Ecco qui un vecchio articolo della Repubblica:
Sveglie all' alba, notti in bianco, luci accese, brandelli di sonno. Ma quale privilegio, le stanze del potere sono popolate da gente insonne. Ormai è chiaro, risaputo e scritto dalla Storia: più si è potenti e meno si dorme. Leader politici, magnati dell' industria, scienziati e inventori, donne e uomini dello show business non conoscono la sublime arte del dormire, ignorano il gesto di spegnere la luce e dimenticare. Anche le ultime notizie ci raccontano di un Clinton insonne, borse sotto gli occhi e voce roca, va a letto tardi, dicono i suoi uomini preoccupati, e si alza prestissimo per fare telefonate roventi ai leader europei. Maledetta guerra, anche lui appartiene al popolo dei poveracci, di quelli senza tregua. Da noi il presidente Scalfaro si alza alle sei, ma si concede - è tra i pochi - un piccolo privilegio, un' ora di riposo nel primo pomeriggio nel suo appartamento al Quirinale. Spiccioli di sonno per il Papa. Si sveglia alle cinque Wojtyla e si corica alle undici, prega prima di dormire e appena sveglio nelle silenziose e vaste stanze del Vaticano. Ma certo loro non sono gli unici mattinieri. L' avvocato Agnelli, per esempio, ha abitudini da ufficiale sabaudo: si alza alle cinque e non va a dormire prima delle undici, un male di famiglia, lo stesso sonno condensato ha suo fratello. Dorme poco Romano Prodi ma lui è un fortunato: è capace di addormentarsi ovunque, gode del dono concesso a pochi, in inglese si chiama catnap, il sonnellino del gatto che chiude gli occhi e stramazza, si addormenta ovunque indifferente. Chi si alza all' alba per andare a lavorare non si disperi, anche gli uomini politici non dormono, da sempre è lunga la lista degli insonni. Erano una leggenda le levatacce di Andreotti e quelle di Cossiga, si dice che il ministro Fanfani dormisse con la luce accesa per essere sempre vigile. Ma restii a cadere nelle braccia di Morfeo non sono solo i politici. Per molti le ore sottratte al sonno sono momenti preziosi da dedicare alla ricerca, allo studio e alla creatività. La regista Lina Wertmuller sostiene che il sonno è tempo perso, una volta non dormiva più di tre ore, adesso quattro o cinque, donna-gatta dice di passare molte ore sveglia nel regno della luna. Paolo Villaggio ha una sconcertante abitudine, dorme fino alle due di notte poi si sveglia per riaddormentarsi all' alba. Sgarbi, gran viveur, dorme pochissimo per sfruttare in pieno, sostiene, gli anni che gli restano. Le signore della Scienza non sono da meno, dorme poco e lavora molto il Nobel Rita Levi Montalcini, si alza alle cinque l' astrofisica Margherita Hack. Notti bianche, notti da potenti. L' insonnia è una malattia antica. Albeggiare è un virus tenace. Andando indietro si scopre che Napoleone dormiva quattro ore e così lo scienziato Edison inventore dell' elettricità. Winston Churchill a Yalta pretese due letti, quando il primo si riscaldava troppo si adagiava nel secondo ancora fresco. Manie da insonni. Tra quelli che hanno lasciato tracce nella storia sembra che ci sia stato solo un dormiglione, lui sì che se l' è goduta. Albert Einstein dicono che dormisse per dodici ore filate.