
Quelle grida della folla fuori dalla caserma: «Bastardo!... Assassino!...». Ore 20, Bergamo. Da qualche ora sono scattate le manette per il presunto assassino di Yara Gambirasio, la ragazzina di 13 anni di Brembate Sopra scomparsa il 26 novembre 2010 e il cui cadavere era stato ritrovato tre mesi più tardi, il 26 febbraio 2011, in un campo di Chignolo d’Isola. Gli investigatori non hanno dubbi: vi sarebbe una «perfetta coincidenza» tra il Dna del fermato e quello trovato sui leggins della minorenne.
L’uomo arrestato si chiama Massimo Giuseppe Bossetti, è un muratore incensurato originario di Clusone, in Val Seriana, e residente a Mapello, all’imbocco della Val Brembana. Nei suoi confronti è stato emesso un provvedimento di custodia. Interrogato, si è avvalso della facoltà di non rispondere dopo essersi detto innocente. Quando l’uomo esce dalla caserma dell’Arma per essere portato in carcere la folla che si è radunata lì fuori grida: «Bastardo! Assassino!».
E’ il figlio illegittimo di Guerinoni, l’autista
Il fermato è, come peraltro già ipotizzato in passato, il figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, l’autista di autobus di Gorno, morto nel 1999 all’età di 61 anni. Secondo fonti Mediaset sarebbe il nipote biologico (non anagrafico perché figlio illegittimo) della donna di servizio della famiglia Gambirasio. Non si esclude, dunque, che l’uomo conoscesse Yara. La madre di Massimo Giuseppe Bossetti, inoltre, fu sottoposta al test del dna alcuni mesi fa. La svolta è avvenuta grazie alla segnalazione di vecchio amico di Giuseppe Guerinoni.
La conferma di Alfano
La notizia del fermo, anticipata dal Corriere, è stata poi confermata anche dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano: «Le Forze dell’Ordine, d’intesa con la Magistratura, hanno individuato l’assassino di Yara Gambirasio». Alfano non ha usato forme dubitative e ha spiegato che «secondo quanto rilevato dal profilo genetico in possesso degli inquirenti, è una persona del luogo, dunque della provincia di Bergamo». Successivamente gli inquirenti hanno diramato il nome esteso dell’uomo, che avrebbe 44 anni , è sposato, ha tre figli e ha una sorella gemella. Anche sua madre, 65 anni, sarebbe residente in Val Seriana.
In caserma anche la moglie
Intanto in caserma c’è anche la moglie di Bossetti. La donna è arrivata al comando provinciale dei carabinieri di Bergamo, in via Valli. La donna è entrata in auto in caserma e si è coperta il volto per evitare di parlare con i molti giornalisti e le molte telecamere all’esterno dell’edificio.
«Perfetta coincidenza» del Dna
Secondo gli investigatori a vi sarebbe una «perfetta corrispondenza» tra il Dna dell’uomo fermato per l’omicidio di Yara e quello trovato sui suoi leggings. A quanto si è saputo, la madre del presunto omicida ha anche altri figli maschi, ma il Dna avrebbe trovato corrispondenza solo con quello dell’uomo fermato. Il fermo di Bossetti è stato disposto dal pm Letizia Ruggeri.
Il Dna prelevato durante controllo stradale
Un normale controllo stradale, domenica sera, durante il quale è stato sottoposto al test dell'etilometro: con questo espediente i carabinieri hanno estratto il Dna di Bossetti, che è risultato «perfettamente coincidente» con quello trovato sugli slip di Yara Gambirasio.
L’avvocato: «Si è detto innocente»
Bossetti «è sereno». Lo dice il suo avvocato Silvia Gazzetti, assegnata d’ufficio. Il muratore 44enne, incensurato, nel corso del lungo interrogatorio nel commando provinciale dei carabinieri di Bergamo, ha respinto le accuse degli inquirenti e si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Le tracce del dna
A lui si è arrivati dopo che gli inquirenti hanno individuato la madre - che con Guerinoni aveva avuto una relazione - dopo un lungo lavoro di analisi sul dna di 18 mila soggetti. Uno screening genetico su vasta scala, che ha coinvolto tutte le persone che avrebbero potuto avere un ruolo o che semplicemente si erano trovate a passare nelle vicinanze dei luoghi della scomparsa e del ritrovamento. «L’Italia è un Paese dove chi uccide e chi delinque viene arrestato e finisce in galera - ha confermato il ministro -. Può passare del tempo o può finirci subito. Ma questo è il destino che attende i criminali».