante la sera, e ora a quanto pare anche questo forum, che per lo meno mi distrae permettendomi di non friggermi il fegato sulla mia condizione di estrema solitudine. Per questa distrazione, ringrazio sentitamente tutte le persone che hanno impiegato anche solo qualche minuto per parlare con me in chat. Sfigati di tutto il mondo ... uniamoci!

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Messaggioda Lena » 07/01/2021, 12:45



Caro Luca,
è quasi disturbante la crudezza con cui parli della tua vita.
Ho percepito tutto il tuo dolore e la tua rabbia e ho provato io stessa un senso di angoscia che sono sicura tu proverai in maniera molto più amplificata.

Mi dispiace per gli eventi della tua giovinezza, nessuno dovrebbe vivere così.
Fuggire a volte aiuta a lenire le ferite: io stessa sono fuggita da un'adolescenza burrascosa e sono grata di non dover più tornare in certi luoghi.

Magari c'è chi dice che la fuga non è la soluzione, ma del resto ognuno persegue la felicità con i mezzi che ha a disposizione e trovo inutile ostinarsi in qualcosa che crea dolore.

Niente ti trattiene in un luogo di sofferenza. Sei già andato via, puoi farlo ancora :)
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Messaggioda Penna » 07/01/2021, 13:11



Ciao cara Lena, grazie per le tue parole e la tua empatia. Finché una persona rimane empatica e riesce a percepire la sofferenza altrui, c'è sempre speranza per lei, di questo devi essere contenta per te stessa.

Se parlo della mia esperienza con freddezza è perché non ho mai creduto di poter essere felice, anzi, penso che forse il mio stato attuale sia il massimo a cui posso aspirare, credo di meritarmi né più né meno di questo.

Purtroppo però non è vero che posso ancora andare via, non senza trovare un altro lavoro altrove, perché non ho intenzione di farmi mantenere da altri. La vita mi ha regalato 7 anni abbastanza sereni, e forse non posso permettermi di chiedere altro. Devo solo far passare le giornate sperando che tutto finisca presto e vivere nell'immaginazione della mia mente.

Grazie ancora per aver dedicato del tempo alla lettura della mia bio e per aver risposto.

Luca
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Messaggioda Lena » 07/01/2021, 13:40



Perché pensi di non poter essere felice?

Per quanto riguarda il lavoro, il periodo non è facile ma il lavoro si può trovare. Se non è una domanda troppo personale, in che ambito stai cercando?
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Messaggioda Penna » 07/01/2021, 14:08



Non posso esserlo vivendo qui, avrei dovuto cercare qualcosa di più pratico per realizzare il mio obiettivo di andare via e stare qui mi assorbe ogni energia, riesco solo a lavorare e dormire. Prima dormivo sempre, o comunque me ne stavo al letto, adesso quando non lavoro sono online qui, non ho altro da fare e non ho intenzione di uscire da casa in questo posto, ne ho abbastanza di tutti e voglio solo far scorrere la mia vita il più velocemente possibile.

Cerco tramite il sito universitario, sono junior essendomi laureato a luglio. Nonostante il periodo ho fatto molti colloqui, ma tra 6 mesi non sarà lo stesso perché ci sono delle agevolazioni per neolaureati e tra un po' non lo sarò più. Cerco qualsiasi posto che sia dello stesso livello o superiore rispetto alla posizione che ho già, che è quella di impiegato amministrativo: amministrazione nella grande distribuzione o in altri posti, logistica, spedizioni internazionali e altri ruoli simili che prevedano uso di lingue ed esperienze all'estero. Inoltre essendo una categoria protetta (mio padre è riconosciuto come morto causa lavoro) ho alcune agevolazioni per lavorare nella mia regione. Ho partecipato ad un recente bando e sono risultato n. 15. Ho selezionato 10 posti che potrebbero interessarmi, nulla a che fare con le mie lauree, si tratta di posti per i quali basta essere categoria protetta e avere una licenzia media. Dato che nel mio lavoro sono part-time per ora, potrei comunque accettare per prendere qualche centinaio di euro in più e lasciare il mio lavoro attuale. Ciò significherebbe entrare nel pubblico, far scorrere più velocemente le giornate perché lavorerei ogni giorno, ma anche imparare meno cose, e dunque rimanere bloccato in quel posto. Credo che ne accetterò uno comunque (sempre che quei 10 posti non siano scelti da chi è in graduatoria prima di me) e che compirò il mio destino come doveva essere fin dall'inizio. Probabilmente sono già troppi quei 7 anni di vita serena che ho avuto e non dovrei nemmeno avere il diritto di lamentarmi della "vacanza" che mi sono preso dalla realtà che mi aspetta.
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Messaggioda Starlord » 03/01/2022, 8:35



Mi ha fatto sorridere il tuo sfogo con annesso esempio all'aviazione Condor. Chi non vorrebbe vedere coloro che ti hanno perseguitato da una vita, venire bombardati come in Guernica. L'umorismo, anche quello nero spesso aiuta, io utilizzo catastrofi naturali di natura cosmica, desiderando spesso l'estinzione del genere umano quindi, direi che tu sei
stato anche piuttosto contenuto :lol:
Fatta questa premessa, non sei l'unico, se ti guardi in giro vedi tante persone che fingono di avere amici e di essere felici, ma la verità è che si tratta solo di finzione, per attirare persone (che ironia vero? Fingi di essere felice e di avere un infinità di amici per attirare amici).Quanta tristezza....
Sembri una persona molto interessante, discostata da quegli interessi spiccioli che creano aggregazione (ma non amicizia) e si allontanano sempre più dal costruire rapporti basati sul confronto e il miglioramento di se stessi e degli altri.
Quanto capisco il tuo dolore, quanto mi sono immedesimato in quei beceri atti di bullismo, so cosa si prova. Non posso invece capire quanto dolore hai provato nel perdere tuo padre ad un età così sensibile e d'impatto... Posso solo immaginarlo. Vorrei poterti dire che le cose andranno bene, ma sono sempre più convinto che il declino non è dipeso da noi, ma da chi aveva le capacità per migliorare gli altri ma è finito con il rovinare gli altri a causa del suo stesso male... La stronzagine. Concludendo, voglio però rassicurarti sul fatto che dalla tua parte hai la cultura e l'intelligenza di ammettere che hai un problema e che puoi risolverlo ed ammettere di avere un problema è il primo passo verso la risoluzione del problema stesso.
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Messaggioda Penna » 11/01/2022, 20:45



Ciao Starlord, ti ringrazio per la tua risposta, anche se devo dire che ormai ad oggi non sento più il peso degli eventi di un anno fa, le cose sono cambiate e vanno molto meglio, e ho accettato sia i miei traumi che gli eventi negativi del passato, penso di aver preso la strada giusta per cogliere il meglio dal peggio. Grazie comunque per il tuo interesse ^_^
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Messaggioda Thelazygirl » 06/03/2022, 0:40



Ciao Luca,
Sono rimasta molto colpita dalla tua storia e ti ammiro molto per il tuo coraggio nell’essere andato avanti nonostante tutto. Hai fatto delle cose che la maggior parte delle persone non si sognerebbe mai di fare.
Io credo che nella tua vita ti aspettano delle sorprese che nemmeno immagini. Il duro lavoro viene sempre premiato. Mi piacerebbe molto fare amicizia con persone come te, ma purtroppo non mi sento mai abbastanza “intelligente” o “acculturata” per potermelo permettere :facepalm:
Non essendo ancora nel mondo del lavoro, non me ne intendo di queste cose, ma non potresti fare domanda anche in altre parti d’Italia o chissà, dell’estero?
Ho visto che hai scritto questo messaggio a gennaio… ora siamo a marzo, spero che le cose siano migliorate. Come va ora? :hi:
Aspetto tue notizie
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