[Esplora il significato del termine: LE REGOLE DEL VIVERE CIVILE Le regole fondamentali del vivere civile. Ventidue professori del Parini hanno scritto una lettera al ministro. Chiedono che per un anno siano allontanati dalla scuola i quattro giovani che hanno volontariamente allagato il liceo e determinato non solo - come ho letto - 330 mila euro di danni, ma anche il disagio e il disorientamento di altri ottocento studenti. Chi ha preso l’ iniziativa ha spiegato che alle prime ventidue firme se ne sono aggiunte altre, fino a superare la metà dei docenti. Il preside, che era favorevole a contenere la punizione nei quindici giorni di espulsione previsti dal regolamento, si è trovato così spiazzato, anche perché questo regolamento consente la facoltà di punizioni più pesanti in caso di reato E qui il reato c’ è e non va sottovalutato sia nella sua realtà materiale, sia (soprattutto) in quella morale. Colpisce infatti un’ istituzione come quella del Parini, che è tra i licei più noti in tutta Italia, per la sua storica tradizione di serietà negli studi. Il caso proprio per ciò si complica. Si è prestato - e continuerà a prestarsi - non solo a lunghe discussioni di carattere pedagogico, ma anche a speculazioni politiche. E’ ciò su cui conta la difesa. L’ avvocato di una studentessa rea confessa ha detto che «i ragazzi pagheranno secondo le regole scolastiche, davanti a un giudice e in un processo civile». Ha aggiunto però, di fronte alla lettera dei docenti, che gli «pare fuori del mondo che dei professori, il cui compito primario è quello di educare, assumano un atteggiamento del genere». Non credo sia cosa di poco rilievo, nell’ educare, che gli adulti ricordino ai giovani le regole fondamentali del vivere civile e mi pare naturale che debbano essere severi nel farle rispettare. Per troppo tempo gli adulti hanno abdicato al loro ruolo necessario (e doveroso) di esercitare (o tentare di esercitare) la propria autorità, il che non vuole dire muoversi per sole imposizioni, senza coltivare il dialogo e accettare il confronto. Ma in presenza di un reato grave, il recupero di chi se ne è reso colpevole può avvenire durante e dopo una giusta pena. Senza minimizzarla o peggio cancellarla con noncuranza. Decidano collegialmente i professori del Parini, con la serenità che riusciranno a recuperare, quale debba essere l’ entità di tale pena. Tengano conto dei traumi possibili dei quattro studenti incriminati, ma non dimentichino il danno morale degli altri ottocento. I giovani hanno bisogno della fermezza consapevole degli adulti. Oggi più che mai. Giorgio De Rienzo] LE REGOLE DEL VIVERE CIVILE
Le regole fondamentali del vivere civile. Ventidue professori del Parini hanno scritto una lettera al ministro. Chiedono che per un anno siano allontanati dalla scuola i quattro giovani che hanno volontariamente allagato il liceo e determinato non solo - come ho letto - 330 mila euro di danni, ma anche il disagio e il disorientamento di altri ottocento studenti. Chi ha preso l' iniziativa ha spiegato che alle prime ventidue firme se ne sono aggiunte altre, fino a superare la metà dei docenti. Il preside, che era favorevole a contenere la punizione nei quindici giorni di espulsione previsti dal regolamento, si è trovato così spiazzato, anche perché questo regolamento consente la facoltà di punizioni più pesanti in caso di reato E qui il reato c' è e non va sottovalutato sia nella sua realtà materiale, sia (soprattutto) in quella morale. Colpisce infatti un' istituzione come quella del Parini, che è tra i licei più noti in tutta Italia, per la sua storica tradizione di serietà negli studi. Il caso proprio per ciò si complica. Si è prestato - e continuerà a prestarsi - non solo a lunghe discussioni di carattere pedagogico, ma anche a speculazioni politiche. E' ciò su cui conta la difesa. L' avvocato di una studentessa rea confessa ha detto che «i ragazzi pagheranno secondo le regole scolastiche, davanti a un giudice e in un processo civile». Ha aggiunto però, di fronte alla lettera dei docenti, che gli «pare fuori del mondo che dei professori, il cui compito primario è quello di educare, assumano un atteggiamento del genere». Non credo sia cosa di poco rilievo, nell' educare, che gli adulti ricordino ai giovani le regole fondamentali del vivere civile e mi pare naturale che debbano essere severi nel farle rispettare. Per troppo tempo gli adulti hanno abdicato al loro ruolo necessario (e doveroso) di esercitare (o tentare di esercitare) la propria autorità, il che non vuole dire muoversi per sole imposizioni, senza coltivare il dialogo e accettare il confronto. Ma in presenza di un reato grave, il recupero di chi se ne è reso colpevole può avvenire durante e dopo una giusta pena. Senza minimizzarla o peggio cancellarla con noncuranza. Decidano collegialmente i professori del Parini, con la serenità che riusciranno a recuperare, quale debba essere l' entità di tale pena. Tengano conto dei traumi possibili dei quattro studenti incriminati, ma non dimentichino il danno morale degli altri ottocento. I giovani hanno bisogno della fermezza consapevole degli adulti. Oggi più che mai.
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