![Immagine](http://oi57.tinypic.com/30x7dqv.jpg)
Cronaca di un fermo annunciato. Che poi, se anche arresto non sarà, poco male, la diretta era aperta. Alle 17.15 scatta il blitz in casa Stival, a Santa Croce Camerina. Appena le decine di cronisti, telecamere e parabole satellitari si sono piazzati, su due linee parallele, ai lati della strada, messi in riga dai carabinieri, gli investigatori, con il capo della Squadra mobile di Ragusa, Antonino Ciavola, sono entrati nella casa di Loris Andrea Stival, il bambino scomparso la mattina di sabato 29 novembre e trovato in un canale lo stesso pomeriggio.
Pochi minuti per poche parole e dalla casa scendono i poliziotti con la mamma di Loris, Veronica Panarello, che si tira un cappuccio nero fino al mento, inutile e fragile scudo agli sguardi della folla di curiosi e ai flash. Fonti investigative, dalla mattina, riferiscono e annunciano la visita, specificando che si tratta di un ulteriore interrogatorio come persona informata dei fatti. Le stesse fonti, però, ammiccano che in quella casa, per un po' Veronica non rientrerà, suggerendo che si passi dal fermo di polizia fino addirittura all'ordinanza di custodia in carcere. Omicidio aggravato e occultamento di cadavere sono le motivazioni del fermo.
A pesare sulla giovane madre, tanto chiacchierata in paese ma in realtà poco conosciuta davvero, le numerose incongruenze nei suoi racconti di ricostruzione di quel sabato mattina. Incongruenze smascherate come vere e proprie bugie dalle telecamere di sorveglianza di cui è disseminato il paese. Telecamere che la riprendono in orari e luoghi diversi da quelli che lei ha fatto mettere a verbale. E, forse, potrebbero aver pesato anche i risultati delle analisi sui tabulati di Veronica e sulle tracce biologiche trovate sul piccolo Loris.