Disturbi solitamente diagnosticati per la prima volta nell’infanzia, nella fanciullezza o nell’adolescenza
Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell’Infanzia, nella Fanciullezza o nell’Adolescenza
Questa sezione separata per i disturbi che di solito sono diagnosticati nell’infanzia, nella fanciullezza, o nell’adolescenza è stata costituita solo per comodità, e non è intesa a suggerire l’esistenza di alcuna chiara distinzione tra i disturbi “della fanciullezza” e “dell’età adulta”. Sebbene la maggior parte dei soggetti con questi disturbi giunga all’osservazione clinica durante la fanciullezza o l’adolescenza, talvolta i disturbi non vengono diagnosticati fino all’età adulta. Inoltre, molti disturbi inclusi in altre sezioni del manuale esordiscono spesso durante la fanciullezza o l’adolescenza. Nel valutare un bambino piccolo, un fanciullo, o un adolescente, il clinico dovrebbe prendere in considerazione le diagnosi incluse in questa sezione ma fare anche riferimento ai disturbi descritti altrove in questo manuale. Anche agli adulti può essere diagnosticato un disturbo incluso in questa sezione per i Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell’Infanzia, nella Fanciullezza o nell’Adolescenza, se il loro quadro clinico soddisfa criteri diagnostici degni di rilievo (per es., Balbuzie, Pica). Inoltre, se un adulto ha presentato da bambino sintomi che soddisfacevano pienamente i criteri per un disturbo, ma ora presenta una forma attenuata o residua, si può indicare la specificazione In Remissione Parziale (per es., Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, Tipo Combinato, In Remissione Parziale). Per la maggior parte (ma non per tutti) dei disturbi del DSM-IV, viene fornito un unico gruppo di criteri che si applica ai bambini, agli adolescenti, e agli adulti (per es., se un bambino o un adolescente presenta sintomi che soddisfano i criteri per il Disturbo Depressivo Maggiore, si dovrebbe fare questa diagnosi, a prescindere dall’età del soggetto). Le variazioni del quadro di un disturbo che sono attribuibili allo stadio di sviluppo del soggetto sono descritte nel paragrafo “Caratteristiche collegate a cultura, età e genere”. Cliccare su questioni specifiche per la discussione riguardante la diagnosi dei Disturbi di Personalità nei bambini e negli adolescenti.
In questa sezione sono inclusi i seguenti disturbi:
Ritardo Mentale Questo disturbo è caratterizzato da un funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media (un QI di circa 70 o meno) con inizio prima dei 18 anni e concomitanti deficit o compromissione del funzionamento adattivo. Vengono forniti codici separati per il Ritardo Mentale Lieve, Moderato, Grave e Gravissimo e per il Ritardo Mentale, Gravità Non Specificata.
Disturbi dell’Apprendimento Questi disturbi sono caratterizzati da un funzionamento scolastico che è sostanzialmente inferiore a quanto ci si aspetterebbe data l’età cronologica, la valutazione psicometrica dell’intelligenza, e una educazione appropriata all’età del soggetto. I disturbi specifici inclusi in questa sezione sono Disturbo della Lettura, Disturbo del Calcolo, Disturbo dell’Espressione Scritta, e Disturbo dell’Apprendimento Non Altrimenti Specificato.
Disturbo delle Capacità Motorie Questo include il Disturbo dello Sviluppo della Coordinazione, che è caratterizzato da coordinazione motoria sostanzialmente inferiore rispetto a quanto previsto data l’età cronologica e la valutazione psicometrica dell’intelligenza del soggetto.
Disturbi della Comunicazione Questi disturbi sono caratterizzati da difficoltà nell’eloquio o nel linguaggio e includono il Disturbo della Espressione del Linguaggio, il Disturbo Misto della Espressione e della Ricezione del Linguaggio, il Disturbo della Fonazione, la Balbuzie, e il Disturbo della Comunicazione Non Altrimenti Specificato.
Disturbi Pervasivi dello Sviluppo Questi disturbi sono caratterizzati da gravi deficit e compromissione generalizzata di molteplici aree dello sviluppo. Queste includono la compromissione dell’interazione sociale reciproca, la compromissione della comunicazione e la presenza di comportamento, interessi, e attività stereotipati. I disturbi specifici inclusi in questa sezione sono il Disturbo Autistico, il Disturbo di Rett, il Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia, il Disturbo di Asperger, e il Disturbo Pervasivo dello Sviluppo Non Altrimenti Specificato.
Disturbi da Deficit di Attenzione e da Comportamento Dirompente Questa sezione include il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, che è caratterizzato da imponenti sintomi di disattenzione e/o di iperattività-impulsività. Sono previsti dei sottotipi per precisare la sintomatologia prevalente: Tipo con Disattenzione Predominante, Tipo con Iperattività/Impulsività Predominanti e Tipo Combinato. In questa sezione sono inclusi anche i Disturbi da Comportamento Dirompente: il Disturbo della Condotta è caratterizzato da una modalità di comportamento che lede i diritti fondamentali degli altri oppure le principali norme o regole sociali adeguate alla età; il Disturbo Oppositivo Provocatorio è caratterizzato da una modalità di comportamento negativistica, ostile, e provocatoria. Questa sezione include anche due categorie Non Altrimenti Specificate: il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività Non Altrimenti Specificato, e il Disturbo da Comportamento Dirompente Non Altrimenti Specificato.
Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione dell’Infanzia o della Prima Fanciullezza Questi disturbi sono caratterizzati da persistenti anomalie della nutrizione e dell’alimentazione. I disturbi specifici inclusi sono la Pica, il Disturbo di Ruminazione, e il Disturbo della Nutrizione dell’Infanzia o della Prima Fanciullezza. Notare che l’Anoressia Nervosa e la Bulimia Nervosa sono incluse nella sezione “Disturbi dell’Alimentazione”.
Disturbi da Tic Questi disturbi sono caratterizzati da tic vocali e/o motori. I disturbi specifici inclusi sono il Disturbo di Tourette, il Disturbo Cronico da Tic Motori o Vocali, il Disturbo Transitorio da Tic, e il Disturbo da Tic Non Altrimenti Specificato.
Disturbi della Evacuazione Questo gruppo racchiude l’Encopresi, la ripetuta evacuazione di feci in luoghi inappropriati, e l’Enuresi, la ripetuta emissione di urine in luoghi inappropriati.
Altri Disturbi dell’Infanzia, della Fanciullezza, o dell’Adolescenza Questo gruppo comprende i disturbi che non sono inclusi nelle altre sezioni sopra elencate. Il Disturbo d’Ansia di Separazione è caratterizzato da un’ansia eccessiva e inadeguata rispetto al livello di sviluppo che riguarda la separazione da casa o da coloro a cui il bambino è attaccato. Il Mutismo Selettivo è caratterizzato da una notevole incapacità di parlare in specifiche situazioni sociali nonostante in altre situazioni parlare sia possibile. Il Disturbo Reattivo dell’Attaccamento dell’Infanzia o della Prima Fanciullezza è caratterizzato da una modalità di relazione sociale notevolmente disturbata e inadeguata rispetto al livello di sviluppo, che si manifesta nella maggior parte dei contesti ed è associata con un accudimento grossolanamente patogeno. Il Disturbo da Movimenti Stereotipati è caratterizzato da comportamento motorio ripetitivo, verosimilmente intenzionale, e afinalistico, che interferisce notevolmente con le normali attività e a volte può comportare lesioni corporee. Il Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia, della Fanciullezza o dell’Adolescenza Non Altrimenti Specificato è una categoria residua per codificare i disturbi con esordio nell’infanzia, fanciullezza, o adolescenza che non soddisfano i criteri per alcun disturbo specifico nella Classificazione.
I bambini o gli adolescenti possono presentare problemi che richiedono attenzione clinica ma che non sono definiti come disturbi mentali (per es., Problemi Relazionali, Problemi Connessi a Maltrattamento o ad Abbandono, Lutto, Funzionamento Intellettivo Limite, Problemi Scolastici, Comportamento Antisociale nel Bambino o nell’Adolescente, Problema di Identità). Questi sono elencati nella sezione “Altre Condizioni che Possono Essere Oggetto di Attenzione Clinica”.
Il DSM-III-R includeva due disturbi d’ansia specifici del bambino e dell’adolescente, il Disturbo da Iperansietà della Fanciullezza e il Disturbo di Evitamento della Fanciullezza, che sono stati inclusi rispettivamente nel Disturbo d’Ansia Generalizzato e nella Fobia Sociale, date le similitudini nelle caratteristiche principali.
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Caratteristiche diagnostiche
Gradi di gravità del Ritardo Mentale
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Caratteristiche diagnostiche
La caratteristica fondamentale del Ritardo Mentale è un funzionamento intellettivo generale significativamente al di sotto della media (Criterio A) che è accompagnato da significative limitazioni nel funzionamento adattivo in almeno due delle seguenti aree delle capacità di prestazione: comunicazione, cura della persona, vita in famiglia, capacità sociali/interpersonali, uso delle risorse della comunità, autodeterminazione, capacità di funzionamento scolastico, lavoro, tempo libero, salute, e sicurezza (Criterio B). L’esordio deve avvenire prima dei 18 anni (Criterio C). Il Ritardo Mentale presenta molte etiologie fra loro diverse, e può essere visto come il risultato finale comune di vari processi patologici che agiscono sul funzionamento del sistema nervoso centrale.
Il funzionamento intellettivo generale è definito dal quoziente di intelligenza (QI o equivalenti del QI) ottenuto tramite la valutazione con uno o più test di intelligenza standardizzati somministrati individualmente (per es., la Scala di Intelligenza Wechsler per i Bambini - III Ed., la Stanford Binet - IV Ed., la Batteria di Valutazione di Kaufman per i Bambini). Un funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media è definito da un QI di circa 70 o inferiore (circa 2 deviazioni standard al di sotto della media). Si dovrebbe notare che nella valutazione del QI esiste un errore di misurazione di circa 5 punti, che può tuttavia variare da strumento a strumento (per es., un QI di 70 al Wechsler viene considerato rappresentativo di un’estensione da 65 a 75). Quindi è possibile diagnosticare un Ritardo Mentale in soggetti con un QI tra 70 e 75 che mostrano deficit significativi del comportamento adattivo. Al contrario, un Ritardo Mentale non dovrebbe essere diagnosticato ad un soggetto con un QI inferiore a 70 se non vi sono deficit significativi o compromissione del funzionamento adattivo. La scelta degli strumenti di valutazione e l’interpretazione dei risultati dovrebbe tener conto di fattori che possono limitare la prestazione (per es., il retroterra socioculturale del soggetto, la lingua madre, e gli handicap di comunicazione, motori, e sensoriali associati). Quando esiste una dispersione significativa nei punteggi delle diverse parti del test, sarà il profilo dei punti di tenuta e di caduta, piuttosto che il QI calcolato matematicamente su tutte le scale, a riflettere in modo più accurato le capacità di apprendimento del soggetto. Quando esiste una notevole discrepanza tra i punteggi verbali e quelli di performance, fare la media per ottenere un punteggio del QI globale può indurre in errore.
I soggetti con Ritardo Mentale giungono all’osservazione più per le compromissioni del funzionamento adattivo che per il QI basso. Il funzionamento adattivo fa riferimento all’efficacia con cui i soggetti fanno fronte alle esigenze comuni della vita e al grado di adeguamento agli standard di autonomia personale previsti per la loro particolare fascia di età, retroterra socioculturale e contesto ambientale. Il funzionamento adattivo può essere influenzato da vari fattori, che includono l’istruzione, la motivazione, le caratteristiche di personalità, le prospettive sociali e professionali, e i disturbi mentali e le condizioni mediche generali che possono coesistere col Ritardo Mentale. I problemi di adattamento sono più suscettibili di miglioramento con tentativi di riabilitazione di quanto non sia il QI cognitivo, che tende a rimanere un attributo più stabile.
È utile evidenziare i deficit del funzionamento adattivo da una o più fonti indipendenti affidabili (per es. valutazione da parte degli insegnanti e storia scolastica, dello sviluppo e medica). Sono state predisposte anche diverse scale per misurare il funzionamento o il comportamento adattivo (per es., le Scale Vineland per il Comportamento Adattivo, e la Scala per il Comportamento Adattivo dell’Associazione Americana per il Ritardo Mentale). Queste scale generalmente forniscono un punteggio clinico limite che tiene conto delle prestazioni in diversi ambiti di capacità adattive. Si deve notare che alcuni di questi strumenti non misurano certe aree adattive, e che a loro volta i punteggi riguardanti le singole aree adattive variano considerevolmente per quanto riguarda l’attendibilità. Come nella valutazione del funzionamento intellettivo, si dovrebbe considerare l’adeguatezza dello strumento rispetto al retroterra socioculturale del soggetto, alla sua istruzione, agli handicap associati, alla motivazione e alla collaborazione. Per esempio, la presenza di handicap significativi invalida molti degli standard delle scale adattive. Inoltre, i comportamenti che normalmente potrebbero essere considerati di disadattamento (per es. dipendenza, passività) possono dar prova di buon adattamento nel contesto di una particolare situazione di vita del soggetto (per es., in alcuni ambienti istituzionali).
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Gradi di gravità del Ritardo Mentale
Possono essere specificati 4 gradi di gravità, che riflettono il livello della compromissione intellettiva: Lieve, Moderato, Grave e Gravissimo.
F70.9 Ritardo Mentale Lieve [317] livello del QI da 50-55 a circa 70
F70.9 Ritardo Mentale Lieve [317] Stampa
Il Ritardo Mentale Lieve equivale all’incirca a ciò a cui si faceva riferimento con la categoria educazionale di “educabili”. Questo gruppo costituisce la parte più ampia (circa l’85%) dei soggetti affetti da questo disturbo. Come categoria, i soggetti con questo livello di Ritardo Mentale tipicamente sviluppano capacità sociali e comunicative negli anni prescolastici (da 0 a 5 anni di età), hanno una compromissione minima nelle aree sensomotorie, e spesso non sono distinguibili dai bambini senza Ritardo Mentale fino ad un’età più avanzata. Prima dei 20 anni, possono acquisire capacità scolastiche corrispondenti all’incirca alla quinta elementare. Durante l’età adulta, essi di solito acquisiscono capacità sociali e occupazionali adeguate per un livello minimo di autosostentamento, ma possono aver bisogno di appoggio, di guida, e di assistenza, specie quando sono sottoposti a stress sociali o economici inusuali. Con i sostegni adeguati, i soggetti con Ritardo Mentale Lieve possono di solito vivere con successo nella comunità, o da soli o in ambienti protetti.
F71.9 Ritardo Moderato [318.0] livello del QI da 35-40 a 50-55
F71.9 Ritardo Mentale Moderato [318.0] Stampa
Il Ritardo Mentale Moderato è all’incirca equivalente a ciò a cui si faceva riferimento con la categoria educazionale di “addestrabili”. Questo termine ormai sorpassato non dovrebbe essere usato perché implica erroneamente che i soggetti con Ritardo Mentale Moderato non possono beneficiare di programmi educazionali. Questo gruppo costituisce circa il 10% dell’intera popolazione di soggetti con Ritardo Mentale. La maggior parte dei soggetti con questo livello di Ritardo Mentale acquisisce capacità comunicative durante la prima fanciullezza. Essi traggono beneficio dall’addestramento professionale e, con una moderata supervisione, possono provvedere alla cura della propria persona. Possono anche beneficiare dell’addestramento alle attività sociali e lavorative, ma difficilmente progrediscono oltre il livello della seconda elementare nelle materie scolastiche. Possono imparare a spostarsi da soli in luoghi familiari. Durante l’adolescenza, le loro difficoltà nel riconoscere le convenzioni sociali possono interferire nelle relazioni con i coetanei. Nell’età adulta, la maggior parte riesce a svolgere lavori non specializzati, o semispecializzati, sotto supervisione in ambienti di lavoro protetti o normali. Essi si adattano bene alla vita in comunità, di solito in ambienti protetti.
F72.9 Ritardo Mentale Grave [318.1] livello del QI da 20-25 a 35-40
F72.9 Ritardo Mentale Grave [318.1] Stampa
Il gruppo con Ritardo Mentale Grave costituisce il 3-4% dei soggetti con Ritardo Mentale. Durante la prima fanciullezza essi acquisiscono un livello minimo di linguaggio comunicativo, o non lo acquisiscono affatto. Durante il periodo scolastico possono imparare a parlare e possono essere addestrati alle attività elementari di cura della propria persona. Essi traggono un beneficio limitato dall’insegnamento delle materie prescolastiche, come familiarizzarsi con l’alfabeto e svolgere semplici operazioni aritmetiche, ma possono acquisire capacità come l’imparare a riconoscere a vista alcune parole per le necessità elementari. Nell’età adulta, possono essere in grado di svolgere compiti semplici in ambienti altamente protetti. La maggior parte di essi si adatta bene alla vita in comunità, in comunità alloggio o con la propria famiglia, a meno che abbiano un handicap associato che richieda assistenza specializzata o altre cure.
F73.9 Ritardo Mentale Gravissimo [318.2] livello del QI sotto 20 o 25.
F73.9 Ritardo mentale Gravissimo [318.2] Stampa
Il gruppo con Ritardo Mentale Gravissimo costituisce circa un 1-2% dei soggetti con Ritardo Mentale. La maggior parte dei soggetti con questa diagnosi ha una condizione neurologica diagnosticata che spiega il Ritardo Mentale. Durante la prima infanzia, essi mostrano considerevole compromissione del funzionamento sensomotorio. Uno sviluppo ottimale può verificarsi in un ambiente altamente specializzato con assistenza e supervisione costanti, e con una relazione personalizzata con la figura che si occupa di loro. Lo sviluppo motorio e le capacità di cura della propria persona e di comunicazione possono migliorare se viene fornito un adeguato addestramento. Alcuni possono svolgere compiti semplici in ambienti altamente controllati e protetti.
F79.9 Ritardo Mentale, Gravità Non Specificata [319], può essere usato quando c’è forte motivo di supporre un Ritardo Mentale, ma l’intelligenza del soggetto non è valutabile con i test standard (per es., in soggetti troppo compromessi o non collaborativi, o nella prima infanzia).
La diagnosi di Ritardo Mentale, Gravità Non Specificata dovrebbe essere usata quando vi è forte motivo di supporre un Ritardo Mentale, ma il soggetto non può essere valutato adeguatamente con i test di intelligenza standardizzati. Ciò può accadere con i bambini, gli adolescenti, o gli adulti che sono troppo compromessi o troppo poco collaborativi per essere testati, oppure, nell’infanzia, quando esiste una valutazione clinica di funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media, ma i test disponibili (per es., le Scale Bayley per lo Sviluppo Infantile, le Scale Cattell per l’Intelligenza Infantile, e altri) non forniscono valori di QI. In generale, minore è l’età, più difficile è la valutazione della presenza di un Ritardo Mentale, tranne nei soggetti con compromissione gravissima.
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Procedure di registrazione
Il codice diagnostico specifico per il Ritardo Mentale è scelto sulla base del livello di gravità come indicato in precedenza, e viene codificato sull’Asse II. Se il Ritardo Mentale è associato ad un altro disturbo mentale (per es., Disturbo Autistico), il disturbo mentale aggiuntivo viene codificato sull’Asse I. Se il Ritardo Mentale è associato con una condizione medica generale (per es., sindrome di Down), la condizione medica generale viene codificata sull’Asse III.
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Manifestazioni e disturbi associati
Caratteristiche descrittive e disturbi mentali associati Non vi sono caratteristiche specifiche di personalità e di comportamento associate in maniera esclusiva al Ritardo Mentale. Alcuni soggetti con Ritardo Mentale sono passivi, tranquilli, e dipendenti, mentre altri possono essere aggressivi e impulsivi. La mancanza di capacità di comunicazione può predisporre a comportamenti dirompenti e aggressivi, che sostituiscono la comunicazione verbale. Alcune condizioni mediche generali associate col Ritardo Mentale sono caratterizzate da determinati sintomi comportamentali (per es., il comportamento autolesivo intrattabile associato con la sindrome di Lesch-Nyhan). I soggetti con Ritardo Mentale possono essere esposti allo sfruttamento da parte di altri (per es., abusi fisici e sessuali), o alla negazione di diritti e di opportunità.
I soggetti con Ritardo Mentale hanno una prevalenza di disturbi mentali in comorbidità che è stimata da tre a quattro volte superiore rispetto alla popolazione generale. In alcuni casi, ciò può essere la conseguenza di un’etiologia che è comune al Ritardo Mentale e al disturbo mentale associato (per es., un trauma cranico può avere come conseguenza un Ritardo Mentale e una Modificazione della Personalità Dovuta a Trauma Cranico). Si possono osservare tutti i tipi di disturbo mentale, e non è dimostrato che la natura di un dato disturbo mentale sia diversa nei soggetti affetti da Ritardo Mentale. La diagnosi di disturbi mentali in comorbidità è, in ogni caso, spesso complicata dal fatto che il quadro clinico può essere modificato dalla gravità del Ritardo Mentale e dagli handicap associati. I deficit nelle capacità di comunicazione possono avere come risultato un’incapacità di fornire un’anamnesi adeguata (per es., la diagnosi di Disturbo Depressivo Maggiore (Episodio Singolo e Ricorrente) in un adulto non in grado di comunicare e affetto da Ritardo Mentale è spesso basata soprattutto su manifestazioni come umore depresso, irritabilità, anoressia, o insonnia, che vengono rilevate da altri). Più frequentemente che nel caso di soggetti senza Ritardo Mentale, può essere difficile scegliere una diagnosi specifica, e in tali casi si può usare appropriatamente la categoria Non Altrimenti Specificato (per es., Disturbo Depressivo Non Altrimenti Specificato). I disturbi mentali più comunemente associati sono il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, i Disturbi dell’Umore, i Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, il Disturbo da Movimenti Stereotipati e i Disturbi Mentali Dovuti ad una Condizione Medica Generale (per es., Demenza Dovuta a Trauma Cranico). I soggetti con Ritardo Mentale dovuto a sindrome di Down possono avere maggiori probabilità di sviluppare una Demenza Tipo Alzheimer. Le modificazioni patologiche cerebrali associate con questo disturbo di solito si sviluppano all’inizio del quinto decennio di vita di questi soggetti, sebbene i sintomi clinici della demenza siano evidenti solo in seguito.
Sono state riferite associazioni tra fattori eziologici specifici ed alcuni sintomi e disturbi mentali in comorbidità. Ad esempio, la sindrome dell’X fragile sembra aumentare il rischio per un Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività e per la Fobia Sociale; individui con la sindrome di Prader-Willi possono avere iperfagia e compulsività, e quelli con la sindrome di William possono mostrare un aumentato rischio per Disturbi d’Ansia e Disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività.
Fattori predisponenti I fattori etiologici possono essere primariamente biologici o primariamente psicosociali, o una combinazione di entrambi. In circa il
30-40% dei soggetti giunti all’osservazione clinica, non può essere determinata un’etiologia chiara per il Ritardo Mentale nonostante gli intensi sforzi diagnostici. Più probabilmente, vanno identificate delle eziologie specifiche per individui con Grave o Gravissimo Ritardo Mentale. I principali fattori predisponenti includono:
• ereditarietà: questi fattori includono errori congeniti del metabolismo trasmessi soprattutto per via autosomica recessiva (per es., malattia di Tay-Sachs), altre anomalie di un singolo gene a trasmissione mendeliana e ad espressività variabile (per es. sclerosi tuberosa), e aberrazioni cromosomiche (sindrome di Down dovuta a traslocazione, sindrome dell’X fragile). I progressi della genetica verosimilmente faranno identificare un maggior numero di forme ereditarie di ritardo mentale;
• alterazioni precoci dello sviluppo embrionale: questi fattori includono mutazioni cromosomiche (per es., sindrome di Down dovuta a trisomia 21) o danni prenatali dovuti a sostanze tossiche (per es., uso di alcool da parte della madre, infezioni);
• influenze ambientali: questi fattori includono la mancanza di accudimento e di stimolazioni sociali, verbali e di altre stimolazioni;
• disturbi mentali: questi fattori includono il Disturbo Autistico e altri Disturbi Pervasivi dello Sviluppo;
• problemi durante la gravidanza e nel periodo perinatale: questi fattori includono la malnutrizione del feto, la prematurità, l’ipossia, infezioni virali o altre infezioni e traumi;
• condizioni mediche generali acquisite durante l’infanzia o la fanciullezza: questi fattori includono infezioni, traumi e avvelenamenti (per es., da piombo).
Reperti di laboratorio associati Oltre ai risultati dei test psicologici e sul comportamento adattivo che sono necessari per la diagnosi di Ritardo Mentale, non vi sono dati di laboratorio associati in maniera esclusiva al Ritardo Mentale. I dati diagnostici di laboratorio possono essere collegati con una concomitante e specifica condizione medica generale (per es. dati sui cromosomi in vari disturbi genetici, alto tasso ematico di fenilalanina nella fenilchetonuria, o anomalie alla visualizzazione del sistema nervoso centrale).
Reperti dell’esame fisico e condizioni mediche generali associate Non vi sono caratteristiche fisiche specifiche associate col Ritardo Mentale. Quando il Ritardo Mentale fa parte di una specifica sindrome, saranno presenti le caratteristiche cliniche di quella sindrome (per es. le caratteristiche fisiche della sindrome di Down). Più grave è il Ritardo Mentale (specie se è grave o gravissimo), più alta è la probabilità di condizioni neurologiche (per es. convulsioni), neuromuscolari, visive, uditive, cardiovascolari, e di altre condizioni.
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Caratteristiche collegate a cultura, età e genere
Ci si dovrebbe accuratamente assicurare che le procedure di valutazione intellettiva riflettano un’adeguata attenzione al retroterra etnico o culturale del soggetto. Ciò si realizza solitamente usando test in cui le caratteristiche salienti del soggetto sono rappresentate nel campione di standardizzazione del test o impiegando un esaminatore che ha familiarità con gli aspetti del retroterra etnico o culturale del soggetto. Per fare diagnosi di Ritardo Mentale è sempre richiesta una valutazione individualizzata. La prevalenza del Ritardo Mentale dovuto a fattori biologici conosciuti è simile nei bambini appartenenti alle classi socioeconomiche superiori e inferiori, ad eccezione di certi fattori etiologici che sono legati allo status socioeconomico meno elevato (per es. l’avvelenamento da piombo e la prematurità). Nei casi in cui non si può identificare alcuna causa biologica specifica, il Ritardo Mentale è di solito più lieve (sebbene tutti i livelli di gravità siano rappresentati) e interessa in maggior numero individui che appartengono alle classi socio-economiche più basse. Nel valutare la compromissione delle capacità adattive si dovrebbe tener conto delle considerazioni riguardanti lo sviluppo, perché alcune aree delle capacità di prestazione sono meno rilevanti in età diverse (per es., l’uso delle risorse della comunità o il lavoro nei bambini in età scolare). Il Ritardo Mentale è più comune tra i maschi, con un rapporto maschi-femmine di 1,5:1.
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Prevalenza
Il tasso di prevalenza del Ritardo Mentale è stato stimato intorno all’1%. Comunque, studi diversi hanno riportato tassi diversi a seconda delle definizioni usate, dei metodi di valutazione, e della popolazione studiata.
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Decorso
La diagnosi di Ritardo Mentale richiede che l’insorgenza del disturbo sia avvenuta prima dei 18 anni di età. L’età e le modalità di esordio dipendono dall’etiologia e dalla gravità del Ritardo Mentale. Il ritardo più grave, specie quando è associato ad una sindrome con fenotipo caratteristico, tende ad essere riconosciuto più precocemente (per es., la sindrome di Down è di solito diagnosticata alla nascita). Al contrario, il Ritardo Lieve di origine sconosciuta è generalmente individuato più tardi. Nei casi più gravi di ritardo dovuto a cause acquisite, la compromissione intellettiva si svilupperà più bruscamente (per es., ritardo a seguito di un’encefalite). Il decorso del Ritardo Mentale è influenzato dal decorso delle condizioni mediche generali sottostanti e da fattori ambientali (per es., opportunità scolastiche e altre opportunità, stimolazione ambientale e adeguatezza della gestione). Se la condizione medica generale sottostante è statica, è più probabile che il decorso sia variabile e dipendente da fattori ambientali. Il Ritardo Mentale non dura necessariamente tutta la vita. Soggetti che erano affetti da un Ritardo Mentale Lieve nei primi anni di vita, manifestato con incapacità nei compiti di apprendimento scolastico, con un training e opportunità adeguati sviluppano buone capacità adattive in altri ambiti, e possono non presentare più il livello di compromissione richiesto per la diagnosi di Ritardo Mentale.
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Familiarità
Data l’eterogeneità etiologica, non vi sono caratteristiche familiari applicabili al Ritardo Mentale come categoria generale. L’ereditabilità del Ritardo Mentale è discussa nei “Fattori predisponenti”.
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Diagnosi differenziale
I criteri diagnostici per il Ritardo Mentale non comprendono un criterio di esclusione: quindi, si dovrebbe fare diagnosi ogni volta che i criteri vengono soddisfatti, a prescindere dalla presenza di un altro disturbo e in aggiunta ad esso. Nei Disturbi dell’Apprendimento o nei Disturbi della Comunicazione (non associati a Ritardo Mentale) è compromesso lo sviluppo in un’area specifica (per es., lettura, linguaggio espressivo), ma manca una compromissione generalizzata dello sviluppo intellettivo e del funzionamento adattivo. Un Disturbo dell’Apprendimento o un Disturbo della Comunicazione possono essere diagnosticati in un soggetto con Ritardo Mentale se il deficit specifico è eccessivo rispetto alla gravità del Ritardo Mentale. Nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo vi è una compromissione qualitativa dell’interazione sociale reciproca e dello sviluppo delle capacità di comunicazione sociale di tipo verbale e non verbale. Il Ritardo Mentale spesso accompagna i Disturbi Pervasivi dello Sviluppo.
Alcuni casi di Ritardo Mentale esordiscono dopo un periodo di funzionamento normale e possono autorizzare una diagnosi aggiuntiva di demenza. Una diagnosi di demenza richiede che la compromissione della memoria e gli altri deficit cognitivi costituiscano un declino significativo rispetto ad un precedente livello di funzionamento più elevato. Dato che può essere difficile determinare il livello precedente di funzionamento in bambini molto piccoli, la diagnosi di demenza può non essere appropriata se il bambino ha meno di 4-6 anni. In generale, per i soggetti sotto i 18 anni di età, la diagnosi di demenza viene fatta solo se la condizione non è definita in maniera soddisfacente dalla sola diagnosi di Ritardo Mentale.
Il Funzionamento Intellettivo Limite corrisponde a un’estensione di valori di QI che è maggiore rispetto al Ritardo Mentale (di solito 71-84). Come discusso in precedenza, un punteggio di QI può comportare un errore di misurazione di circa 5 punti, a seconda dello strumento di valutazione. Quindi, è possibile diagnosticare un Ritardo Mentale in soggetti con QI tra 71 e 75 se sono presenti deficit significativi nel comportamento adattivo che soddisfano i criteri per il Ritardo Mentale. La distinzione tra Ritardo Mentale Lieve e Funzionamento Intellettivo Limite richiede un attento esame di tutte le informazioni disponibili.
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Relazione con altre classificazioni del Ritardo Mentale
Il sistema di classificazione della Società Americana per il Ritardo Mentale (AAMR) include gli stessi tre criteri (cioè, funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della media, limitazioni nelle capacità adattive, ed esordio prima dei 18 anni di età). Nella classificazione della AAMR, il criterio del funzionamento significativamente al di sotto della media fa riferimento ad un punteggio standard di 70-75 o meno (che tiene conto del potenziale errore di misurazione di 5 punti in più o in meno nella valutazione del QI). Inoltre, il DSM-IV specifica i livelli di gravità, mentre il sistema di classificazione del 1992 della AAMR specifica “Tipi e Livello del Supporto Richiesto” (cioè, “Intermittente, Limitato, Estensivo, e Totale”), che non sono direttamente paragonabili con i livelli di gravità del DSM-IV. La definizione di menomazioni dello sviluppo secondo la Public Law 95-602 (1978) (Riferito agli U.S.A.-N.d.T.), non è limitata al Ritardo Mentale ed è basata su criteri funzionali. Questa legge definisce menomazione dello sviluppo una menomazione attribuibile ad una compromissione mentale o fisica, manifestatasi prima dei 22 anni di età, che probabilmente continuerà indefinitamente, e che causa una sostanziale limitazione di tre o più aree specifiche del funzionamento, e richiede assistenza specifica a vita o protratta.
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Relazione con i criteri diagnostici per la ricerca dell’ICD-10
I metodi di definizione del livello di gravità del Ritardo Mentale differiscono leggermente nei due sistemi. I criteri diagnostici per la ricerca dell’ICD-10 definiscono i livelli con punteggi limite precisi: il Ritardo Lieve è delimitato tra 50 e 69, il Moderato tra 35 e 49, il Grave tra 20 e 34, e il Gravissimo al di sotto di 20. Al contrario, il DSM-IV prevede una flessibilità maggiore nel collegare la gravità ad un dato punteggio di QI definendo i livelli di gravità con punteggi che si sovrappongono. Nel margine di sovrapposizione, la gravità è determinata dal livello di funzionamento adattivo.
Disturbi dell’Apprendimento
(in precedenza Disturbi delle Capacità Scolastiche)
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Manifestazioni e disturbi associati
Caratteristiche collegate alla cultura
Prevalenza
Diagnosi differenziale
Questa sezione sui Disturbi dell’Apprendimento comprende il Disturbo della Lettura, il Disturbo del Calcolo, il Disturbo dell’Espressione Scritta, e il Disturbo dell’Apprendimento Non Altrimenti Specificato.
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Caratteristiche diagnostiche
I Disturbi dell’Apprendimento vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti dal soggetto in test standardizzati, somministrati individualmente, su lettura, calcolo, o espressione scritta risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione, e al livello di intelligenza. I problemi di apprendimento interferiscono in modo significativo con i risultati scolastici o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura, di calcolo, o di scrittura. Possono essere usati diversi metodi statistici per stabilire se un divario è significativo. Di solito viene definito sostanzialmente inferiore un divario di più di 2 deviazioni standard tra i risultati ed il QI. Si utilizza talora un divario minore tra i risultati ed il QI (per es., tra 1 e 2 deviazioni standard), specie nei casi in cui la prestazione del soggetto nel test di QI può essere stata compromessa da un disturbo associato dell’elaborazione cognitiva, da un disturbo mentale o da una condizione medica generale concomitanti o dal retroterra etnico o culturale del soggetto. Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà di apprendimento devono andare al di là di quelle di solito associate al deficit. I Disturbi dell’Apprendimento possono persistere nell’età adulta.
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Manifestazioni e disturbi associati
Demoralizzazione, scarsa autostima e deficit nelle capacità sociali possono essere associati ai Disturbi dell’Apprendimento. La percentuale di bambini o adolescenti con Disturbi dell’Apprendimento che abbandonano la scuola è stimata intorno al 40% (o circa 1,5 volte in più rispetto alla media). Gli adulti con Disturbi dell’Apprendimento possono avere notevoli difficoltà nel lavoro o nell’adattamento sociale. Molti soggetti (10-25%) con Disturbo della Condotta, Disturbo Oppositivo Provocatorio, Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, Disturbo Depressivo Maggiore (Episodio Singolo e Ricorrente), o Disturbo Distimico, sono affetti anche da Disturbi dell’Apprendimento. Esistono prove che i ritardi di sviluppo del linguaggio, possono insorgere in associazione con i Disturbi dell’Apprendimento (specie il Disturbo della Lettura), anche se questi ritardi possono non essere sufficientemente gravi da giustificare la diagnosi separata di Disturbo della Comunicazione. I Disturbi dell’Apprendimento possono anche essere associati ad una più alta incidenza del Disturbo di Sviluppo della Coordinazione.
Possono esservi anomalie sottostanti dell’elaborazione cognitiva (per es., deficit della percezione visiva, dello sviluppo del linguaggio, dell’attenzione, della memoria, o una combinazione dei precedenti) che spesso precedono i Disturbi dell’Apprendimento, o sono associati ad essi. I test standardizzati per la valutazione di questi processi sono di solito meno affidabili e validi rispetto ad altri test psicoeducazionali. Sebbene una predisposizione genetica, una lesione perinatale, e varie condizioni neurologiche o condizioni mediche generali possano essere associate con lo sviluppo dei Disturbi dell’Apprendimento, la presenza di queste condizioni non predice invariabilmente l’esito in un Disturbo dell’Apprendimento, e vi sono molti soggetti con Disturbi dell’Apprendimento che non hanno un’anamnesi di questo tipo. I Disturbi dell’Apprendimento si trovano comunque spesso associati ad una varietà di condizioni mediche generali (per es., avvelenamento da piombo, sindrome fetale da alcool, o sindrome dell’X fragile).
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Caratteristiche collegate alla cultura
Ci si dovrebbe assicurare con cura che le procedure per la valutazione dell’intelligenza, riflettano un’adeguata attenzione al retroterra etnico o culturale del soggetto. Ciò si realizza di solito usando test in cui le caratteristiche rilevanti dell’individuo, sono presenti nel campione di standardizzazione del test, oppure impiegando un esaminatore che ha familiarità con gli aspetti del retroterra etnico o culturale del soggetto. Per fare diagnosi di Disturbo dell’Apprendimento si richiede sempre una somministrazione individualizzata del test.
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Prevalenza
Le stime della prevalenza dei Disturbi dell’Apprendimento variano dal 2 al 10% a seconda della natura della valutazione e delle definizioni utilizzate. A circa il 5% degli studenti delle scuole pubbliche negli USA è stato diagnosticato un Disturbo dell’Apprendimento.
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Diagnosi differenziale
I Disturbi dell’Apprendimento devono essere differenziati da normali variazioni nei risultati scolastici e da difficoltà scolastiche dovute a mancanza di opportunità, insegnamento scadente, o fattori culturali. Un’istruzione inadeguata può avere come risultato una scadente prestazione ai test standardizzati di rendimento. I bambini con retroterra etnico o culturale diverso rispetto alla cultura scolastica prevalente, o che seguono i loro studi in lingue diverse dalla lingua madre, o i bambini che hanno frequentato scuole dove l’insegnamento è stato inadeguato possono avere punteggi bassi ai test di rendimento. I bambini con questo stesso retroterra possono anche essere a rischio maggiore di assenteismo scolastico dovuto a malattie più frequenti o ad ambienti di vita impoveriti o caotici.
Una compromissione visiva o uditiva può danneggiare la capacità di apprendimento e dovrebbe essere studiata con test di screening audiometrico o visivo. Un Disturbo dell’Apprendimento può essere diagnosticato in presenza di tali deficit sensoriali solo se le difficoltà di apprendimento vanno al di là di quelle solitamente associate con quei deficit. Concomitanti condizioni neurologiche o altre condizioni mediche generali dovrebbero essere codificate sull’Asse III.
Nel Ritardo Mentale le difficoltà di apprendimento sono proporzionate alla compromissione generale del funzionamento intellettivo. Comunque, in alcuni casi di Ritardo Mentale Lieve, il livello di apprendimento nella lettura, nel calcolo, o nell’espressione scritta è significativamente al di sotto dei livelli previsti in base all’istruzione del soggetto e alla gravità del Ritardo Mentale. In questi casi dovrebbe essere ulteriormente diagnosticato l’appropriato Disturbo dell’Apprendimento.
Dovrebbe essere fatta una diagnosi aggiuntiva di Disturbo dell’Apprendimento nel contesto di un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo solo quando la compromissione scolastica è significativamente al di sotto dei livelli previsti in base al funzionamento intellettivo e all’istruzione del soggetto. Può accadere che in soggetti con Disturbi della Comunicazione il funzionamento intellettivo debba essere valutato usando misurazioni standardizzate della capacità intellettiva non verbale. In casi in cui il rendimento scolastico è significativamente inferiore rispetto ai risultati della misurazione di questa capacità, si dovrebbe diagnosticare il Disturbo dell’Apprendimento appropriato.
Il Disturbo del Calcolo e il Disturbo dell’Espressione Scritta insorgono assai frequentemente in associazione con il Disturbo della Lettura. Quando vengono soddisfatti i criteri per più di un Disturbo dell’Apprendimento, tutti quanti dovrebbero essere diagnosticati.
Disturbi da Tic
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Diagnosi differenziale
Relazione con i criteri diagnostici per la ricerca dell’ICD-10
In questa sezione sono inclusi quattro disturbi: Disturbo di Tourette, Disturbo Cronico da Tic Motori o Vocali, Disturbo Transitorio da Tic, e Disturbo da Tic Non Altrimenti Specificato. Un tic è un movimento, o una vocalizzazione, improvviso, rapido, ricorrente, aritmico e stereotipato. I tic motori e vocali possono essere semplici (con il coinvolgimento di pochi muscoli o con l’emissione di suoni semplici) o complessi (con il coinvolgimento di gruppi multipli di muscoli reclutati per l’emissione di esplosioni orchestrate o parole e frasi). Esempi di tic motori semplici sono ammiccamenti, arricciamenti di naso, torsioni del collo, alzate di spalle, smorfie del viso e contrazione addominale. Questi tic di solito durano meno di alcune centinaia di millisecondi. I tic motori complessi includono movimenti delle mani, saltare, toccare, schiacciare, pestare i piedi, contorsioni del viso, annusare ripetutamente un oggetto, accovacciarsi, flettere profondamente le ginocchia, tornare sui propri passi, piroettare camminando ed assumere e mantenere insoliti atteggiamenti posturali (che includono i ‘‘tic distonici’’ come mantenere il collo in una posizione particolarmente contratta). Questi tic sono di durata più lunga, durano secondi o più. La coproprassia (un gesto improvviso simile al tic volgare, sessuale od osceno) e i fenomeni a specchio come l’ecoprassia (imitazione spontanea e involontaria di movimenti di un altro) sono tic motori complessi.
I tic vocali semplici sono suoni senza significato come raschiarsi la gola, grugnire, annusare, soffiare e stridire. I tic vocali complessi coinvolgono più chiaramente l’eloquio e il linguaggio, ed includono l’espressione spontanea ed improvvisa di singole parole o frasi, il blocco dell’eloquio, cambiamenti improvvisi e senza senso dell’altezza, dell’enfasi o del volume dell’eloquio; la palilalia (ripetizione dei propri suoni o delle proprie parole) e l’ecolalia (ripetizione del suono, della parola o della frase uditi per ultimi). La coprolalia è l’espressione inappropriata ed improvvisa di una parola o di una frase socialmente inaccettabile e può includere oscenità così come specifiche ingiurie, etniche, razziali o religiose. La coprolalia si ritrova in meno del 10% degli individui con disturbo da tic.
I tic di solito vengono avvertiti come irresistibili, ma possono essere repressi per periodi variabili di tempo. Alcuni bambini (e qualche adulto) non si rendono conto dei loro tic. Tuttavia, con lo sviluppo, molte persone che hanno tic (ma non tutte) avvertono una spinta premonitrice - una tensione che cresce o una sensazione fisica in una parte del corpo che precede il tic motorio o vocale ed un sentimento di sollievo o di riduzione della tensione dopo l’espressione del tic. I soggetti con tic possono sentire che il tic è tra il ‘‘volontario e l’involontario’’ poiché spesso viene vissuto come un cedere ad una tensione che cresce o ad un bisogno fisico, simile alla tensione che precede uno starnuto o al bisogno quasi irresistibile di grattarsi. Un soggetto può sentire il bisogno di portare a termine un tic complesso in un modo particolare o ripetutamente fino a raggiungere la sensazione che il tic sia stato fatto ‘‘proprio bene’’. Solo allora il soggetto proverà una riduzione dell’ansia o della tensione.
I tic sono spesso emessi in attacchi di uno o più tic; gli attacchi sono separati da periodi liberi da tic che durano da secondi a ore. I tic di solito cambiano in gravità (frequenza dei tic, forza e grado di alterazione del comportamento da parte del tic) nel corso delle ore o di un giorno. I tic possono variare di frequenza e di perturbazione nei diversi contesti. Ad esempio, i bambini e gli adulti possono essere capaci di sopprimere i tic a scuola, al lavoro o nello studio del medico meglio che a casa. I tic generalmente diminuiscono o si fermano durante il sonno, sebbene alcuni soggetti abbiano tic occasionali mentre dormono o si svegliano improvvisamente con un tic. I tic sono spesso più frequenti quando una persona si rilassa in privato (per es., guardando la televisione) e diminuiscono quando il soggetto è impegnato in una attività diretta ed impegnativa (per es., leggere o cucire). I tic possono aggravarsi nei periodi di stress come quando vi è un aumento della pressione sul lavoro o durante gli esami.
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Diagnosi differenziale
I Disturbi da Tic devono essere distinti da altri tipi di movimenti anomali che possono accompagnare condizioni mediche generali (per es., malattia di Huntington, apoplessia, sindrome di Lesch-Nyhan, malattia di Wilson, corea di Sydenham, sclerosi multipla, encefalite post-virale, lesioni craniche), e da movimenti anormali che possono essere dovuti agli effetti diretti di una sostanza (per es., un farmaco neurolettico). Prendere in considerazione l’anamnesi sanitaria e familiare, la morfologia del movimento, il ritmo e le influenze che li modificano può aiutare a fare una diagnosi corretta.
La corea è tipicamente un movimento semplice, casuale, irregolare e non stereotipato che non ha una componente premonitrice ed aumenta quando la persona viene distratta. I movimenti distonici sono movimenti di rotazione protratti e lenti intervallati da stati prolungati di tensione muscolare. I movimenti atetoidi sono movimenti di torsione lenti ed irregolari più frequentemente a carico della dita delle mani e dei piedi, ma che spesso coinvolgono anche il collo. I movimenti mioclonici sono contrazioni muscolari brevi, semplici, a tipo shock che possono colpire parti di muscoli o gruppi muscolari. Al contrario dei tic, i movimenti mioclonici possono continuare durante il sonno. I movimenti di emiballismo sono movimenti degli arti unilaterali, di grande ampiezza, grossolani ed intermittenti. Gli spasmi sono movimenti prolungati e stereotipati che coinvolgono gli stessi gruppi di muscoli e sono di solito più lenti, ma talvolta più rapidi dei tic. Lo spasmo emifacciale consiste in contrazioni unilaterali, ripetitive ed irregolari dei muscoli facciali. La sincinesia è un movimento involontario che si accompagna eslusivamente ad un atto volontario specifico (per es., movimento dell’angolo della bocca quando il soggetto intende chiudere l’occhio).
Quando i tic sono una conseguenza fisiologica diretta dell’uso di un farmaco, si dovrebbe diagnosticare, al posto di un Disturbo da Tic, un Disturbo del Movimento Indotto da Farmaci Non Altrimenti Specificato (per es., nel caso più chiaro quando i tic si verificano con l’uso di un farmaco e cessano quando il farmaco viene sospeso). In alcuni casi, certi farmaci (per es., gli stimolanti) possono esacerbare un preesistente Disturbo da Tic, ed in questo caso non è necessaria un’ulteriore diagnosi di disturbo indotto da farmaci.
I tic devono essere distinti anche dai movimenti stereotipati rilevati nel Disturbo da Movimenti Stereotipati e nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo. Distinguere i tic semplici (per es., ammiccamenti) dai movimenti complessi caratteristici dei movimenti stereotipati è relativamente semplice. La distinzione tra tic motori complessi e i movimenti stereotipati è meno netta. In generale, i movimenti stereotipati sembrano essere più guidati, ritmici, autostimolanti o eccitanti, e intenzionali, mentre i tic hanno una qualità più involontaria (sebbene alcuni individui descrivano i tic come se avessero una componente volontaria) ed in genere si verificano in attacchi o raggruppamenti temporali. I tic complessi possono essere difficili da distinguere dalle compulsioni (come nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo); fare questa distinzione è ancora più arduo poiché il Disturbo Ossessivo-Compulsivo è comune negli individui con Disturbo da Tic.
Le compulsioni vengono messe in atto in risposta ad una ossessione (lavarsi le mani per calmare la preoccupazione per i germi) o secondo regole che devono essere applicate rigidamente (il bisogno di allineare le cose in un ordine particolare). Le compulsioni tipicamente sono più elaborate dei tic e tendono ad assomigliare di più ad un comportamento ‘‘normale’’. Mentre le compulsioni vengono spesso, ma non sempre, precedute da una persistente preoccupazione, i tic tendono ad essere più comunemente preceduti da una transitoria tensione ‘‘fisica’’ in una parte del corpo (per es., nei muscoli del naso o della spalla o in gola) che viene ridotta dai tic. Quando i soggetti manifestano sintomi sia del Disturbo Ossessivo-Compulsivo che del Disturbo da Tic (in particolare il Disturbo di Tourette) entrambe le diagnosi possono essere effettuate. Certi tic motori o vocali (per es., abbaiare, ecolalia, palilalia) devono essere distinti dal comportamento disorganizzato o catatonico nella Schizofrenia.
I Disturbi da Tic possono essere distinti uno dall’altro sulla base della durata e della varietà dei tic e dell’età all’esordio. Il Disturbo Transitorio da Tic include tic motori o vocali che durano almeno 4 settimane ma non più di 12 mesi consecutivi. Il Disturbo di Tourette e il Disturbo Cronico da Tic Motori o Vocali hanno entrambi una durata di almeno 12 mesi, ma il Disturbo di Tourette richiede tic motori multipli ed almeno un tic vocale durante una parte di questo tempo. Spesso la diagnosi può cambiare nel tempo nella storia naturale di un Disturbo da Tic. Ad esempio, durante i primi mesi un bambino può ricevere una diagnosi di Disturbo Transitorio da Tic. Dopo un anno, con l’aumento ed una durata più lunga, la diagnosi può diventare quella di Disturbo di Tourette. La diagnosi di Disturbo da Tic Non Altrimenti Specificato si può applicare ai quadri clinicamente significativi che durano meno di 4 settimane, per i quadri con un’età all’esordio di più di 18 anni, e ai casi inusuali di soggetti con un unico tic motorio ed un unico tic vocale.
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Relazione con i criteri diagnostici per la ricerca dell’ICD-10
Il gruppo di criteri dell’ICD-10 e del DSM-IV per i Disturbi da Tic sono all’incirca gli stessi.
Altri Disturbi dell’Infanzia, della Fanciullezza
o dell’Adolescenza
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Questo gruppo comprende i disturbi che non sono inclusi nelle altre sezioni sopra elencate. Il Disturbo d’Ansia di Separazione è caratterizzato da un’ansia eccessiva e inadeguata rispetto al livello di sviluppo che riguarda la separazione da casa o da coloro a cui il bambino è attaccato. Il Mutismo Selettivo è caratterizzato da una notevole incapacità di parlare in specifiche situazioni sociali nonostante in altre situazioni parlare sia possibile. Il Disturbo Reattivo dell’Attaccamento dell’Infanzia o della Prima Fanciullezza è caratterizzato da una modalità di relazione sociale notevolmente disturbata e inadeguata rispetto al livello di sviluppo, che si manifesta nella maggior parte dei contesti ed è associata con un accudimento grossolanamente patogeno. Il Disturbo da Movimenti Stereotipati è caratterizzato da comportamento motorio ripetitivo, verosimilmente intenzionale, e afinalistico, che interferisce notevolmente con le normali attività e a volte può comportare lesioni corporee. Il Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia, della Fanciullezza o dell’Adolescenza Non Altrimenti Specificato è una categoria residua per codificare i disturbi con esordio nell’infanzia, fanciullezza, o adolescenza che non soddisfano i criteri per alcun disturbo specifico nella Classificazione.
I bambini o gli adolescenti possono presentare problemi che richiedono attenzione clinica ma che non sono definiti come disturbi mentali (per es., Problemi Relazionali, Problemi Connessi a Maltrattamento o ad Abbandono, Lutto, Funzionamento Intellettivo Limite, Problemi Scolastici, Comportamento Antisociale nel Bambino o nell’Adolescente, Problema di Identità). Questi sono elencati nella sezione “Altre Condizioni che Possono Essere Oggetto di Attenzione Clinica”.
Il DSM-III-R includeva due disturbi d’ansia specifici del bambino e dell’adolescente, il Disturbo da Iperansietà della Fanciullezza e il Disturbo di Evitamento della Fanciullezza, che sono stati inclusi rispettivamente nel Disturbo d’Ansia Generalizzato e nella Fobia Sociale, date le similitudini nelle caratteristiche principali.