L'Abbandono

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L'Abbandono

Messaggioda Royalsapphire » 20/11/2012, 23:17



Sindrome dell'abbandono

Disturbo psichico caratterizzato da apprensione, angoscia e senso di solitudine generalmente originato dalla rottura di legami affettivi o dal timore di avvenimenti negativi. In alcuni casi i tratti della personalità possono esserne definitivamente modificati sino a generare le cosiddette personalità abbandoniche. La sindrome di abbandono assume il suo maggior rilievo nell'infanzia, soprattutto nei casi in cui il bambino non ha avvertito in modo significativo la presenza rassicurante dei genitori. Tale carenza affettiva può determinare un rallentamento nello sviluppo psico-fisico.

Molti adulti soffrono per la paura di essere abbandonati e la loro paura è così forte da non essere controllabile al punto da comportarsi come bambini impauriti, fagocitando i rapporti che creano, fino a che, del tutto inconsciamente, obbligano i loro partners ad agire l’unica cosa che ovviamente vorrebbero evitare: l’abbandono.
Si tratta di una vera e propria “sindrome” che, quando è presente, ha una dinamica compulsiva che non lascia scampo al soggetto che razionalmente sa che ciò che “sente” è distruttivo e senza senso ma, dal punto di vista emotivo, si trova costretto a vivere e ad agire senza che possa opporre la sua volontà.
Indubbiamente se ci si trova a vivere questa “sindrome” significa che ci sono delle carenze nella struttura interna che hanno lasciato un senso di precarietà nella capacità di supportarsi e di nutrirsi emotivamente senza delegare ad altri questo compito.
Di solito, le persone che soffrono della sindrome di abbandono vivono una condizione di vera e propria “fame” che è prodotta dalla sensazione di non essere state sufficientemente nutrite dal punto di vista affettivo ed emotivo. Si tratta infatti di non riconoscere le risorse personali né il senso della “costanza oggettiva” che consentirebbe di sentirsi affettivamente nutriti anche quando l’altra persona non è presente e non supporta costantemente “come una madre” ed ovviamente anche quando si è soli.
Queste persone sono reduci da grandi problemi che prendono origine nella fase simbiotica e in quella della costanza oggettiva in cui non si sono sentite sufficientemente protette e contenute e non hanno sviluppato quella “base sicura” che consentirebbe di sentirsi stabili e sicuri all’interno, padroni delle risorse necessarie ad affrontare perdite, in grado di fronteggiare con le proprie forze ansie e drammi emotivi.
Proprio lo stato di continuità e la percezione di “poter contare” sono fondamentali per strutturare un “mondo stabile interiore” che superi la paura dell’abbandono facendo leva sulla solidità emotiva e sul senso di valore personale. La persona che soffre di questa sindrome ha una grande paura di “restare sola” e vive questa eventualità come una vera e propria morte.
Da questa percezione di vuoto e di fragilità interiore nascono poi tutte le dinamiche di difesa che sono finalizzate ad impedire che il partner possa abbandonare.
Le strategie che vengono adottate sono aggrappamento, manipolazione, eccessivo senso di fragilità che danno vita a ipercontrollo e ricatto emotivo, tutto per evitare ciò che temono di più al mondo: “la perdita”. In una parola queste persone sviluppano una forte “dipendenza affettiva” che le pone anche nel ruolo della “vittima” che – anche se del tutto inconsciamente – è strettamente funzionale al loro problema e serve ad attirare l’attenzione altrui.
La dipendenza è ovviamente difficile da fronteggiare a qualunque livello si presenti… e quella affettiva non fa eccezione. In realtà questi soggetti soffrono di svalutazione e di carenza di struttura per cui sono costantemente concentrati su di sé e credono di non avere mai sufficienti attenzioni dall’altro e dal mondo.
Sono persone che tendono costantemente a drammatizzare: ogni minima cosa attiva la “vittima interiore” che si attiva per scatenare il bisogno di attenzione.
Coloro che soffrono di sindrome dell'abbandono possono reagire comportandosi in due modi: come “vittima” o come “salvatore”. Anche se questi due ruoli sono opposti, hanno entrambi alle spalle la stessa problematica.
Se due soggetti oppo sti si incontrano possono dar vita ad una relazione in cui uno farà il bambino bisognoso e l’altro il genitore accudente: chi fa troppo per l’altro… si sente forte ed importante.. mentre il compagno… sente finalmente tutti i riflettori puntati su di lui.
A meno che non sia passeggero, e sufficiente a far recuperare a entrambi, una volta per tutte, le laucune del passato, questo modello di relazione è destinato ad andare in crisi in quanto la psiche di entrambi i partners non si accontenterà di questa "dipendenza" e vorrà una risoluzione della dipendenza per cui affioreranno segni di insoddisfazione e di infelicità che produrranno crisi. Questo accade soprattutto al partner più attivo, quello che, interpretando la parte genitoriale, ha un rapporto di maggior vicinanza con la libertà che è la vera molla per uscire da questa dipendenza.

Ci sono alcune caratteristiche interessanti e molto visibili in questa tipologia di persone; ad esempio vi è la paura di prendere decisioni. Ciò deriva dal timore di perdere l’attenzione altrui; c’è il continuo bisogno di chiedere consigli che poi non si seguono perché a loro non interessa il “consiglio”, bensì il supporto che ottengono in questo modo …trasversale; c’è infine la grande paura di essere lasciati sentendosi noiosi e scomodi e il dipendente usa spesso frasi quali, “devo proprio andare… devo lasciarti”, per lasciare lui invece di essere lasciato, il che al contrario è dimostrazione della sua reale difficoltà nello staccarsi da qualsiasi cosa, persona o circostanza.
In fondo, ciò che temono di più è la solitudine,e per evitarla quale finiscono dentro situazioni e relazioni tragiche (non essendo in grado di vivere i rapporti in modo sereno e normale) in cui vivono moltissima sofferenza che però, dal loro punto di vista, è comunque meno drammatica di quella che deriverebbe dall’abbandono e dalla solitudine che credono di non poter in alcun modo gestire.

La risoluzione di questa sindrome passa attraverso sostegno e supporto da parte dei propri cari o di terapeuti, fino a che il soggetto non trovi dentro di sé le risorse necessarie per affrontare le dinamiche emotive che tanto gli fanno paura e che teme di non riuscire a reggere.


E’ importante per queste persone avere dei progetti chiari in cui investire e in cui dirigere le proprie energie; spesso nelle persone dipendenti vi è la convinzione di dover sacrificare i propri bisogni ed è qui che si autoingannano creando invece le situazioni in cui possano sentirsi deboli, fragili e soli.



Sentimento di Abbandono

Contenuto affettivo del bambino che ha l'impressione cosciente, o il timore inconscio, di perdere l'affetto dei propri genitori. Il sentimento di abbandono può essere all'origine di autosvalutazione, irrequietezza, tendenza alla regressione, scarsa applicazione allo studio e al lavoro, manifestazioni antisociali.
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