"Soffro perché mia moglie mi ha lasciato, portando via i miei figli"
"Penso molto spesso al suicidio"

Alain Delon
DEPRESSO, sofferente, solo. Ha mal di cuore, dice con un po' di ironia di avere "gli stessi problemi vascolari di Jacques Chirac" ma in realtà non ha affatto voglia di scherzare. Dice di pensare spesso al suicidio. Solitudine, vecchiaia, malattia: difficilmente sopportabili per chi è stato bellissimo, forte, macho, amato dalle donne di tutte il mondo. E adesso, Alain Delon, sett'antanni a novembre, non nasconde le proprie debolezze. Anzi, le rivela a Paris Match, e parla proprio del cuore, dice "soffro con la parte del mio essere che è stata sempre la più sensibile".
I francesi sono in apprensione per uno dei loro attori-simbolo della seconda parte del Novecento. Un mostro sacro che ha dato vita ai sogni di Visconti e Antonioni, Clément e Malle, Godard e Losey. La verità è che Delon non si è mai ripreso dalla fine del matrimonio con Rosalie, la giovane e bella moglie che tre anni fa se n'è andata con un industriale, portandosi via i figli Alain-Fabien e Anouchka.
Ora vive solo, in una grande e sontuosa magione in Svizzera. Gli unici a fargli compagnia, dei cani dai quali non si separa mai. E' stato proprio il funerale del cane più amato, Poeky, l'occasione più recente per radunare, per la prima volta dalla separazione, la famiglia.
Forse proprio questo evento ha ravvivato in Delon il senso di fallimento: "E' noto che ho vissuto male gli ultimi tre anni. Ho una passione per i miei due figli, li ho attesi per troppo tempo, li ho avuti tardissimo; questa separazione mi ha distrutto e il fatto di averli un fine settimana su due mi uccide". "Ecco - continua - a settant'anni anni sono a questo punto. E allora, quel che è certo è che non lascerò che sia Dio a scegliere il giorno della mia morte".
Ammette, nell'intervista-confessione alla rivista francese, di pensare "spessissimo" a togliersi la vita: "Vivo davanti ai miei occhi la scena di quel momento. Il difficile non è farlo, è riflettere per non passare all'azione. Farlo, è un gioco da ragazzi".
Una settimana fa, Delon è stato costretto a rinunciare alla tournée che aspettava con ansia di iniziare, quella che lo avrebbe visto protagonista della piece Le montagne russe. E che, come negli anni passati, gli avrebbe regalato nuove soddisfazioni professionali, solleticandone l'orgoglio di uomo ancora molto ambito dalle donne. Ma adesso tutto sembra difficile da riconquistare: "Soffro con la parte del mio essere - spiega - che è sempre stata la più sensibile, il cuore".
Un malessere che ha origine, in realtà, non solo dal disfacimento della famiglia. Ma da "un insieme di cose", "una certa stanchezza, il tempo che passa, gli amici scomparsi, l'età che incalza". Nemmeno il suo fascino serve più. Perché nessuna donna incontrata di recente gli ha fatto scattare mai quel "qualcosa" dentro. In ogni caso, alla donna che potrebbe tentare di restituirgli la forza per andare avanti, Alain Delon invia un messaggio, breve e drammatico: "Che faccia in fretta".
(14 settembre 2005)