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Pedopornografia

MessaggioInviato: 11/04/2014, 19:13
da Royalsapphire
Dati

L'Interpol stima che ogni anno vengono offerte online almeno 500 mila nuove immagini pedopornografiche originali e si contano 550 mila immagini di abusi su 20 mila bambini di cui solo 500 sono stati identificati e salvati dal 2001(1).

Un dato indicativo del giro di immagini di pornografia infantile ce lo offre una operazione di polizia del 2008 in Australia, condotta in collaborazione con 170 Paesi: in 76 ore un sito pedopornografico ha avuto 12 milioni di contatti da tutto il mondo.

Per quanto riguarda l’attività investigativa svolta dalla Polizia postale e delle Telecomunicazioni, dal 2001 al 2006 su 247.938 siti web monitorati, i siti pedofili accertati sono stati 11769, i siti oscurati attestati su territorio italiano sono stati 111, le segnalazioni ad organismi investigativi internazionali sono state 8.791.

Dal 2001 al primo semestre 2006, i soggetti arrestati per pedofilia on line sono stati 164 e quelli denunciati per pedofilia on line ma in libertà ben 3148 .

Per quanto riguarda l'attività del 2007, su 22445 siti web monitorati, quelli a contenuto pedopornografico attestati in Italia sono stati 10; gli indagati sottoposti a provvedimenti restrittivi sono stati 33 e le persone denunciate in stato di libertà sono state 352 .

Nel Rapporto sulla Sicurezza in Italia – 2007 del Ministero dell’Interno, i delitti denunciati dalle Forze di polizia all’autorità giudiziaria per il reato di sfruttamento e favoreggiamento della pornografia minorile sono stati 120 nel 2006; per il reato di pornografia minorile sono stati 204; per il reato di detenzione di materiale pornografico sono stati 115.


Il fenomeno
La pedopornografia on line, continua ad essere un fenomeno in continua espansione. Diversi sono gli strumenti informatici utilizzati da adulti potenziali abusanti al fine di reperire e scambiare materiale pedopornografico o per entrare in contatto con minori: siti internet creati appositamente, nei quali vengono pubblicizzati prodotti a contenuto pedopornografico; chat, newsgroup, mailing lists «utilizzati, per creare comunità di pedofili – ormai organizzati in veri e propri network internazionali - dove viene scambiato materiale prevalentemente di natura domestica, ossia realizzato e diffuso dagli stessi pedofili»; servizi peer to peer (P2P) e File Transfer Protocol (FTP) che consentono di scambiare files di ingenti dimensioni, come filmati o consistenti quantità di immagini. La produzione, la diffusione e lo scambio di materiale pedopornografico avvengono anche attraverso i cellulari. I cellulari, vengono utilizzati inoltre, da potenziali abusanti, per adescare i minori, chiedendo immagini degli stessi, magari in cambio di ricariche telefoniche. Esiste inoltre il fenomeno del "grooming", ossia dell'adescamento del minore tramite chat o Instant Messaging, in cui spesso l'adescatore utilizza materiale pornografico e pedopornografico per convincere il minore della "normalità" di certi comportamenti.



Il materiale pedo-pornografico include fotografie, negativi, diapositive, riviste, libri, disegni, film, videocassette, file e CD-Rom. Generalmente la pornografia che sfrutta i minori viene distinta in due categorie: il soft-core che non è sessualmente esplicito ma implica immagini di bambini nudi e in atteggiamenti seduttivi, e l'hard-core che riproduce immagini di bambini coinvolti in atti sessuali.

Le nuove tecnologie hanno cambiato la natura della pornografia. Videocamere e macchine fotografiche digitali, unite all'utilizzo dei computer e di Internet, hanno reso la realizzazione di questo tipo di materiale, e la sua distribuzione, più economica, facile e rapida.

Tramite la grafica digitale, inoltre, è oggi possibile combinare due o più immagini ottenendone una sola (il c.d. "morphing"), o addirittura distorcere delle figure creandone di assolutamente nuove. Immagini innocue di bambini possono essere manipolate fino a farle diventare pornografiche, senza che vi siano vittime reali (pseudo-pornografia). Questo ovviamente scatena tutta una serie di nuovi interrogativi su questo "crimine senza vittime".

I pedo-pornografi si difendono sostenendo che un'immagine virtuale non può essere illegale. Tuttavia si tratta pur sempre di una violazione della dignità del minore. In ogni caso la pornografia infantile non implica solo la riproduzione di immagini di bambini nudi. Il problema è che esiste un collegamento tra la pornografia infantile, reale o virtuale, e gli abusi sessuali perpetrati realmente a danno di bambini.

Infatti, il materiale pedo-pornografico stimola la fantasia sessuale del pedofilo, ma serve anche a:
* far credere al pedofilo che il suo comportamento è normale
* sedurre il bambino e abbassare le sue difese
* ricattare il bambino
* conservare immutata l'immagine del bambino abusato
* stabilire un rapporto di fiducia con altri pedofili
* avere accesso a "club privati"
* produrre del materiale a fini commerciali

L'epicentro del commercio del sesso infantile sono gli Stati Uniti, che ospitano il cinquantacinque per cento dei "server provider" con immagini di minori: da comprare per prestazioni sessuali a pagamento, o solo da guardare, sul personal computer oppure su cd, videocassette e fotografie, mentre subiscono atroci violenze. Al secondo posto, dopo gli Stati Uniti, c'è il Giappone, dove sono gestiti il venti per cento dei provider della pedofilia, poi i Paesi dell'Est con il tredici per cento, infine quelli europei.

I produttori di pedopornografia difendono un giro di affari di migliaia di miliardi annui. Il prezzo delle fotografie in rete varia dai 30 ai 130 euro; i cd con i "cataloghi" dei piccoli in vendita, è offerto a 78-104 euro l'uno; i filmati valgono 260 euro, o molto di più se compaiono scene sadomaso, di violenza estrema, o di rapporti sessuali con animali. Le baby-pornostar telematiche e i baby-prostituti e prostitute di tutto il mondo hanno dai tre ai dodici anni, ma il settanta per cento delle immagini esposte su internet riguarda piccoli che hanno tra i quattro e gli otto anni. E i trafficanti del sesso bambino non risparmiano nemmeno i neonati di quindici, venti giorni.


Fonte: I numeri italiani 2007 . Centro di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza

Fonte:III° Rapporto di aggiornamento del gruppo di lavoro sulla CRC, su http://www.unicef.it