Funziona la psicoterapia?

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Funziona la psicoterapia?

Messaggioda kathellyna » 04/06/2023, 15:35



voglio dire che se secondo loro l'origine delle mie difficoltà fosse quella, le loro "soluzioni" riguarderebbero appunto tale tematica, magari uno direbbe direttamente che secondo lui sono capricciosa e sono stata viziata [in realtà non è neanche vero ma di solito l'idea che la gente si fa è quella], un altro parlerebbe di errori che mia famiglia ha compiuto nella mia educazione [che hanno portato secondo lui al risultato di essere capricciosa e viziata], un altro ancora mi suggerirebbe varie attività, come la lettura di storie di gente che ha subito molte disgrazie, il volontariato o scrivere ogni giorno un motivo per cui sono grata alla vita, perché spera che grazie ad esse io mi renda conto di essere capricciosa e viziata e mi vergogni della cosa impegnandomi poi per cambiare. l' "aiuto" sarebbe questo e sinceramente non penso che mi servirebbe né avrei voglia di spendere soldi ogni settimana per un'ora di conversazione con qualcuno che è convinto che io sia rimasta con il cervello a quando ero una bambina e che sia stata viziata dai miei genitori. secondo me i problemi della mia vita dipendono appunto dalle circostanze della vita stessa, non dalla mia testa e perciò non penso che la terapia potrebbe aiutarmi.
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Messaggioda Navigator63 » 04/06/2023, 18:42



Cordis ha scritto:chissenefrega delle opinioni personali che ha o non ha il terapeuta, lui è "il medico" io "il paziente", lui mi deve curare, punto.

Beh, no, non è proprio così che funziona! :D
Lo psicoterapeuta non ti "cura" (perché non è possibile), ma favorisce un processo di guarigione che è tuo, nasce da te stesso. Nessuno cura la psiche altrui :)

(in effetti, il più delle volte neanche il medico ti cura, bensì favorisce i meccanismi di autoguarigione del corpo: è il tuo corpo che si cura, ed il medico lo aiuta a farlo)

A parte questo, le opinioni personali contano perché il cliente può credere di star male per il motivo A, ed il terapeuta pensa che è per il motivo B: quindi occorre confrontarsi sulle opinioni.
Spesso i pazienti non sanno perché stanno male, o hanno interpretazioni errate; ed il terapeuta cerca di portarli verso la verità. A volte anche lui può sbagliarsi, quindi è importante un dialogo che scavi alla ricerca dei motivi reali.

P.es., Kathellyna è convinta che il suo problema sia dovuto all'aspetto ed a come viene trattata dagli altri, ma IMHO un terapeuta direbbe che c'è sotto anche qualcos'altro. Capisci che già si parte su posizioni opposte, ed il dialogo aperto è indispensabile.
Non siamo su un piano oggettivo, fatto di certezze. :)

quello che deve fare non è "dare un interpretazione" ai tuoi problemi,quello che deve fare è aiutarti!

Ma per aiutarti è necessario che ti offra la sua interpretazione dei tuoi problemi. Non può e non deve farla "cadere dall'alto" ("Sono io il dottore e si fa come dico io!" :D ), perché:
- Se è bravo sa che potrebbe anche sbagliarsi, quindi deve agire con umiltà.
- Se il terapeuta è autoritario (si impone), non guadagna la fiducia del cliente - necessaria alla guarigione.

In pratica il bravo terapeuta "prende per mano" il cliente, e lo accompagna con gentilezza sul percorso che ritiene migliore; ma anche rispettando quello che il cliente dice.

In pratica, il terapeuta capace agisce come un "genitore amorevole" 8-)
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Messaggioda Cordis » 04/06/2023, 21:15



Quella del genitore amorevole è la scuola di winnicot, un approccio che sopporto a piccole dosi perché dopo un po' mi fa'venire il nervoso, per altri è ciò di cui hanno bisogno, io no! Se invece becchi il freudiano ti ritrovi davanti a uno che sta li seduto a fissarti senza dire una parola, anche in quel caso, dopo un po', mi viene il nervoso. Gli junghiani invece sono più "santoni", gli piace lavorare di più con le visualizzazioni, questo è gia un po' più sulle mie corde.
Tutte cose che non hanno davvero importanza.
Non esiste una tecnica in tutto superiore alle altre, altrimenti la userebbero tutti, ovviamente però un terapeuta qualche tipo di approccio se lo dovrà scegliere, altrimenti non saprebbe da dove cominciare, che la psicoterapia non possa "curare" in senso medico è semplicemente un limite della disciplina, ancora troppo giovane per ottenere certi risultati, però dei risultati si ottengono, con la psicoterapia si può giungere a stare davvero meglio, la discriminante, se vogliamo, è l'impegno che il terapeuta decide di mettere nel suo lavoro e, prima di questo, la sua "salute mentale" (esistono mine vaganti), e la sua correttezza deontologica (esiste chi punta non al benessere del paziente, ma al denaro o a soddisfare il proprio ego).
Poi certo, si può essere più o meno portati a svolgere quella professione li, ma le "buone intenzioni" restano la qualità più importante.
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Messaggioda Navigator63 » 04/06/2023, 21:43



Cordis ha scritto:Quella del genitore amorevole è la scuola di winnicot

In realtà mi sono più ispirato a Carl Rogers :)
Però è un punto di vista condiviso da molte scuole e visioni. Si parla anche di "re-parenting", cioè un terapeuta amorevole ripara (almeno in parte) la relazione malata col genitore biologico che non è stato in grado di esserlo.

Poi certo, un "freudiano duro e puro" avrà ben altro atteggiamento.
Ma esistono ancora, o sono un po' passati di moda? :D

un approccio che sopporto a piccole dosi perché dopo un po' mi fa'venire il nervoso, per altri è ciò di cui hanno bisogno, io no!

Quando io faccio counseling non ho un sistema, ma ascolto il cliente e vedo di cosa ha bisogno.
Per cui a volte sono molto paziente e accogliente (modalità "materna"), altre sono più diretto e franco ("paterno"). Cioè, come dici tu, ognuno ha bisogno di un approccio diverso.

Però alla base ci deve comunque essere uno stato d'animo di cura e attenzione (AKA genitore amorevole).
Non basta una capacità tecnica; è anche la qualità della relazione umana che guarisce.

che la psicoterapia non possa "curare" in senso medico è semplicemente un limite della disciplina

No, è che nessuno può cambiare gli altri. Per cui nessuno può guarirti la psiche, o "salvarti" dall'esterno. La mente si oppone ad essere manipolata (mentre il corpo no).

Quello che guarisce è il processo, il percorso, e ciò che il terapueta fa è facillitare tale processo.
La tua sembra una visione "meccanicistica" della psiche.

con la psicoterapia si può giungere a stare davvero meglio, la discriminante, se vogliamo, è l'impegno che il terapeuta decide di mettere nel suo lavoro

Concordo con entrambe le affermazioni - ma aggiungo che l'altra discriminante fondamentale è la volontà del cliente di migliorare: non tutti sono disposti a cambiare o abbandonare certi schemi mentali e, quando è così, nemmeno il Padreterno li potrà guarire. :)
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Messaggioda Cordis » 04/06/2023, 22:10



Ah si, quello dell' approccio basato sul cliente.
Esisteva il "progetto Matilda", in pratica uno script web che simulava un terapeuta rogersiano (della serie: -oggi mi sento arancione -Mmm -Ho detto che mi sento arancione! -Continua -Ma cos'e che devo continuare?? -Parlamene... ecc...)
Be una visione "meccanicistica" della psiche secondo me è quello che serve qui, mantenersi il più possibile terra terra, concreto concreto, uno sguardo più distaccato e riflessivo è un lusso che si può permettere chi sta gia bene, mentre qui molte persone avrebbero bisogno di risposte.

Non è vero che la psiche si opponga ad essere manipolata, esistono tecniche che lavorano su questo, tecniche di ipnosi ad esempio. Ma anche tecniche di marketing.
Non è che uno non può opporsi, e solo che "non si accorge" di doversi opporre, e per "accorgersene" deve prima avere esperienza in questo (o il c*lo di farsi venire il dubbio giusto al momento giusto, il che è soprattutto questione di fortuna).
Può essere una brutta cosa, può essere anche illegale, come sempre dipende dallo scopo con cui viene fatta.
Che uno debba avere la "volontà di migliorare" è vero in generale, nel particolare del disagio psichico io lo traduco con "quello non sta abbastanza male per essere disposto a fare ogni fatica per stare meglio" o in "quello sta troppo male per essere in grado di fare alcunché" nel qual caso conosco solo i farmaci.
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Messaggioda Navigator63 » 05/06/2023, 19:07



Cordis ha scritto:Esisteva il "progetto Matilda", in pratica uno script web che simulava un terapeuta rogersiano (della serie: -oggi mi sento arancione -Mmm -Ho detto che mi sento arancione! -Continua -Ma cos'e che devo continuare?? -Parlamene... ecc...)

Uno script piuttosto primitivo :D

Uno almeno decente avrebbe riformulato l'affermazione:
- Oggi mi sento arancione
- Mi stai dicendo che ti senti arancione. Spiegami meglio... ;)

mentre qui molte persone avrebbero bisogno di risposte.

"Potete giudicare quanto intelligente è un uomo dalle sue risposte.
Potete giudicare quanto è saggio dalle sue domande." :rolleyes:
(Naguib Mahfuz)

Il terapeuta fa un sacco di domande (anche quando conosce le risposte) perché è il cliente che ha bisogno di capire se stesso e l'origine dei suoi problemi. Dirgli semplicemente le cose non serve a granché: ci deve arrivare da solo.

Non è vero che la psiche si opponga ad essere manipolata, esistono tecniche che lavorano su questo, tecniche di ipnosi ad esempio. Ma anche tecniche di marketing.

Ma lo scopo del marketing non è farti star meglio: è prendere i tuoi soldi (anche fregandoti).

Se invece lo scopo è farti star meglio, la fiducia è essenziale. Se il cliente non si fida del terapeuta, non funziona.
La manipolazione è possibile ma temporanea. Quindi non produce guarigione, anzi il contrario.

o in "quello sta troppo male per essere in grado di fare alcunché" nel qual caso conosco solo i farmaci.

Certo, in quei casi prima si "puntella" la persona coi farmaci, e semmai dopo si passa alla terapia verbale.
Come già detto, non c'è un metodo universale, ma si vede caso per caso.
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Messaggioda Anonimanessuno » 26/06/2023, 20:51



No per me è pura fuffa.
Ti offre degli spunti di riflessione, ma niente di più.
Io ci andai tanti anni fa (quasi 10) dopo un brutto trauma che mi aveva paralizzata (per farla breve: ho dato speranze all’unico psicopatico che ci provava con me, quando poi ho voluto troncare lui mi ha perseguitata con appostamenti, messaggi minatori, fino ad una aggressione -con tanto di vicina di casa presente che si è fatta, giustamente, gli affari suoi)
Forse non era la situazione giusta per fare psicoterapia, mi rendo conto che c’era ben poco da lavorare su una situazione del genere.
Al contrario ho amici senza particolari problematiche (uno che ci è andato dopo la fine di una relazione di 5 anni) che al contrario ne parlano bene in termini di crescita personale.
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Messaggioda Anonimanessuno » 26/06/2023, 21:04



kathellyna ha scritto:e sinceramente non penso che mi servirebbe né avrei voglia di spendere soldi ogni settimana per un'ora di conversazione con qualcuno che è convinto che io sia rimasta con il cervello a quando ero una bambina e che sia stata viziata dai miei genitori. secondo me i problemi della mia vita dipendono appunto dalle circostanze della vita stessa, non dalla mia testa e perciò non penso che la terapia potrebbe aiutarmi.


In poche righe quelli che avrei voluto esprimere,
Ma soprattutto, teorie sul rapporto con mio padre/madre per spiegare perché oggi faccio questa cosa che mi fa stare male a cosa servono?
Siamo sempre lì, abusi di sostanze? Rapporto con tuo padre/madre
Sei vittima di bullismo? Padre/madre
Non riesci a trovare lavoro? Padre/madre
Non hai mai avuto una relazione? Padre/madre
Trovi solo relazioni sbagliate? Padre/madre
Vabbè ma quindi?
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Messaggioda Navigator63 » 26/06/2023, 22:10



Anonimanessuno ha scritto:Ma soprattutto, teorie sul rapporto con mio padre/madre per spiegare perché oggi faccio questa cosa che mi fa stare male a cosa servono?

1. Perché sapere l'origine di un problema apporta già un sollievo.
Se sto male fisicamente e non so perché, mi sento in preda al caos e non ho possibilità di stare meglio (non posso risolvere un problema che non capisco).
Viceversa, quando ne conosco l'origine posso provare a farci qualcosa, e quantomeno so da dove arriva. Sapere è potere.

2. Una volta che venga chiarito il meccanismo psicologico, la pulsione inconscia o il condizionamento profondo, è possibile iniziare a "smontarlo" o almeno attenuarlo (non basta sapere che arriva dal conflitto col genitore, bisogna anche chiarire la dinamica).
P.es. se io scelgo sempre partner che mi respingono perché ho una ferita tipo "Non sono degno di essere amato" (per cui mi attacco a persone che la confermano), quando lo scopro posso essere consapevole di quando entra in azione, e provare a sottrarmi al suo influsso. Divento un burattino capace di vedere i "fili" che lo tirano, e quindi resistere o tagliarli.

Vabbè ma quindi?

Naturalmente devo anche essere disposto a mettermi in discussione e riconoscere le mie ferite; altrimenti saperne l'origine, da sola, non servirà.

Alcuni vorrebbero che il terapeuta ti dice ABC, e dopo sei guarito. Non funziona così: dopo inizia un duro lavoro di trasformazione, e lo deve fare il cliente (il terapeuta non può farlo al posto suo).
Alcuni si lamentano ma non sono realmente disposti a cambiare - e questo rende impossibile la trasformazione.
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Messaggioda kathellyna » 27/06/2023, 22:58



White Rabbit ha scritto:
penso sia relativo, per alcuni problemi può servire e per altri no.

mi è sembrato di capire che frequenti questa gente o lo hai fatto in passato. se posso, ti è/è stato utile? o una perdita di tempo? ha effettivamente migliorato la tua vita? [ti hanno mai detto o fatto capire in qualche modo che pensano che tu sia ingrato, viziato ecc. in terapia? NON è qualcosa che penso io di te, non è questo il motivo di tale curiosità, comunque scrivi pure che non sono cаzzi miei se la domanda è indiscreta]. chiedo perché mi è sembrato qualche volta di notare in alcuni tuoi messaggi un atteggiamento vagamente simile al mio a proposito dei rapporti con le altre persone e con certe circostanze della vita.
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