Il Mare, il Fuoco e l' Abisso

La mia storia con i miei occhi ma veduta dall'alto.

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Il Mare, il Fuoco e l' Abisso

Messaggioda Depth » 30/12/2014, 17:37



Ciao a tutti,
è qualche giorno che frequento questo meraviglioso forum, la cosa più bella che ho trovato è la capacità di non giudicare gli errori degli altri ma il saper dare sostegno, anche se solo virtuale. Ho voglia di scrivere la mia storia, cercando di racchiudere in non troppe righe ciò che mi è successo. Spero che sia di esempio a qualcuno e da monito ad altri. Paghiamo sempre per i nostri errori, sempre.

Sono nato all'estero, papà italiano, madre straniera, venuti a vivere fin da subito qui vista la più che discreta agiatezza economica di mio padre. Passo i primi anni della mia vita, abbastanza tranquillamente, i primi ricordi che ho sono di quando avevo forse 6-7 anni, gli anni precedenti a detta dei miei sono stati tranquilli :rolleyes: .
Il primo ricordo che ho impresso nella testa, è un sogno ricorrente, che mi vede scendere nei sotterranei della chiesa del mio paese, in un corridoio buio, con le pareti ricoperte di ingranaggi colorati e roteanti, cammino sempre quel corridoio infinito ma alla fine annego sempre nel buio che pian piano dissipa i miei ricordi. Da quel momento ricordo che ho iniziato ad avere problemi, ho cominciato ad essere un bambino violento con gli altri, forse lo ero anche un po' prima, ma nei limiti della normalità, dopo ho cominciato a prender gusto nell'essere sadico, la mia corporatura mi ha sempre aiutato in questo, a 14 anni ero già 1.80 per 90 kili, e non di grasso. Ritengo di aver subito qualche violenza in quella chiesa, ma non ne ho ancora certezza, eppure da quell'età si è aggravato uno dei miei più grandi fardelli, la balbuzie. Ho cominciato ad essere balbuziente, intorno ai 3 anni, questa pietra sul petto mi ha accompagnato per tutta la vita, anche se oggi riesco a tenerla a bada facilmente, lavoro a contatto col pubblico, pensate un po' XD . Ci sono stati momenti drammatici legati alla balbuzie, momenti in cui aprivo la bocca per rispondere alle domande della maestra e non riuscivo a far molto di più di qualche smorfia con la bocca e qualche sfiatata, ma nulla, le lettere non uscivano dalle mie labbra. Situazioni identiche con ragazze e amici, il che vi lascio immaginare cosa comportava a livello di prese in giro nei miei confronti. Torniamo al racconto temporale, vivo il periodo delle elementari con la balbuzie fortissima, in una scuola di un ottuso paesino di poche anime, che oltre al prendermi in giro per la diversità nelle abilità oratorie, mi odiavano perchè la mia famiglia era la più ricca del paese. Il tempo passa, mio padre non c'è mai, sempre fuori per lavoro, si presenta una volta ogni 3 mesi con un regalo per me, litiga con mia madre per una settimana e riparte urlando che se non ci fosse lui moriremmo tutti di fame. Il copione è sempre lo stesso per un po',io alterno momenti di violenza verso gli altri a momenti di completa apatia, finchè un giorno l'insegnante di ginnastica non mi aggredisce dandomi un calcio nello stomaco con tutta la forza perchè non facevo gli esercizi per bene, torno a casa per dirlo a mio padre, sperando da normale bambino di 9 anni, che mio padre lo andasse a prendere per il collo, e lui non fa nulla, a parte una timida chiamata e finita li...mia madre mi dice che lei prendeva un sacco di botte da bambina, quindi che avevo da lamentarmi? :shy:
Da quel giorno ho capito che ero solo, che nessuno avrebbe potuto difendermi a parte me stesso, che se gli altri non avevano pietà di me, io non dovevo averne per gli altri. Credo che da quel momento l'Abisso abbia cominciato ad alimentare il Fuoco della mia vita.
Nel periodo della scuola media, mio padre perde il suo adorato lavoro, guadagnava un sacco di soldi, ma non ne metteva da parte nessuno, ha preferito comprare 4 porsche in 5 anni che mettere da parte 100 lire, cosi quando è finito tutto, ci siamo trovati senza un soldo, con mutui e leasing da pagare, mio padre è andato in depressione, fatto tutto il giorno di psicofarmaci e canne , mia madre ha chiesto la separazione e l'ha buttato fuori di casa perchè non accettava di vivere senza i suoi vizi da shopping compulsivo. Ah, in tutto ciò, i due fenomeni, hanno pensato bene di fare un'altra figlia un anno prima di mollarsi, cosi da poter rovinare la vita a qualcun altro :pazzo: .
La separazione dei miei è andata avanti 7 anni, in cui hanno fatto leva su di me per farsi dispetti, ugnuno cercava di screditare l'altro ai miei occhi, cosi sono cresciuto con mio padre che mi diceva che mia madre era una prostituta malata di mente, e lei rispondeva dicendo che lui era un maiale , drogato, irresponsabile e culattone :wow: . Tanto per alimentare i sogni di gloria dei due, decidono di non vendere l'enorme casa vuota in cui abitavamo, cosicchè arriva un inverno dove mio padre per esasperazione, decide di non pagare il gasolio per il riscaldamento, tanto fuori erano solo pochi gradi sotto lo zero, e passiamo diversi giorni in camera da letto con una stufa a propano liquido accesa tutto il giorno che ci avvelenava, io di 15 anni, mia sorella di 6 e mia mamma. In tutto ciò, a scuola non ho voglia di studiare, ma grazie alla mia intelligenza e memoria, riesco a passare gli anni di scuola senza grossi problemi, tirandomi le antipatie dei compagni perchè oltre a non studiare mai, me ne vantavo anche e prendevo bei voti :bookread: .
Intorno a quell'età, i 14\15 anni, comincio a delinquere, prima piccoli furti alle cassette delle cabine telefoniche, poi qualche rapina ai tabbacchini, spaccio di fumo, frequentavo ragazzi d 5\6 anni più di me e insieme al mio ex migliore amico ne combinavamo di tutti colori, non ricordo quante persone abbiamo picchiato, per motivi di soldi, controllo del territorio, o semplice svago, direi tra le 30 e le 40 in quel periodo, molti finiti contusi anche gravemente. Il tempo passa, a 16 anni vado da una psicologa, perchè avevamo dato fuoco a una macchina per vendetta verso una persona, e il fuoco mi attirava moltissimo, allora chiesi aiuto ai miei, però dopo 3-4 sedute, la psicologa disse ai miei quanti danni avevano fatto e mio padre gli rispose che era una stupida tro*a che si lamentava con lui nonostante la pagasse. Quindi esperienza chiusa. Continuai a trovare ispirazione nel delinquere, il senso di appagamento dopo un furto o un pestaggio era l'unica cosa che mi faceva stare bene. La droga non mi piaceva, però al mio amico si e quindi per senso di ''sodalizio'' la vendevamo insieme,ma non ne ho mai fatto uso, anzi avevo un senso di schifo verso chi si faceva. Finisco la scuola in provincia, oramai ho preso coscienza che la mia vita è dedicata al crimine, ma non mi basta più, la provincia non mi basta più, l'essere uscito indenne da un paio di processi mi faceva sentire dio in terra, ai miei non fregava più di tanto se il loro figlio rischiava di avere la fedina penale lunga 1 kilometro e quindi a me stava bene cosi :woot2: .
Me ne vado a Roma a vivere da solo, 18 anni e mezzo, diploma fresco e una voglia incontrollabile di far carriere nel mondo del crimine, ispirato da personaggi come Felice Maniero ed altri, decido di dedicare le mie energie alle rapine ai danni di operatori nel settore dei metalli preziosi, non starò ad approfondire per questioni legali. Col mio amico ormai siamo diventati ruote di un ingranaggio molto grande, che ruota intorno a nomi da telegiornale e la vita prosegue tra soldi , donne e locali. I miei non mi hanno mai chiesto cosa facevo, dove abitavo e niente. Dopo poco tempo la resa dei conti arriva anche per me. La mia abilità elusiva della legge non bastò di fronte alla spietatezza di un amico che mi vendette per ottenere la libertà, e cosi andai in carcere, a 19 anni e mezzo, arrestato da 8 componenti della squadra mobile ,pistole in pugno e giubbini antiproiettile, come se fossi stato un mafioso :rotelle: . Il tutto mentre tornavo dal ristorante con la mia famiglia il giorno del compleanno di mia sorella. Lei era l'unica persona che amavo , la sola di cui m'importasse, quel giorno per la prima volta in vita mia, provai un accenno di rimorso, che poi svanì nel nulla. Il carcere non era poi cosi duro, sembrava quasi che ci fossi stato già molte altre volte, mi feci più amici li che da altre parti, però passati i primi due mesi iniziai a morire dentro, star lontano dal mondo mi stava facendo a pezzi psicologicamente, quelle giornata piatte e infinite in quella cella di 8 mq erano come una metastasi che mi divorava lentamente. L'abisso sghignazzava sonoramente la notte, mi sussurrava all'orecchio che lo sapeva che tanto mi avrebbe preso prima o poi, potevo dimenticarmi il mare ormai... Il fuoco avvizzito non mi scaldava più, i giorni dentro quella cella sembravano anni, i secondi sembravano tafani ronzanti che mi pungevano il cuore ricordandomi il mostro che ero. Un giorno il mio compagno di cella, malato cardiovascolare, cadde dal letto mentre ero in bagno, facendosi male ed ebbe un attacco di cuore, passai due ore a chiamare aiuto ma non venne nessuno per molto tempo, finchè alla fine qualcuno arrivò, dopo che lo avevo rianimato un paio di volte, e non dimenticherò mai lo sguardo del secondino mentre pronuncio ''che gli hai fatto?'' , evitai l'isolamento e le botte solo perchè il mio compare di sventura ebbe la forza di dire in quel momento che lo avevo salvato. Il tempo della reclusione finì, patteggiai la ''condizionale'' ed uscii da quel girone di ignavia, passando dalla padella alla brace, un mese e mezzo di domiciliari a casa di mio padre, che non faceva passar giorno senza dirmi che persona di cacca ero :rabbia1: . Dopo tutto, giocava a fare l'incredulo davanti a quello che era successo, purtroppo non potevo tornare in carcere e dovetti sopportare, non potevo neanche uscire di casa per ovvie ragioni. Finito anche questo supplizio, un breve periodo di firme in caserma e tornò a esistere per me un qualcosa di simile alla libertà, ma ormai si era creata una sfaldatura enorme tra me e il mondo. Se prima del carcere, ero un ragazzo che faceva il criminale ma capiva bene cosa c'era di sbagliato nel farlo, dopo quell'esperienza, ero come un reduce che torna a casa dopo 10 anni di guerra e non riconosce neanche la via di casa propria, figuriamoci riconoscere il mondo. L'ombra di un albero per i primi tempi era qualcosa di terribilmente minaccioso per me. Le mie notti erano tormentate , la mia famiglia mi odiava, sapevo che al primo passo falso sarei tornato dentro a scontare i 3 anni che mi avevano abbonato e non riuscivo più a capire se il gatto che mi guardava lo faceva per affetto o perchè volessi saltarmi al collo per sgozzarmi :wacko: .

mi fermo qui per ora, continuerò appena possibile . Ovviamente per gli organi giudiziari, è tutto frutto della mia fantasia, io non ho mai fatto nulla di tutto ciò fatta eccezione per ciò che la magistratura ha accertato.
Grazie per chi si prenderà la briga di leggermi.
  • 4

Questa è la mia opinione e io la condivido

Gabriele


Preso atto che il Male esiste, l'amore anche, sto cercando di capire se esiste il Bene fine a se stesso
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Il Mare, il Fuoco e l' Abisso

Messaggioda Royalsapphire » 05/03/2015, 1:01



Ciao depth,
la tua storia è bellissima. Per quanto sia drammatica, ammiro e apprezzo tantissimo la tua sincerità e la trasparebza concui hai raccontato questa parte della tua vita.
Per me sei un bravo ragazzo. Solo che, lasciato troppo solo da troppo giovane dai tuoi genitori ti sei perduto di casa, per tua stessa ammissione.
Ora però hai l'opportunità di cominciare una nuova vita. Il mondo non è fatto solo di gente come i tuoi o come quella che hai frequentato. Hai ancora tanto da conoscere,da esplorare, da vivere, ma soprattutto da dare e da ricevere.
Non perderti d'animo. Sii il bravo ragazzo che sei e dai possibilità al prossimo di dimostrarti la sua amicizia. Perché le buone amicizie esistono esattamente come le buone persone.
E ci tengo a ricordarti che non sei solo. Quando hai dubbi o incertezze puoi chiedere puoi chiederci consiglio serenamente.

Attendo il prosieguo del tuo racconto.
Intanto ti auguro buonanotte :hug: :luce:
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Il Mare, il Fuoco e l' Abisso

Messaggioda dolce » 20/08/2015, 13:18



la tua storia stupenda sei coraggioso voglio starti vicino un caro abbraccio
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ti voglio tanto bene angelo piero
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