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Salve a tutti

Messaggioda SpringToCome » 22/02/2025, 20:21



Salve a tutti,
sono nuovo e scrivo su questo forum per la prima volta.
Non so se possa farmi bene, ma in questo periodo sento l' esigenza di dover comunicare, e non potendolo fare con nessun altro, ho preferito scrivere qui.

Ho 44 anni e sono una persona un po' incasinata.
Se dovessi dire da quando ne ho consapevolezza che qualcosa si sia rotto dentro di me potrei dire intorno ai 18 anni, più o meno verso l'ultimo anno di scuola superiore. All' epoca mi rendevo conto che qualcosa non andava, avevo la sensazione che qualcuno o qualcosa mi avesse spento d' improvviso un interruttore, non mi sentivo capito, e spesso mi sentivo messo da parte, soprattutto in famiglia, come se di quello che pensassi o di quello che volessi dire non importasse a nessuno. Venivo spesso colpevolizzato di esser poco serio e di non concludere nulla di cio' che cominciavo o di non impegnarmi mai a fondo e con determinazione nelle cose.

Ho rapporti complicati con la mia famiglia.
Mio padre ha sempre lavorato lontano da casa e tornava nei fine settimana. E' morto in pochi mesi quando avevo 20 anni lacerandomi dal dolore e lasciandomi ancora di piu' una sensazione di solitudine.
Sensazione che si è acuita anche a causa dei pessimi rapporti con mia madre e mia sorella.
Mia madre è una persona ipercontrollante, svalutante, ricattatoria e che ha sempre cercato di esercitare un controllo economico ed emotivo sulle persone al fine di renderle il meno possibile autonome. Inoltre crede di essere vittima del mondo intero, o almeno cosi' tenta di raccontarla a tutti.
Mia sorella ha molti problemi seri come me di ansia, non è sposata ne convive, ma a differenza mia ha una rete di rapporti amicali abbastanza ampia. Non abbiamo avuto sempre un buon rapporto anche a causa delle dinamiche familiari, ma stiamo cercando di recuperare al netto dei nostri problemi personali.

Dopo la morte di mio padre per un anno e mezzo sono stato in terapia familiare con loro, a causa di alcuni episodi in cui manifestavo comportamenti violenti nei loro riguardi, e questo non faceva altro che dare a mia madre la possibilità di farmi sentire ancora di piu' sbagliato e fuori di testa, piu' di quanto non mi ci sentissi gia'. La terapia evidenzio' invece che venivo costantemente esasperato e portato al limite della sopportazione, e che ero oggetto di violenze verbali e psicologiche costanti. A questo punto loro si sono tirate indietro, ma io ho continuato da solo la terapia per un altro anno e mezzo, ma poichè non avevo supporti e aiuti economici dalla mia famiglia, ho dovuto sospendere quando persi l'unico lavoretto che mi garantiva di potermi pagare le sedute.

Dopo la morte di mio padre ho lasciato l'università.
Dai 21 ai 25 ho fatto vari lavoretti a nero e malpagati per non stare con le mani in mano.
A 26 anni sono stato immobile per un anno intero in casa senza far nulla, con una piccola esperienza di servizio civle.
A 27 ho cominciato, nonostante il clima familiare di costante svalutazione, a studiare per intraprendere una formazione lavorativa in un settore che pensavo potesse piacermi.
Ma a 29 anni ho dovuto riprogrammare di nuovo la mia vita perchè quel settore non garantiva purtroppo alcuna stabilità economica.
A 30 ho riniziato l' università e l'ho conclusa nel 2014 col massimo dei voti. In questo periodo ho sviluppato un totale isolamento dalla mia famiglia, dagli amici e dagli affetti, e ho esasperato tanto i miei sentimenti di rabbia e odio per farli diventare produttivi al punto da spronarmi a concludere il percorso universitario.
Dai 34 ai 36 ho visto il buio piu' totale e sono ritornato nello sconforto piu' nero perchè non vedevo possibilità d' impiego.
A 37 aiutato e sostenuto da alcuni familiari (una sorella di mia madre con cui lei aveva litigato e non ha più rapporti) che non sentivo da oltre 10 anni ho cominciato a lavorare e a fare concorsi.
A 38 ho cominciato finalmente a lavorare stabilmente.

In mezzo a tutto questo ci sono i miei fallimenti sentimentali. A 30 anni duranti il mio primo anno di università ho avuto un rapporto devastante con una narcisista patologica. Da qui mi sono praticamente chiuso un po' volontariamente un po' per lo stress post-traumatico mai superato, a qualsiasi altro rapporto sentimentale, avevo sempre il terrore che potessi incontrare un' altra folle. Ogni volta che mi interessava qualcuna o capivo che qualcuna era interessata a me, mi cominciavano a suonare tutti i campanelli d'allarme e andavo e vado ancora oggi praticamente nel panico.

Inoltre per ciò che riguarda i rapporti sentimentali nella mia vita non son stato molto fortunato. Durante il periodo in cui non avevo prospettive future e ce l'avevo col mondo, ho incontrato due brave ragazze che ho allontanato volontariamente perche' capivo che se ci fossi stato insieme le avrei fatte solo soffrire della mia stessa sofferenza. Ho avuto poi molte situazioni in cui venivo mollato prima di uscire, o dopo la prima uscita, senza alcuna giustificazione. La mia reazione in questi casi è sempre stata di rabbia e collera profonda, al punto da chiudere definitivamente con quelle ragazze. Poi con qualcuna ho avuto la tentazione di ricontattarla dopo qualche anno, chissà che mi aspettavo, pero' fondamentalmente alla base c'era che lo facevo per scusarmi del mio comportamento, sperando potesse riavviare qualcosa. Mi hanno sempre risposto, ma chiaramente senza alcun seguito di comunicazione o di recupero dei contatti.
Fondamentalmente mi son sempre sentito profondamente ferito, preso in giro da questo tipo di comportamenti, come se avessi qualcosa che non vada e che non potessero dirmi in faccia con franchezza e sincerità. Probabilmente ero anche io che idealizzavo molto queste persone, ed è possibile che abbia continuato a farlo anche dopo aver chiuso bruscamente con loro, percio' poi le ricontattavo. Non lo so ma sta di fatto che ogni volta ci son rimasto sempre malissimo. Mi son sempre domandato perchè non mi va mai bene?

Con gli amici non è che le cose siano andate meglio negli anni. Ho frequentato per anni persone un po' provincialotte, e che mi annoiavano a morte. Spesso mi sono sentito tradito da loro, soprattutto da quelli che consideravo amici stretti, e ho chiuso con loro anche per motivi stupidi. Ho sempre chiuso in maniera categorica e senza dar a nessuno il diritto di replica. Contrariamente a quanto avviene per le relazioni sentimentali non li ho mai ricontattati.
Ad esempio per capirci: c'è un amico di Milano con cui abbiamo trascorso tutta l'adolescenza durante le vacanze estive, e con cui ero legatissimo. Un anno si comporto' malissimo con me, offendendomi in maniera gratuita ed immotivata. Da allora io chiusi con lui. Qualche anno fa vedendomi sui social in compagnia di altri amci comuni dell' epoca, mi ricontattò, prima telefonandomi, e poi vendendo nella mia città con la sua famiglia. Ogni volta io mi sono negato con qualche scusa. Lui a telefono si è dimostrato sempre sinceramente dispiaciuto per cio' che aveva fatto 20 anni prima, e ogni volta mi dice che vorrebbe avere l'opportunità di scusarsi. Ma gli do buca e non me la sento per tanti motivi. Eppure non mi costerebbe nulla farlo contento, anche se poi decidessi di non sentirlo piu'. Non ci riesco è piu' forte di me. Pero' mi percepisco in questi casi come una persona che e' diventata crudele.

Attualmente non ho una mia famiglia, moglie e figli. Non ho una mia casa, vivo ancora con mia madre, e lavorando da qualche anno sto mettendo da parte i soldi per potermene comprare una con un mutuo. Ma anche qui ho problemi perchè vorrei trovarla nel mio quartiere dove pero' i prezzi al momento per me sono inaccessibili. Lavoro vicino casa, quindi è soprattutto per quello che vorrei cercare casa in questa zona, e non ne prendo in considerazione altre. In affitto non voglio andare, perchè penso che cosi' facendo non riuscirei piu' a risparmiare altri soldi da mettere da parte per poter acquistare un appartamento, e perchè penso che sarebbero soldi che potrei spendere per la rata di un mutuo piuttosto che gettarli via cosi'. Ma in pratica non ce la faccio più a restare in questa situazione e in questa casa, vorrei andarmene. Inoltre nel posto in cui lavoro ci sono problematiche costanti di carenza di parcheggio delle automobili quindi prendere casa in un altra zona diventerebbe un macello anche per recarsi quotidianamente a lavorare. Ma forse sono solo scuse.

Ah già il lavoro e i rapporti con i colleghi. Ho cambiato sede di lavoro da un anno e mezzo. A lavoro sono abbastanza socievole, per qualcuno anche troppo. Prima ero in un posto dove venutosi a sapere che ero single alla mia età, non mostrandomi interessato a corteggiare alcuna collega, e che ero ancora a casa mia con i miei, molti colleghi si sentivano in diritto di trattarmi male di offendermi, di darmi dell' omosessuale o ritenere convintamente che lo fossi e via discorrendo. Tutte cose che mi hanno fatto stare malissimo e che ritenevo offensive in maniera gratuita.
Dopo anni sono andato via da lì e mi sono spostato nella sede dove sono ora, e sebbene in misura minore la cosa pare si stia ripetendo.
Dov'ero prima il tutto era peggiorato dal fatto che sul lavoro ero una persona molto ansiosa, e poiche' inesperto anche molto insicura. Adesso in questa nuova sede dove sono tutti molto meno professionali dell' altra, le cose vanno meglio anche perchè i carichi di lavoro sono piu' leggeri e perchè oramai ho una certa esperienza che mi fa guadagnare un minimo di sicurezza in me stesso e di rispetto in piu'.

Credo di risultare "strano" alle persone. Il problema di cui soffro e mi sono accorto, credo sia il risultato del mio periodo universitario in cui ho imparato a far leva sulla rabbia e l' isolamento per raggiungere i miei obiettivi. Oggi a tutto cio' che mi sembra un' offesa, una presa in giro, una mancanza di rispetto, un comportamento furbetto e via dicendo, reagisco con modi violenti verbalmente, minacciosi ed impulsivi. Oggi riesco un po' piu' a controllarmi, ma quando sono sotto stress a volte mi scappa di lasciarmi andare. Per cui vengo percepito male, o strano.
Credo di essermi diseducato al comportamento posato, e al recepire le cose che mi infastidiscono restando calmo.
Questo è un grosso problema e me ne sono accorto qualche settimana fa, e mi sono reso conto che mi causa problemi relazionali anche con mia sorella e persone a cui voglio bene.

Con mia madre e mia sorella sono riuscito dopo quasi 10 anni in cui non ci parlavamo piu' a recuperare il rapporto, senza pormi alcuna aspettativa di risanamento delle problematiche familiari.

Ho paura di esser diventato una brutta persona, che viene percepito male, soprattutto quando iteragisce e parla con gli altri.

A tutto questo poi va aggiunto che essendomi trascurato per anni, e non essendo stato supportato economicamente quando ne avrei avuto bisogno (dai 20 ai 30 anni), ho riportato delle conseguenze anche per cio' che riguarda la salute e il mio aspetto estetico.
Ho dei problemi ai denti che mi hanno portato a doverne estrarre 4. Ma purtroppo l' anno scorso ho fatto due dei 3 impianti che per qualche ragione a cui il dentista non sa darmi una spiegazione, sono riusciti male. Nonostante abbia gia' pagato tutto stupidamente in anticipo, da luglio ad oggi sono trascorsi molti mesi nei quali non ho trovato il coraggio per risolvere questo problema. Non ho piu' fiducia in nessun dentista e ho paura di peggiorare acora di piu' la mia attuale situazione, oltre al fatto che dovrei trovare un modo per risolvere anche la questione economica per un lavoro fatto male. Sono nello sconforto piu' totale.

Tutto cio' mi incupisce e mi deprime a tal punto che nelle ultime settimane non sto facendo altro che lavorare, tornare a casa mettermi a letto e dormire tutto per tutto il giorno fino al seguente.

Ciao e grazie per aver letto.
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Messaggioda Riccardina » 23/02/2025, 11:29



Ueilà capo, salve a voi.
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Trump blasts moralisti's ass, Prime Severgnini escapes.

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E già che ci sei, fai lo stesso con quello del Bunifas!
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Messaggioda ClaudiaK » 23/02/2025, 12:29



Ciao e benvenuto :)

Spero e ti auguro di trovare sollievo da questo Forum, come posso dire di averne trovato io (con problemi per qualche verso analoghi). :coolok:

Secondo la mia modestissima lettura...tu hai TANTE prove importanti del tanto che vali (e che hai saputo procurarti da solo) e hai anche tante prove degli ostacoli che hai dovuto superare all'interno di quel tipo di famiglie che (anche senza cattiveria) affossano e portano a fondo, anzichè felicitarsi e promuovere lo sviluppo delle qualità di ognuno... (Succede, prutroppo. E non è neanche raro. Ne ho prova diretta e personale. Ma come dice una mia amica "ce la possiamo fare!") ;)

Il fatto che tu viva ancora con tua madre, avendo lei la personalità che descrivi, di sicuro non ti fa un gran bene.
Ma (chiedo) : non ti è proprio possibile organizzarti (visto il lavoro a tempo indeterminato) per l'acquisto, anche con mutuo, di un bilocale?
Intanto acquisisci una BENEDETTA location autonoma, e poi bocchi anche il valore dei tuoi risparmi, e sei sempre libero di rivenderlo quando ti dovesse servire qualcosa di più ampio.
Ma anche a prescindere dall'abitazione autonoma (che al tuo posto sarebbe per me il primo progetto) ...io ritengo verissimo il principio psico secondo il quale "possiamo dire di essere adulti quando ci viene spontaneo assolvere i nostri genitori per averne compresi i limiti". E in realtà mi sembra che tu questo lo abbia già fatto! :coolok:
Ora si tratterebbe (secondo me) di rimettere un po' d'ordine facendoti TU una scaletta delle TUE priorità, e ricordando SEMPRE che la vita ti ha già dimostrato che VALI!
Ha senso (chiedo) rimuginare su quel che fu e che sarebbe potuto andare meglio?
Per me NO, e anzi ho in odio questo modo di procedere verso se stessi.
Hai un PRESENTE (qui ed ora) , e (secondo me) senza rimestare tra le angosce del passato e le ansie (di tutti) verso il futuro...io mi concentrerei su questo presente, con fiducia in me stessa e nella tranquillissima consapevolezza che neache Gesù Cristo piacque a tutti...
In qualche senso mi verrebbe da dire "giochiamo con noi stessi a far finta di essere nati oggi, e andiamo in coscienza e serenità e entusiasmo verso la vita, tenendo presente im primo luogo che abbiamo carte da giocarci!"

(Per il dentista: vai da qualche amico avvocato e fai valere la sua responsabilità professionale; tanto è certamente assicurato.)

:hug:
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ClaudiaK
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Messaggioda SpringToCome » 23/02/2025, 15:15



Grazie mille per le risposte.

Sì purtroppo la situazione è un po' più lunga e complicata di come l'ho già lungamente esposta. (Anzi vi ringrazio per averla letta per intero).

Sì sicuramente andar via di casa è la soluzione, ma come dicevo qui nella mia zona un bilocale è quasi introvabile, e qualora lo fosse avrebbe prezzi alti come comprare un trilocale in altre zone della città. Non sono molto pratico e non so come funzionano le situazioni in cui si sta pagando un mutuo, come farei a rivendere la casa e a rientrare dei soldi investiti? Sicuramente non credo riuscirei a recuperare i risparmi che investirei ora, visto che dovrei pagare probabilmente alla banca la cifra di vendita più gli interessi. Inoltre sarei di sicuro più vecchio per poter riaprire un mutuo, senza contare che probabilmente i tassi d' interesse cambieranno e potrebbero aumentare.

La casa dei miei genitori è di nostra proprietà quindi un domani spetterebbe metà a mia sorella che al momento vive in affitto in un monolocale ed ha uno stipendio molto più basso del mio e metà a me. Questa è una delle mie tante fonti d' ansia (come credo anche di mia sorella), poichè mia madre con le sue sorelle e suo fratello, alla morte dei loro genitori hanno portato avanti anni ed anni di cause per due immobili. Ovviamente mia madre per tutti i casini e la confusiobe che ha creato alla fine non ha ottenuto nulla. Se fosse stata diversa probabilmente oggi il problema casa non l' avremmo avuto, poichè saremmo riusciti a comprare la casa dei miei nonni che è sempre nel mio quartiere.

Per la situazione col dentista certo potrei rivolgermi ad un avvocato, ma in ogni caso non risolverei nulla nell' immediato ci vorrebbero anni e anni per forse essere risarciti. Ma al di là di questo continuerei ad avere il problema non risolto, e soprattutto questo non mi aiuterebbe a rivolgermi ad un altro dentista e averne fiducia. Soprattutto mi spaventa il fatto che possa esserci un danno per il quale non possa più rifare gli impianti, lasciandomi in una condizione di salute ed estetica che non accetterei facilmente.

Non mi piango addosso anche se potrebbe sembrare, ma mi sento bloccato, in ansia e totalmente svuotato di qualsiasi iniziativa o fiducia.
Oramai vado a lavoro poi torno a casa e dormo tutto il giorno. Sono sempre di pessimo umore e per questo rispondo ai miei familiari sempre un po' in collera in maniera gratuita, oppure per evitare ciò non parlo proprio e mi isolo nel mutismo.

In più mi rendo conto che ho sempre atteggiamenti irrascibili, mi incendio per nulla quando potrei evitare e c'è gente soprattutto a lavoro che per divertirsi a volte giocano di proposito a provocarmi. Il mondo fa un po' schifo, io una cosa del genere non la farei mai se mi accorgessi che una persona può avere delle difficoltà, non ci giocherei sopra solo per divertirmi. Ma che razza di gente c' è in giro?

Purtroppo il mio stato d' animo è molto depresso e apatico, e non vedo molte soluzioni davanti a me. Si è rispento l' interruttore di cui parlavo nel precedente commento.

Grazie ancora per le vostre risposte.
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Messaggioda ClaudiaK » 23/02/2025, 18:30



SpringToCome ha scritto:Purtroppo il mio stato d' animo è molto depresso e apatico, e non vedo molte soluzioni davanti a me. Si è rispento l' interruttore di cui parlavo nel precedente commento.


Sì, il tuo riferimento all'interruttore che sentisti spegnersi ai tuoi 18 anni...è da tenere presente; e parlerebbe abbastanza chiaramente di verosimile tendenza alla depressione.
MA SI PUO' RISOLVERE! :)
Io ho sempre molto timore di pronunciare il mio pensiero in questo ambito (timore che il mio pensiero possa persino apparire offensivo, mentre non ha nessunissima intenzione di esserlo), e per questo vado dritta a dire che quel che suggerisco lo feci io, per me stessa, e riportandone vantaggi immensi.
Avevo sui 30 anni e anche tanti amici/amiche con cui c'era un rapporto felicemente fluido e reciproco.
Solo che la vita mi mise (a livello coniugale) in una situazione più che paradossale e stranissima/incomprensibile.
La mia Fortuna fu di intuire che amici e amiche non avrebbero mai potuto, anche volendo aiutarmi, andare oltre il normale e amicale buon senso (mentre io vivevo nel NON-senso coniugale assoluto) ; e anche di intuire che per rendere la "verità vera" avrei dovuto mettere in piazza particolari di mio marito che non ero assolutamente disponibile a mettere in piazza, per ovvia tutela di lui.
Solo che , nel cercare di risolvere tutto da sola, rischiavo solo di sembrare matta io a me stessa e non risolvevo NULLA, se non avvilirmi-pensare-riflettere-sfinirmi-deprimermi.

E fu a quel che punto che feci la scelta che resta tra le più SANE della mia vita, che fu quella di rivolgermi ad un [b]MEDICO PSICHIATRA E PSICOTERAPEUTA. [/b]
Non mi sarei mai rivolta ad uno Psicologo per una ragione anche molto semplice: trovavo essenziale che lo "psic" avesse contezza della fisiologia e patologia umana (come solo un Medico ha) , e che avesse facoltà di prescrivere farmaci, ove opportuni (come solo un Medico ha).
E lo vissi come l'Amico Competente e anche tenuto al segreto professionale, per cui ci andavo del tutto tranquillissima.
In realtà mi aiutò ENORMEMENTE a fare chiarezza in pochissime chiacchierate e non mi prescrisse MAI nessun farmaco, ma se avesse ritenuto di prescrivermelo, l'avrei preso.
Sintesi: mi permetto di suggerirti di farti aiutare, come feci anch'io, da Professionisti di formazione MEDICA, e di non avere pregiudizi verso l'eventuale prescrizione di psicofarmaci.
In ogni caso, e questo posso giurarlo, questa possibilità di <accoglienza professionale> resta una mia sicurezza nella vita: sapere che c'è un luogo e un Professionista con cui puoi aprirti senza nessun filtro, e che potrà farti del Bene sia ragionando insieme a te, e sia anche, se opportuno e coadiuvante, prescriverti qualche psicofarmaco che NON è assolutamente da respingere a priori, così come non lo è nessun farmaco. :hug:
______________
Fermo resta (per la mia ottica) che, se affronti i problemi uno alla volta, sia altamente possibile che la soddisfazione di aver risolto il primo problema in "scaletta" possa darti l'entusiasmo di affrontare con successo anche il secondo, e poi a seguire .
Io ti leggo come un po' "caoticamente catastrofista" (che è una tendenza che è anche mia, sia chiaro).
E PROVIAMO a mettere in ordine! Ti pare? ;)
Cominciando dal dentista : gli impianti non riusciti potranno dare anche altre conseguenze negative, ma resta certo che li hai PAGATI per avere una soluzione e, invece, ti ritrovi un problema! E farsi valere su QUEL problema...per poco che sia...equivale a poter essere risarciti (almeno in denaro) di quanto è stato speso inultilmente e anche del danno che invece ne è derivato...
Passando all'ipotesi di un acquisto immobiliare : non è che ci siano grandi misteri sul tema! E (perdonami) mi sembra che tu - in questo momento - veda "difficilissimo" anche ciò che è ovvio.
Insomma: se acquisti un immobile accendendo un mutuo...pagherai la rata mensile di mutuo alla banca, e quando deciderai di rivenderlo potrai farlo anche con accollo del mutuo residuo da parte dell'acquirente... Rendiamoci conto che sono operazioni che da sempre sono state affrontate anche da persone analfabete! ;)
:hug:
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Messaggioda SpringToCome » 23/02/2025, 21:24



Ciao,
sì in effetti sono un po' "caoticamente catrastofista" ma proprio perchè, come anche mi consigliavi, ho provato ad affrontare le cose una per volta e per ordine di priorità, e cercando di mettermi in una predisposizione d' animo fiduciosa ed ottimista, ma purtroppo come nel caso del dentista è andata male e mi sono ritrovato con un problema raddoppiato. Infatti prima di recarmi in cura da questo ero stato già danneggiato da un altro che per rimuovermi una carie a suo dire superficiale mi ha portato a devitalizzarmi un molare. Dopo quell' episodio non mi sono scoraggiato all' epoca e mi sono affidato ad un altro che mi ha messo nell' attuale situazione. Questo è per dire che questo tipo di tentativi già ho provato a farli, ma sono ritornato punto e a capo, anzi sono in una situazione peggiore della precedente.

Per ciò che riguarda l' acquisto dell' immobile, le problematiche sono nel non sentirsi in grado di saper gestire la cosa, perchè non ci capisco nulla, e non ho nessuno di fiducia a cui rivolgermi. Intermediari immobiliari non ne conosco e non so se sia il caso di fidarsi, un mio collega si è ritrovato con 20mila euro in meno e senza casa. Dalle mie parti poi bisogna stare molto attenti perchè le truffe immobiliari sono all' ordine del giorno, e se prendessi anche una batosta del genere credo che poi farei ancora più fatica a rialzarmi.
Non si tratta di aver cultura o di essere analfabeti, purtroppo in certe cose bisogna essere svegli ed io riconosco i miei limiti e so di non esserlo. Questo mi provoca molta ansia.

Per ciò che riguarda psichiatra o psicologo.... ti ringrazio per avermi raccontato la tua esperienza di cui faccio tesoro. Però come dicevo anche io sono stato in terapia familiare e poi individuale con uno psicologo psicoterapeuta per diverso tempo, e sì mi è stato utile.
Esistono infatti gli psicologi psicoterapeuti che sono quelli abilitati a effettuare sedute e terapie ed in alcuni casi possono anche prescrivere farmaci. Gli psichiatri per mia esperienza li eviterei proprio perchè medici ed hanno spesso un approccio più fisiopatologico e biologico e quindi partono di base sempre col prescrivere farmaci.
Nel mio caso non credo mi occorra assumerne, ma ragionare e parlare per capire cosa non va e farmi suggerire delle strategie utili per poter affrontare le mie problematiche. È come se sentissi l' esigenza di essere guidato un po' come farebbe un genitore amorevole con un figlio. Credo che sia questo il mio principale problema sento molto e ho sempre sentito la grossa mancanza di un punto di riferimento, qualcuno da considerare come un porto sicuro a cui potersi rivolgere, chiedere consiglio, farsi guidare ed aiutare a riflettere e prendere liberamente decisioni. Mi manca e mi è mancato sempre questo tipo di tranquillità e calma.

Un po' lo sono stati i miei zii, la sorella di mia madre e il marito, ma anche loro riescono ad arrivare fino ad un certo punto, oltre non se la sentono di supportarmi, forse anche a causa dei cattivi rapporti con mia madre. A volte penso che hanno paura di consigliarmi qualcosa perchè se poi le cose dovessero andare male, mia madre potrebbe incolparli.
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Messaggioda ClaudiaK » 24/02/2025, 22:31



SpringToCome ha scritto:Ciao,
sì in effetti sono un po' "caoticamente catrastofista" ma proprio perchè, come anche mi consigliavi, ho provato ad affrontare le cose una per volta e per ordine di priorità, e cercando di mettermi in una predisposizione d' animo fiduciosa ed ottimista, ma purtroppo come nel caso del dentista è andata male e mi sono ritrovato con un problema raddoppiato. Infatti prima di recarmi in cura da questo ero stato già danneggiato da un altro che per rimuovermi una carie a suo dire superficiale mi ha portato a devitalizzarmi un molare. Dopo quell' episodio non mi sono scoraggiato all' epoca e mi sono affidato ad un altro che mi ha messo nell' attuale situazione. Questo è per dire che questo tipo di tentativi già ho provato a farli, ma sono ritornato punto e a capo, anzi sono in una situazione peggiore della precedente.


Sì, ok, capisco (o meglio cerco di capire).
Mi riferisco a tutto il tuo scritto , e soprattutto alla tua conclusione, in cui ammetti di cercare un riferimento di tipo genitoriale.
Purtroppo...SpringToCome...la vita ha per TUTTI le sue durezze, e le deusioni dal prossimo, e poi ancora le fregature e i tradimenti del prossimo...
E che vogliamo fare?
Possiamo forse passare i 40 (ma anche meno) e continuare a cercare in altri il riferimento che sentiamo mancarci o esserci mancato da sempre?

Certamente io posso sbagliare , ma credo che sia già un passo avanti il capire che siano mancati riferimenti importanti, e ri-partire per cercarli "in proprio", a cominciare da se stessi...
Potrà essere anche sbagliatissimo il mio approccio a questo tema delicatissimo, ma io penso da sempre che "quello che sono riuscita a fare io, può farlo anche il mio prossimo" e VICEVERSA che : "quello che riesce a fare il mio prossimo, posso farlo anch'io!".
Farò errori? Eccerto che li farò...ma se da quelli imparo è già cultura di vita, che mi potrà servire (quanto meno) a non sbagliare per la seconda volta nello stesso modo...

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Messaggioda SpringToCome » 25/02/2025, 1:52



Non credo che la vita abbia per tutti le sue durezze e le sue delusioni.

Sono un po' stanco di dover sempre faticare per ottenere tutto, ma sono stanco soprattutto mentalmente e poi anche fisicamente, mi domando fino quando riusciro' a farlo, perchè piu' passa il tempo e più invecchio e più le forze e la lucidità mi abbandonano. Ma soprattutto la "voglia di riscatto" viene meno.

Conosco delle persone che hanno avuto la vita spianata. O meglio si sono anche trovati in difficoltà familiare per qualche anno della loro vita, ma poi puff d' improvviso si sono ritrovati senza mai dover aprire un mutuo con nonni che gli acquistavano gli appartamenti.

Lo so è gente fortunata che non andrebbe presa in considerazione, perchè potrebbe essere assimilata a quelli che vincono la lotteria. C'è pero' in giro tanta gente cosi'... che parte dalla tua stessa condizione e compra come te nello stesso tabaccaio il biglietto della lotteria, magari con soldi che non si è dovuto nemmeno sudare, e a differenza tua pero' gli riesce tutto facile perfino vincerla alla prima giocata.

Purtroppo spesso vedo questo come "prossimo".

Due persone si sposano e comprano casa da 300.000€ senza nemmeno aprire un mutuo e far debiti trentennali, anzi continueranno ad andare in viaggio per il mondo con tutti quei soldi risparmiati.... e a me viene da pensare al perchè non sono anch'io in quelle situazioni lì, e perchè devo sempre guadagnarmi tutto.

Quando penso poi che dovrò comprarmi una casa con tanti sacrifici, non lo faccio pensando di far un favore a me stesso, ma lo vedo come un dovere, perchè mia sorella oggi e soprattutto domani non sarà in grado economicamente di fare lo stesso, per cui sacrificandomi daro' una mano anche a lei che un giorno potrà contare sulla casa di proprietà di famiglia, e probabilmente grazie a questo non litigheremo come ha fatto nostra madre con i suoi fratelli e sorelle, e riusciremo finalmente a volerci bene.

Lo so sono assurdo e contorto, pero' è come se non riuscissi a pensare esclusivamente a me stesso senza mettermi in relazione con gli altri. Se progetto qualcosa per me e per il mio futuro devo sempre in qualche modo anche per le persone che vorrei ci fossero domani nella mia vita.

E' un atteggiamento forse sbagliato che mi porto dietro da quando ero bambino.

C' era mio padre che, quando eravamo soli lui ed io da qualche parte, non riusciva mai a comprarmi qualcosa, che ne so uno snack o una cocacola al bar, lui me lo chiedeva e io rifiutavo sempre. Un giorno mi chiese perchè facessi sempre così, e io gli risposi che mi sentivo in colpa perchè avrebbe comprato delle cose a me mentre a mia sorella che era a casa non avrebbe avuto nulla. Ecco lui mi sorrise e dandomi dello sciocco provo' a spiegarmi che quando offriva qualcosa a mia sorella lei non faceva mai lo stesso mio discorso, e che era giusto così e che proprio per questo non mi dovevo preoccupare per mia sorella, poichè tanto a lei avrebbe comprato qualcosa in un' altra occasione. Nonostante cio' negli anni non ci sono mai riuscito a pensarla diversamente e a comportarmi diversamente. Mi sembrava ingiusto.

Non lo so perchè funziono cosi'.
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Messaggioda ClaudiaK » 25/02/2025, 10:47



SpringToCome ha scritto: Non credo che la vita abbia per tutti le sue durezze e le sue delusioni.
....................................................
Non lo so perchè funziono cosi'.


Vabbè...credo di non scoprire nulla di nuovo nel dire che evidentemente sei dotato di una grandissima sensibilità, e anche di generosità d'animo.
Ma proprio per questo non capisco come tu possa arrivare alla conclusione vittimistico-draconiana che ti porta a vederti come il "pulcino nero"...

Il <villaggio globale> , e l'informazione che ne deriva a livello planetario, sono strazianti nel mostrarci quel tanto e troppo mondo di PERSONE, e persino neonati, che sono sotto guerre, carestie, persecuzioni politiche, torture... e (non volermene ti prego!) ...qua ci sentiamo "segnati dal destino" ...anche quando abbiamo avuto una famiglia disfunzionale nella media (ma che comunque a modo suo c'è stata!) e ci avviliamo alla sola idea (anche molto materialistica. volendo) di identificare l'altrui PRESUNTA "fortuna" nel fatto (per dire) che qualche altro possa avere qualche passettino di privilegio materiale in più rispetto a noi (tipo avere in dono l'appartamentone) ?
Basterebbe buttare un occhio sul mondo dei "vip" per avere un'idea di come le enormi "fortune della vita" non immunizzino assolutamente da Dolori e Senso di Vuoto che portano danni immensi ai "fortunatissimi", e che forse non avrebbero patito se avessero dovuto impegnarsi per soddisfare con fatica i bisogni primari;... vite affogate nel delirio del Vuoto che si cerca di riempire con droghe, alcool, eccessi di ogni genere, psicoanalisi, psicofarmaci come fossero acqua, senza mai trovare Pace...
Penso spesso a Diego Armando Maradona...e qui lo ricordo, proprio perchè l'epilogo della sua storia tristissima è noto al mondo intero...

In qualche senso (senza alcuna polemica, e ci mancherebbe!) , per il piacere di ragionare insieme, a me verrebbe da chiedere (e giuro che lo faccio su me stessa) "ma possiamo sentirci <specialissimamente sensibili> ...quando poi, se riusciamo ad alzare lo sguardo dal nostro ombelico, ci dobbiamo rendere conto che di altrui sensibilità feritISSIME è pieno il mondo, e che - nella media - ne escono sani e soddisfatti coloro che non si attendono soluzioni se non da se stessi, ciascuno organizzandosi al meglio che può, e senza farsi dominare da tentazioni vittimistiche (che sono facilissime per tutti) ?
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Messaggioda SpringToCome » 26/02/2025, 2:51



Sì certo ti do ragione pressoché su tutto.

Più che vittimismo, la mia è paura che blocca o mi porta a procrastinare all' infinito.... quindi sentire il peso del doversi sempre impegnare rispetto ad altri con la strada spianata è probabilmente una lamentela giustificatoria con me stesso e con gli altri.

Ma sta di fatto che l' interruttore ora è spento non come 15 anni fa quando mi son dato da fare. E non so che cosa possa fare per farlo riattivare. All' epoca fu una lettera abbastanza dura che mi scrisse mio padre un anno prima di morire, che ritrovai per caso. Oggi non saprei....

Non trovo motivazioni di riscatto, forse perchè pensavo 15 anni fa che impegnandomi allora oggi la mia vita sarebbe stata diversa.... ed invece a parte un lavoro stabile, non lo è.

Mi sono reso conto che sono peggiorato per quanto riguarda la capacità nel socializzare con gli altri, e in un certo senso mi sento sempre sguardi di compatimento o di scherno addosso per come sto vivendo... e no nemmeno questo riesce a tirare su l' interruttore, perchè contrariamente a come feci con la lettera di mio padre volendogli essendi in disaccordo con quanto c' era scritto, ora a quegli sguardi sono il primo a dargli ragione.

La percezione che ho della mia vita è fallimentare.

Non ho guadagnato nulla in questi anni impegnandomi ne rispetto ne affetto, e questo a causa dei miei problemi caratteriali, che mandano in secondo piano quella sensibilità e generosità di cui mi scrivevi.

Io avrei voluto il carisma da leader che purtroppo per quanto possa impegnarmi non avrò mai. O forse avrei voluto che al netto del mio impegno venissi per una volta considerato come una persona capace di cui fidarsi.

Non lo so forse appaio spocchioso e saccente.... a volte ho questa impressione. Però giuro che faccio di tutto per non esserlo. Se a lavoro cerco di dare degli input ai miei colleghi raccontandogli di situazioni ed esperienze lavorative avute in altri contesti, subito si mettono in guardia e passano a delle battute come "eh sì infatti lì sono così bravi che per questo motivo ti hanno cacciato e ora sei qui da noi!" .... il bello è che non mi ha cacciato nessuno dal posto precedente dov' ero, me ne sono andato io di mia volontà perchè non lavoravo più bene a causa di una collega che mi ha intossicato la vita per 3 anni.

Non capisco se quando parlo ho modi di fare o atteggiamenti davvero fastidiosi o recepiti come spocchiosi e saccenti, o se siano gli altri a recepirli così per delle loro insicurezze.

O forse sono io che ho ancora delle insicurezze e tento di darmi autorevolezza parlando delle mie precedenti esperienze per validare un ragionamento o una procedura che potrei suggerire per lavorare meglio.

Magari la prossima volta dovrò cercare di farla passare per una mia ideazione, più che per un' esperienza maturata altrove.

Intanto sono così bloccato che ho perso un' occasione per un appartamento. Mia sorella mi aveva anche detto che se volevo mi avrebbe accompagnato a vederlo. L' agenzia mi ha contattato telefonicamente due volte, ma non ho risposto.... e oggi hanno rimosso l' annuncio.... la cosa assurda è che stasera mi ero convinto che forse era il caso di organizzarmi domani con mia sorella per andarlo a vedere.

Ecco la mia vita praticamente è così, un sacco di treni che stupidamente e senza sapermi spiegare perchè faccio passare e non tornano più.
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