Un contributo sul conflitto Russia-Ucraina

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Un contributo sul conflitto Russia-Ucraina

Messaggioda Penna » 05/03/2022, 11:58



Essendo un appassionato e laureato in Relazioni Internazionali, il che non mi rende un analista ma comunque mi permette di dare un contributo più o meno qualificato su alcuni temi legati a quest'ambito, ho pensato di elaborare quanto ho letto in questi giorni sull'argomento citando le fonti che ho usato per approfondire, cosicché gli eventuali interessati possano sia leggere la parte personale che scrivo, sia andare a leggersi le fonti e farsi una propria idea. Ovviamente chiunque può intervenire, ma eviterei (e invito anche chi è interessato davvero a evitare la stessa cosa di seguito esplicitata) di rispondere a osservazioni tipo: "è tutto un piano dei poteri occulti, volevano continuare a controllarci anche dopo il Covid", "è tutta colpa della Nato e degli Stati Uniti" e altre robe banali che fortunatamente non vanno per la maggioranza ma comunque esistono.

Per facilitare la lettura e anche permettere la selezione di soltanto un paragrafo, dividerò il contributo in tre contenuti:

1. La natura della Russia: le radici e le motivazioni dell'aggressività russa, pedagogia nazionale
2. La Nato e l'UE post-guerra fredda: transizione dall'unilateralismo statunitense al multipolarismo internazionale, estensione dell'UE ad Est
3. Cosa ha spinto Putin alla guerra, cosa rischia, come evolverà il conflitto: l'occasione di Putin, l'interesse cinese e l'incertezza del controllo sull'Ucraina

1. La natura della Russia

Storicamente la Russia presenta un atteggiamento aggressivo, motivato da una debolezza intrinseca che altro non è che il rovescio della medaglia della sua estensione territoriale. L'estensione della Russia ha storicamente favorito invasioni e guerre su più fronti, generando perennemente la percezione di un pericolo imminente. Oltre a popolazioni nomadi che hanno attraversato la Russia nella sua età pre-industriale e zarista, l'area russa ha visto l'intervento, nell'età contemporanea, di Francia (1812) Italia, Gran Bretagna e Francia (Guerra di Crimea, 1853), guerra civile contro i bolscevichi finanziata dall'Occidente, Polonia (Bereza-Kartuska, 1919), Germania (1941). L'area asiatica non è stata esente da pressioni, in particolare si è temuta più volte la guerra contro il Giappone.
Geograficamente la Russia è per forza di cose lontana dal cuore dell'Occidente, il che l'ha resa estranea a molte vicende favorendo una chiusura interna in un orgoglio di "cultura originale", terza Roma (Mosca), nazione ortodossa e autoproclamata difensore degli Ortodossi e dei russofoni. Un territorio così vasto esige sempre una narrazione unificante, un collante che Stati di dimensioni ridotte hanno fatto meno fatica a trovare. In questa condizione la Russia ha mantenuto nel tempo questa identità ortodossa-imperiale, sorella maggiore di Stati slavi (Serbia, Bosnia Erzegovina) e l'ha utilizzata progressivamente per perseguire l'obiettivo della sicurezza, riducendo i fronti e cioè cercando di estendersi fino al mare, a nord al Mar Glaciale Artico, al sud est Mar Nero e tramite un controllo indiretto sui paesi slavi arrivare al Mediterraneo. Questa missione è sempre stata osteggiata dall'Occidente, terrorizzato più volte dalla grandezza dello strano "fratellastro" euro-asiatico, ma sempre capace di contenerlo sia autonomamente, a causa della sua arretratezza socioeconomica nel corso dell'800 e del primo '900, successivamente con il supporto degli Stati Uniti, quando i bolscevichi hanno compiuto davvero un balzo in avanti nell'architettura militare del paese, pur rimanendo, quest'ultimo, inferiore per benessere e potere d'acquisto della popolazione.

2. La Nato e l'UE post-guerra fredda

Con la fine della guerra fredda la posizione degli analisti internazionali che è andata per la maggiore è stata quella che riteneva imminente l'estensione dei valori liberali occidentali. Poche voci hanno ipotizzato conflitti futuri (Huntington S., 1996, "The Clash of Civilizations") e si è piuttosto parlato di unilateralismo statunitense: una sola superpotenza rimasta avrebbe esercitato il ruolo di gendarme del mondo nella difesa delle democrazie. Dalla sua parte questa visione liberale aveva anche "The Iron Law", una legge politica costruita matematicamente sulla base di una regressione, attestante la tendenza delle democrazie a cooperare a livello internazionale, la minor propensione al conflitto bellico e la tendenza a organizzare crociate contro gli Stati autoritari. Contro il pericolo dell'autoritarismo russo, sconfitto, gli Stati Uniti hanno favorito l'integrazione delle neonate repubbliche dell'Europa dell'Est, divenute indipendenti. Con una cultura politica ed economica drasticamente diversa, Stati quali la Romania, la Polonia e l'Ungheria sono stati integrati nell'UE, paralizzando spesso l'azione dei suoi organismi che funzionano all'unanimità, come spesso Consiglio d'Europa e Europeo.
L'estensione ha tuttavia dei costi, in particolare, per gli Stati Uniti, ricoprire il ruolo di gendarme del mondo è divenuto costosissimo nel corso del tempo, spingendo la superpotenza a ripiegarsi delegando il compito della sicurezza ad un'Europa non sempre pronta e unita. (Giannuli Aldo, 2017, "Elogio del Disordine Mondiale"). Questo processo ha favorito il protagonismo di altri attori, in primis Cina e Russia. Mosca, messa di nuovo ai margini e ferita, ha nuovamente trovato rifugio nella propria aggressività, risvegliando con il tempo il desiderio di riunire sotto di sé tutte le popolazioni e i territori già facenti parte dell'antico impero zarista. Putin, non a caso, dichiara russi e ucraini un unico popolo, accusa i bolscevichi di aver creato l'Ucraina sottraendola alla "Madre Santa Russia".

3. Cosa ha spinto Putin alla guerra, cosa rischia, come evolverà il conflitto

La fine dell'unilateralismo statunitense ha aperto la possibilità di realizzare il progetto russo, "ora o mai più". Putin ha preso appunti negli ultimi anni: in Transnistria, Georgia e Cecenia il primato dei diritti umani tipicamente occidentale non ha avuto influenza, ma che la Nato rinunci a Kiev è un fatto grave che rende evidente la fine di un'epoca, già chiara con l'abbandono degli alleati Curdi in Siria e l'abbandono dell'Afghanistan. Il mondo è uscito, o sta uscendo, dalla pandemia, con una globalizzazione avvitata e un mercato contratto (Colibasanu A., 2022, "Il Virus Avvita la Globalizzazione"). Putin sfrutta la dipendenza energetica dell'Unione Europea, che ha un vitale bisogno di gas e petrolio per far ripartire l'industria. Nonostante l'Unione Europea abbia imposto sanzioni dure che hanno già avuto un impatto a breve termine facendo crollare la fiducia interna e internazionale verso il mercato russo ("Russia Vicinissima al Default: Agenzie di Rating Ora Considerano Debito "Spazzatura", 2022, QuiFinanza), si continua a versare nelle casse russe circa un miliardo e mezzo al giorno per il pagamento del gas. E' sicuramente possibile trovare altre fonti di rifornimento, la prima l'Algeria. Allo stesso tempo, seppur difficile, è possibile percorrere il cammino verso l'investimento nelle energie rinnovabili, ma si tratta in entrambi i casi di opzioni che avrebbero risultati sul lungo periodo. Per allora il conflitto russo-ucraino sarà già terminato.
Putin rischia qualcosa? Di certo non di perdere la guerra: le forze in campo sono assolutamente impari. Tuttavia, una cosa è conquistare un territorio, altra è controllarlo mantenendone il controllo. Al riguardo, Wess Mitchel, già Segretario di Stato per gli Affari Europei ed Eurasiatici, sostiene che è necessario agire in Ucraina come nell'Afghanistan invaso dall'Unione Sovietica (Canali L., 2022, "Trasformiamo l'Ucraina nell'Afghanistan di Putin"):

<< Più volte nel corso della storia, la politica estera della Russia è stata radicalmente riorientata in seguito a una sconfitta nelle periferie imperiali. Per esempio, dopo la sconfitta con il Giappone nel 1904-05 l’impero zarista si è dimostrato molto più propenso ad allearsi con i britannici contro la Germania. Lo stesso è accaduto con Reagan dopo la sconfitta sovietica in Afghanistan. Se Putin tanto desidera reincorporare l’Ucraina nel suo impero, penso sarebbe un grave errore non sfruttare l’occasione. Dovremmo avviare un programma di armamento a lungo termine per gli ucraini, come facemmo negli anni Ottanta con i mujāhidīn contro l’Urss.
L’Ucraina è un’opportunità strategica per l’Occidente, ma a due condizioni. La prima è la determinazione della popolazione locale a resistere, che sembra effettivamente aumentata. La seconda è molto più variabile. Riguarda la disponibilità dell’Occidente ad armare il paese quanto serve perché possa difendersi. Evidentemente, non basta la sola forza di volontà. Gli Stati Uniti devono porsi alla guida di questa iniziativa, con l’obiettivo di indurre Mosca a rivalutare la propria regione d’espansione, di trasformare l’invasione in un errore madornale dei russi. Questo riorientamento non è impossibile come potrebbe sembrare a prima vista. Nel XIX secolo, Otto von Bismarck riuscì a spingere l’Austria verso la regione balcanica dopo averla sconfitta >>.

Sul piano interno la Russia è un ibrido tra dittatura e autocrazia, con colossi economici che hanno un peso decisivo sull'economia del Paese. Putin li ha rassicurati ad invasione avvenuta, ma gli oligarchi continuano a perdere miliardi ogni giorno. Certamente il prolungarsi della guerra con la resistenza ucraina non era stato previsto, la guerra non è stata un blitz e la Cina guarda interessata poiché lavora per raggiungere la forza necessaria a riannettere Taiwan, da sempre considerata parte della Cina e diplomaticamente ben più vulnerabile dell'Ucraina. D'altra parte, la Cina non è disposta a morire per Mosca. Il processo intrapreso dalla Cina per la conquista della propria sfera di influenza segue un percorso diverso che pone al centro la critica all'unilateralismo statunitense, ai valori occidentali e al concetto stesso di democrazia all'europea (Cuscito G., 2022, "Minzhu Contro Democracy, così la Cina risponde agli USA nella Tempesta del Virus").
La mossa di Putin è rivolta anche a consolidare il fronte interno, purgando i nemici e i dissidenti. La vittoria militare, che è molto probabile a causa dell'escalation e della volontà di proseguire ad ogni costo il conflitto, è anche un messaggio diretto a rivali e nemici: rivela infatti la spregiudicatezza di Putin che se agisce violando il diritto internazionale e i diritti umani all'esterno, può agire con risolutezza e violenza anche sul piano interno. L'esito di questo conflitto è ancora più incerto ma il sostegno allo zar rimane comunque solido anche tra i russi. La maggior parte disapprova effettivamente la guerra ma approva la posizione anti-Nato e abbraccia la pedagogia della Nazione in pericolo e circondata. Le dissidenze in piazza sono per ora facilmente gestibili dalla polizia che risponde con arresti immediati.
L'evoluzione del conflitto condivide sia punti facili che difficili da prevedere: la vittoria sul campo sembra ormai accertata e gli analisti concordano con la fine imminente del conflitto e la caduta di Kiev. Fonti statunitensi annunciano l'imminente sbarco a Odessa. Diversa è la questione del controllo di un territorio esteso due volte l'Italia. Lo scopo di Putin è la sconfitta definitiva del governo ucraino, che verrà sostituito con un governo fantoccio controllato da Mosca. La Nato rinuncerebbe volentieri a Kiev allo stato attuale, in cambio di uno stato di neutralità dell'Ucraina, ma Putin lavora per una resa senza condizioni. E' da vedere come evolverà la volontà della resistenza ucraina nel corso del tempo. Ciò che è sicuro è che il controllo del Paese richiederà molte risorse ed effettivamente questa eventualità sembra l'unica possibilità dell'Occidente, che comunque se Zelensky rinuncerà, o peggio cadrà con Kiev, uscirà da questo conflitto con un danno di immagine devastante, capace di comprometterne il cammino sul breve periodo e spingendo l'UE a confrontarsi con la necessità di dover gestire tra i 3 e i 5 milioni di profughi ucraini.
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Messaggioda TheDarkKnight » 05/03/2022, 13:07



Per quanto mi riguarda sono pronto a qualsiasi scenario. Sarà la volta buona che tutto mi sembrerà finalmente più chiaro. :popcorn:
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“Con suo disappunto, non poter scegliere il proprio percorso è la triste condizione dell’uomo. Gli è solo dato di scegliere come atteggiarsi quando il destino chiamerà sperando che non gli manchi il coraggio di rispondere”.

"...tu per loro sei solo un mostro come me..."

"Sono cambiato, mi sono abituato, sono un sopravvissuto."

"Se Dio non può sconfiggere il male allora non è onnipotente,
Se può sconfiggerlo e non vuole farlo allora Dio è malvagio,
Se invece non vuole e non può farlo allora perché chiamarlo Dio???"


"Ho provato a essere come loro. A vivere come loro. Ma finisce sempre nello stesso modo.Mi hanno portato via tutto."

"Combattere per sopravvivere, come se foste già morti; lottare per la vittoria, come se foste già sconfitti"

Se la vita è un dono perché ne pago io il prezzo?

Immagine :shifty:
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Messaggioda Ātman » 05/03/2022, 13:40



Bravo, analisi condivisibile.

Però ora rispondi sinceramente: ti aspettavi un attacco all'Ucraina che puntasse fino a Kiev? Perché prima dell'invasione si è accusato ripetutamente gli USA di allarmismo quando avvertivano del pericolo (cosa che, a quanto ho letto, gli americani dichiaravano almeno da novembre).
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Messaggioda Penna » 05/03/2022, 15:05



Ātman ha scritto:Bravo, analisi condivisibile.

Però ora rispondi sinceramente: ti aspettavi un attacco all'Ucraina che puntasse fino a Kiev? Perché prima dell'invasione si è accusato ripetutamente gli USA di allarmismo quando avvertivano del pericolo (cosa che, a quanto ho letto, gli americani dichiaravano almeno da novembre).


Ricordo bene le fonti statunitensi, infatti una mattina sono arrivato al lavoro dicendo ad un collega che secondo me la Russia avrebbe invaso sicuramente l'Ucraina, a me sembrava già allora evidente, anzi sono rimasto stupito (dato che anche lui viene da studi internazionali) che si limitasse a dirmi "Speriamo di no". Tuttavia immaginavo sicuramente un attacco limitato al Donbass, non credevo che si volesse arrivare a Kiev anche per una questione di durata della guerra. Questo non perché ritenessi Putin non aggressivo a tal punto, ma diciamo che avevo un po' più fiducia nella resistenza da parte dell'oligarchia russa spinta dalle sanzioni occidentali aggressive. Adesso invece comincio a temere che questi gruppi di interesse non abbiano la forza sufficiente per destituire Putin
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Messaggioda Semir88 » 05/03/2022, 16:18



È triste che nel 2022 quando tutti hanno tutto che nascono questi conflitti come nel passato. L'uomo non impara mai dai suoi errori, all'uomo piace esibirsi e fare la guerra. Che tristezza! Si parla tanto di pace, di collaborazione, di crescita e di progresso anche ambientalista per il mondo in cui noi tutti viviamo e poi esistono questi paesi che vivono nella storia anziché adeguarsi.. questo vale per i comunisti, per i talebani e anche per noi occidentali che parliamo tanto ma insegniamo poco. Oggi guardavo la benzina ha toccato il prezzo più alto da quando c'è l'euro ad oggi questo fa capire che noi siamo solo dei burattini a cui va bene tutto basta che non ci toccano il nostro piccolo orticello. Questo lo sanno bene e ci manovrano come vogliono. Prima di giudicare una guerra che sostanzialmente non ci riguarda in prima persona guardiamo in casa nostra cosa ci stanno facendo. Per voi va bene tutto? A me inizia a stancare vivere così...ammiro gli ucraini che combattono per la loro patria con coraggio con due molotov in croce e noi qui che diciamo quanto siamo fortunati...fortunati a fare una vita da pecore...
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Messaggioda Ātman » 05/03/2022, 17:00



Penna ha scritto:Ricordo bene le fonti statunitensi, infatti una mattina sono arrivato al lavoro dicendo ad un collega che secondo me la Russia avrebbe invaso sicuramente l'Ucraina, a me sembrava già allora evidente, anzi sono rimasto stupito (dato che anche lui viene da studi internazionali) che si limitasse a dirmi "Speriamo di no". Tuttavia immaginavo sicuramente un attacco limitato al Donbass, non credevo che si volesse arrivare a Kiev anche per una questione di durata della guerra. Questo non perché ritenessi Putin non aggressivo a tal punto, ma diciamo che avevo un po' più fiducia nella resistenza da parte dell'oligarchia russa spinta dalle sanzioni occidentali aggressive. Adesso invece comincio a temere che questi gruppi di interesse non abbiano la forza sufficiente per destituire Putin


Ecco, appunto. Credo che ormai siamo entrati nell'ambito dell'imprevedibile. Chiunque sostenga di sapere come andrà a finire rischia di essere clamorosamente smentito dai fatti.
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Messaggioda Mercury » 05/03/2022, 17:51



Semir88 ha scritto:È triste che nel 2022 quando tutti hanno tutto che nascono questi conflitti come nel passato. L'uomo non impara mai dai suoi errori, all'uomo piace esibirsi e fare la guerra. Che tristezza! Si parla tanto di pace, di collaborazione, di crescita e di progresso anche ambientalista per il mondo in cui noi tutti viviamo e poi esistono questi paesi che vivono nella storia anziché adeguarsi.. questo vale per i comunisti, per i talebani e anche per noi occidentali che parliamo tanto ma insegniamo poco. Oggi guardavo la benzina ha toccato il prezzo più alto da quando c'è l'euro ad oggi questo fa capire che noi siamo solo dei burattini a cui va bene tutto basta che non ci toccano il nostro piccolo orticello. Questo lo sanno bene e ci manovrano come vogliono. Prima di giudicare una guerra che sostanzialmente non ci riguarda in prima persona guardiamo in casa nostra cosa ci stanno facendo. Per voi va bene tutto? A me inizia a stancare vivere così...ammiro gli ucraini che combattono per la loro patria con coraggio con due molotov in croce e noi qui che diciamo quanto siamo fortunati...fortunati a fare una vita da pecore...


"Prima di giudicare una guerra che sostanzialmente non ci riguarda..."
ottimo amico mio, prima di giudicare cose che non ci competono, non facciamo i cazzoni che si fanno condizionare da una Barbara D'Urso di turno.
Non sappiamo un caxxo di questa guerra che, ovviamente, deploro.
Quindi, non mi è permesso giudicare su una materia che non mi compete. Non lo so io, non lo sanno grandi Intellettuali politologi italiani ed esteri.
Non lo capisce nemmeno il nostro fenomeno presidente del consiglio Mario Draghi che spedisce armi all'Ucraina, invece di aiuti umanitari più concreti.
Ti mando un video, guarda chi è il presidente Volodymyr Zelens'kyj...
https://www.youtube.com/watch?v=IO1R_YabLfk
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Messaggioda Penna » 05/03/2022, 18:58



Non lo capisce nemmeno il nostro fenomeno presidente del consiglio Mario Draghi che spedisce armi all'Ucraina, invece di aiuti umanitari più concreti.


Questa cosa non ha il minimo senso. Il governo Draghi si è trovato, come i suoi pari in tutta Europa, a decidere se mantenere una neutralità cinica ed economicamente conveniente, oppure rimanere unito alla narrazione europea secondo cui i diritti umani sono inviolabili, senza se e senza ma, e vanno difesi sempre è comunque. E' chiaro che non si può far scoppiare una terza guerra mondiale, per lo meno non è la possibilità vagliata dalle democrazie che hanno al loro interno elettori spaventati e totalmente avversi a questo fenomeno a seguito delle vicende del Novecento. Inviare armi è il minimo, uno Stato aggredito, in Europa, con una cittadinanza che desidera l'ingresso nella Nato e nell'UE, non può essere lasciato solo perché in gioco c'è la nostra identità e l'immagine di stabilità, unità e potenza che lanciamo al resto del mondo. Ciò vale tanto più che le sfide del futuro saranno ancora più ardue e nessuno deve illudersi che l'aggressione militare non abbia alcun costo. Se Putin desidera invadere e includere l'Ucraina nell'orbita russa, è bene che da ciò inizi il declino della Russia e il suo trattamento da paria internazionale, altrimenti non saremo mai più credibili e il processo di integrazione europea, in tutti gli ambiti (economico, politico e soprattutto, sfida fondamentale, militare) rimarrà impantanato nel momento in cui serve di più. Personalmente sono d'accordo con la fonte che ho citato, se la guerra non si può vincere, bisogna che l'Ucraina diventi l'Afghanistan russo a qualsiasi costo e indipendentemente dal periodo di tempo in cui sarà necessario finanziare gli ucraini.
Aggiungo, e lo so per certo perché lavoro in questo settore, che i beni umanitari sono già stati inviati in Ucraina e continuano ad essere inviati. Ho colleghi senior che sono al confine polacco, un'altra squadra è al confine romeno. Gli aiuti umanitari arrivano, che c'entra Draghi? L'invio di armi non è incompatibile con l'invio di aiuti.

Ecco, appunto. Credo che ormai siamo entrati nell'ambito dell'imprevedibile. Chiunque sostenga di sapere come andrà a finire rischia di essere clamorosamente smentito dai fatti.


Chi dice di sapere come andrà a finire semplicemente non sta facendo un'analisi di tipo politico-internazionale, si esibisce nel cabaret. Le relazioni internazionali ovviamente non sono una scienza esatta, ma questo non vuol dire che non vi siano tendenze riscontrabili e da considerare plausibili. Era certamente più plausibile, in base a quanto detto e scritto dagli analisti, che non si arrivasse ad una guerra simile, semplicemente perché eccessivamente costosa e stiamo già vedendo che il costo per la Russia esiste ed è grande (rischio default in 5 anni). E' chiaro che quando si tratta di una dittatura, o comunque un sistema ibrido che contiene elementi di dittatura, oligarchia e autocrazia, le previsioni divengono più difficili, sia perché non siamo più abituati a concepire un sistema di questo tipo all'interno del contesto europeo, sia perché in larga parte c'è il "gioco individuale" del dittatore che rende più difficile la possibilità di sapere in anticipo quale mosse verranno decise da un circolo molto piccolo di personalità il cui potere è scollegato dalla volontà elettorale.
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Messaggioda Semir88 » 05/03/2022, 19:07



A parte il fatto che siamo sul web e quindi tutti influenzati e spaventati da notizie che circolano credo che anche tu Mercury sei andato a scuola e hai studiato storia, saprai quindi che noi occidentali non siamo uguali al popolo russo. Anzi nella storia siamo noi quelli che abbiamo minacciato e calpestato il suolo russo. Nella seconda guerra mondiale molti nostri soldati furono mandati allo sbaraglio al freddo e al gelo senza conoscere ne sapere a cosa stavano andando incontro. Moltissimi non tornarono... è meglio che noi occidentali per una volta non entriamo in guerra perché stavolta abbiamo l'intelligenza e l'esperienza di capire avremo solo svantaggi. Ok con le sanzioni ma anche qui bisogna ponderare la cosa perché è un arma a doppio taglio...lasciamo che se la risolvono loro. Non invadiamo, non minacciamo..prima o poi le carte di rovesceranno e sarà la Russia ad aver bisogno di noi...non può una regione sola andare avanti da sola al mondo. E soprattutto non può dettare legge...
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Messaggioda Penna » 05/03/2022, 19:17



Semir88 ha scritto:A parte il fatto che siamo sul web e quindi tutti influenzati e spaventati da notizie che circolano credo che anche tu Mercury sei andato a scuola e hai studiato storia, saprai quindi che noi occidentali non siamo uguali al popolo russo. Anzi nella storia siamo noi quelli che abbiamo minacciato e calpestato il suolo russo. Nella seconda guerra mondiale molti nostri soldati furono mandati allo sbaraglio al freddo e al gelo senza conoscere ne sapere a cosa stavano andando incontro. Moltissimi non tornarono... è meglio che noi occidentali per una volta non entriamo in guerra perché stavolta abbiamo l'intelligenza e l'esperienza di capire avremo solo svantaggi. Ok con le sanzioni ma anche qui bisogna ponderare la cosa perché è un arma a doppio taglio...lasciamo che se la risolvono loro. Non invadiamo, non minacciamo..prima o poi le carte di rovesceranno e sarà la Russia ad aver bisogno di noi...non può una regione sola andare avanti da sola al mondo. E soprattutto non può dettare legge...


Io non sono d'accordo, la Russia non si ferma, non è nelle sue intenzioni. Non fare nulla, o ponderare le sanzioni, non serve a nulla se non ad alimentare gli appetiti di altre potenze che portano avanti molteplici rivendicazioni, in primis la Cina, e della stessa Russia in futuro, anche se non immediato. Non importa a nessuno essere la regione dominante nel mondo, l'epoca unilateralista è finita e questa ne è solo un'evidenza. Ciò che interessa a Russia e a Cina è avere una propria sfera di influenza, dunque divenire una potenza regionale all'interno di un mondo multipolare e caotico.
Le sanzioni devono essere dure a prescindere da qualsiasi costo. L'arma economico-finanziaria è la sola che abbiamo a disposizione e va usata fino alle estreme conseguenze
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