John Bowlby. che tipo di bambino si nasconde dentro di noi?

Teoria dell'attaccamento

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John Bowlby. che tipo di bambino si nasconde dentro di noi?

Messaggioda Royalsapphire » 20/11/2012, 23:46



Lo stile di attaccamento che un bambino svilupperà dalla nascita in poi, dipende in grande misura dal modo in cui i genitori, o altre figure parentali, lo trattano.
In base a tale interazione si strutturerà uno dei seguenti stili attaccamento:

1_ Stile Sicuro: l’individuo ha fiducia nella disponibilità e nel supporto della Figura di attaccamento, nel caso si verifichino condizioni avverse o di pericolo. In tal modo si sente libero di poter esplorare il mondo.
I tratti che maggiormente caratterizzano questo stile sono: sicurezza nell’esplorazione del mondo, convinzione di essere amabile, capacità di sopportare distacchi prolungati, nessun timore di abbandono, fiducia nelle proprie capacità e in quelle degli altri, Sé positivo e affidabile, Altro positivo e affidabile. L’emozione predominante è la gioia.
Tale stile è promosso da una figura sensibile ai segnali del bambino, disponibile e pronta a dargli protezione nel momento in cui il bambino lo richiede.


2_Stile Insicuro Ansioso Ambivalente: non vi è nell’individuo la certezza che la figura di attaccamento sia disponibile a rispondere ad una richiesta d’aiuto. Per questo motivo l’esplorazione del mondo è incerta, esitante, connotata da ansia ed il bambino è inclina all’angoscia da separazione.
I tratti che maggiormente caratterizzano questo stile sono: insicurezza nell’esplorazione del mondo, convinzione di non essere amabile, incapacità di sopportare distacchi prolungati, ansia di abbandono, sfiducia nelle proprie capacità e fiducia nelle capacità degli altri, Sé negativo e inaffidabile (a causa della sfiducia verso di lui che attribuisce alla figura di attaccamento), Altro positivo e affidabile. L’emozione predominante è la colpa.
Questo stile è promosso da una Figura che è disponibile in alcune occasioni ma non in altre e da frequenti separazioni, se non addirittura da minacce di abbandono, usate come mezzo coercitivo.

3_ Stile Insicuro Evitante: questo stile è caratterizzato dalla convinzione dell’individuo che, alla richiesta d’aiuto, non solo non incontrerà la disponibilità della Figura di attaccamento, ma addirittura verrà rifiutato da questa. Così facendo, il bambino costruisce le proprie esperienze facendo esclusivo affidamento su se stesso, senza l’amore ed il sostegno degli altri, ricercando l’autosufficienza anche sul piano emotivo, con la possibilità di arrivare a costruire un falso Sé.
I tratti che maggiormente caratterizzano questo stile sono: insicurezza nell’esplorazione del mondo, convinzione di non essere amato, percezione del distacco come “prevedibile”, tendenza all’evitamento della relazione per convinzione del rifiuto, apparente esclusiva fiducia in se stessi e nessuna richiesta di aiuto, Sé positivo e affidabile, Altro negativo e inaffidabile. Le emozioni predominanti sono tristezza e dolore.
Questo stile è il risultato di una figura che respinge costantemente il figlio ogni volta che le si avvicina per la ricerca di conforto o protezione.

Dalle osservazioni della Strange Situation è emerso che alcuni bambini manifestavano comportamenti non riconducibili a nessuno dei tre pattern sopra descritti, rivelando così la necessità di aggiungere un quarto stile di attaccamento alla classificazione originaria. Main e Salomon hanno proposto la definizione “disorientato/disorganizzato” per descrivere le diverse gamme di comportamenti spaventati, strani, disorganizzati e apertamente in conflitto, precedentemente non individuati, manifestati durante la procedura della Strange Situation di Mary Ainsworth.

4_Stile Disorientato/Disorganizzato: sono considerati disorientati/disorganizzati gli infanti che, ad esempio, appaiono apprensivi, piangono e si buttano sul pavimento o portano le mani alla bocca con le spalle curve in risposta al ritorno dei genitori dopo una breve separazione.
Altri bambini disorganizzati, invece, manifestano comportamenti conflittuali, come girare in tondo mentre simultaneamente si avvicinano ai genitori. Altri ancora appaiono disorientati, congelati in tutti i movimenti, mentre assumono espressioni simili alla trance.
Sono anche da considerarsi casi di attaccamento disorganizzato quelli in cui i bambini si muovono verso la figura di attaccamento con la testa girata in altra direzione, in modo da evitarne lo sguardo.
Come anzidetto, tutti i bambini normali si “attaccano” entro i primi 8 mesi di vita, per portare a compimento tale processo entro il loro secondo anno.
L’indicatore per eccellenza che il legame di attaccamento è stabilito, si identifica nell’angoscia da separazione. È normale la presenza di attaccamenti multipli. Tali legami vengono collocati gerarchicamente e gli stessi nel corso dello sviluppo sono suscettibili di variazioni.
Lo stesso legame genitoriale, col passare del tempo, potrebbe passare in secondo piano rispetto al legame affettivo sentimentale.
Non è stato stabilito quando avvenga esattamente il passaggio dall’attaccamento genitoriale a quello tra pari.
Nell’adolescenza l’attaccamento attraversa un periodo di transizione. In questo periodo l’adolescente sembra spesso impegnato ad un allontanamento intenzionale dalla relazione con i genitori e familiari. Si cominciano così a stabilire le relazioni di attaccamento con coetanei (partner sentimentali e amici molto stretti). La componente sessuale di queste relazioni, che in questa fase comincia a manifestarsi, aiuta a favorire la componente dell’attaccamento, fornendo motivazioni stabili, l’esperienza di emozioni intense, intime.


A questo punto può essere stabilito a quale dei quattro stili di attaccamento viene assegnato l’individuo adulto esaminato (procedura chiamata Adult Attachment Interview).

1_Stile Sicuro: modello di Sé positivo e dell’Altro positivo. Basso esitamento, bassa ansia. Alta coerenza, alta fiducia in se stesso, approccio positivo con gli altri, alta intimità nelle relazioni. Il modello positivo dell’individuo sicuro lo porta ad avere una grande fiducia in se stesso ed un grande apprezzamento degli altri, dai quali viene considerato come tipo positivo.
Le sue relazioni di coppia sono caratterizzate da intimità, rispetto, apertura emotiva ed i conflitti con il partner si risolvono in maniera costruttiva.

2_Stile Preoccupato: è assimilabile allo stile insicuro ansioso ambivalente (Ainsworth). Modello di Sé negativo e dell’Altro positivo. Il modello negativo che l’individuo preoccupato ha di sé lo porta ad avere una bassa autostima tendente alla dipendenza del giudizio degli altri. Invece, il modello positivo che ha dell’altro lo porta alla continua ricerca di compagni e di attenzione. Necessita continuamente di intimità nelle relazioni tanto che la sua insaziabilità nella richiesta di attenzione tende a far allontanare gli altri. Le sue relazioni sentimentali sono costellate di passione, rabbia, gelosia e ossessività. Tende ad iniziare i conflitti con il partner rimandando, però, la rottura del legame.

3_Stile Distanziante: è assimilabile allo stile Evitante (Ainsworth). Modello di Sé positivo, dell’Altro negativo. Il modello positivo dell’individuo distanziante lo porta ad avere alta fiducia in se stesso senza interessarsi del giudizio degli altri anche se pensa di essere considerato arrogante, furbo, critico, serio e riservato. Il modello negativo che ha dell’altro lo porta a dare l’impressione di non apprezzare molto le altre persone apparento, talvolta, cinico o eccessivamente critico. Svaluta l’importanza delle relazioni e sottolinea l’importanza dell’indipendenza, della libertà e dell’affermazione. Le sue relazioni di coppia sono caratterizzate dalla mancanza dell’intimità, tendendo a non mostrare affetto nelle relazioni. Preferisce evitare i conflitti e si sente rapidamente intrappolato o annoiato dalla relazione.

4_Stile Timoroso-Evitante: è assimilabile allo stile disorientato-disorganizzato (Ainsworth). Modello di Sé negativo, dell’Altro negativo. Il modello negativo che l’individuo timoroso-evitante ha di se stesso lo porta ad avere bassa autostima e molte incertezze verso se stesso e verso gli altri. Il modello negativo che ha dell’altro lo porta ad evitare le richieste d’aiuto, evita i conflitti ed ha difficoltà a fidarsi degli altri. È difficile trovarlo coinvolto in una relazione sentimentale e quando vi si trova assume un ruolo passivo. In tali relazioni è dipendente ed insicuro. Tende ad auto-colpevolizzarsi per i problemi di coppia ed ha difficoltà a comunicare apertamente e a mostrare i sentimenti al partner.





John Bowlby e la Teoria dell'Attaccamento

John Bowlby fu uno psicologo inglese nato a Londra nel 1907 e morto a causa di un ictus il 2 settembre 1990.
Fu seppellito a Trumpan, in un piccolo cimitero con la vista sui picchi di Waternish, un luogo selvaggio dove, spinto dalla sua grandissima passione per la natura, vi aveva fatto lunghissime passeggiate; era stato egli stesso a chiedere di essere sepolto in quel luogo. La sua tenacia e la sua costanza nei propositi sono celebrate nell’incisione sulla pietra tombale che recita: “Essere un pellegrino”.

Studiò medicina e psicologia a Cambridge, specializzandosi poi in psichiatria, psichiatria infantile e psicoanalisi. A partire dal 1946 lavorò presso la Tavistock Clinic e il Tavistock Institute of Human Relation di Londra. Nel 1950 svolse una ricerca sulle condizioni psichiche dei bambini orfani o privati della loro famiglia, affidatagli dall'Organizazione Mondiale della Sanità. Oltre ad una pluriennale esperienza clinica nel campo della psicopatologia infantile, B. aveva già pubblicato tra il '40 e il '50 molti studi sull'influenza che l'ambiente ha sulla maturazione psicologica della persona, soprattutto nei primi anni di vita. Studi che continuò anche negli anni successivi, dopo la pubblicazione della monografia richiestagli dall'OMS, uscita nel 1951, che fece conoscere il suo nome in tutto il mondo scientifico, anche oltre la ristretta cerchia degli specialisti. Opere principali: Cure materne e igiene mentale del fanciullo (1951); Attaccamento e perdita (3 voll., 1969-80). Le principali conclusioni di B. possono così essere sintetizzate: a) tutti gli studi e tutti gli esperti che aveva consultato tanto in Europa quanto negli Stati Uniti concordano nell'affermare che le cure materne prodigate nella prima infanzia hanno un'importanza estrema per lo sviluppo della salute mentale; b) per cure materne vanno intese non solo la soddisfazione dei bisogni fisiologici primari, ma anche la capacità di assicurare adeguate risposte ai bisogni affettivi e intellettivi del bambino; c) la privazione prolungata di cure materne nell'infanzia può avere effetti gravi e talvolta permanenti sulla formazione del carattere dell'adulto; d) lo sviluppo dell'Io e del Super-Io è indissolubilmente legato ai primi rapporti umani del bambino e può avvenire soltanto se questi rapporti portano soddisfazione e sicurezza. La psiche ancora indifferenziata dei primi anni di vita necessita, perché si evolva e strutturi in modo corretto, di una figura materna ben identificata; e) la carenza di cure materne (e cioè di una famiglia) è negativa per tutto l'arco dell'età evolutiva, dalla nascita all'adolescenza, ma è tanto più grave quanto più si configura come una assenza completa. In polemica, ma anche in dialogo serrato con il modello psicoanalitico, B. elaborò proprio a partire dalla sua ricerca sui bambini privati del nucleo familiare una teoria dello sviluppo psicologico incentrata sul concetto di attaccamento, con il quale viene intesa la tendenza innata a stabilire legami con individui della stessa specie, ma anche con una cosa, un ambiente o un modo di vita. B. sostenne che molte forme di comportamento fino ad allora indicate come relazioni oggettuali o bisogno di dipendenza sono, in realtà, forme comportamentali tramandate nelle generazioni che influenzano la sopravvivenza nelle specie. B. teorizza l'attaccamento come: a) una predisposizione biologica del piccolo verso chi si prende cura di lui, assicurandogli la sopravvivenza; b) una motivazione primaria basata sulla ricerca di contatto e conforto che si attiva soprattutto nelle situazioni di pericolo; c) un sistema di controllo che ha come scopo il mantenimento di un equilibrio tra vicinanza ed esplorazione; d) un comportamento orientato alla sopravvivenza e al successo riproduttivo.


Teoria dell'attaccamento

All’inizio della vita umana l’essere nutriti equivale all’essere amati, il bisogno biologico legato all'alimentazione è presente insieme ad un altro bisogno, anch’esso fondamentale, quello di essere nutriti d’amore, di essere amati, di essere desiderati, voluti, accettati per quello che si è.
Per Bowlby prendere in braccio il proprio piccolo che piange è la risposta più adeguata, da parte della madre, ad un segnale di disagio del bambino: esso non si configura come un rinforzo né come un comportamento che condiziona il piccolo rendendolo “viziato” come asseriscono i comportamentisti e i teorici dell’apprendimento sociale.
“Le coccole, i giochi, le intimità del poppare attraverso le quali il bambino impara la piacevolezza del corpo di sua madre, i rituali dell’essere lavati e vestiti con i quali il bambino impara il valore di se stesso, attraverso l’orgoglio e la tenerezza della madre verso le sue piccole membra, queste sono le cose che mancano” (Bowlby).
L’attaccamento riveste un ruolo centrale nelle relazioni tra gli esseri umani, dalla nascita alla morte.
Insieme a Mary Ainsworth, psicanalista e sua collaboratrice, lavorando all’applicazione di tale teoria ha contribuito a dimostrare come lo sviluppo armonioso della personalità di un individuo dipenda principalmente da un adeguato attaccamento alla figura materna o un suo sostituto.
Bowlby ripudia il modello di sviluppo di Freud a “senso unico” nel quale il bambino avanza dalla fase orale a quella anale ed a quella genitale.
Bowlby contrasta la teoria freudiana secondo la quale il legame madre-bambino si basa solo sulla necessità di nutrimento del piccolo, infatti ritiene che il legame che unisce il bambino alla madre non è una conseguenza del soddisfacimento del bisogno di nutrizione, bensì è un bisogno primario, geneticamente determinato, la cui funzione è garantire la crescita e la sopravvivenza biologica e psicologica del bambino.

Egli ritiene che la ricerca della vicinanza sia la manifestazione più esplicita dell’attaccamento.

Gli esseri umani hanno una predisposizione innata a formare relazioni con le figure genitoriali primarie.
Queste relazioni si formano durante il primo anno di vita del bambino ed hanno la funzione di proteggere la persona “attaccata”.
La teoria dell’attaccamento fornisce un valido supporto per lo studio di fenomeni legati a storie infantili di gravi abusi e trascuratezza, correlate con lo sviluppo di un ampio spettro di disturbi di personalità, sintomi dissociativi, disturbi d’ansia, depressione e abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti. In questi ultimi anni la teoria dell’attaccamento ha sviluppato un notevole interesse verso un approccio che indaghi sui possibili eventi negativi nell’età evolutiva, il contesto relazionale in cui questi fatti hanno avuto luogo e gli aspetti psicologici dell’adulto rispetto alle esperienze precoci.
Questo approccio postula che gli effetti a lungo termine di comportamenti genitoriali inadeguati e, quindi, di esperienze traumatiche all’interno della famiglia, siano in gran parte mediati dai modelli mentali sviluppati dall’individuo rispetto alle relazioni di attaccamento.
Ciò permette di acquisire importanti indizi riguardo alle caratteristiche di personalità e di funzionamento interpersonale.
La ricerca della relazione tra stili di attaccamento e psicopatologia è ancora agli albori.
In particolare verificò come la madre (e la relazione con lei) fornisce al bambino una “base sicura” dalla quale egli può allontanarsi per esplorare il mondo e farvi ritorno, intrattenendo forme di relazione con i membri della famiglia.
Il concetto di “base sicura” è stato elaborato da Bowlby nel 1969. La persona fidata, ossia la figura di attaccamento, è quella che “fornisce la sua compagnia assieme a una base sicura da cui operare”. Lo sviluppo della personalità risente della possibilità o meno di aver sperimentato una solida “base sicura”, oltre che della capacità soggettiva di riconoscere se una persona è fidata può o vuole offrire una base sicura. La personalità sana consente di far affidamento sulla persona giusta e, allo stesso tempo, di avere fiducia in sé e dare a propria volta sostegno.
Al momento in cui il bambino avverte qualche minaccia, cessa l’esplorazione per raggiungere prontamente la madre per poter ricevere conforto e sicurezza.
Il piccolo protesta vivacemente se vi è un tentativo di separarlo dalla madre.
Per Bowlby i legami emotivamente sicuri hanno un valore fondamentale per la sopravvivenza e per il successo riproduttivo. Egli sottolinea che il conflitto è una dimensione ordinaria della condizione umana e che la malattia psichica è data dall’incapacità di affrontare efficacemente i conflitti.

Il termine “base sicura” è da attribuirsi a Mary Ainsworth la quale ideò nei tardi anni ’60 un valido strumento di indagine, la “Strange Situation”, per classificare i tre pattern base di relazione in bambini di età prescolare ricongiuntisi ai genitori dopo un lungo periodo di degenza in un sanatorio.
La Ainsworth distinse un primo gruppo di bambini che manifestava sentimenti positivi verso la madre, un secondo che manifestava relazioni marcatamente ambivalenti ed un terzo che intratteneva con la madre relazioni non espressive, indifferenti o ostili.


Strange situation - Valutazione del legame di attaccamento nei bambini

Attraverso venti minuti di osservazione in cui si trovano in una stanza il bambino, la mamma ed un estraneo, si possono osservare i diversi comportamenti e le reazioni emotive del bambino in presenza della madre, al momento della separazione da questa ed in compagnia di un estraneo.
Da queste osservazioni nacque il famoso sistema di classificazione della Strange Situation che prevedeva inizialmente tre stili di attaccamento: sicuro, insicuro ansioso ambivalente e insicuro evitante.



Modelli Operativi Interni

I Modelli Operativi Interni sono rappresentazioni mentali che gli individui, secondo Bowlby, costruiscono nel corso dell’interazione col proprio ambiente.
I Modelli Operativi Interni permettono al bambino, e poi all’adulto, di prevedere il comportamento dell’altro guidando le risposte, soprattutto in situazioni di ansia o di bisogno.


Adult Attachment Interview
Valutazione del legame di attaccamento nell’età adulta

Per valutare i Modelli Operativi Interni dell’adulto fu messa a punto da Mary Main una procedura chiamata Adult Attachment Interview.
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