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sicuramente a qualcuno potrà servire, per me temo che sarebbe una perdita di tempo e di denaro, poiché dopo già il primo incontro probabilmente mi verrebbe appiccicata l'etichetta di bimba viziata e capricciosa, mentre da parte mia c'è un profondo disprezzo per concetti quali "accettarsi per come si è", "trovare qualcosa di buono nella propria situazione", "ognuno è unico e stupendo a modo suo" ecc. ecc., che tanto sempre "rassegnarsi" vogliono dire.

Desmond ha scritto:Tra tutti quelli che sono andati a psicoterapia, quanto ha funzionato? Quali e quanti giovamenti ha avuto? E dove, in che ambito? Ha risolto tutto o c'è qualcosa che proprio non si riesce a scardinare?
Ci se la sente, racconti la propria esperienza

Io l'ho fatta per pochi mesi e purtroppo sono stata costretta a interromperla. La riprenderò al più presto perché mi ha aiutato molto, sono mesi che non ho più attacchi di panico.

kathellyna ha scritto:sicuramente a qualcuno potrà servire, per me temo che sarebbe una perdita di tempo e di denaro, poiché dopo già il primo incontro probabilmente mi verrebbe appiccicata l'etichetta di bimba viziata e capricciosa, mentre da parte mia c'è un profondo disprezzo per concetti quali "accettarsi per come si è", "trovare qualcosa di buono nella propria situazione", "ognuno è unico e stupendo a modo suo" ecc. ecc., che tanto sempre "rassegnarsi" vogliono dire.

Dato che "accettarsi per come si è" vuol dire rassegnarsi, significa che la soluzione sarebbe dannarsi perché non si è come qualcun'altro o perché non ci capitano determinate cose?
Nessun dottore, in quanto tale, può etichettarti come bambina viziata e mandarti a casa. C'è sempre un motivo dietro ogni azione e ogni cosa detta o pensata, e ce n'è uno anche per questa tua visione della vita.

Ёжик ha scritto:Dato che "accettarsi per come si è" vuol dire rassegnarsi, significa che la soluzione sarebbe dannarsi perché non si è come qualcun'altro o perché non ci capitano determinate cose?
Nessun dottore, in quanto tale, può etichettarti come bambina viziata e mandarti a casa. C'è sempre un motivo dietro ogni azione e ogni cosa detta o pensata, e ce n'è uno anche per questa tua visione della vita.

non lo so se c'è una soluzione, io non l'ho trovata e non credo che la troverò mai. purtroppo dirmi che mi devo accettare mi fa l'effetto opposto, c'è poco da fare. mi rendo conto che questo atteggiamento ricorda quello dei bimbi che fanno i capricci, magari non mi manderebbe via, è vero, ma l'idea che si farebbe di me è quella.

kathellyna ha scritto:

Ёжик ha scritto:Dato che "accettarsi per come si è" vuol dire rassegnarsi, significa che la soluzione sarebbe dannarsi perché non si è come qualcun'altro o perché non ci capitano determinate cose?
Nessun dottore, in quanto tale, può etichettarti come bambina viziata e mandarti a casa. C'è sempre un motivo dietro ogni azione e ogni cosa detta o pensata, e ce n'è uno anche per questa tua visione della vita.

non lo so se c'è una soluzione, io non l'ho trovata e non credo che la troverò mai. purtroppo dirmi che mi devo accettare mi fa l'effetto opposto, c'è poco da fare. mi rendo conto che questo atteggiamento ricorda quello dei bimbi che fanno i capricci, magari non mi manderebbe via, è vero, ma l'idea che si farebbe di me è quella.

Allora non sarebbe un buon dottore.
So benissimo che ti fa l'effetto opposto, lo so per esperienza personale. Infatti, sono poche le persone abbastanza aperte da capire determinati problemi e che quindi non ti dicano "accettati per come sei" o "mangia qualcosa ché sei magrissima". Nessuno dovrebbe mai farlo, se ti o ci vogliono bene davvero.
Ma io sono convinta che una soluzione c'è Kate, ovviamente non è semplice trovarla né basta poco. Ma c'è sempre un motivo dietro a tutto e devo dire che ultimamente la vita mi sta facendo capitare delle cose, belle e brutte, che avvalorano questa tesi.
Dobbiamo prendere un serio impegno con noi stessi e darci una mano, se non ci aiutiamo noi per primi non lo farà nessun altro.

kathellyna ha scritto:

Ёжик ha scritto:Dato che "accettarsi per come si è" vuol dire rassegnarsi, significa che la soluzione sarebbe dannarsi perché non si è come qualcun'altro o perché non ci capitano determinate cose?
Nessun dottore, in quanto tale, può etichettarti come bambina viziata e mandarti a casa. C'è sempre un motivo dietro ogni azione e ogni cosa detta o pensata, e ce n'è uno anche per questa tua visione della vita.

non lo so se c'è una soluzione, io non l'ho trovata e non credo che la troverò mai. purtroppo dirmi che mi devo accettare mi fa l'effetto opposto, c'è poco da fare. mi rendo conto che questo atteggiamento ricorda quello dei bimbi che fanno i capricci, magari non mi manderebbe via, è vero, ma l'idea che si farebbe di me è quella.

Forse dovresti accettarti per quello che sei, cioè una ragazza che non è in grado di accettarsi.

Desmond ha scritto:Tra tutti quelli che sono andati a psicoterapia, quanto ha funzionato? Quali e quanti giovamenti ha avuto? E dove, in che ambito? Ha risolto tutto o c'è qualcosa che proprio non si riesce a scardinare?
Ci se la sente, racconti la propria esperienza

A volte funzione, altre no, dipende dalla persona, dal problema, dallo psicologo, da tantissimi fattori. So per certo che può aiutare, ti può aiutare a visualizzare meglio il problema e a individuare strategie per affrontarlo. A me non ha aiutato, non credo di aver mai trovato psicologi che facessero al caso mio, ma capita di avere questa sfortuna.

Provare dolore è un segnale utile con cui ci siamo evoluti, se non provassimo dolore ci massacreremmo da soli senza accorgercene.

Ugualmente la sofferenza psichica è un segnale. Voler scappare dalla sofferenza psichica è sensato, tuttavia se ci portiamo dietro con noi le cause della sofferenza è inutile scappare, bisogna affrontare, comprendere.

In psicologia e psicoterapia le scuole di pensiero e i metodi sono molti. Credere che ci sia un unico tipo di psicologo/psicoterapeuta non corrisponde alla realtà, anche se capisco che nell'immaginario collettivo ci sia questa figura unica alla quale vengono attribuite qualità o demeriti a seconda dell'esperienza che ci si è fatti, del sentito dire o semplicemente basandosi sulle proprie paure che le proprie aspettative vengano deluse. Ulteriore elemento che incasina tutto è l'esistenza di persone che a vario titolo lucrano sui problemi altrui.

Per quanto mi riguarda sogno una forma di aiuto che venga retribuito solo se funziona, ma è logico che una tale modalità sarebbe alquanto rischiosa per chi volesse farlo come mestiere. Addirittura oggigiorno c'è chi si fa pagare in anticipo... l'opposto della concezione che ho io, che è più simile all'arte, cioè se produco qualcosa che viene apprezzato vengo pagato altrimenti no. Io concepisco la consulenza psicologica come una produzione fatta in due o più persone (se avviene in gruppo), chiaramente può funzionare se c'è collaborazione, ma il rischio che non ci sia collaborazione non può ricadere solo sull'utente che sborsa soldi. Il coinvolgimento stesso è un'opera d'arte e il facilitatore un artista che può essere più o meno efficace. Direi che saper coinvolgere l'utente nel processo di crescita è fondamentale.

Tanti anni fa non ci avrei scommesso nemmeno un centesimo bucato, nel tempo mi sono completamente ricreduto dopo le esperienze fatte in seduta: la psicoterapia non solo funziona ma, in molti casi, spesso risulta addirittura fondamentale per stare bene