Canticchiava:"get laid....we get laid...make hate...so medicate, run away...". Non riusciva a mettere apposto la cerniera della sua giacca. Non riusciva a concentrarsi. Non riusciva a studiare per i concorsi. Non riusciva a scrivere. Non riusciva a "stare sul pezzo". La sua mente stava sempre sul pezzo...ma ormai, da un mese e più, non la riconosceva più:"medicate...". STRAAAAP. Addio giacca. L'aveva distrutta. Preso da una rabbia che per lui era normale, non era nemmeno rabbia a ben vedere. Era assenza di precisione. Ma non di precisione manuale, no, di precisione mentale. La sua mente era imprecisa. In compenso stava diventando abile nel sollevare pesi. La sua schiena era un fascio di nervi, il cortisolo imperversava. Si era allenato per tre giorni di fila. Aveva preso a pugni anche un sacco da boxe, a mani nude. Ma il tutto senza odio, senza violenza, ma con forza. Con la forza della legge del corpo, perché quella c'era. Quella dell'anima non era mai esistita. Si asciugò i capelli. Il fon andò in cortocircuito ed emise un getto di aria caldissima che lo scottò violentemente alla nuca. Emise un urlo e tirò un pugno al muro...tanto le nocche della sua mano destra erano diventate quasi insensibili. Si erano deformate un po', a forza di pugni al muro.
Ci aveva lasciato il cervello. Ci aveva lasciato parte di quel cervello, parte di quella lucidità che l'aveva sempre contraddistinto, ci aveva lasciato parte di anima. Era stato usato da lei e anche se era sempre riuscito a rispondere colpo su colpo, non ricordava quello che aveva detto né quello che gli era stato detto mentre faceva sesso -non l'amore!- con la sua "amica". Doveva medicarsi, medicarsi la testa e doveva farlo presto, prestissimo.
"Scappa via, genera odio, e scopa, scopiamo, mi hai legato...ne ho abbastanza quindi...medica...medica..."
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