
Pandora313 ha scritto:Vuoi dire perché non dovrebbe essere così? immagino che debba convivere con l'idea che per talune sia l'occasione di andar a vedere lo spogliarello con i membri femminili della famiglia. ad ognuno le sue scelte di vita (che non riesco ahimé a non disapprovare)
Ho avuto modo di conoscere due ragazze che alla festa della donna di circa 4-5 anni fa erano andate in un locale notturno proprio a vedere questo genere di spettacoli. Ho però anche avuto modo di conoscere alcuni ragazzi a cui piaceva andare in night club (uno o due di essi anche a prostitute). Io personalmente ho sempre avuto un certo schifo per questi comportamenti.
Comunque quanto intendevo con il punto a) era il seguente. La festa della donna non è propriamente come il Natale o la festa della liberazione, feste istituite per ricordare sostanzialmente un evento certo (la nascita di Cristo o la fine della seconda guerra mondiale).
Più semplicemente, è una ricorrenza invece meno definita, come la festa del lavoro, o in un certo qual modo, la festa della mamma e del papà. Cioè più facilmente interpretabili differentemente, in quanto non c'è un oggetto definito da festeggiare.
Più semplicemente, nei punti b) e c) secondo me la festa della donna è nata ed è una festività collocabile in quelle che sono definite, tecnicamente, "discriminazioni positive".
Le "discriminazioni positive" sono attività in cui si conferisce un vantaggio in capo ad una persona che invece solitamente sarebbe discriminata (l'esempio classico sono le quote rosa). L'idea di questo tipo di azione è semplice: per evitare che si consumi un ingiusto trattamento, si conferisce un trattamento di favore alla parte più danneggiata.
Trascendendo la correttezza o meno di questo tipo di strumento, cosa che non ci interessa sapere qui, secondo me quello che è interessante è un altro punto: La discriminazione positiva funziona bene se gli svantaggi in ultima istanza sono in capo ad un singolo individuo e non se ci sono svantaggi di varia natura, il cui maggior ammontare ricade in capo ad uno.
Ovvero, facendo un esempio: se ad esempio, consideriamo me e te. La quota rosa conferisce un vantaggio in capo a te sul lavoro, ma la quota rosa non fa nulla per risolvere lo svantaggio che potrei avere io.
Ecco, a mio modo di vedere la festa della donna funziona un po' come una quota rosa, ovvero sia, cerca di dare riconoscimento a quegli svantaggi che tu potresti avere, ma non mette invece in luce gli svantaggi che posso avere io.
Ciò, in realtà, non significa che la festa della donna sia di per sé sbagliata. Però io credo che, seguendo quanto ho detto, è sbagliato ritenere che la festa della donna sia la festa dell'uguaglianza.
Ps. mi facevi presente che usavo sia il termine "donna" sia il termine "femmina". In questa circostanza li ho sempre usati come sinonimi, anche se mi rendo conto che ci possono essere delle differenze di significato.