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Il punto della situazione

MessaggioInviato: 25/01/2023, 14:19
da Ief
Ciao a tutti. Non so se ho beccato la categoria esatta per l'argomento ma ho deciso di aprire questo thread con lo scopo di sfogarmi e di poter ricevere un consiglio in merito a quello che scrivo. Non mi piace molto descrivermi perché faccio sempre fatica da dove partire e da dove finire. Oltretutto temo sin da sempre il giudizio sebbene lo sappia nascondere molto bene. Dopo l'ennesimo drop out con l'ennesimo psicoterapeuta, ho chiesto aiuto seriamente per aver toccato il fondo nel mese di ottobre 2022 a seguito di un collaterale fortissimo dovuto ad un antipsicotico che ho assunto durante l'estate. Attualmente sono seguito da una psicoterapeuta nell'ambito privato da circa due mesi e assumo, al tempo stesso, Depakin 750 mg una volta al di per attenuare gli sbalzi d'umore. Sono due anni circa che sono in cura e ho assunto diversi farmaci che hanno tamponato solo temporaneamente i vari sintomi. Premetto che ho sempre avuto problemi di personalità sin da bambino. Ho finto diverse identità, mentivo per assecondare chi avevo di fronte oppure per gonfiare il mio ego. E mi succedeva quasi sempre quando interagivo con una donna. Deve avere a che fare sicuramente con la discriminazione che ho ricevuto sin da quando ero piccolo prima sull'omosessualità di mio fratello e poi sulle mie origini, aspetti questi che a me toccavano particolarmente. Sono sempre stato un bambino pauroso, sempre diffidente e sul chi va la, pronto ad evitare qualsiasi situazione imbarazzante pur di non passare inferiore rispetto agli altri. Ricordo anche momenti in cui aprivo il cuore ad un amico semplicemente perché mi sentivo di farlo. L'ansia e la rabbia distruttiva sono solo reazioni che mi sono servite per sopravvivere ai bombardamenti del nemico. Sono una bomba ad orologeria. Ci sono contesti in cui sono molto educato ma passivo aggressivo, altri invece in cui mi accanisco segretamente sulla vittima prescelta che spesso e volentieri e una ragazza fragile e indifesa, semplicemente per essere il centro di gravità della sua vita o semplicemente per non essere abbandonato. Non potrei mai accettarlo. Ho sofferto di attacchi di panico per una miriade di anni. La cosa mi ha segnato perché mi ha impedito di vivermi i miei 20 anni in modo spensierato. Ho sempre avuto idee sconclusionate sul mio futuro, non ho mai saputo cosa avrei voluto "fare da grande". Un giorno una cosa, il giorno dopo un'altra. In questo momento seguo il primo anno di Psicologia con una telematica ma mi rende insoddisfatto. Non tanto per il corso in sé quanto piuttosto per l'inconsistenza generale dell'università telematica lontana dagli aspetti umani e goliardici che si vivono nella statale. Avrei tanto voluto iscrivermi alla statale ma temevo che si risvegliassero delle antiche paure che non avrei potuto affrontare. Mi sento insoddisfatto per non vedermi con nessun amico da più di 10 anni, per non essere riuscito a fare molte cose che avrei voluto fare come viaggiare o semplicemente fare un campeggio o una scampagnata con una piccola comitiva di amici il sabato o la domenica pomeriggio, per aver osservato dietro lo spioncino della porta altre persone farlo, covando un'invidia pericolosa e molto cattiva.
Sono ossessivo e guardo la vita degli altri; in realtà guardo i successi degli altri e sto male, guardo gli insuccessi degli altri e mi sento meglio. Ho un'autostima a terra completamente calpestata da me stesso. Mi sento inferiore agli occhi di tutti, ma mi sento anche un Narciso complessato. Mi odio perché vorrei amarmi. Che cosa devo fare per ritrovare me stesso? Come posso fare per ridisegnare la mia vita? Non dico di raggiungere la felicità ma perlomeno quel pizzico di serenità che aggrada l'anima. Io sono molto motivato ma non resta tanto affinché subentri nuovamente la demotivazione. Ho paura di vivere questa vita che mi è toccata vivere. Più passa il tempo e più non mi riconosco. Ringrazio chiunque abbia voglia di rispondermi

Il punto della situazione

MessaggioInviato: 25/01/2023, 19:55
da Anonimanessuno
Ief ha scritto:Ciao a tutti. Non so se ho beccato la categoria esatta per l'argomento ma ho deciso di aprire questo thread con lo scopo di sfogarmi e di poter ricevere un consiglio in merito a quello che scrivo. Non mi piace molto descrivermi perché faccio sempre fatica da dove partire e da dove finire. Oltretutto temo sin da sempre il giudizio sebbene lo sappia nascondere molto bene. Dopo l'ennesimo drop out con l'ennesimo psicoterapeuta, ho chiesto aiuto seriamente per aver toccato il fondo nel mese di ottobre 2022 a seguito di un collaterale fortissimo dovuto ad un antipsicotico che ho assunto durante l'estate. Attualmente sono seguito da una psicoterapeuta nell'ambito privato da circa due mesi e assumo, al tempo stesso, Depakin 750 mg una volta al di per attenuare gli sbalzi d'umore. Sono due anni circa che sono in cura e ho assunto diversi farmaci che hanno tamponato solo temporaneamente i vari sintomi. Premetto che ho sempre avuto problemi di personalità sin da bambino. Ho finto diverse identità, mentivo per assecondare chi avevo di fronte oppure per gonfiare il mio ego. E mi succedeva quasi sempre quando interagivo con una donna. Deve avere a che fare sicuramente con la discriminazione che ho ricevuto sin da quando ero piccolo prima sull'omosessualità di mio fratello e poi sulle mie origini, aspetti questi che a me toccavano particolarmente. Sono sempre stato un bambino pauroso, sempre diffidente e sul chi va la, pronto ad evitare qualsiasi situazione imbarazzante pur di non passare inferiore rispetto agli altri. Ricordo anche momenti in cui aprivo il cuore ad un amico semplicemente perché mi sentivo di farlo. L'ansia e la rabbia distruttiva sono solo reazioni che mi sono servite per sopravvivere ai bombardamenti del nemico. Sono una bomba ad orologeria. Ci sono contesti in cui sono molto educato ma passivo aggressivo, altri invece in cui mi accanisco segretamente sulla vittima prescelta che spesso e volentieri e una ragazza fragile e indifesa, semplicemente per essere il centro di gravità della sua vita o semplicemente per non essere abbandonato. Non potrei mai accettarlo. Ho sofferto di attacchi di panico per una miriade di anni. La cosa mi ha segnato perché mi ha impedito di vivermi i miei 20 anni in modo spensierato. Ho sempre avuto idee sconclusionate sul mio futuro, non ho mai saputo cosa avrei voluto "fare da grande". Un giorno una cosa, il giorno dopo un'altra. In questo momento seguo il primo anno di Psicologia con una telematica ma mi rende insoddisfatto. Non tanto per il corso in sé quanto piuttosto per l'inconsistenza generale dell'università telematica lontana dagli aspetti umani e goliardici che si vivono nella statale. Avrei tanto voluto iscrivermi alla statale ma temevo che si risvegliassero delle antiche paure che non avrei potuto affrontare. Mi sento insoddisfatto per non vedermi con nessun amico da più di 10 anni, per non essere riuscito a fare molte cose che avrei voluto fare come viaggiare o semplicemente fare un campeggio o una scampagnata con una piccola comitiva di amici il sabato o la domenica pomeriggio, per aver osservato dietro lo spioncino della porta altre persone farlo, covando un'invidia pericolosa e molto cattiva.
Sono ossessivo e guardo la vita degli altri; in realtà guardo i successi degli altri e sto male, guardo gli insuccessi degli altri e mi sento meglio. Ho un'autostima a terra completamente calpestata da me stesso. Mi sento inferiore agli occhi di tutti, ma mi sento anche un Narciso complessato. Mi odio perché vorrei amarmi. Che cosa devo fare per ritrovare me stesso? Come posso fare per ridisegnare la mia vita? Non dico di raggiungere la felicità ma perlomeno quel pizzico di serenità che aggrada l'anima. Io sono molto motivato ma non resta tanto affinché subentri nuovamente la demotivazione. Ho paura di vivere questa vita che mi è toccata vivere. Più passa il tempo e più non mi riconosco. Ringrazio chiunque abbia voglia di rispondermi


Provo a risponderti, dicendo che sono un po’ nella tua situazione. Anche io “‘mi odio perché vorrei amarmi”, sicuramente intendiamo cose diverse con questa frase, ma alla fine il succo rimane quello, guardiamo la vita degli altri e distruggiamo la nostra.
Per adesso hai in ballo l’università (telematica o statale poco importa, hai un obiettivo? Perseguilo!)
Ovviamente concentrarti solo sullo studio alla lunga fa calare la motivazione e quindi non basta, devo trovare anche altro per ricaricare le pile (alla fine io ho mollato l’università perché lo studio mi ammazzava e nulla mi ricaricava, lasciamo stare il fatto che mi è successo di tutto che è un’altra storia)
Ti servono amici, relazioni…
Capisco cosa intendi con “incattivirti con una ragazza fragile e indifesa” perché io sono il genere di ragazza contro cui si accaniscono in genere le persone dell’altro sesso. Controllati, chiediti se ne vale la pena. La ragazza contro cui riversi le tue insicurezze mettendo in atto comportamenti strani per avere le conferme di “non-abbandono” che cerchi non può aiutarti, stai facendo del male alle persone sbagliate, proprio quelle che vogliono il tuo bene. Se ti fidi di questo genere di ragazza magari puoi piano piano risalire.
Nessuno ti darà mai la conferma di “non abbandonarti mai”, le persone vanno e vengono, le cose cambiano, bisogna accettarlo.
Non so se ti ho detto qualcosa di utile, ma pensaci… adesso ti ricordi solo che i tuoi comportamenti ti hanno impedito di vivere bene i tuoi 20 anni. Se potessi avere 20 anni adesso, lo rifaresti? Cosa cambieresti?

Il punto della situazione

MessaggioInviato: 25/01/2023, 20:17
da Cordis
L'ansia e la rabbia distruttiva sono solo reazioni che mi sono servite per sopravvivere ai bombardamenti del nemico. Sono una bomba ad orologeria

Periodo critico, attenzione! Non cascare nel narcisismo malefico, quello che ti fa credere che solo il tuo benessere ha suprema importanza, mentre quello degli altri non conta niente. Questo è male, non si fa'!

mi accanisco segretamente sulla vittima prescelta che spesso e volentieri e una ragazza fragile e indifesa, semplicemente per essere il centro di gravità della sua vita o semplicemente per non essere abbandonato. Non potrei mai accettarlo.

Allora evita relazioni sentimentali che non sei in grado di gestire.

Altra cosa: uno con dei problemi non piccoli, non dovrebbe proprio scegliersi un corso di laurea in psicologia, nel migliore dei casi si blocca al terzo anno e abbandona, nel peggiore arriva alla laurea...
Tu ti faresti operare da un chirurgo col delirium tremens? Perché non prendere in considerazione qualcos'altro?!

Va bene che tu sia seguito da uno psicoterapeuta, tieni presente che dovrai aver pazienza perché ci vuole tempo.
Spero tu ti stia facendo seguire anche da uno psichiatra per il discorso farmaci.
Sarebbe bene che i due, psicoterapeuta e psichiatra, avessero anche modo di comunicare, in modo da facilitarsi le cose a vicenda. Nel caso puoi senz'altro chiedere tu all'uno di scrivere alcune righe che poi darai all'altro.

Il punto della situazione

MessaggioInviato: 01/02/2023, 18:10
da Ief
Anonimanessuno ha scritto:
Ief ha scritto:Ciao a tutti. Non so se ho beccato la categoria esatta per l'argomento ma ho deciso di aprire questo thread con lo scopo di sfogarmi e di poter ricevere un consiglio in merito a quello che scrivo. Non mi piace molto descrivermi perché faccio sempre fatica da dove partire e da dove finire. Oltretutto temo sin da sempre il giudizio sebbene lo sappia nascondere molto bene. Dopo l'ennesimo drop out con l'ennesimo psicoterapeuta, ho chiesto aiuto seriamente per aver toccato il fondo nel mese di ottobre 2022 a seguito di un collaterale fortissimo dovuto ad un antipsicotico che ho assunto durante l'estate. Attualmente sono seguito da una psicoterapeuta nell'ambito privato da circa due mesi e assumo, al tempo stesso, Depakin 750 mg una volta al di per attenuare gli sbalzi d'umore. Sono due anni circa che sono in cura e ho assunto diversi farmaci che hanno tamponato solo temporaneamente i vari sintomi. Premetto che ho sempre avuto problemi di personalità sin da bambino. Ho finto diverse identità, mentivo per assecondare chi avevo di fronte oppure per gonfiare il mio ego. E mi succedeva quasi sempre quando interagivo con una donna. Deve avere a che fare sicuramente con la discriminazione che ho ricevuto sin da quando ero piccolo prima sull'omosessualità di mio fratello e poi sulle mie origini, aspetti questi che a me toccavano particolarmente. Sono sempre stato un bambino pauroso, sempre diffidente e sul chi va la, pronto ad evitare qualsiasi situazione imbarazzante pur di non passare inferiore rispetto agli altri. Ricordo anche momenti in cui aprivo il cuore ad un amico semplicemente perché mi sentivo di farlo. L'ansia e la rabbia distruttiva sono solo reazioni che mi sono servite per sopravvivere ai bombardamenti del nemico. Sono una bomba ad orologeria. Ci sono contesti in cui sono molto educato ma passivo aggressivo, altri invece in cui mi accanisco segretamente sulla vittima prescelta che spesso e volentieri e una ragazza fragile e indifesa, semplicemente per essere il centro di gravità della sua vita o semplicemente per non essere abbandonato. Non potrei mai accettarlo. Ho sofferto di attacchi di panico per una miriade di anni. La cosa mi ha segnato perché mi ha impedito di vivermi i miei 20 anni in modo spensierato. Ho sempre avuto idee sconclusionate sul mio futuro, non ho mai saputo cosa avrei voluto "fare da grande". Un giorno una cosa, il giorno dopo un'altra. In questo momento seguo il primo anno di Psicologia con una telematica ma mi rende insoddisfatto. Non tanto per il corso in sé quanto piuttosto per l'inconsistenza generale dell'università telematica lontana dagli aspetti umani e goliardici che si vivono nella statale. Avrei tanto voluto iscrivermi alla statale ma temevo che si risvegliassero delle antiche paure che non avrei potuto affrontare. Mi sento insoddisfatto per non vedermi con nessun amico da più di 10 anni, per non essere riuscito a fare molte cose che avrei voluto fare come viaggiare o semplicemente fare un campeggio o una scampagnata con una piccola comitiva di amici il sabato o la domenica pomeriggio, per aver osservato dietro lo spioncino della porta altre persone farlo, covando un'invidia pericolosa e molto cattiva.
Sono ossessivo e guardo la vita degli altri; in realtà guardo i successi degli altri e sto male, guardo gli insuccessi degli altri e mi sento meglio. Ho un'autostima a terra completamente calpestata da me stesso. Mi sento inferiore agli occhi di tutti, ma mi sento anche un Narciso complessato. Mi odio perché vorrei amarmi. Che cosa devo fare per ritrovare me stesso? Come posso fare per ridisegnare la mia vita? Non dico di raggiungere la felicità ma perlomeno quel pizzico di serenità che aggrada l'anima. Io sono molto motivato ma non resta tanto affinché subentri nuovamente la demotivazione. Ho paura di vivere questa vita che mi è toccata vivere. Più passa il tempo e più non mi riconosco. Ringrazio chiunque abbia voglia di rispondermi


Provo a risponderti, dicendo che sono un po’ nella tua situazione. Anche io “‘mi odio perché vorrei amarmi”, sicuramente intendiamo cose diverse con questa frase, ma alla fine il succo rimane quello, guardiamo la vita degli altri e distruggiamo la nostra.
Per adesso hai in ballo l’università (telematica o statale poco importa, hai un obiettivo? Perseguilo!)
Ovviamente concentrarti solo sullo studio alla lunga fa calare la motivazione e quindi non basta, devo trovare anche altro per ricaricare le pile (alla fine io ho mollato l’università perché lo studio mi ammazzava e nulla mi ricaricava, lasciamo stare il fatto che mi è successo di tutto che è un’altra storia)
Ti servono amici, relazioni…
Capisco cosa intendi con “incattivirti con una ragazza fragile e indifesa” perché io sono il genere di ragazza contro cui si accaniscono in genere le persone dell’altro sesso. Controllati, chiediti se ne vale la pena. La ragazza contro cui riversi le tue insicurezze mettendo in atto comportamenti strani per avere le conferme di “non-abbandono” che cerchi non può aiutarti, stai facendo del male alle persone sbagliate, proprio quelle che vogliono il tuo bene. Se ti fidi di questo genere di ragazza magari puoi piano piano risalire.
Nessuno ti darà mai la conferma di “non abbandonarti mai”, le persone vanno e vengono, le cose cambiano, bisogna accettarlo.
Non so se ti ho detto qualcosa di utile, ma pensaci… adesso ti ricordi solo che i tuoi comportamenti ti hanno impedito di vivere bene i tuoi 20 anni. Se potessi avere 20 anni adesso, lo rifaresti? Cosa cambieresti?


Innanzitutto grazie infinite per avermi risposto. Non mi sono sentito per nulla giudicato, cosa alquanto strana su questo sito dato che chi sta male tende spesso a giudicare molto. Rispondendo alle tue domande ti direi che se avessi 20 anni avrei chiesto sicuramente aiuto a chi di competenza; sicuramente non mi sarei trascinato ogni problema dietro raccontandomi un'infinità di scuse per finire di cronicizzare come è successo fino ad oggi. Penso infine che sarei partito verso un'altra città, mi sarei trovato nuove persone con cui interagire e avrei tagliato i ponti con la gente negativa che non fa altro che tirarti giù nell'oblio

Il punto della situazione

MessaggioInviato: 01/02/2023, 18:14
da Ief
Cordis ha scritto:
L'ansia e la rabbia distruttiva sono solo reazioni che mi sono servite per sopravvivere ai bombardamenti del nemico. Sono una bomba ad orologeria

Periodo critico, attenzione! Non cascare nel narcisismo malefico, quello che ti fa credere che solo il tuo benessere ha suprema importanza, mentre quello degli altri non conta niente. Questo è male, non si fa'!
Cercherò di tenere bene a mente queste parole, grazie.

mi accanisco segretamente sulla vittima prescelta che spesso e volentieri e una ragazza fragile e indifesa, semplicemente per essere il centro di gravità della sua vita o semplicemente per non essere abbandonato. Non potrei mai accettarlo.

Allora evita relazioni sentimentali che non sei in grado di gestire.

Come dici tu, per adesso penso che sia la soluzione più adatta. Riconosco i miei limiti, non sono in grado di gestire un'altra persona, dopotutto, a stento riesco a gestire me stesso.

Altra cosa: uno con dei problemi non piccoli, non dovrebbe proprio scegliersi un corso di laurea in psicologia, nel migliore dei casi si blocca al terzo anno e abbandona, nel peggiore arriva alla laurea...
Tu ti faresti operare da un chirurgo col delirium tremens? Perché non prendere in considerazione qualcos'altro?!
L'ho scelto perché vorrei aiutare chi sta male. Spero tanto di guarire un giorno


Va bene che tu sia seguito da uno psicoterapeuta, tieni presente che dovrai aver pazienza perché ci vuole tempo.
Spero tu ti stia facendo seguire anche da uno psichiatra per il discorso farmaci.
Sarebbe bene che i due, psicoterapeuta e psichiatra, avessero anche modo di comunicare, in modo da facilitarsi le cose a vicenda. Nel caso puoi senz'altro chiedere tu all'uno di scrivere alcune righe che poi darai all'altro.


Sono seguito da entrambi. Grazie mille dei tuoi consigli

Il punto della situazione

MessaggioInviato: 26/03/2023, 16:03
da Anonimanessuno
Caro lef, so che adesso pensi che “curandoti” tanti anni fa ora saresti in una situazione diversa, ma non è esattamente così, puoi aver ragione, ma anche no.
Se bastasse fare psicoterapia e prendere farmaci per risolvere la situazione non ci sarebbero depressi, ansiosi, suicidi e quant’altro.
È inutile pensare a “ciò che poteva essere”, anche io penso che se avessi scelto un’altra città per studiare adesso avrei la laurea e tanti meno traumi addosso, ma non è detto che sarebbe stato così, magari avrei vissuto altri traumi, magari anche peggiori.
Si lo so, sono drastica e non penso che “i rimedi tradizionali” possano cambiare la tua mente. I farmaci mi hanno avvelenata e la psicoterapia mi ha svuotato il portafoglio, sto meglio se 60€ li spendo per andare a mangiare fuori piuttosto che per fare psicoterapia.
Non è mai troppo tardi per ricominciare. Non sei il tuo passato, sei il tuo presente, per quanto il passato possa fare male. Non devi dimenticare cosa hai passato, ma capire che ora non sei più il tuo passato.

Il punto della situazione

MessaggioInviato: 26/03/2023, 18:11
da Cordis
I farmaci mi hanno avvelenata e la psicoterapia mi ha svuotato il portafoglio


XD XD
evidentemente non avevi bisogno ne degli uni ne dell'altra

Il punto della situazione

MessaggioInviato: 26/03/2023, 18:30
da kathellyna
Cordis ha scritto:
I farmaci mi hanno avvelenata e la psicoterapia mi ha svuotato il portafoglio


XD XD
evidentemente non avevi bisogno ne degli uni ne dell'altra

non capisco che ci sia da ridere se si parla di una persona che ha speso soldi inutilmente in qualcosa che pensava potesse aiutarla e che ha avuto effetti indesiderati dai farmaci. "evidentemente" non erano le soluzioni giuste per lei [che è diverso da dire che non avesse/abbia bisogno di essere aiutata in qualche modo] o ha trovato persone incapaci.

Il punto della situazione

MessaggioInviato: 26/03/2023, 19:20
da Cordis
La frase in se mi fa' ridere, sembra una battuta, una freddura.
Non siamo sempre tetri su

Il punto della situazione

MessaggioInviato: 05/04/2023, 19:03
da Anonimanessuno
kathellyna ha scritto:
Cordis ha scritto:
I farmaci mi hanno avvelenata e la psicoterapia mi ha svuotato il portafoglio


XD XD
evidentemente non avevi bisogno ne degli uni ne dell'altra

non capisco che ci sia da ridere se si parla di una persona che ha speso soldi inutilmente in qualcosa che pensava potesse aiutarla e che ha avuto effetti indesiderati dai farmaci. "evidentemente" non erano le soluzioni giuste per lei [che è diverso da dire che non avesse/abbia bisogno di essere aiutata in qualche modo] o ha trovato persone incapaci.

No dai, non c’è nulla di offensivo in quello che ha scritto cordis. Alla fine finché butti solo i soldi chissene…
Non è detto che abbia trovato persone incapaci, magari erano capaci ma non adatte al mio problema. Non è che farmaci/psicoterapia siano la panacea di tutti i mali…