Funziona la psicoterapia?

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Funziona la psicoterapia?

Messaggioda Spazz » 03/07/2023, 18:30



kathellyna ha scritto:che paraculata. come fanno a convincere la gente seriamente con questa roba?


Lmao con me funziona. Immagino che star qui a lamentarsi di essere un cesso per dieci anni consecutivi sia meglio.
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Messaggioda kathellyna » 03/07/2023, 18:39



io non ho mai detto però che lamentarsi risolva effettivamente la situazione, quindi non vedo cosa c'entri. il fatto che io mi lamenti sul forum non esclude in alcun modo che questa cosa di "è giusto convincersi di cose sbagliate perché magari ti fanno stare meglio" sia una paraculata.
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Funziona la psicoterapia?

Messaggioda White Rabbit » 03/07/2023, 20:00



kathellyna ha scritto:no, io non ho mai frequentato la terapia e per questo chiedo. le esperienze di chi conosco di persona sono state terribili e, in qualche modo che è inutile approfondire adesso, hanno rischiato di danneggiare anche me; quelle che ho letto online sono leggermente migliori ma il fatto che non diano una eccessiva importanza al lavoro è la prima volta che lo sento, forse hai avuto fortuna.


Non credo sia fortuna il fatto che in genere non abbiano dato un'eccessiva importanza al lavoro: ho conosciuto abbastanza psicoterapeuti da trasformare la fortuna in un principio di statistica. Ed è impossibile sia la prima volta che tu lo senti. Basta ad esempio fare una veloce ricerca in questo thread: ci sono persone che hanno riportato la propria esperienza senza far cenni alla questione del lavoro.

sul costo mi cambia poco, tanto pure 60 euro per me sono tantissimi. quelli che "eh ma pure gli altri professionisti/medici...", evidentemente vanno dal dentista, dall'oculista, dall'ortopedico ecc. una volta a settimana, altrimenti non si spiega questa critica.


su questo ti do ragione.

il pensiero di una ragazza poco più grande di me che si comporta come dovrebbe fare mia madre mi turba proprio lol, in parte perché mi pare un teatrino, in parte perché non mi interessa avere altre madri dato che la mia è già abbastanza impegnativa da sola come persona e in parte perché una persona che si atteggia così di sicuro non si pone al mio pari, anzi.


Lol, ma non è che va a sostituire tua madre. Questo suo atteggiamento serve a mostrarti come ci sia uno stile relazionale più sano rispetto a quello di tua/mia madre. Lei riteneva che la radice dei miei problemi stesse in uno stile educativo disfunzionale dei miei genitori, che dunque avessi dentro di me dei "genitori interni" disfunzionali, dei modi di ragionare che avevano avuto origine nel modo in cui i miei genitori mi avevano cresciuto da piccolo. Quindi una parte della terapia era impostata nella direzione di ristrutturare questi "genitori interni" correggendo le componenti disfunzionali con altre più sane. Ad esempio provare a modificare un mio stato mentale giudicante e critico (che per lei ha origine nelle esperienze vissute nell'infanzia) con un altro più equilibrato e meno rigido.

cercando su internet puoi approfondire https://ilariaagnelli.it/2019/07/26/i-m ... iorizzato/

la sensibilità alle brutte figure e alla vergogna non la vedo come un sintomo di scarsa autostima in realtà. qualcuno che davvero ce l'ha scarsa secondo me non ci resterebbe così male perché alla fine l'umiliazione è quello che si aspetta, quello che crede di meritare e quello che pensa di se stesso. se invece hai un'autostima normale, ma sai che quello che sei o che fai agli altri non piace, è normale che tu abbia paura di figuracce varie, non capisco nemmeno perché sia considerato un "problema" da risolvere, mi sembra una reazione normalissima e giustificata.


Una persona con una solida autostima non viene scalfita da critiche e giudizi negativi. Sa che vale e non ha bisogno dell'approvazione degli altri. Avere timore di fare brutte figure è sintomo di insicurezza. Trovo riscontri di ciò che ti sto dicendo anche nella mia personale esperienza. Ci sono dei campi in cui ho una buona autostima, ad esempio riguardo alla conoscenza in ambito musicale. Perciò se qualcuno mi dice che un mio parere riguardo a un artista è una cavolata, io non vengo minimamente scalfito, so che la ragione sta dalla mia parte. Se invece qualcuno va a toccare un ambito verso cui provo vergogna (es. vita sociale, università), allora mi sentirò in imbarazzo e a disagio.

come fa una persona ad accettare di avere, ad esempio, una brutta faccia senza pensare che ciò avrà conseguenze negative sulla sua vita? è vero che chi è brutto più facilmente resterà solo e sicuramente verrà trattato peggio degli altri, come pure che se una persona è sola non per scelta effettivamente gli altri non le attribuiscono un grande valore, né hanno interesse ad iniziare un rapporto con lei. non fare questi pensieri significherebbe negare la realtà.


Stai dando per veri dei pensieri che in reatà possono non esserlo.
1) chi è più brutto sicuramente verrà trattato peggio degli altri.
Dipende dal contesto. Alla cassa del supermercato o dal barbiere, dubito che un brutto venga trattato peggio degli altri.
2) se una persona è sola non per scelta effettivamente gli altri non le attribuiscono un grande valore, né hanno interesse ad iniziare un rapporto con lei.
Non è detto. Ad esempio può essere sola perché molto timida. Vorrebbe iniziare rapporti ma ne ha timore.

Inoltre, fare un pensiero (es. sono solo / ho una brutta faccia) non vuol dire dover automaticamente iniziare tutta una catena di altri pensieri riguardanti le conseguenze di questi fatti negativi. Ci sono varie correnti di psicoterapia che appunto vogliono dare gli strumenti per imparare a gestire i propri pensieri e non fare in modo che essi prendano il sopravvento. Ad esempio può arrivare il pensiero "sono solo" e successivamente il pensiero "ora mi leggo un libro di Proust".

(poi se vuoi saperne di più sulla psicoterapia ti puoi leggere dei libri, ce ne sono anche di auto-aiuto, sicuramente spendi meno che facendo sedute)
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Messaggioda kathellyna » 03/07/2023, 21:46



beh magari gli altri il lavoro già ce l'avevano o si stavano organizzando da soli a cercarlo, quindi non c'era alcun bisogno di fare la predica su quel tema. invece se si tratta di gente con una situazione tipo la mia, cioè abbandono dello studio, curriculum buono solo come carta igienica e svariati anni persi, a quanto ho capito l'argomento trattato è principalmente quello là anche se magari ci sono problemi più pesanti.

questa cosa della madre e dell'atteggiamento materno mi spiace ma continua a sembrarmi un teatrino, non metto in dubbio che con alcuni possa funzionare ma a me cadrebbero le pallе a terra.

non sono molto d'accordo sul discorso dell'autostima. se per esempio quando condividi una canzone spesso ti dicessero che fa cagarе e quando parli di musica ti venisse risposto che non capisci nulla, che penseresti? oppure, diverse volte mi è stato detto che sono una persona noiosa e poco interessante, io non sono particolarmente d'accordo e non mi sento peggiore di altri che invece suscitano l'interesse della gente, ma se la loro opinione è questa c'è poco da fare, non si può negare la realtà: o ti adegui a quel giudizio o continui a pensare che non capiscono nulla e hai ragione tu, nel primo caso probabilmente hai una scarsa autostima, nel secondo resta questo conflitto tra te e gli altri che difficilmente porterà a qualcosa di buono. io per natura sarei più il secondo tipo, da qui le frasi apparentemente cretinе della pagina precedente riguardanti le reazioni all'umiliazione da parte degli altri. certo, magari lo psicologo ti direbbe "se per questo aspetto non piaci agli altri concentrati su altro", ma non mi sembra una gran soluzione, perché è come mettere in pausa il problema, magari è sparito ma non direi che è risolto, è come mettersi a curare il giardino quando la casa sta andando a pezzi, magari quando la guardi dirai "ok, però che bel giardino pieno di fiori!", però la casa sempre in rovina sta.

se non hai un bell'aspetto nella maggior parte dei casi verrai trattato peggio degli altri perché la gente è schifata dalla bruttezza, anche senza parlare di insulti, prese in giro ecc. o del solito tema delle relazioni romantiche, basta pensare a quanti ammettono con tranquillità che va benissimo che ristoranti, bar e altri luoghi in cui si lavora a contatto con il pubblico assumano solo bellocci, perché altrimenti non avrebbero più voglia di mangiare o fare acquisti in quel posto o quanti danno per scontato che l'amico brutto del gruppo abbia sempre una sorta di riconoscenza nei confronti degli altri perché gli hanno fatto il favore di concedergli di uscire con loro. sono veramente pochissimi quelli che considerano le persone brutte al loro pari [a meno che non "compensino" con soldi, capacità particolari e simili, ma a me anche l'idea di dover compensare per qualcosa per cui non ho nessuna colpa pare umiliante] secondo me.
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Messaggioda Navigator63 » 04/07/2023, 0:42



kathellyna ha scritto:che paraculata. come fanno a convincere la gente seriamente con questa roba?

kathellyna, è chiaro che tu sei già convinta che una psicoterapia non ti sarebbe di alcun aiuto (*), ed infatti cerchi tutte le vie possibili per sminuirne le possibilità (a volte anche parlando senza cognizione di causa). :)

In pratica non stai cercando di capire o scoprire, ma cerchi di convincere te stessa. :rolleyes:
Quindi ogni input, opinione o suggerimento verrà da te reinterpretato in chiave negativa.

Probabilmente non te ne rendi conto, ma a me appare evidente.
Sembra quasi che l'idea di svelarti in una terapia ti spaventi, ed allora fai di tutto per tenertene alla larga... :dunno:
Ma allora non sarebbe più semplice dire soltanto "Non fa per me, non ci andrò mai!"...? :D

(*) NB: Concordo con te che una terapia non ti servirebbe... quantomeno finché hai questo stato mentale.
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Messaggioda Navigator63 » 04/07/2023, 0:48



White Rabbit ha scritto:Lungi da me voler difendere una professione che in sostanza non mi ha portato nulla di buono, però credo che vada messa in una prospettiva un po' più realistica.

Volevo farti i complimenti per come parli di questo ambito. :)
Sei molto chiaro nello spiegare i pro e contro, e nonostante le tue esperienze poco soddisfacenti non sostieni un pregiudizio del tipo "Non serve a nulla!". Riesci ad essere piuttosto obiettivo.

E' chiara la tua intelligenza ed anche consapevolezza.
Mi stupisce quindi che tu non sia riuscito a superare certe problematiche... forse le radici sono più profonde di quanto appare, e/o magari non hai incontrato le figure giuste. Auguri comunque per il tuo percorso. :coolok:
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Messaggioda kathellyna » 04/07/2023, 12:35



Navigator63 ha scritto:
kathellyna ha scritto:che paraculata. come fanno a convincere la gente seriamente con questa roba?

kathellyna, è chiaro che tu sei già convinta che una psicoterapia non ti sarebbe di alcun aiuto (*), ed infatti cerchi tutte le vie possibili per sminuirne le possibilità (a volte anche parlando senza cognizione di causa). :)

In pratica non stai cercando di capire o scoprire, ma cerchi di convincere te stessa. :rolleyes:
Quindi ogni input, opinione o suggerimento verrà da te reinterpretato in chiave negativa.

Probabilmente non te ne rendi conto, ma a me appare evidente.
Sembra quasi che l'idea di svelarti in una terapia ti spaventi, ed allora fai di tutto per tenertene alla larga... :dunno:
Ma allora non sarebbe più semplice dire soltanto "Non fa per me, non ci andrò mai!"...? :D

(*) NB: Concordo con te che una terapia non ti servirebbe... quantomeno finché hai questo stato mentale.

a me non serve il tipo di aiuto di cui si parla qui, magari un aiuto diverso invece mi servirebbe, ma non so quale [altrimenti forse avrei già risolto il problema da sola]. non mi aiuterebbe affatto uno che si fissa sulla mia situazione lavorativa, fino ad ora ho sempre sentito dire che se hai problemi in quell'ambito insistono all'infinito, white rabbit dice di no, prendo atto che esistono anche esperienze diverse da quelle di cui ero venuta a conoscenza finora, meglio così.
ma non mi serve neanche qualcuno che mi parli di accettazione o del fatto che è "meglio essere felici (?) che avere ragione", non è qualcosa che può aiutarmi, capisco che per altri sia utile ma non funziona con me e per quanto riguarda questo aspetto nessuno mi ha mai riferito che questi discorsi possano anche non venire affrontati in terapia, pare che sia il loro copione di default. finché non ci sarà anche una soluzione diversa, la terapia non funzionerà mai con me.
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Messaggioda White Rabbit » 04/07/2023, 17:56



kathellyna ha scritto:abbandono dello studio, curriculum buono solo come carta igienica e svariati anni persi


wow, abbiamo una situazione simile. Nel mio caso con "studio" si intende università, non so nel tuo

beh magari gli altri il lavoro già ce l'avevano o si stavano organizzando da soli a cercarlo, quindi non c'era alcun bisogno di fare la predica su quel tema. invece se si tratta di gente con una situazione tipo la mia, cioè abbandono dello studio, curriculum buono solo come carta igienica e svariati anni persi, a quanto ho capito l'argomento trattato è principalmente quello là anche se magari ci sono problemi più pesanti.


ovvio che se il paziente già lavora, lo psico non gli dirà di cercare lavoro, a meno che non ci sia la necessità di cambiarlo. Nel caso in cui non lavori, le possibilità sono molteplici. Gli argomenti che si trattano in seduta dipendono dall'indirizzo di psicoterapia, dalle scelte del terapeuta, dalle eventuali richieste del paziente. Ci sono indirizzi più centrati sul passato e sull'introspezione (es. psicoterapia psicodinamica) in cui sarà improbabile parlare del lavoro; altri più focalizzati sul presente e pratici (es. terapia breve strategica) in cui invece probabilmente il tema del lavoro sarà importante. Considera poi che ci sono psico che vogliono impostare le sedute in maniera rigida secondo le loro idee; altri invece flessibili che possono far scegliere al paziente il tema di cui parlare. Non so su che fonti tu abbia letto di questa predominanza del tema del lavoro, ma sinceramente mi sento di smentirla.

Direi che alla fine il tema che ricorre più spesso sono le emozioni. Salvo rare eccezioni, non si può evitare di parlare delle proprie emozioni.

questa cosa della madre e dell'atteggiamento materno mi spiace ma continua a sembrarmi un teatrino, non metto in dubbio che con alcuni possa funzionare ma a me cadrebbero le pallе a terra.


mentre si svolge appare meno costruito e "teatrino" rispetto a come può sembrare leggendo l'abbozzo di descrizione che ne ho fatto. Chiaro comunque che affinché risulti un qualcosa di credibile ci vuole un livello accettabile di fiducia.

non sono molto d'accordo sul discorso dell'autostima. se per esempio quando condividi una canzone spesso ti dicessero che fa cagarе e quando parli di musica ti venisse risposto che non capisci nulla, che penseresti?


se me lo dicessero letteralmente tutti, allora le mie certezze vacillerebbero. Ma il mio discorso era finalizzato a dirti che se si è sicuri di sé in un campo, si può reggere bene alle critiche e ai giudizi negativi. Il fatto che si ricevano solo critiche e giudizi negativi è una eccezione francamente improbabile.

oppure, diverse volte mi è stato detto che sono una persona noiosa e poco interessante, io non sono particolarmente d'accordo e non mi sento peggiore di altri che invece suscitano l'interesse della gente, ma se la loro opinione è questa c'è poco da fare, non si può negare la realtà: o ti adegui a quel giudizio o continui a pensare che non capiscono nulla e hai ragione tu, nel primo caso probabilmente hai una scarsa autostima, nel secondo resta questo conflitto tra te e gli altri che difficilmente porterà a qualcosa di buono. io per natura sarei più il secondo tipo, da qui le frasi apparentemente cretinе della pagina precedente riguardanti le reazioni all'umiliazione da parte degli altri


Allora, tu parli di un conflitto tra la persona dotata di autostima che riceve un giudizio negativo e chi lo giudica. C'è da dire però che a seconda del tema su cui è volta la critica e a seconda dell'entità della critica, questo conflitto può anche essere un qualcosa di poco conto. Ad esempio un conflitto in merito a un giocatore di calcio difficilmente degenera in qualcosa di drammatico. Se si tratta di un qualcosa di più significativo (es. un pessimo insegnante che dice a un alunno di non valere nulla), allora la questione si fa più delicata. Un alunno con una solida autosima penserà appunto che l'insegnante non capisce nulla e che la ragione sta dalla sua parte, tuttavia - a differenza che nel tuo esempio - saprà contenersi e non si infurierà.
Anche in questo caso è determinante il numero di giudizi negativi che si ricevono. Se tutte le persone che interagiscono con questo alunno gli dicessero di non valere nulla, allora anche la sua autostima finirebbe per crollare. Per questo è importante stare in ambienti sani in cui non si è trattati male.

certo, magari lo psicologo ti direbbe "se per questo aspetto non piaci agli altri concentrati su altro", ma non mi sembra una gran soluzione, perché è come mettere in pausa il problema, magari è sparito ma non direi che è risolto, è come mettersi a curare il giardino quando la casa sta andando a pezzi, magari quando la guardi dirai "ok, però che bel giardino pieno di fiori!", però la casa sempre in rovina sta.


Ci sono problemi delle dimensioni di una casa; altri delle dimensioni di una matita che possono pure essere lasciati in pausa. Se il problema è grosso, va effettivamente affrontato.

se non hai un bell'aspetto nella maggior parte dei casi verrai trattato peggio degli altri perché la gente è schifata dalla bruttezza, anche senza parlare di insulti, prese in giro ecc. o del solito tema delle relazioni romantiche, basta pensare a quanti ammettono con tranquillità che va benissimo che ristoranti, bar e altri luoghi in cui si lavora a contatto con il pubblico assumano solo bellocci, perché altrimenti non avrebbero più voglia di mangiare o fare acquisti in quel posto o quanti danno per scontato che l'amico brutto del gruppo abbia sempre una sorta di riconoscenza nei confronti degli altri perché gli hanno fatto il favore di concedergli di uscire con loro. sono veramente pochissimi quelli che considerano le persone brutte al loro pari [a meno che non "compensino" con soldi, capacità particolari e simili, ma a me anche l'idea di dover compensare per qualcosa per cui non ho nessuna colpa pare umiliante] secondo me.


Dunque, io nel mio esempio mi riferivo implicitamente a una bruttezza da 5/10, quindi non grave. La maggior parte delle persone sta tra il 5 e il 7, è nella media. I brutti in maniera gravissima e i bellocci sono eccezioni. Una persona sul 5 può vivere una vita tutto sommato normale. Basta ad esempio guardare i giornalisti o i politici: mica solo tutti bellocci o normaloidi tendenti al bello ahah. E non tirare fuori lo status e i soldi, perché non è che tutti i giornalisti o politici sono ricchi e famosi. In caso di bruttezza grave, la faccenda si complica e ad esempio le relazioni sentimentali diventano un gran problema. Tuttavia, se la persona riesce a spostare il proprio focus su qualcosa in cui può ottenere risultati (es. un lavoro non a contatto col pubblico, le sue passioni), allora anche la sua vita può diventare degna. Non dico sia facile eh, dico solo che è possibile.
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Messaggioda White Rabbit » 04/07/2023, 19:50



Navigator63 ha scritto:
White Rabbit ha scritto:Lungi da me voler difendere una professione che in sostanza non mi ha portato nulla di buono, però credo che vada messa in una prospettiva un po' più realistica.

Volevo farti i complimenti per come parli di questo ambito. :)
Sei molto chiaro nello spiegare i pro e contro, e nonostante le tue esperienze poco soddisfacenti non sostieni un pregiudizio del tipo "Non serve a nulla!". Riesci ad essere piuttosto obiettivo.

E' chiara la tua intelligenza ed anche consapevolezza.


Grazie.

Mi stupisce quindi che tu non sia riuscito a superare certe problematiche... forse le radici sono più profonde di quanto appare, e/o magari non hai incontrato le figure giuste. Auguri comunque per il tuo percorso.


eh, come ho detto, ho riscontrato dei limiti. In questo passaggio ad esempio ho fatto cenno a uno scoglio che ho riscontrato un po' con tutti gli psico: Con gli psico capitava spesso che io dicessi: "ma guarda che se dico questa cosa (es. che ho pochissima vita sociale, che sono un quasi-neet) sarò giudicato male, mi vedranno come uno sfigato". E gli psico replicavano: "ma no, non è vero, andrà meglio di come pensi". Poi io restavo della mia idea e dunque per evitare brutte figure continuavo a evitare interazioni con le persone.

Poi su certe cose gli psico non possono farci nulla. Ad esempio se una persona ha sprecato vari anni e guarda al passato con rimpianti, gli psico non possono riempire quegli anni con esperienze eccitanti. Possono invitare la persona ad accettare il passato e guardare al futuro, ma non sarà comunque la stessa cosa dell'avere alle spalle esperienze di cui andare fieri.
Inoltre credo che per una buona riuscita della terapia, giochino un ruolo importante anche fattori esterni alla terapia stessa. Ad esempio un ambiente supportivo attorno al paziente; un paziente con un carattere disposto ad accettare compromessi e ad adattarsi; eventi positivi che capitano al paziente in maniera casuale durante il corso della terapia.

Possibile anche che non abbia incontrato le figure giuste. Soprattutto agli inizi, quando avevo una notevole fiducia e una buona disposizione a impegnarmi, una figura "più giusta" di quelle che ho trovato avrebbe potuto fare la differenza.
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Messaggioda Navigator63 » 05/07/2023, 3:16



White Rabbit ha scritto:Inoltre credo che per una buona riuscita della terapia, giochino un ruolo importante anche fattori esterni alla terapia stessa. Ad esempio un ambiente supportivo attorno al paziente; un paziente con un carattere disposto ad accettare compromessi e ad adattarsi; eventi positivi che capitano al paziente in maniera casuale durante il corso della terapia.

Certamente.

IMHO però l'elemento più importante è la disponibilità del cliente a cambiare o rischiare (oltre ad essere onesto con se stesso).
Intendo concretamente, non solo a parole.
Senza quella disponibilità, tutti gli input del terapeuta possono fare ben poco. Rimangono come semi sparsi sul cemento. :dunno:
(parlo in generale, non di te)

P.es. una persona paralizzata dalla paura, o che nasconde un "segreto inconfessabile", tenderà a respingere ogni tentativo. Si aggrapperà al suo status quo, pur patendolo.
E in questi casi anche il miglior terapeuta è impotente. Può solo suggerire il cambiamento, ma non può forzarlo (né sarebbe etico).

A volte i demoni peggiori sono nascosti dentro di noi :'(
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