La confessione della vigilessa killer: dormiva, ho sparato

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La confessione della vigilessa killer: dormiva, ho sparato

Messaggioda Dragonheart88 » 27/01/2013, 20:02



LA CONFESSIONE DELLA VIGILESSA KILLER: DORMIVA, HO SPARATO
Il marito, tossicologo, cercava di curarla


Il ricordo di suo padre con la testa sfondata, l'amarezza per i bambini che non sono mai arrivati, il timore infondato che suo marito bevesse troppo, le continue operazioni chirurgiche e quei mal di testa lancinanti, sempre meno sopportabili. Erano le montagne da scalare ogni santo giorno per Donatella Zucchi, 44 anni, ex vigilessa del Comune di Ferrara. L'altra notte Donatella ha puntato la pistola alla nuca di suo marito e ha premuto il grilletto. Un colpo solo, nessuno scampo e a ben guardare anche nessun movente.

In un lunghissimo interrogatorio, ieri, lei ha risposto a ogni domanda, è tornata nel suo passato, ha descritto ansie e difficoltà. Ma il senso di quello che ha detto più che spiegare la ragione dell'omicidio mette a fuoco le sue mille debolezze e i tentativi disperati di suo marito per salvarla.
Era un brav'uomo e un grande professionista, Vincenzo Brunaldi, classe 1964, tossicologo forense e responsabile del laboratorio di analisi di Medicina legale dell'ospedale di Ferrara. Lei l'ha ucciso nella notte fra martedì e mercoledì, mentre lui dormiva. «Poi ho ripulito tutto», ha raccontato, «mi sono lavata, sono uscita a buttare via il materasso in un cassonetto e ho infilato il cadavere in un bidone tirandolo su per i piedi». Il giorno dopo è andata a trovare sua madre, ricoverata in una clinica di Bologna. È stata via tutto il giorno mentre sul suo telefonino arrivavano le chiamate dei colleghi di lui: «Come mai non è venuto a lavorare oggi?». E lei: «Non so dove sia, non lo vedo da ieri sera».

Rientrata da Bologna ha finito di ripulire la scena del delitto e ha dormito con il corpo del marito a un passo. Giovedì ha deciso di chiamare un amico e raccontargli alcuni dettagli (non è chiaro quali) che lo hanno messo in allarme. Sarebbe stato lui ad avvertire gli inquirenti.
«Io ero terrorizzata» ha spiegato Donatella al giudice. «Mia madre beveva e io non volevo rivivere una situazione che ha segnato tutta la mia infanzia e la mia giovinezza». Convinta che anche suo marito bevesse troppo, l'ex vigilessa ha raccontato un episodio definito «gravissimo». «La donna di servizio ha trovato una bottiglia di liquore nascosta dietro una fotografia del nostro matrimonio» ha spiegato.

«Questa fissazione dell'alcol era probabilmente soltanto nella sua testa» dice l'avvocato che la difende, Eugenio Gallerani, e che annuncia di voler rimettere mano all fascicolo aperto 22 anni fa sulla morte del padre di Donatella. «Voglio capirne di più» anticipa il legale, «e sapere quanta influenza ha avuto quell'episodio nella vita di questa donna». Nedo Zucchi fu ucciso da un colpo di fucile partito accidentalmente durante un litigio con la moglie, Antonietta Crisante. All'inizio lei fu indagata ma uscì dal caso senza conseguenze penali: prosciolta.
«Ricordo che quel giorno ero andata in piscina» ha raccontato lei al giudice. «Quando tornai aprii la porta e trovai mio padre per terra con la testa sfondata. Mia madre era nell'altra stanza in ginocchio, piangeva». Era marzo del 1991. Dall'interrogatorio altri dettagli, più recenti, della vita di coppia: «Io e Vincenzo abbiamo provato ad avere dei bambini» ha detto Donatella. «Io non potevo averne e così abbiamo tentato con l'inseminazione artificiale a Bruxelles. Per cinque volte non è andata bene, poi sono rimasta incinta ma purtroppo ho abortito».

Doveva amarla molto, Vincenzo. Ha provato ad aiutarla fino all'ultimo. Poche ore prima del delitto era stato assieme a lei da uno psichiatra. Nel suo computer è stato trovato un file dal titolo «programma Donatella». Da tossicologo aveva messo a punto un piano per ridurre i farmaci che era costretta a prendere per la sua gravissima forma di cefalea. Inizio nuova terapia: novembre 2012. Il 2 gennaio lei ha interrotto il «programma».


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