Avendo visto un post di "La Repubblica" che parlava di un blitz animalista in un Ipercoop a Milano, Volevo fare una domanda a coloro i quali sostengono posizioni animaliste, per quanto ho riscontrato che talvolta può essere un tema particolarmente sentito e quindi portato a contestare fortemente.
Notavo che, sebbene esistano molteplici "filosofie animali", esse comunque si basano sul principio che esistono dei "diritti sugli animali" che sono intrinsechi agli animali stessi: solo per il fatto che questi soggetti sono animali hanno diritto a certi trattamenti ( così come solo per il fatto che l'essere umano è tale allora ha diritto a certi trattamenti).
Gli atti di crudeltà o di violenza nei confronti degli animali vengono in parte già puniti anche dalla nostra legislazione italiana ( ad esempio, uccidere inutilmente un animale è considerato un reato penale secondo il nostro ordinamento art. 544 codice penale)... tuttavia ad esempio non viene imposto il bando sulle carni di macellazioni, oppure sul commercio di pellicce
Di conseguenza volevo fare delle domande a coloro i quali si riconoscono in queste posizioni:
1) se l'uccisione di animali può generare un grande beneficio per la restante parte di popolazione, ed in particolar modo per l'uomo, oppure è impossibile allo stato attuale fare a meno di uno specifico prodotto che viene dagli animali, è ancora giusto astenersi? ( io penso ad esempio alla sperimentazione animale o alla macellazione di animali... anche se però so che spesso viene contestata l'inutilità della sperimentazione animale o il nutrimento carnivoro, ovvero che non sono situazioni di cui non si possa fare a meno, e quindi sostanzialmente bypassano il problema filosofico)
2) esiste comunque una qualche precedenza, a parità di diritti, dell'essere umano, rispetto all'animale? ( ad esempio: facendo finta che sia effettivamente possibile, allo stato attuale non è ancora accertato che funzioni: se c'è una persona che necessita di un cuore nuovo, e senza di esso egli morirà, allora è giusto espiantare l'organo da un animale compatibile, ad esempio il maiale viene citato come probabile cavia, per conferirlo all'essere umano? oppure: se un cane ed un uomo stanno annegando nello stesso frangente, posso dare senza nessun timore la precedenza al mio intervento per salvare l'uomo, in virtù di questa "precedenza")?... magari alcuni potrebbero obiettare: se anzichè il maiale o il cane ci mettessi una persona, ad esempio, di colore, saresti ancora in grado di giustificare questa tua idea? ... Per quello direi: ma le persone di colori sono persone e su di loro è pacifico che ci siano gli stessi "diritti umani"... Ma tutti i "diritti umani" sarebbero anche "diritti animali"? Oppure ci sono anche "diritti umani" che invece non sono assegnati ai "diritti animali"? --- Per quanto infine mi sembra improbabile: esiste allora qualche "diritto animale" che non è anche "diritto umano", cioè delle cose che devono essere concesse agli animali e che non sono da estendersi anche alla popolazione umana?
Mia personale opinione:
Che ci possano essere dei riconoscimenti o diritti animali ci può stare... Secondo me è cruciale il punto 2):
Esiste una "precedenza" di diritti in capo alle persone, in quanto persone, perchè ciascuno di noi è un'essere umano, che per quanto una specie del regno animale, è comunque differente sicuramente da tutte le altre specie... E per questo, si può imporre un privilegio, o una superiorità delle richieste della propria specie, in questo caso quella umana, sulle pretese delle specie altrui [ un po', se ci si pensa, come in una famiglia: viene universalmente riconosciuto il fatto che esistano dei diritti e dei doveri in capo ai familiari, solo perchè appartengono ad un nucleo familiare, come il mantenimento genitoriale o l'obbligo di risiedere nella dimora dei genitori da parte del figlio... cose che però non si estendono, per esempio, al figlio del vicino --- allo stesso modo, una cosa simile penso si possa accettare per la "famiglia umana", rispetto alle "famiglie di altre specie di animali"]