Farmaci ansiolitici

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Farmaci ansiolitici

Messaggioda Royalsapphire » 20/11/2012, 23:15



Farmaci ansiolitici

Il controllo dei sintomi ansiosi (ansiolisi) può essere ottenuto, nella pratica clinica, con l'utilizzo di svariate classi di farmaci, sfruttando diversi meccanismi di azione (potenziamento di neurotrasmettitori inibitori, inibizione di neurotrasmettitori eccitatori etc.). L'azione ansiolitica sfuma in quella sedativa, abitualmente correlandosi all'incremento del dosaggio dei farmaci impiegati: tuttavia, per alcune molecole (ad es.: i barbiturici, i neurolettici, gli antistaminici etc.) la differenziazione fra effetto ansiolitico e sedativo risulta in un range molto ristretto e talora poco controllabile clinicamente. Fra i farmaci ansiolitico-sedativi si annoverano: a) farmaci GABAergici quali i barbiturici, i meprobamati e le benzodiazepine, che a basso dosaggio possono esercitare un'azione ansiolitica e a dosaggi più elevati esercitano attività sedativa e ipnotica. Dimostrano inoltre proprietà miorilassanti, anticonvulsivanti e possono determinare fenomeni di assuefazione e/o di dipendenza; b) farmaci quali gli antistaminici, gli antidepressivi triciclici (TCA) e atipici (mianserina, trazodone etc.) e molti neurolettici, particolarmente quelli sedativi che, unitamente a un'azione ansiolitico-sedativa non ben differenziata, presentano effetti sul sistema neurovegetativo, attraverso un'azione mediata dal legame con recettori istaminici, a-adrenergici e muscarinici. Frequentemente abbassano la soglia convulsiva; c) un terzo gruppo di farmaci antiansia è rappresentato dagli azaspirodecanedioni, in particolare il buspirone. Tali molecole risultano prive di azione sedativa, dimostrano un'azione agonista sul sistema serotoninergico con una latenza di risposta clinica superiore ai GABAergici, quali le BDZ; d) sulle manifestazioni somatiche dell'ansia (tachicardia, ipertensione, tremori etc.), attraverso un'azione bloccante di tipo noradrenergico, agiscono poi i farmaci b-bloccanti che, presentando una scarsa attività sulla componente psichica dell'ansia, trovano un impiego in ambito psichiatrico circoscritto ad alcune patologie ansiose con elevata somatizzazione vegetativa quale, ad esempio, la fobia sociale.
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