Volersi bene: cosa vuol dire? Come si fa? Perchè?

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Volersi bene: cosa vuol dire? Come si fa? Perchè?

Messaggioda Dr Edoardo Savoldi » 04/02/2016, 10:56



Stavo leggendo qua e la nel forum con molto interesse e mi chiedevo:
- Secondo voi cosa vuol dire volersi bene?
- Ci sono condizioni necessarie per volersi bene?
- Bisogna per forza piacere agli altri?
- Si può stare bene con sè stessi senza l'approvazione degli altri?

Fatemi sapere Grazie
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Volersi bene: cosa vuol dire? Come si fa? Perchè?

Messaggioda LuxUmbra » 04/02/2016, 12:23



Vorrei attendere delle risposte, perché per ora io non ne ho.
Non riesco proprio a piacermi, volermi bene, ad essere abbastanza per me; mi metto sempre a confronto con gli altri e spesso vedo negli altri ciò che vorrei essere io, e avere "un' altra vita".
Quindi per me è importante piacere agli altri, si', e no, non so stare bene con me stessa senza l' approvazione degli altri "purtroppo".
Penso che serva in un certo senso, anche per cercare di migliorarsi, noo? Penso serva anche un confronto, costruttivo.

Non mi basto mai, provo insufficienza verso me stessa e ho grandi aspettative che non riesco a ridimensionare, perché io voglio arrivare a essere ciò che voglio, pur sapendo che... Non ce la farò. Perché io sono questa e non posso snaturarmi e questo a sua volta mi fa tornare a non piacermi; è un circolo vizioso dal quale non so liberarmi.
Buona giornata.
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Volersi bene: cosa vuol dire? Come si fa? Perchè?

Messaggioda emmeffe » 04/02/2016, 12:34



Volersi bene per me significa accettazione di sé, delle proprie qualità, dei propri limiti, dei propri valori. Essere fedeli a se stessi, il che non significa avere vi paraocchi, ma non adeguarsi al pensiero comune. In questo modo non abbiamo bisogno dell' approvazione di nessuno.
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Volersi bene: cosa vuol dire? Come si fa? Perchè?

Messaggioda AnimaInLacrime » 04/02/2016, 15:29



Dr Edoardo Savoldi ha scritto:Stavo leggendo qua e la nel forum con molto interesse e mi chiedevo:
- Secondo voi cosa vuol dire volersi bene?
- Ci sono condizioni necessarie per volersi bene?
- Bisogna per forza piacere agli altri?
- Si può stare bene con sè stessi senza l'approvazione degli altri?

Fatemi sapere Grazie


Grandi domande!
Proprio qualche giorno fa ho aperto un topic sull'argomento. E' una questione aperta dentro di me da sempre.

1. Secondo me volersi bene significa accettarsi, guardare i propri difetti e i propri pregi, saperli riconoscere e nello stesso tempo apprezzare perché sono le nostre peculiarità. Significa stimarsi, non buttarsi a terra davanti ad un ostacolo pure minimo ma riconoscere ciò che di buono c'è o almeno concedersi la possibilità di riuscire a superarli, senza bocciarsi a prescindere. Significa coccolarsi, guardarsi allo specchio e dirsi che nonostante la cellulite e le cosciotte "sei bella!". Significa non accontentarsi delle briciole che gli altri ti danno perché la felicità la meriti anche tu e la meriti completa. Significa non accontentarsi di frequentare persone con cui stai male perché hai paura di rimanere solo. Significa avere anche il coraggio di inseguire i propri sogni e il proprio cuore. Significa secondo me avere anche molto coraggio.

2. Credo che la condizione necessaria sia la conoscenza di noi stessi, di quelli che siamo davvero e non della maschera che abbiamo indosso o che gli altri ci hanno cucito addosso. Conoscersi e rispettarsi (adesso capisco il senso di questa parola).
Credo però che per volersi bene sia importante sapere cosa significhi volersi bene, amarsi.
Nella mia famiglia, per esempio, è difficile che ci si scambi affetto, ci si faccia complimenti, per questo io ho sempre avuto difficoltà ad esprimere le mie emozioni, l'affetto verso qualcuno, figuriamoci verso me stessa.

3. Domanda difficile... Mi verrebbe da rispondere no. Perché dovrei, anzi vorrei, essere in grado di non dipendere dalla parola di Tizio e Caio vari ed eventuali. Vorrei sapere di essere brava in quella cosa perché ne ho le capacità, le qualità. Però mi rendo conto che l'approvazione degli altri è importante. Abbiamo bisogno di piacere agli altri, in famiglia, tra gli amici, al lavoro, a scuola/università. Se non piaci a nessuno poi inizi a chiederti "perché non piaccio?". Anche la persona più sicura di sé di questa terra inizierebbe a vacillare.
Non penso che il pensiero degli altri sia oro colato perché loro sono di più e la maggioranza vince. Penso che possa essere una cartina di tornasole che presa con le pinze possa aiutarci a renderci conto di come siamo... Temo però che il giudice più severo siamo noi stessi.
Mi è capitato di essere corteggiata da ragazzi ma quando loro mi facevano complimenti, io li ascoltavo ma non ho mai creduto ad una singola parola. L'approvazione degli altri non ha scalfito, nemmeno di un graffio, la granitica opinione che ho di me stessa e del mio corpo.
Non riesco perciò a dare una risposta unica.

4.Credo di aver risposto al punto 3... O meglio di non aver risposto. Penso sia importante trovare un equilibrio ma questo equilibrio, almeno per me, sta diventando difficilissimo da trovare. Rischio di rimanere sepolta dalla ricerca...

:)
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Messaggioda Mikasa » 04/02/2016, 16:31



- per me vuol dire due cose, apprezzare se stessi come persone (fisicamente e caratterialmente) e non farsi umiliare dagli altri
Secondo me una persona che si fa umiliare dagli altri non si vuole bene
Io non mi faccio umiliare e mi piacciono i miei principi, però mi schifo fisicamente ed intellettualmente (non ho interessi in nulla e mi sento spenta), ma queste sono cose su cui posso lavorare
- la condizione necessaria è che il tipo di persona che siamo non ci schifi
- bisogna per forza piacere a qualcuno,ma non per amarsi, per vivere sereni (a meno che non si aspira a una vita da eremiti)
-si però bisogna o avere un ego smisurato o essere molto sicuri dei propri principi
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Volersi bene: cosa vuol dire? Come si fa? Perchè?

Messaggioda Dr Edoardo Savoldi » 05/02/2016, 10:06



Ok provo a dire la mia:
- la disistima è un comportamento acquisito/appreso e come tale può essere disimparato
- su cosa si fonda questa mia idea? Sul fatto che madre natura non "produce" un organismo e non gli installa un sistema operativo che gli dice "fai schifo". Sarebbe come uno che organizza una squadra di calcio facendo un discorso iniziale del tipo "Ragazzi questa è la squadra più schifosa che voi possiate incontrare"
- insomma creare per negarsi contemporaneamente è controproducente su tutti i fronti

Da cosa è dimostrata questa cosa? Dal fatto che appena alla tua psiche mandi messaggi del tipo "fai schifo" lei ti ripaga con dei bei sintomi quali:
- umore basso, tristezza
- abbassamento energetico
- malessere generalizzato
e chi più ne ha più ne metta. Della serie "se sbagli carburante per alimentare il tuo mezzo te lo faccio sapere subito con tutta una serie di cicalini accessi rossi".

Inoltre quello che io chiamo un virsu che il nostro sistema operativo mentale si prende tramite una educazione scorretta, vuive del fatto che noi cadiamo in alcuni suoi tranelli, per esempio:
- devi sempre criticarti così potrai migliorarti
- se non ti critichi sarai borioso, pieno di te stesso e non evolverai

E' FALSO non e' vero che se uno si vuole bene e si rispetta per quello che e' così com'è in questo momento quindi non può migliorare.
NON e' vero che per migliorarsi bisogna darsi dei co*****i. Anzi fate una semplice prova:
- datevi delle merxe
- ditevi che siete degli imbecilli
- e poi ascoltate le vostre braccia. Sentite un aumento di energia o un "decadimento delle braccia verso il basso?".

Questa è psicosomatica: se vi dite che
- vi odiate
- fate schifo
annullate qualsiasi possibilità di riscatto, vo togliete le energie per qualsiasi cmabiamenti e la strada sarà solo in salita, e invece vi accogliete così come siete questo sarà un ottimo trampolino di lancio per aprirvi al mondo, sintonizzarvi con il contesto e l'ambiente e quindi fare quello che più vi interessa.

Il parere degli altri è importante in modo inversamente proporzionale a quanto vi disistimate, più importanza date agli altri più disistimate voi stessi.

Mi raccomando non si vuoloe consigliarvi di diventare un sistema solipsistico, ma sicuramente una squadra di calcio che parte dal presupposto che fra di loro si sta bene che ci si diverte e che anche se non si vince il campionato è bello fare squadra, ecco che è il miglior presupposto per impegnarsi in una qualsiasi sfida della vita.

Mentre una squadra che si fa schifo e che dopo essersi detto "facciamo schifo" si dice pure "devi vincere il campionato" ecco..... c'è qualcosa che non va, dove pensate possa andare una squadra del genere...

Ovviamente pareri personali.
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Messaggioda samhaim » 05/02/2016, 17:59



Dr Edoardo Savoldi ha scritto:- Secondo voi cosa vuol dire volersi bene?
- Ci sono condizioni necessarie per volersi bene?
- Bisogna per forza piacere agli altri?
- Si può stare bene con sè stessi senza l'approvazione degli altri?


sinceramente quando qualcuno ti dice che devi volerti bene non so cosa intenda o a cosa si riferisca, di solito lo si dice a chi è depresso o ha poca autostima, allora gli si dice che si deve volere bene, se uno va al senso vero e proprio del termine "volersi bene" vorrebbe dire volere il proprio bene cioè fare qualcosa di buono per se stessi per cercare di stare meglio, anche non so se chi usa quel termine, se gli chiedi cosa intende, sappia risponderti qualcosa o lo dica come classica risposta standard da dare ma non sappia darne spiegazione
dovresti trovare un compromesso tra piacere a te stesso e piacere agli altri, oppure adattare il tuo modo di essere per essere socialmente accettato e poi mostrarti come sei davvero solo a certe persone, fare una specie di struttura a più livelli a seconda dell'intimità che va a crearsi, alla fine l'importante sarebbe piacere alle persone che ci vogliono bene (sempre se ne abbiamo) e fregarcene degli altri, temo che il bisogno di piacere a tutti sia delle persone molto insicure che cercano nel responso positivo degli altri una conferma del proprio valore, quindi più piacciono meglio è, e possono finire a preoccuparsi dell'unica persona a cui non sono piaciuti e non a tutte le altre a cui invece sono stati simpatici, penso capiti anche a chi non si è mai sentito davvero amato o non ha mai avuto un suo "schieramento" di amici o famigliari che lo facevano sentire parte di qualcosa, il classico conflitto tra la ricerca di se stessi e il desiderio di appartenere a un gruppo, identità personale e senso di appartenenza, in teoria si trova uno grazie all'altro e viceversa
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