con le persone care. E deve prendere decisioni importanti
Lo scopo del gioco, di circa 40 minuti, è spingere chi vive il disagio
a chiedere aiuto. Alla fine si può contattare l'help line del centro.
ROMA - Come fare ad ammettere di avere un disagio e cercare l'aiuto di un medico? Come riuscirci se si è giovani e il problema è legato ai disturbi della psiche? Vestendo i panni di un personaggio da videogioco tutto diventa più facile. "Reach Out! Central" è il nome della terapia virtuale messa a punto dall'equipe di medici del servizio di assistenza delle malattie mentali e prevenzione dei suicidi in età giovanile Reach Out.
Impegnati dal 1999 nella ricerca di nuove forme di dialogo con i ragazzi affetti da disturbi della personalità, depressioni e attacchi di panico, gli esperti hanno avviato una campagna d'informazione fatta sia sul territorio che attraverso un sito internet. Questa campagna trazionale non ha avuto molto successo. E così adesso i medici ci provano col videogioco.
Il passaggio alla realtà virtuale avviene accedendo alla pagina web del centro. Da qui si può entrare direttamente nell'ambiente interattivo identificandosi con uno dei dieci personaggi a disposizione, ma non senza aver prima definito l'umore da dare a proprio avatar. Muovendo un cursore che appare sul display si può scegliere fra felice, triste, rilassato, stressato, pauroso, sicuro di sé, superficiale e serio.
Lo scopo del gioco è di muovere il personaggio, tarato su questi umori, attraverso situazioni critiche nelle quali persone a lui care, come parenti e amici, lo mettono di fronte a decisioni importanti. L'interazione avviene all'interno di momenti tipici della vita di tutti i giorni, come la colazione con i genitori, una proposta lavorativa o una festa con gli amici. Gli scenari da affrontare sono dieci e i livelli di difficoltà due, si accede al secondo livello solo dopo aver passato i primi sette scenari.
Bisogna prendere delle scelte in base ai pensieri, alle sensazioni e ai comportamenti del proprio personaggio, agire o rifiutare il confronto. Come se si vivesse una giornata nella vita di un'altra persona e si familiarizzasse con le sue problematiche e con il suo habitat. Acquisendo capacità si tenta di cambiare l'umore, misurato da un metro in fondo alla schermata, e si cercano nuove tattiche da applicare alla propria vita. Ogni volta che si conclude positivamente uno scenario si guadagnano 50 punti o, viceversa, si perdono.
Ad aiutare il giocatore nelle situazioni più difficili c'è la possibilità di consultare costantemente il Big Picture, un vademecum di consigli terapeutici legati a problemi vari: cosa fare quando si è nervosi, come sopravvivere a una festa, come affrontare le responsabilità o come accettare se stessi.
Alla fine del gioco tutte le informazioni e le capacità acquisite saranno riassunte nell'Action Plan, un prezioso strumento di assistenza psicologica da stampare e tenere. Se l'esito della partita, che dura circa 40 minuti, è stata insoddisfacente c'è la possibilità di contattare l'help line del centro che fornisce assistenza diretta con gli psicologi e gli indirizzi dei centri più vicini.
Reach Out! Central non è sostitutivo di una terapia ma, come sostengono gli psicologi australiani che hanno realizzato il progetto, è una forma moderna e non invasiva di aiutare i ragazzi a prendere confidenza con se stessi e a trovare il coraggio di chiedere aiuto cercando di arginare i pensieri negativi.
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Dai ragazzi, in fondo è ciò che facciamo qui tra di noi no? Reputiamoci abbastanza attuali
