Relazione fra individuo e collettività

Buongiorno, stamattina mi sono svegliato, reduce da una fase onirica piuttosto burrascosa, con un dubbio amletico cui ancora mi assale e a cui tuttora sto cercando di rispondere. Guardando lo show televisivo del Grande Fratello, mi chiedevo quanto possa essere futile una vita di un individuo spesa senza una giusta causa (ammesso che ci debba essere) , o perlomeno, nel non chiedersi neppure se ci debba essere o non essere una causa nello stesso vivere. Insomma spendere giornate ad attirare l'attenzione sulla propria persona e a bighellonare tutto il giorno in maniera demenziale con la consapevolezza o meno di essere guardati da milioni di persone, proprio come fenomeni da baraccone. Mi chiedevo a questo punto se ci potrebbe essere una relazione fra la crescita della mia consapevolezza e il disprezzo che comunque nutro verso ciò che fanno queste persone. Mi spiego meglio, è direttamente proporzionale la crescita della propria coscienza con l'insorgere di un eventuale narcisismo? Perché partendo da questa premessa logica è come se fosse una lama a doppio taglio a questo punto la crescita personale. Crescendo a livello umano e spirituale si tende a screditare ciò che la massa tende a fare, ossia pascolare. La stessa consapevolezza dovrebbe essere trascendente e ricolmare quel gap che ci distingue da chi non si fa alcuna domanda e in cui ci si tende ad impantanarsi, ovvero il giudizio.