La mia storia (forse troppo lunga)

Prima di tutto vi dico che ho deciso di dirvi tutto di me perché a volte mi rendo conto che i miei interventi risalutano incomprensibili se non si conosce la verità, inoltre qui ho trovato una sensibilità, un vero desiderio di aiutare gli altri e non ci si sente giudicati.
Dunque, io sono un sacerdote, ho 39 anni, ma non sono umbro, la mia famiglia è lontana.
A 20 mi trovato a Siena per lavorare come cuoco, e ho conosciuto Angela, studentessa universitaria e con lei sono stato fidanzato 5 anni, gli anni più belli della mia vita. Poi un incidente stradale me l'ha portata via. Per due anni mi sono abbandonato alle peggiori cose che si possono fare, escluse droga e andare da prostitute che non rientrano nei miei valori, ma per il resto: coma alcolico, risse allo stadio, fare sesso con una ragazza che sapevo sieropositiva.
Poi una persona mi parla di Dio, lo vedo come un'ancora di salvezza e decido di farmi prete, grave errore.
All'inizio, durante gli studi ero entusiasta di questo, ma poi mi rendo conto che questa non è la mia strada, ma non vado via, il dolore, la sofferenza in un certo senso mi fanno pensare che questo è il modo per espiare.
Ora mi ritrovo parroco in un piccolo paese di 300 anime, quasi tutti anziani, con la solitudine che mi tormenta, con il fatto di non avere nessuno che mi abbracci e mi dica “ti voglio bene”, per la gente comune un prete non ha bisogno di queste cose, inoltre il parroco non può fare certe cose per non dare scandalo (non parlo di donne, ma se andassi al bar per un caffè, per scambiare due chiacchiere con qualcuno, si dice che il parroco è un ubriacone che passa tutto il suo tempo al bar).
Nel post “voi che ne sapete”, parlo del Natale, ma questo vale per tutte le feste e le domeniche, ecco come le passo: alle 10 Messa, poi gli auguri al “parroco” perché è un dovere, ma non a Piero, telefonata a mia madre e famiglia per gli auguri, e a mezzogiorno il mio Natale è finito. Non parliamo poi del 31 dicembre...
Sono un prete, ma non dovrei esserlo, vorrei avere una persona da amare, da avere vicino. Prima che domandiate voi: da quando sono sacerdote non ho mai avuto una storia o fatto sesso, perché non rientra nei miei valori, ho dato la mia parola di celibato e siccome penso di essere una persona leale, con grande sofferenza cerco di rimanere fedele alla parola data, anche se le occasioni non mi mancherebbero.
Sono un prete, ma il Dio che predico dall'altare, lo sento estraneo, lontano dalla mia vita, e a volte mi domando se ho fede.
Ho cambiato 6 psicologi, di cui uno esperto per i sacerdoti, e tutti hanno sempre detto “dovrebbe parlare con i suoi superiori”, che a loro volta mi dicono “vai da uno psicologo” in pratica non ho nessun punto di riferimento.
Come detto in un altro post, non reggo più alla solitudine, al fallimento di tutta la mia vita, a predicare una speranza ormai defunta dentro di me, mi sono dato una scadenza, il 31 dicembre.
Non ditemi, per favore, che Angela non vorrebbe che io sia così, perché non ci credo, come detto non so se ho fede e pertanto spesso i discorsi sulla Resurrezione, sulla vita dopo la morte, mi sembrano vuoti, una specie di utopia per stare bene qui.
Potreste dirmi “ma allora lascia il sacerdozio”. Chi lo fa è visto come un fallito, che nel mio caso sarebbe vero, ma per farlo serve una motivazione forte, e io ammiro chi lascia la tonaca per una donna, io questo non l'ho, non ho la forza di farlo, non farei altro che portare il disastro della mia vita altrove.
Se mi chiedete “ma ci sarà qualcosa di bello nella tua vita?” risponderei di si, i 5 anni con Angela.
Vi ho raccontato di me, potrei aggiungere tante cose, e ora non so se tornerò su questo forum. Vi ringrazio per l'attenzione e la vicinanza che mi avete mostrato, i vostri nick per me rappresentano dei raggi di luce nella mia vita.
Piero
Dunque, io sono un sacerdote, ho 39 anni, ma non sono umbro, la mia famiglia è lontana.
A 20 mi trovato a Siena per lavorare come cuoco, e ho conosciuto Angela, studentessa universitaria e con lei sono stato fidanzato 5 anni, gli anni più belli della mia vita. Poi un incidente stradale me l'ha portata via. Per due anni mi sono abbandonato alle peggiori cose che si possono fare, escluse droga e andare da prostitute che non rientrano nei miei valori, ma per il resto: coma alcolico, risse allo stadio, fare sesso con una ragazza che sapevo sieropositiva.
Poi una persona mi parla di Dio, lo vedo come un'ancora di salvezza e decido di farmi prete, grave errore.
All'inizio, durante gli studi ero entusiasta di questo, ma poi mi rendo conto che questa non è la mia strada, ma non vado via, il dolore, la sofferenza in un certo senso mi fanno pensare che questo è il modo per espiare.
Ora mi ritrovo parroco in un piccolo paese di 300 anime, quasi tutti anziani, con la solitudine che mi tormenta, con il fatto di non avere nessuno che mi abbracci e mi dica “ti voglio bene”, per la gente comune un prete non ha bisogno di queste cose, inoltre il parroco non può fare certe cose per non dare scandalo (non parlo di donne, ma se andassi al bar per un caffè, per scambiare due chiacchiere con qualcuno, si dice che il parroco è un ubriacone che passa tutto il suo tempo al bar).
Nel post “voi che ne sapete”, parlo del Natale, ma questo vale per tutte le feste e le domeniche, ecco come le passo: alle 10 Messa, poi gli auguri al “parroco” perché è un dovere, ma non a Piero, telefonata a mia madre e famiglia per gli auguri, e a mezzogiorno il mio Natale è finito. Non parliamo poi del 31 dicembre...
Sono un prete, ma non dovrei esserlo, vorrei avere una persona da amare, da avere vicino. Prima che domandiate voi: da quando sono sacerdote non ho mai avuto una storia o fatto sesso, perché non rientra nei miei valori, ho dato la mia parola di celibato e siccome penso di essere una persona leale, con grande sofferenza cerco di rimanere fedele alla parola data, anche se le occasioni non mi mancherebbero.
Sono un prete, ma il Dio che predico dall'altare, lo sento estraneo, lontano dalla mia vita, e a volte mi domando se ho fede.
Ho cambiato 6 psicologi, di cui uno esperto per i sacerdoti, e tutti hanno sempre detto “dovrebbe parlare con i suoi superiori”, che a loro volta mi dicono “vai da uno psicologo” in pratica non ho nessun punto di riferimento.
Come detto in un altro post, non reggo più alla solitudine, al fallimento di tutta la mia vita, a predicare una speranza ormai defunta dentro di me, mi sono dato una scadenza, il 31 dicembre.
Non ditemi, per favore, che Angela non vorrebbe che io sia così, perché non ci credo, come detto non so se ho fede e pertanto spesso i discorsi sulla Resurrezione, sulla vita dopo la morte, mi sembrano vuoti, una specie di utopia per stare bene qui.
Potreste dirmi “ma allora lascia il sacerdozio”. Chi lo fa è visto come un fallito, che nel mio caso sarebbe vero, ma per farlo serve una motivazione forte, e io ammiro chi lascia la tonaca per una donna, io questo non l'ho, non ho la forza di farlo, non farei altro che portare il disastro della mia vita altrove.
Se mi chiedete “ma ci sarà qualcosa di bello nella tua vita?” risponderei di si, i 5 anni con Angela.
Vi ho raccontato di me, potrei aggiungere tante cose, e ora non so se tornerò su questo forum. Vi ringrazio per l'attenzione e la vicinanza che mi avete mostrato, i vostri nick per me rappresentano dei raggi di luce nella mia vita.
Piero