Lasciare la comunità o no?

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Lasciare la comunità o no?

Messaggioda Lyra2.0 » 27/02/2021, 19:28



Non sapendo assolutamente dove inserire questo nuovo argomento, scelgo di postarlo qui perché uno specialista esterno al mio percorso di cura magari saprebbe meglio cosa consigliarmi. Ciò però non significa che chiunque altro che non sia uno specialista non possa rispondere scrivendo la sua.

Frequento un percorso in una comunità psichiatrica da due anni per disturbo borderline di personalità.
Durante questi due anni sono migliorata abbastanza ma ad oggi non mi sento di poter dire che sia merito della comunità stessa, ma piuttosto dei seguenti fattori:
1) Ho incominciato a prendere degli psicofarmaci (cosa che avrei potuto fare comunque anche fuori dalla comunità) che mi hanno aiutata parecchio: soprattutto sottolineo l'antidepressivo per i pensieri suicidari (tornano solo in alcuni periodi di crisi), l'antipsicotico per i pensieri disfunzionali come pensieri dicotomici (in bianco e nero), confusione nei pensieri, ed altro...
2) Mia madre ha iniziato a sua volta un percorso con uno psicoterapeuta che l'ha portata ad essere molto più pacata e non più violenta a parole, il che ha portato a un miglioramento esponenziale del nostro rapporto
3) Mio padre sembra aver finalmente trovato una terapia efficace per ciò di cui soffre (bipolarismo) e sta discretamente stabile da un po', o comunque parecchio meglio di prima, il che ha portato a migliorare anche l'approccio con lui
4) Negli ultimi mesi mi sta aiutando molto anche la relazione con il mio ragazzo.
Ora... non dico che la comunità non mi abbia aiutata... ad esempio mi ha dato una grossa mano nel maturarmi, e essendo monitorata sulle 24h, non ho mai potuto assecondare i pensieri suicidari, e appena assecondavo quelli autolesivi venivo ricoverata preventivamente se erano lesioni preoccupanti...
Non butto all'aria due anni di percorso, dico solo che arrivata a questo punto inizio a sentirmi stretta qui.
Sia perché sono stanca di tutte le regole e le imposizioni della comunità, avrei bisogno di essere più libera di prendere le mie decisioni da me senza qualcuno che le prenda per me; sia perché ho bisogno di più libertà alla luce dei miei 22 anni, cosa che qui proprio non ho.

Vorrei sapere che ne pensate... ma prima ovviamente bisogna che vi dico dove potrei andare se lasciassi la comunità.
In soli due posti:
1) Da mia madre: i contro sono che ok il nostro rapporto è migliorato ma lei resta una persona ansiosa che si intromette di continuo nella mia vita senza capire che la mia vita è indipendente dalla sua, inoltre vivrei a 45 min almeno dal mio ragazzo quindi per vedersi sarebbe un po' più una rogna ogni volta.
2) Dal mio ragazzo: lui vive da solo e a dire il vero mi ha già chiesto di andare a convivere... solo che a me sembra troppo presto perché stiamo assieme da appena quattro mesi e mezzo. Inoltre anche se lui dice che non è un problema, sinchè non trovo un lavoro non riuscirei a contribuire alle spese, e questo mi farebbe sentire un po' uno schifo.

Boh non so proprio che fare. Probabilmente dovrei solo lasciare le cose come stanno e stringere i denti anche se la situazione mi sta stretta.
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Messaggioda A.M. » 27/02/2021, 20:32



Fossi in te rimarrei in comunità, per tutta una serie di ragioni:
1) capisco il tuo entusiasmo e la tua voglia di libertà, di far progetti e riprendere in mano la tua vita, tuttavia io ci andrei con i piedi di piombo e in maniera molto calma e razionale. Non vorrei che passassi da 0 a 100, per poi frenar di colpo.
Credo che tu abbia bisogno di regolarità, di routine, di piccoli, ma continui passi, per evitare gli eccessi dicotomici;
2) con il covid non avresti cmq gran libertà. Saresti relegata molto in casa, senza sfoghi esterni. Condividere di colpo lo stesso contesto per molte ore con la solita persona sarebbe un bell'impatto per te e per loro.
A volte le relazioni vanno costruite a piccole dosi.
In fondo, anche il piatto preferito inizia a stancare se lo mangi tutti i giorni due volte al giorno, passata la curiosità e l'entusiasmo iniziale potresti sperimentare indifferenza o conflitti che potrebbero minare la reciproca serenità;
3) le persone che hai citato stanno affrontando i loro demoni e quindi forse anche loro hanno bisogno di farlo a piccoli passi;
4) potresti sfruttare il tempo in comunità ed il loro aiuto per iniziare a costruirti un tuo progetto personale indipendentemente dalla persona con cui andrai a vivere.
Metti te stessa al centro del tuo mondo.
Usa questo tempo per costruire il tuo futuro e capire cosa vorresti "fare da grande".
Potresti pensare ad un percorso universitario, oppure imparare un mestiere.
Scegliere con chi vivere non è sufficiente per definire un progetto di vita futura.
Infine potresti cercare, confrontandoti con il personale della comunità, di rendere più morbido e meno rigido il tuo trattamento, negoziando maggiori piccoli spazi di libertà ed indipendenza.
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Messaggioda Lyra2.0 » 08/03/2021, 19:06



Ciao A.M.! Grazie per la tua risposta. Tra l'altro tu sei una persona credo matura e con buoni principi quindi so di poter peso alle tue parole. Tuttavia ti rispondo pezzo per pezzo, quello che gira nella mia mente attualmente, e facendo un po' "l'avvocato del diavolo".

A.M. ha scritto:Fossi in te rimarrei in comunità, per tutta una serie di ragioni:
1) capisco il tuo entusiasmo e la tua voglia di libertà, di far progetti e riprendere in mano la tua vita, tuttavia io ci andrei con i piedi di piombo e in maniera molto calma e razionale. Non vorrei che passassi da 0 a 100, per poi frenar di colpo.
Credo che tu abbia bisogno di regolarità, di routine, di piccoli, ma continui passi, per evitare gli eccessi dicotomici;


Beh se prendessi una simile decisione di certo:
1) Chiederei un forte sostegno iniziale al CSM
2) Resterei in contatto con la comunità per un primo periodo
Ho bisogno di regolarità vero... ma anche di molto altro al momento. E la sensazione è quella di essere un uccellino chiuso in gabbia. Però hai ragione... ho paura di cadere in quelli che chiami "eccessi dicotomici" e di perdere il controllo delle mie emozioni come tante volte è capitato.


A.M. ha scritto:2) con il covid non avresti cmq gran libertà. Saresti relegata molto in casa, senza sfoghi esterni.


Questo certamente. Ma vuoi mettere avere uno spazio mio, poter prendermi cura del mio spazio e gestirmelo io?
Inoltre a casa del mio ragazzo c'è molto da fare, sicuramente molto più che qui in comunità.
Il problema non sono gli sfoghi esterni, quanto più che mi ritroverei dall'essere circondata da 15 persone a stare la maggioranza del tempo sola.


A.M. ha scritto: Condividere di colpo lo stesso contesto per molte ore con la solita persona sarebbe un bell'impatto per te e per loro.
A volte le relazioni vanno costruite a piccole dosi.
In fondo, anche il piatto preferito inizia a stancare se lo mangi tutti i giorni due volte al giorno, passata la curiosità e l'entusiasmo iniziale potresti sperimentare indifferenza o conflitti che potrebbero minare la reciproca serenità;


Vero. Ma se le cose devono andare male non è meglio che vadano male subito piuttosto che dopo mesi e mesi o un anno o due di relazione?



A.M. ha scritto:4) potresti sfruttare il tempo in comunità ed il loro aiuto per iniziare a costruirti un tuo progetto personale indipendentemente dalla persona con cui andrai a vivere.
Metti te stessa al centro del tuo mondo.
Usa questo tempo per costruire il tuo futuro e capire cosa vorresti "fare da grande".
Potresti pensare ad un percorso universitario, oppure imparare un mestiere.
Scegliere con chi vivere non è sufficiente per definire un progetto di vita futura.
Infine potresti cercare, confrontandoti con il personale della comunità, di rendere più morbido e meno rigido il tuo trattamento, negoziando maggiori piccoli spazi di libertà ed indipendenza.


Questo sicuramente, e un progetto mio lo sto facendo, e sicuramente non ho intenzione di apporre cambiamenti sostanziali a tale progetto dipendentemente da dove sono o andrò.


Comunque avrò piacere se mi risponderai ulteriormente.
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Messaggioda Lyra2.0 » 08/03/2021, 21:12



AGGIORNAMENTO DELL'ARGOMENTO:
Chi in questi giorni ha parlato con me in chat può anche evitare di leggere, perché più o meno tanto ripeterò le stesse cose.

Oggi -ma potrei scrivere anche ieri o prima di ieri, dato che oramai è diventata una cosa giornaliera- il mio ragazzo mi ha chiesto per l'ennesima volta perché non vado a stare da lui, dicendomi che così potremmo stare assieme.
Infatti da quando non ci possiamo vedere a causa dell'attuale lockdown nella mia zona, la sua proposta di andare a convivere è diventata frequente, non dico insistente solo perché spesso me lo dice anche solo indirettamente o scherzando.
Oggi invece è stata una di quelle volte in cui me l'ha di nuovo proposto in forma "seria".

I motivi per cui continuo a dirgli di no, sono dei più svariati:
1) Penso sia decisamente troppo presto, non stiamo assieme da nemmeno 5 mesi, tempo in cui non credo possano essersi costruite basi solide per una convivenza (poi magari mi sbaglio...).
2) Anche fossimo assieme da due anni, per andare a vivere da lui dovrei lasciare la comunità, e non sono sicura di essere pronta a questo passo, d'altronde l'ultima crisi è finita a ottobre 2020, non troppo tempo fa quindi.
3) Se lasciassi la comunità, e poi la convivenza andasse così male da portare a una rottura dovrei tornare a casa di mia madre e preferisco decisamente di no.
4) Penso che prima di andare a convivere dovrei essere un minimo indipendente: almeno avere la patente e un lavoretto.

Il problema è che appunto lui sta iniziando a mettere sul tavolo la questione molto spesso, e per me sta diventando difficile continuare a dirgli di no, non tanto per paura di ferirlo (mica sono obbligata ad accettare d'altronde) o qualcosa del genere, ma piuttosto perché a una parte di me piacerebbe accettare la proposta. Solo che appunto se ci penso, ci ragiono razionalmente, mi dico "non essere impulsiva/affettata", "non farti prendere dai sentimenti", e mi viene in mente quanto detto prima.
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Messaggioda A.M. » 08/03/2021, 21:49



Penso che il tuo ultimo post sia da quotare al 100%.
Credo che una prudente attesa sia la scelta migliore, sia dal punto di vista razionale, che dal punto di vista della salvaguardia del tuo mondo emotivo.
Quello che tu percepisci come una dicotomia sentimenti/ragione, io la percepisco invece in maniera differente.
Penso che nel profondo, a livello inconscio, tu abbia sempre desiderato un posto accogliente da poter chiamare casa, una situazione familiare desiderabile.
Quindi, più che una questione di sentimenti vs ragione io ci vedrei appunto bisogno di un contesto familiare pregevole/libertà personale ed autorealizzazione.
Se infatti, da una parte, desideri dei legami familiari/affettivi, dall'altra desidereresti avere maggiori libertà e nuovi stimoli ed orizzonti per sentirti pienamente autorealizzata.
Io, fra una vita in comunità (con tutte le limitazioni della libertà che essa comporta) ed una vita familiare (da casalinga di mezza età o quasi), ti consiglierei di evitare entrambi gli opposti e scegliere di costruirti una terza via, tutta tua: quella della studentessa universitaria.
Ti farebbe bene vivere un periodo "cuscinetto" fra l'adolescenza ed il mondo della famiglia/lavoro.
Ti aprirebbe la mente e rafforzerebbe la tua mente ed identità.
Ti darebbe tempo per comprendere meglio te stessa e darti gli strumenti e le soft skills per un futuro migliore.
Son convinto infine che si riesce a star bene con gli atri, in maniera stabile, quando prima si riesce a star bene con se stessi (sia dal punto di vista dell'indipendenza affettiva, che di quella materiale/economica, ecc...).
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Messaggioda A.M. » 08/03/2021, 21:52



Ovviamente nell'immediato, causa covid ed altri fattori, forse ti converrebbe rimanere in comunità e magari iniziare già all'interno il tuo percorso universitario.

p.s. se vuoi fare due chiacchiere scrivimi pure in privato :-)
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Messaggioda Lyra2.0 » 09/03/2021, 8:02



Ancora una volta ti ringrazio per la tua risposta. Qui di seguito quel che ho da dire.

A.M. ha scritto:Io, fra una vita in comunità (con tutte le limitazioni della libertà che essa comporta) ed una vita familiare (da casalinga di mezza età o quasi), ti consiglierei di evitare entrambi gli opposti e scegliere di costruirti una terza via, tutta tua: quella della studentessa universitaria.
Ti farebbe bene vivere un periodo "cuscinetto" fra l'adolescenza ed il mondo della famiglia/lavoro.
Ti aprirebbe la mente e rafforzerebbe la tua mente ed identità.
Ti darebbe tempo per comprendere meglio te stessa e darti gli strumenti e le soft skills per un futuro migliore.
Son convinto infine che si riesce a star bene con gli atri, in maniera stabile, quando prima si riesce a star bene con se stessi (sia dal punto di vista dell'indipendenza affettiva, che di quella materiale/economica, ecc...).


Certamente quello a cui aspiro e che in caso sarebbe non è a 22 anni precludermi a una "vita familiare", tutt'altro.
Ho pensato abbastanza ad iscrivermi all'università specialmente di recente, e forse sono più vicina che mai una decisione sulla facoltà a cui iscrivermi. Più che altro sono indecisa sul fatto di incominciare questo autunno o aspettare un altro anno, ma attualmente mi "stuzzica" di più l'idea di evitare di perdere un ulteriore anno e di fare un tentativo.
D'altronde mi sono informata e dato il mio ISEE familiare andrei a pagare solo la tassa d'iscrizione quindi se andasse male non perderei nemmeno chissà quanto di investimento di denaro.
Questo "progetto" però non è da escludersi se andassi a convivere.

Ti ringrazio in anticipo se mi dirai anche questa volta cosa ne pensi.
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Messaggioda A.M. » 09/03/2021, 21:27



Prima di scegliere la facoltá, forse dovresti cercare di capire quali sbocchi professionali potresti avere con tale percorso di studi (cosa vorresti "fare da grande"). Dovresti poi dare uno sguardo ai vari piani di studio (lista e descrizione argomenti esami) per capire cosa studierai effettivamente, in concreto. Poi perché aspettare l'autunno o un ulteriore anno addirittura. Comincia subito. Potresti iscriverti a dei singoli esami, per poi farteli riconoscere in seguito (senti un tutor studenti o la segreteria studenti). In alternativa potresti almeno prenderti nel frattempo delle certificazioni linguistiche B2 (ad es il first) e/o informatiche icdl, per avantaggiarti. Potresti anche in futuro valutare di studiare fuori sede e cambiare aria, facendo domanda per la residenza universitaria, in caso di isee idoneo.
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Messaggioda Joker » 10/03/2021, 1:17



Premetto che lasciare la comunità è una scelta importante e che dovresti pensarci bene e chiedere il parere delle persone di cui più ti fidi, e magari anche qualcuno di competente, ma ti dirò comunque cosa penso.
A me sembra che tu stia valutando la scelta principalmente per poter stare con il tuo ragazzo, forse è solo una mia impressione, ma da come l'hai esposta mi da questa impressione. Se così fosse allora ti sconsiglierei di lasciare la comunità. Ma hai accennato a un bisogno maggiore di libertà, se fosse questo il principale motivo allora la cosa sarebbe diversa, ma comunque non lascerei la comunità a cuor leggero. Hai anche detto di voler cominciare l'università, ecco se iniziassi un percorso simile, o se trovassi un lavoro, insomma se riuscissi ad autogestirti o a studiare affinché tu possa farlo in futuro, e se vedessi di poter gestire la cosa, allora lasciare la comunità potrebbe essere una cosa positiva. Ma se la lasciassi e poi scoprissi di non poter gestire lo studio? O il lavoro? Non voglio metterti ansia o farti dubitare di te stessa, soltanto farti valutare più opzioni. Credo che la comunità potrebbe aiutarti a rimetterti in piedi se cadessi. Ma, se te la senti, penso che tu possa farcela anche senza di essa, magari mantenendo il contatto con il terapeuta. L'unica cosa che ti sconsiglio davvero è di lasciarla con l'idea che convivere ti farà stare meglio, questo non puoi saperlo, quindi non farci troppo affidamento. In bocca al lupo!
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Messaggioda Lyra2.0 » 10/03/2021, 10:25



A.M. ha scritto:Prima di scegliere la facoltá, forse dovresti cercare di capire quali sbocchi professionali potresti avere con tale percorso di studi (cosa vorresti "fare da grande"). Dovresti poi dare uno sguardo ai vari piani di studio (lista e descrizione argomenti esami) per capire cosa studierai effettivamente, in concreto.


Sì, sì, ma infatti la scelta la sto prendendo anche in base agli sbocchi lavorativi e ai corsi/materie/argomenti che dovrei studiare.


A.M. ha scritto:Poi perché aspettare l'autunno o un ulteriore anno addirittura. Comincia subito. Potresti iscriverti a dei singoli esami, per poi farteli riconoscere in seguito (senti un tutor studenti o la segreteria studenti). In alternativa potresti almeno prenderti nel frattempo delle certificazioni linguistiche B2 (ad es il first) e/o informatiche icdl, per avantaggiarti.


Pensavo di riprendere sotto mano un paio di libri che usavamo al liceo in inglese per esercitarsi a fare i tipici esercizi da first, e eventualmente se vado bene provare a fare il first.
Dopodichè provare a fare il TOLC per l'iscrizione all'università.
Ma nulla ancora di certo.


A.M. ha scritto: Potresti anche in futuro valutare di studiare fuori sede e cambiare aria, facendo domanda per la residenza universitaria, in caso di isee idoneo.


Non so, eviterei di fare da fuori sede sinceramente.
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