Questa sono io

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Messaggioda Blue*Sunset » 27/05/2014, 10:30



Penso questa sezione sia adatta per farmi conoscere meglio, essendo nuova.

In realtà, credo che tutto ruoti intorno a due facce di me. Una parte di me è incredibilmente ottimista, vogliosa di aprirsi al mondo, alla gente, a diverse culture, è desiderosa di fare del bene, fiduciosa verso il futuro e aspira a grandi cose, ad una vita piena di attività, di emozioni e gratificazioni. L'altro lato della medaglia è una me esattamente opposta: pessimista fino all'esasperazione, che soffre per un nonnulla, che si lega al dito ogni torto e vive nel rancore e nella frustrazione per piccole cose e per questo caratterialmente aggressiva e che se si sente minimamente attaccata si chiude a riccio e si rifiuta di comunicare.
So che ognuno di noi, a seconda dei momenti e dei periodi, può cambiare da così a così. So che ci sono giornate giù o giornate in cui si vede tutto più rosa perché questa è la vita. Però questo passare da un estremo all'altro anche nel giro di pochi minuti non mi fa vivere al meglio.

In realtà da bambina non ho subito traumi particolari, ho vissuto un'infanzia abbastanza facile. Alle scuole medie avevo mantenuto ancora l'allegria e la voglia di giocare di una bambina e per questo tra le 13enni apparivo come quella "strana". E anche i primi anni di scuole superiori ero così, diversa: vestivo malissimo, non mi truccavo, ero spensierata, insomma continuavo a vivere nella mia bolla di "mondo infantile" . Poi ho cominciato a rendermi conto che le mie migliori amiche crescevano senza di me e, cosa a cui prima non facevo minimamente caso, avevano le loro prime esperienze con i ragazzi. Al ché mi sono adeguata: mi truccavo anch'io, mi vestivo meglio, uscivo la sera nella speranza che i ragazzi mi notassero ma per loro ero invisibile e tutte le mie amiche avevano sempre schiere di pretendenti ed io sempre lì col falso sorriso in faccia, che fingevo non m'importasse...

Dai 15 ai 18 anni è stato un periodo davvero umiliante per me. Mi sentivo invisibile, non desiderata, inutile. E' stato allora che ho pensato per la prima volta nella vita al suicidio... Soffrivo davvero troppo....

Poi, preso il diploma, è stato come se avessi tagliato un filo. All'università ho conosciuto nuova gente, respirato aria nuova. Ero felice. Sarà stato questo atteggiamento positivo a far sì che due ragazzi mi facessero la corte contemporaneamente: uno adesso è il mio migliore amico e l'altro il mio ragazzo ufficiale. Non credevo sarebbe mai successo a me, invece...
E da lì è continuata la trasformazione: ora mi sento più libera di quanto non mi sentissi pochi anni fa, libera di avere il mio stile in tutto, avere le mie opinioni senza più essere così rigida su quelle degli altri...insomma, è tutto un insieme di cose.
Ma se da una parte avere vent'anni ti permette d'instaurare una tua identità e ti rende più sicura di ciò che sei nel presente, non ti rende altrettanto sicura su ciò che sarai in futuro.
Tempo prima ero talmente preoccupata delle mie angosce del presente che al futuro non ci pensavo...prima la mia vita era programmata ora per ora, giorno per giorno e mi sentivo prigioniera...adesso sono fin troppo libera e la società non solo non ti dà certezze ma quelle poche che avevi già te le distrugge. Mi guardo intorno e vedo che tante cose che c'erano non ci sono più, tanti valori sono scomparsi, e che il mondo è crudele e che per essere chi vuoi essere devi combattere. A volte la lotta non serve neppure, perché a vincere è sempre il sistema, l'ipocrisia della gente e l'incomunicabilità del genere umano per usare un termine pirandelliano.
Insomma, sento che alla mia età si potrebbero avere tante possibilità: di cambiare il mondo, di affermarsi e seguire le proprie passioni ecc ecc. Ma vedo sempre qualche ostacolo davanti a me e ho paura che non riuscirò mai ad essere felice nella vita, una parte di me continua a sentirsi inadeguata a questo mondo solo perché credo fermamente in valori troppo alti e ormai troppo obsoleti per l'uomo contemporaneo... sento davvero come di essere venuta al mondo in un'epoca sbagliata.

Scusate, forse ho preso troppo alla lettera il titolo della sezione.... ma avevo bisogno di uno sfogo. Scusate se ho dilungato troppo... :shy:
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Messaggioda Qwerty1991 » 27/05/2014, 11:13



Carissima, sappi che non sei la sola a sentirti così. La perdita di valori da te citata, penso sia da ricondurre al massiccio processo di omologazione di cui ormai la stragrande maggioranza della popolazione è vittima. Ci stiamo tutti adeguando forzatamente a modelli e stili di vita incapace di rappresentarci, snaturando totalmente i rapporti umani ed i rapporti con noi stessi! E' superfluo asserire che al giorno d’oggi tutto si basi sull'apparenza, tutto. Non mi riferisco solo alla bellezza estetica..si esalta il falso ottimista ( odio e stra odio chi cerca di vedere in ogni situazione arcobaleni ed unicorni ), si esalta la rincorsa spietata verso il successo, che sia in ambito lavorativo o sociale. Chi si concede il lusso di fermarsi anche solo per un attimo o mostrare segni di debolezza e perplessità, viene immediatamente etichettato come "perdente". Io credo sia esattamente il contrario..perdente è chi crede di dover trascorrere il resto della vita lottando con le unghie e con i denti per il raggiungimento di traguardi effimeri, senza mai ammettere la propria stanchezza con sé stessi o il proprio dissenso. Perdente è chi preferisce piegare la testa ed accettare quel che la mandria passa perché sicuramente distinguersi costa molta più fatica e già c'è da disperdere troppe energie nello studio, nel lavoro o nella vita affettiva.. Senza falsa modestia, orgogliosamente affermo di aver scelto di tutelare me stessa e la mia originalità. Ne sto pagando le conseguenze giorno dopo giorno, difatti in questo la mia vita è tutto fuorché appagante. Sono quasi totalmente sola, percepisco il peso di occhiate indiscreti, alle mie orecchie giungono continuamente sibili e sussurri lontani di disapprovazione..Dio solo sa quanto costi ignorare tutto ciò. Ma ho fiducia in me, ho 22 anni ( quasi 23 ) ed ancora non ho capito chi io sia veramente, o che cosa voglia dal presente e dal futuro..tutto questo da una parte mi spaventa ma d'altra, paradossalmente. mi conforta. L’ammettere di non conoscersi è già un punto di partenza per un lungo viaggio introspettivo che son sicura, mi condurrà ad un meta ben più gratificante di tutte quelle che oggi ci vengono spacciate per fonte certa di felicità.
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Messaggioda Blue*Sunset » 27/05/2014, 11:46



Grazie Qwerty...oh allora siamo coetanee =)
mi è piaciuta molto l'ultima frase. Anche se da una parte io sono contenta di aver capito una piccola parte di me stessa, è uno dei pochi punti di riferimento al momento per me... perché non sono religiosa, ho una famiglia che mi vuole bene ma che spesso non riesce a capirmi, ho degli amici che sono spesso troppo presi dai loro problemi... sento che l'unico punto di riferimento che ho è me stessa e allo stesso tempo la cosa mi spaventa perché troppe volte mi manca il coraggio e mi sento indifesa di fronte a questo mondo troppo complicato e troppo assurdo... e nei momenti in cui mi sento debole e sola e non riesco a darmi forza da sola che riferimenti ho?
Eh sì, è dura..
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Messaggioda Qwerty1991 » 27/05/2014, 11:54



Blue*Sunset ha scritto:Grazie Qwerty...oh allora siamo coetanee =)
mi è piaciuta molto l'ultima frase. Anche se da una parte io sono contenta di aver capito una piccola parte di me stessa, è uno dei pochi punti di riferimento al momento per me... perché non sono religiosa, ho una famiglia che mi vuole bene ma che spesso non riesce a capirmi, ho degli amici che sono spesso troppo presi dai loro problemi... sento che l'unico punto di riferimento che ho è me stessa e allo stesso tempo la cosa mi spaventa perché troppe volte mi manca il coraggio e mi sento indifesa di fronte a questo mondo troppo complicato e troppo assurdo... e nei momenti in cui mi sento debole e sola e non riesco a darmi forza da sola che riferimenti ho?
Eh sì, è dura..


Nella tua mente, questi riferimenti di cui parli, qualche ruolo dovrebbero assolvere ?
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Messaggioda Blue*Sunset » 27/05/2014, 12:35



Nei momenti di difficoltà le persone cercano qualcuno...o qualcosa...a cui appoggiarsi psicologicamente, da cui trarre conforto, la forza e il coraggio per compiere delle scelte...questo intendo per "punti di riferimento". E sento che in questo ho solo me stessa, mi spiego? ...Immagino possa suonare un po' vittimista...
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Messaggioda birillo22 » 27/05/2014, 13:08



Blue*Sunset ha scritto:Nei momenti di difficoltà le persone cercano qualcuno...o qualcosa...a cui appoggiarsi psicologicamente, da cui trarre conforto, la forza e il coraggio per compiere delle scelte...questo intendo per "punti di riferimento". E sento che in questo ho solo me stessa, mi spiego? ...Immagino possa suonare un po' vittimista...


anche io ho solo me stesso ..

riguardo alle scelte bu io seguo l istinto anche se a volte sbaglio ma a volte no
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Messaggioda Qwerty1991 » 27/05/2014, 13:44



Blue*Sunset ha scritto:Nei momenti di difficoltà le persone cercano qualcuno...o qualcosa...a cui appoggiarsi psicologicamente, da cui trarre conforto, la forza e il coraggio per compiere delle scelte...questo intendo per "punti di riferimento". E sento che in questo ho solo me stessa, mi spiego? ...Immagino possa suonare un po' vittimista...


Non parlerei di vittimismo ma di sano realismo. Molti spesso tendono a sprecare troppo tempo nella ricerca di questo fantomatico appiglio e troppo poco nella ricerca di valide soluzioni ai problemi che si presentano. Nessuno mai potrà capire fino in fondo ciò che abbiamo dentro, nessuno potrà vivere la vita al posto nostro e di conseguenza capire cosa sia meglio per noi. Appoggiarsi eccessivamente ad amici, parenti o fidanzati può significare il crollo psicologico totale nel momento in cui uno di questi venga a mancare..non scordiamoci che prima o poi ,il tanto temuto momento di solitudine, nella vita capita a tutti ( credo ). E' ovvio che la presenza fisica o morale di persone a cui siamo legati ci alleggerisca il fardello di tensione e di stress ai quali siamo sottoposti, ma dobbiamo sforzarci di ridimensionare rapporti affettivi e legami, evitare di ricadere in un' insidiosa schiavitù emotiva, senza per questo svalutarli.
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Messaggioda Blue*Sunset » 28/05/2014, 11:26



In realtà quel periodo un po' buio della mia vita, dai 15 ai 18 anni, da una parte sono stati duri...dall'altra mi hanno diciamo "istruita" alla solitudine. Ho lavorato molto su me stessa in quegli anni, tanto riflettuto e perciò sono cresciuta e uscita dall'adolescenza senza conoscere quella folle paura irrazionale dello "stare soli". Nel senso che è un timore nascosto che possiamo avere tutti, ma ho conosciuto moltissima gente che dichiarava apertamente di avere il terrore della solitudine, fisica e psicologica...io non ho paura di stare sola con me stessa né in un senso né nell'altro, e sono consapevole che l'aiuto degli altri arriva fino ad un certo punto...per questo mi dico consapevole che posso avere fiducia solo in me stessa. Me ne rendo conto per la maggior parte del tempo.
Solo ci sono certi momenti in cui sono talmente affranta, talmente sconfortata e sfiduciata... che so da un lato di non avere appoggi esterni e dall'altro di non avere neanche l'appoggio di me stessa e allora a quel punto mi sento annientata... e sono i momenti di confusione totale, di smarrimento.
Quindi..... non mi stavo in realtà lamentando "mi sento sola non ho punti di riferimento" come condizione costante. Sono solo dei momenti o dei periodi... di nichilismo, possiamo dire. Sono tremendi.
Poi magari risalgo, pian piano. Ma nella durata di quei momenti ti senti persa perché non sai cosa fare.
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Messaggioda Qwerty1991 » 28/05/2014, 11:46



Il tuo ragazzo non ti è di conforto in questo momenti che descrivi ?
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Messaggioda Blue*Sunset » 28/05/2014, 12:24



Di tutti gli altri lui è quello che più mi capisce...è un'estremista emotivo, come me. Ho detto "magari risalgo, pian piano" e lui contribuisce a riportarmi su. Lui comunque conta molto su di me quando ha momenti di sofferenza, mentre io malgrado tutto per prima cosa conto su me stessa perché nonostante i consigli, l'affetto dei cari..so che le risposte o le certezze per qualunque mia scelta o stato d'animo posso averle solo io. Questo punto di vista lui non penso lo capisca o lo condivida pienamente...lui ha me e gli basta, io penso di essere più individualista, se si può dire.. non so se ho spiegato bene la dinamica.
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