Recentemente in chat mi sono imbattuto con qualche individuo di sesso maschile che negava l'esistenza del maschilismo nella storia dell'umanità e nella nostra società attuale e per tanto mi ripropongo qui di seguito di portare fonti storiche, e non opinioni, che smentiscano la sua affermazione:
Partendo dagli albori della civiltà occidentale e quindi guardando a alla società greca che ha influenzato tutta la cultura europea, troviamo Aristotele che scrisse della donna "La femmina è femmina in virtù di una certa assenza di qualità". Facendo un attimo un salto temporale parliamo di tommaso d'aquino e i presunti progressi che portò avanti in tale ambito: credeva infatti che la donna fosse stata creata dalla costola di adamo perchè pari all'uomo. Purtroppo è sempre lo stesso san tommaso a riportare in una delle sue opere, Summa Theologiae, l'affermazione di aristotele, ossia che la donna sia un maschio mancato.
Proprio alla definizione di "maschio mancato" voglio aggrapparmi per riproporre una riflessione già accennata in chat, ossia come venisse negata la propria identità alla donna. Leggendo la definizione "maschio mancato" della donna ci si rende conto di come aristotele credesse che alla donna mancasse un pezzo (inutile specificare quale) e fosse questa la ragione per cui fosse donna, perchè non aveva ciò che la poteva rendere uomo. Quindi da questo ragionamento è facile evincere come soltanto il corpo maschile per lui aveva un senso autonomo, indipendente, mentre quello della donna viene definito solo dal suo rapporto con l'uomo e quindi dalla mancanza di cosa invece il corpo maschile ha. Questa riflessione sull'identità della donna non si sviluppa però soltanto in relazione al suo corpo, ma anche al suo ruolo sociale. Facendo un salto alla generazione dei nostri bisnonni ci rendiamo conto di come le donne vivessero nell'ombra dei mariti, mentre all'uomo veniva concesso di realizzarsi lavorativamente - indipendentemente dalla propria classe sociale, infatti che l'uomo oppresso di un ceto basso potesse vedere la propria identità realizzata soltanto in lavori di basso ceto e spessore non toglie che - la donna, al contrario, poteva vedere realizzata la propria identità soltanto come moglie di qualche uomo. Ricordiamo che la donna entrò attivamente in ambito lavorativo soltanto con la guerra, dove le donne andavano a lavorare in fabbrica per sopperire all'essenza dei mariti impegnati sul campo di battaglia. Purtroppo però terminata la guerra, ben presto ci si dimenticò delle donne.
Facendo un altro passo indietro, precisamente al Cinquecento e le prime ricerche scientifiche viene ripresa la concezione di Galeno (eheheh non scherzavo dicendo che i greci sono l'origine della nostra civiltà) per cui gli organi genitali delle donne non sono che una forma mutilata e imperfetta di quelli maschili, che infatti sarebbero nella donna introversi. Da qui deriva tutta la medicina del tempo che vedeva la donna come essere imperfetto e malfunzionante e la prova a sostegno era il ciclo mestruale. Al ciclo viene attribuito un potere misterioso e malefico.
PARENTESI DI ATTUALITà:
tutta la mia vita mia madre mi ha raccontato di come le donne durante il ciclo non devono toccare piante o ortaggi, verdura ecc. altrimenti questi appassirebbero.. mia madre è una donna del sud di 45 anni e come lei tantissime donne condividono ancora questa errata credenza, prova di come la donna venga considerata ancora un essere impuro.
Il ciclo portò all'idea che l'utero fosse l'origine di tutte le malattie delle donne, basti pensare all'isteria, malattia inventata che deriva dal termine greco hysteron (utero). Ed era ippocrate a suggerire la cura: l'utero doveva essere riempito dal vigoroso organo maschile che può ristabilire l'umidità dell'utero (qui faccio riferimento alla teoria dei quattro umori).
Abbandono qui il tema dell'isteria che risulta troppo complesso nella sua analisi e che richiederebbe da parte mia troppe ricerche per uno stupido post che nessuno leggerà, vi basti sapere però che soltanto nell'800 le persone iniziarono a chiedersi se quest'isteria avesse davvero senso.. e la risposta arrivò soltanto nel secolo successivo.
Distaccandoci adesso dal mondo della cultura e immergendoci in quello concreto delle persone comuni vediamo come nella società greca alle donne di qualsiasi ceto non fosse concesso il diritto di voto ( e qui non ci stupiamo visto in italia arrivò soltanto nel 1945, meno di un secolo fa, mentre già nel 1912 il diritto di voto venne concesso agli uomini di ogni ceto).
Nel medioevo invece la donna veniva esclusa dall'esercizio del potere nella vita religiosa, politica e sociale, la donna inferiore intellettualmente e fisicamente, aveva l'unica funzione di procreare.
A questo riguardo in chat mi è stato fatto notare di come questa fosse l'esigenza dei tempi, tempi in cui il tasso di mortalità era altissimo. Solo ora però mi rendo conto di quanto misogina sia questa risposta che vuole restringere la donna nella sua interezza a un compito biologico. Insomma tu che mi hai dato questa risposta non ti rendi conto di quanto i tuoi pregiudizi si riflettano in essa, perchè non mi hai smentito il maschilismo nel medioevo, me lo hai semplicemente giustificato!
Volendo parlare del medioevo si aprirebbe una parentesi enorme perchè è in questo periodo che la chiesa assume il suo massimo potere e quindi la sua massima influenza sulla cultura occidentale. Ma sintetizzando possiamo dire che è qui che nascono tutti i pregiudizi intorno la sessualità: la verginità è sacra, l'omosessualità sbagliata.
Pregiudizi che purtroppo sono tutt'oggi presenti e che sono semplicemente segno di una mentalità indottrinata.
Ma adesso bando alle ciance e avviciniamoci ai nostri giorni.
Vorrei a riguardo iniziare dall'istruzione e riportare un triste avvenimento del 1926 attuato dal regime fascista che escluse dall'insegnamento dell'italiano, del latino, del greco, della storia e della filosofia le donne, che non vi potevano accedere. Mussolini nel 1929 aumentò le tasse scolastiche a carico delle donne del 40% rispetto quelle degli uomini. Senza contare tutte le leggi emanate per limitare l'assunzione femminile nel mondo del lavoro e quelle per la riduzione dello stipendio delle donne!!!!
A tal proposito voglio ricollegarmi al presente, dove tutt'oggi le donne ricevono stipendi più bassi. Erroneamente si crede che questo avvenga a parità di mansioni ma su questo posso rassicurarvi che non è così (almeno non sempre). Allora perchè si pensa che le donne guadagnino di meno? Semplicemente perchè la nostra società individua ancora la donna come colei che deve stare a casa e quindi le donne finiscono per lo più per accettare lavori part-time, per accudire la casa o i figli.
Oggi, almeno in italia, la situazione non sembra delle peggiori. Però ricordiamoci tutti che le donne ancora non hanno mai ricoperto posti di lavoro di rilievo, basti pensare non c'è stata ancora oggi nessuna donna a ricoprire il ruolo di presidente della repubblica (grazie a friedrich-II per l'osservazione) e che c'è stata la necessità di introdurre la quota rosa per stabilire un minimo di parità e rappresentanza.
Parlando di un altro tema scottante di cui si continua a parlare, i femminicidi, ci tengo a raccontarvi di una risposta assurda che mi venne fornita da un maschilista che mi rispose che i femminicidi sono una cosa inventata, in quanto statisticamente sono gli uomini a commettere la maggior parte degli omicidi e quindi per ragioni statistiche è ovvio che una donna abbia più probabilità di venire uccisa da un uomo. Ancora una volta mi trovo davanti non a un tentativo di smentire dati consolidati ma di giustificarli.
Parlando di femminicidi ci tengo a parlare di un problema appartenente all'altro lato della medaglia, ossia la violenza sugli uomini. Spesso infatti su internet, magari anche per strada, siamo spettatori di ragazze che picchiano i propri ragazzi.. e al massimo ci si fa una risata. Il problema è che la violenza è violenza, non importa se una donna non potrà quasi mai arrivare a uccidere o infortunare un uomo (data la differenza di forza fisica). Su questo fenomeno sessista però mi chiedo quanto ancora una volta sia il maschilismo la causa, infondo non è del maschilismo la creazione della figura dell'uomo forte, autoritario e quindi di un uomo che deve restare impassibile di fronte le bizze di un essere inferiore, quasi si assistesse a un bambino che fa dei capricci.
A tal proposito vi è un'altra osservazione importante da fare. Da quest'ultimo spunto, ossia come un problema che riguarda gli uomini sia causato dal maschilismo stesso, vi invito a non giungere alla conclusione che io stia dicendo sia colpa degli uomini, al contrario! il maschilismo è un'ideologia malata che viene portata avanti sia da maschi che da donne (poco più su vi ho riportato l'esempio di mia madre).
In conclusione quindi siamo tutti vittime del maschilismo, o meglio, oggi siamo tutti vittime del maschilismo che gradualmente si sta tramutando in sessismo che vede uomini e donne in due generi distinti che corrispondono a due identità distinte.
Come vedete il problema sta sempre qui.. il voler determinare l'identità di una persona a partire dal proprio genere. Il genere è invece fluido, deve essere l'espressione dell'identità di una persona e non cosa determina quest'ultima!!!
Concludo deliziandovi con due pubblicità degli anni '50, quindi non troppo tempo fa, che vi daranno un esempio concreto di come il maschilismo sia stato un cancro per la nostra società e che, anche se in maniera minore e in lenta trasformazione verso il problema più generico del sessismo, continua a esserlo.