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Nata nel 99 famiglia unita almeno credo poco dopo mia madre tento due volte il suicidio con i farmaci mentre era sola a casa con me arrivo mio padre dal lavoro gli dissi non so come che la mamma non stava bene e fu ricoverata subito. Al asilo non andava benissimo mi escludevano dai giochi e mi prendevano in giro.
Iniziai le elementari i primi tre anni li ho fatti in una scuola privata ma nonostante mi trovassi benissimo i miei decisero di farmi finire le elementari nella scuola del mio paese. Li mi prendevano in giro e mi escludevano, mi hanno picchiata solo due volte ma niente di esagerato. Iniziai le medie e li iniziarono i veri problemi. Mio padre inizio a soffrire di manie da persecuzione, a scuola solite prese in giro ma si aggiunsero i cori per il paese e i "cessa suicidati". Io non studiavo più pensavo a prevenire il suicidio di uno dei miei due genitori e alle offese.
Mi costringevo a stare sveglia di notte finché non ero sicura che avrei avuto due genitori il giorno dopo.
Una sera ero crollata ma sentii mia madre dire a mio padre di non fare cazzate. Ascoltai la conversazione e intervenì. Stava per andare in cucina a prendere dei farmaci per farla finita, mi misi davanti e nonostante mi faceva paura quando mi disse: " spostati altrimenti ti do uno schiaffo che ti faccio volare fino a là" non mi spostai. Non mi ricordo come finì. So solo che sistemata la situazione tornai in camera e stetti sveglia tutta notte. Il giorno dopo, finita la scuola, mia madre mi venne a prendere in auto. Andammo al asl dopo una visita lunga non so quanto ma morivo di noia mio padre non torno a casa con noi. Fu ricoverato al ospedale psichiatrico per due settimane. Quando tornò a casa si curava e tutto. Andò bene fino alla seconda media, ripresero le liti, ripresero "le confessioni". In poche parole io faceva da confessora a tutti. Mio padre smise di curarsi mia madre sclerava 100 volte al giorno. Situazione insopportabile. Le studiavo di tutte tra il come ammazzarmi e come scappare di casa. Il 1 settembre del 2013 ero sola come ogni domenica insieme a mio padre. Mi parlo di suicidio. Stetti tutta sera a pulire la cucina perché li ho tutte le possibili armi. Lavai pure le gambe delle sedie e del tavolo i cassetti non sapevo più cosa pulire. Allora andai in camera ma nel frattempo lo tenevo sotto controllo. Ad un certo punto tornai in salotto mi disse (secondo le sue paranoie causate dal suo disturbo) che la mamma era morta ecc.. La chiamai al cellulare ma non rispondeva. Allora gli dissi che cerco il numero del suo lavoro su internet. Il mio computer era in camera. Lui mi seguì. Si stava caricando la pagina ma lui mi disse "jessica passami il coltello che ti devo ammazzare e dopo mi ammazzo anche io" ci trovammo faccia a faccia presi tempo per fare mente locale sui possibili ostacoli durante la fuga, ma una parte di me voleva morire perché non reggevo più la situazione.
Urlai due volte aiuto sperando che i vicini che abitano al appartamento di sotto mi sentissero. No, non mi hanno sentito. Allora con una velocità che non sapeva di avere iniziai a correre, uscì dal appartamento scesi le scale urlando aiuto, e quando fui davanti alla porta dei vicini suonai e scappai di sotto. Mio padre mi seguiva disarmato. I vicini aprirono e fermarono mio padre ignari della situazione. Tornai su. E dopo aver chiamato mia madre gli zii e il 118 stavo svenendo. Mio padre fu ricoverato per due settimane. Nuova diagnosi schizoaffettiva.
Avevo gli incubi mi immaginavo cosa sarebbe successo se aveva già il coltello in mano. Se i vicini non erano tornati dalle vacanze. A causa del accaduto iniziai ad avere ansia per gran parte del tempo. Iniziai la 1 superiore con paura. La mia migliore amica aveva paura di venire a casa mia, i miei non volevano che il andassi da lei. Rimasi sola. Verso marzo vicino al mio compleanno tra attacchi di panico (di cui i miei ne sono al oscuro), sensi di colpa, voglia di morire, iniziai a tagliarmi per stare meglio ma anche per punirmi. Avambraccio e caviglie erano i posti che anche scoperti nessuno avrebbe notato. Sola e sofferente. Ne parlai con una persona che conosco delle conseguenze di quel fatto. Mi disse più volte che non potevo andare avanti avendo paura dei miei genitori, dovevo chiedere aiuto. Ma non lo feci. Avevo paura delle conseguenze dato che bisogna chiedere ai genitori. E così i giorni passarono e io stavo sempre più male. Un giorno mi decisi ad ammazzarmi. Entrai a scuola con il solito gruppo dei trasgressori perché fino ad una certa ora non si poteva salire. La classe era vuota. Misi giù lo zaino. Aprii la finestra mi sedetti sopra e iniziai a chiedermi:"ma davvero è l'unica soluzione? Sono sicura che a nessuno interessi di me?" Ad un certo punto sentii un passo pesante, era la segretaria scesi dalla finestra, entro nella mia casse e mi caccio fuori di scola insieme al gruppetto. Non era destino che io mi ammazzassi. Verso luglio smisi di tagliarmi volli evitare di avere segni.
Smisi con i pensieri suicidi. Ora rimango con paure da ansia esagerata il fine settimana, notti insonni e sospetti paranoici.
Però grazie a questa esperienza ho imparato a capire meglio le persone, ora aiuto i miei coetanei che me lo chiedono. Ma anche con chi è più grande.
Voglio che nessuno si trovi solo come lo ero io.