SEGNALI NON VERBALI PREDITTIVI DELLA DEPRESSIONE

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SEGNALI NON VERBALI PREDITTIVI DELLA DEPRESSIONE

Messaggioda Royalsapphire » 20/12/2014, 0:00



Presso l'area di ricerca di Trieste, dipartimento a Gorizia nel laboratorio di analisi comportamentale NeuroComScience, www.neurocomscience.org, si studiano le espressioni facciali e corporee, da qui delle informazioni interessanti.
Si può predirre la depressione ovvero riconoscere la persona nei primi stadi di depressione.

Esistono varie tipologie di sorriso, alcune segnalano emozioni e stati negativi. Nei vari studi condotti si è visto che la persona che tende a soffrire di depressione nel sorriso sociale tende a contrarre anche i muscoli tipici della tristezza, ad esempio la parte centrale del muscolo frontale (non però la parte laterale). Si tratta di sfumature delle espressioni, non facili da riconoscere ma possibili attraverso le tecniche che migliorano l'abilità dell'osservazione. Questi studi e applicazioni si svolgono più all'estero, in Italia sono ancora poco conosciuti (il gruppo del laboratorio NeuroComScience è l'unico ovvero uno dei pochi).


IL VOLTO

Per molti aspetti il volto rappresenta l’area del corpo più importante sul piano espressivo e comunicativo. La mimica facciale lascia trasparire facilmente le proprie emozioni, oltre ad accompagnare e a sostenere il discorso. E’ stato peraltro osservato che il riconoscimento delle emozioni di base attraverso la decodificazione delle espressioni facciali è fondamentalmente lo stesso nelle diverse culture. Un’espressione facciale è un comportamento muscolare, il quale necessita di un perfetto funzionamento neurofisiologico. Incoraggiati dagli scritti di Darwin, ricercatori eminenti hanno sviluppato un insieme di teorie, metodi e prove che nel loro insieme formano il cosiddetto Programma Espressione Facciale. Gli psicologi hanno ampiamente accettato come assioma fondamentale della scienza comportamentale il legame tra le espressioni del volto e le emozioni. In sostanza, l’emozione spiegherebbe il comportamento del volto che sarebbe così un indice oggettivo dell’emozione. Un altro assunto di base molto importante afferma che le emozioni di base sono determinate geneticamente, pertanto esse sono universali e distinte.
Gli studiosi della comunicazione non verbale hanno sviluppato una teoria strettamente legata all’idea delle emozioni base, sulla produzione e sul riconoscimento di espressioni facciali distinte. Quindi hanno sviluppato la teoria di una codifica e una decodifica delle espressioni emozionali del volto. La codifica della comunicazione non verbale significa la descrizione oggettiva dei cambiamenti di aspetto verso la linea base, senza interpretazioni emozionali. La decodifica della comunicazione non verbale consiste nel riconoscimento, e quindi nell’interpretazione da parte dell’interlocutore, di quella configurazione muscolare e del suo significato emozionale.
Sono stati ideati vari metodi per misurare il comportamento del volto. Oltre all’elettromiografia, è stata usata una serie di sistemi “oggettivi” non invasivi basati su cambiamenti d’aspetto dovuti alle contrazioni muscolari

L’elettromiografia (EMG) rappresenta il modo più oggettivo per misurare il comportamento del volto. Per come viene generalmente applicata, la registrazione EMG facciale comporta l’applicazione di piccoli elettrodi di superficie sui muscoli (o gruppi muscolari) implicati nella modificazione delle sembianze del volto. Gli elettrodi rivelano i potenziali d’azione muscolari aggregati dalle fibre muscolari sottostanti, e il segnale, opportunamente filtrato, ampliato e ripulito dalle irregolarità, viene considerato approssimativamente proporzionale alla forza della contrazione dei muscoli sottostanti. Una delle prime applicazioni di questa tecnica allo studio dell’emozione (Schwartz, Fair, Salt, Mandel e Klerman, 1976) dimostrò che la registrazione dei muscoli corrugatore, frontale, depressore e massetere permetteva di discriminare le condizioni nelle quali i soggetti immaginavano scene che evocavano in loro felicità, tristezza e collera. Quindi una dimostrazione del significato del comportamento non verbale.
L’uso dell’EMG presenta alcuni svantaggi nell’analisi del comportamento non verbale. In primo luogo, si tratta di un metodo invasivo di misurazione del comportamento non verbale: i soggetti affetti da disturbi dello spettro autistico sono molto sensibili e l’applicazione di elettrodi sul viso potrebbe modificare in modo diretto i loro movimenti facciali. Inoltre, tale metodo attira l’attenzione del soggetto sul volto, la qual cosa, pure, modifica il comportamento.

Hjortsjo
I sistemi di codifica “oggettivi” del comportamento non verbale si basano sull’identificazione e la misurazione di unità di comportamento facciale visibili. Alcuni metodi di analisi del comportamento non verbale del volto sono basati sulla riflessione teorica: essi mirano all’identificazione dei pattern di movimento facciale presumibilmente associati a particolari emozioni, quelle cosiddette universali. La prima trattazione sistematica, relativamente completa, delle azioni specifiche di tutti i muscoli facciali per lo studio delle espressioni emozionale è quella offerta da Hjortsjo (1969). Imparando ad attivare volontariamente i suoi stessi muscoli facciali, l’autore ha elaborato una descrizione precisa dei cambiamenti nell’aspetto del volto risultanti dall’azione di ciascun muscolo del viso.

Facial Action Coding System
Ekman e Friesen (1978), seguendo il metodo di codifica del comportamento non verbale del volto di Hjortsjo e utilizzando i risultati del suo studio, hanno formalizzato le descrizioni dando vita al Facial Action Coding System (FACS), con l’intento di fornire un sistema completo per descrivere tutti i possibili movimenti facciali distinguibili visivamente. Infatti, a differenza degli altri tre sistemi, il Facial Action Coding System (FACS) (Ekman et al., 1978), classifica tutti i movimenti muscolari del volto. Un prima versione risale al 1971, quando Ekman, Friesen e Tomkins hanno approntato la Facial Affect Scoring Tehnique (FAST), che consiste in 77 descrizioni di sei di tali emozioni. Facial Action Coding System (FACS) è il metodo più completo di misurazione e descrizione dei comportamenti facciali.
A partire da un’analisi anatomica, si stabilisce come la contrazione di ogni muscolo facciale (da solo o in combinazione con altri) determina dei cambiamenti nella configurazione del volto. Ekman e Friesen (1978), dopo aver esaminato quasi cinquemila videoregistrazioni di diverse espressioni facciali, costruirono un archivio che contemplava ogni movimento muscolare, la sua durata e la sua intensità. Essi associarono le variazioni nell’aspetto osservabile del volto all’azione dei muscoli corrispondenti e crearono uno strumento affidabile per la classificazione dei comportamenti facciali, ovvero per una razionale e scientifica (de)codificazione degli stessi. Quindi un sistema di misurazione del comportamento non verbale.

Poiché il Facial Action Coding System (FACS) il metodo più completo, preciso e non invasivo. Il Facial Action Coding System classifica gli spostamenti muscolari nelle Unità d’Azione [o Action Unit; d’ora in poi l’abbreviazione AU]. Ciascuna di esse rappresenta la deformazione attuata da un gruppo di muscoli in modo tale da ottenere una particolare espressione emotiva. Le espressioni emotive, riprese da una videocamera e riprodotte sul computer usando un programma di analisi del comportamento non verbale, vengono suddivise nelle diverse unità d’azione che le compongono.
Nell’ultima versione delFacial Action Coding System (FACS) (Ekman, Friesen, & Hager, 2002) sono descritte 41 Unità d’azione relative ai movimenti del volto e alcune Unità che rendono conto dei cambiamenti nella direzione dello sguardo e nell’orientamento della testa. Il Facial Action Coding System (FACS) permette di codificare l’intensità di ogni Unità d’Azione, con una scala a 5 punti (traccia lieve, marcato, pronunciato, forte, massimo) e la durata, indicando l’inizio, l’apice e la fine di ogni Unità d’Azione. Facial Action Coding System (F.A.C.S.)
Paul Ekman e Vincent W. Friesen hanno elaborato nel 1978 il Facial Action Coding System (F.A.C.S.), sistema di osservazione e classificazione di tutti i movimenti facciali visibili in riferimento alle loro componenti anatomofisiologiche che sono gli elementi costitutivi delle espressioni del volto. L’ultima versione del sistema è del 2002, in cui si aggiunge un altro autore, Joseph Hager.
Tra i vari sistemi di analisi e misurazioni delle espressioni facciali elaborate fino ad ora il
Facial Action Coding System (FACS), è il più comprensivo, completo e versatile.
Il volto veicola informazioni attraverso quattro classi di segnali e attraverso il Facial Action Coding System (F.A.C.S.) si può classificare i segnali rapidi, variazioni che si configurano sul volto dovute all’attività neuromuscolare e che determinano le vere e proprie espressioni del volto dovute ai cambiamenti d’aspetto della fronte, delle sopraciglia, degli occhi, della bocca e delle labbra. I segnali rapidi sono movimenti che di regola hanno una breve durata, generalmente tra di 250 millesimi di secondo e i cinque secondi. Al fine di fornire un indice specifico per ogni tipo di movimento e di espressione, il Facial Action Coding System (F.A.C.S.) prende in considerazione 41 unità fondamentali denominate da Ekman e Friesen “Unità d’Azione” (Action Unit) che possono dare luogo a più di 10.000 combinazioni possibili. Per ciascuna Unità d’Azione sono descritte nel manuale del Facial Action Coding System (F.A.C.S.) i cambiamenti d’aspetto osservabili sul volto, provocati dalla specifica Unità d’Azione; le indicazioni su come effettuare quel specifico movimento, come annotare l’intensità dell’unità d’azione.
Il Facial Action Coding System (F.A.C.S.) è un sistema di osservazione puramente descrittivo, e in quanto tale, non soggetto alla tendenza di attribuire immediatamente un significato interpretativo alle espressioni del volto.
Una limitazione del Facial Action Coding System (F.A.C.S.) consiste nel prendere in considerazione solo i mutamenti visibili del volto umano, non quelli non osservabili. Si tratta di una esplicita scelta da parte degli autori al fine di una concentrazione su ciò che può essere effettivamente impiegato nella comunicazione non verbale. Il Facial Action Coding System (F.A.C.S.) infatti, trascura le caratteristiche statiche del volto quali il trucco o l’acconciatura ed espressioni facciali quali il rossore e la sudorazione. Per gli autori andrebbero in questi casi applicate altre metodologie di ricerca.
Facial Action Coding System (F.A.C.S.)
Ekman e Friesen (1978), seguendo il metodo di codifica del comportamento non verbale del volto di Hjortsjo e utilizzando i risultati del suo studio, hanno formalizzato le descrizioni creando così il Facial Action Coding System (FACS). Un prima versione risale al 1971, quando Ekman, Friesen e Tomkins hanno approntato la Facial Affect Scoring Tehnique (FAST), che consiste in 77 descrizioni di sei di tali emozioni.

Tecnica di decodifica delle espressioni facciali, del comportamento non verbale del volto: ISFE
L’interpretazione del significato emozionale di un determinato comportamento del volto può essere effettuata tramite l’utilizzo di tecniche diverse, come per esempio l’EMFACS e il FACSAID (Ekman et al., 1998) che sono sistemi utili per l’interpretazione delle azioni facciali collegate all’espressione delle emozioni. Entrambi includono un numero di AU più ristretto, ovvero solo le AU che, testate, sono state considerate valide per segnalare la presenza di emozioni primarie.
Nel 2013 o, ISFE (Interpretation System of Facial Expressions, in corso di pubblicazione), più completa rispetto all’EMFCS/FACSAID. Prende in considerazione emozioni primarie e secondarie, segnali manipolatori, di conversazione e regolatori. I movimenti sono classificati in varie categorie in base all’affidabilità.

Maximally Descriptive Facial Movement Coding System (MAX)
Elaborato da Izard (1979) e Izard e Dougherty (1980) hanno prodotto il Maximally Descriptive Facial Movement Coding System (MAX) e il System for Identification of Affect Expression by Holistic Judgment (AFFEX). Questi sistemi descrivono i movimenti del volto relativi alle diverse emozioni. Questo sistema della misurazione del comportamento non verbale è utilizzato soprattutto per analisi delle espressioni dei bambini. L unità di base diMaximally Descriptive Facial Movement Coding System (Max) sono formulate in termini di apparenze ovvero ciò che si verifica sul volto di un soggetto e si riferiscono a otto specifiche emozioni, ad una descrizione dei muscoli che in tali emozioni sono coinvolti. Questa modalità di decodifica, a differenza del sistema Facial action Coding System (FACS), non misura esaustivamente tutte le azioni facciali, ma conteggia solo quei movimenti facciali che Izard correla a una o più delle otto emozioni. Tutte le azioni facciali che MAX specifica sono rilevanti solo per particolari emozioni, che si trovano anche nel dizionario delle predizioni del sistema Facial Action Coding System (FACS).Mentre il Facial Action Coding System (FACS) è solamente

Baby Facial Action Coding System (BabyFACS)
Elaborato da Harriet Oster, adattando il Facial Action Coding System (Ekman&Friesen) al comportamento non verbale del volto dei bambini. Quindi uno strumento atto a codificare le espressioni del volto dei neonati e dei bambini piccoli. Il cui volto presenza caratteristiche differenti. Il Baby F.A.C.S., così come lo strumento di codifica del comportamento non verbale per gli adulti, è il sistema di codifica basato sulla conoscenza dell’anatomia del volto, le cui singole unità d’azione facciali sono definite in termini di contrazioni muscolari. Oster ha individuato alcune unità d’ azione specifiche per bambini, quali ad esempio l’AU 3, corrispondente alla contrazione del solo muscolo corrugatore del sopracciglio, non classificato nel sistema degli adulti.

IL CORPO

Body Coding System

E’ il sistema di codifica del comportamento motorio gestuale e posturale per l’analisi della comunicazione non verbale più completo finora elaborato. Il sistema di Body Coding System analizza le espressioni non verbali del corpo scomponendole nelle unità d’azione al fine di una classificazione che permette la lettura delle emozioni di una persona. Il Body Coding System si basa sull’osservazione dei cambiamenti momentanei d’aspetto del corpo dovuti all’attività muscolare. La tecnica per la misurazione del comportamento motorio gestuale e posturale è nata per rispondere ai quesiti riguardanti i legami esistenti tra le espressioni del corpo, le caratteristiche di personalità, l’esperienza emotiva e i processi comunicativi. Quindi gli obiettivi di Body Coding System sono:

ADOTTARE un approccio strutturato di analisi del comportamento motorio gestuale e posturale
DEFINIRE la struttura dei movimenti e la relativa classificazione
ASSOCIARE i movimenti e le posture ai significati emozionali, di conversazione e culturali.

L’esame è una tappa fondamentale per l’utilizzo della tecnica Body Coding System e quindi essere certificati per poter applicare lo strumento. E’ consigliato prendere parte alla prova finale dopo aver fatto molta pratica nell’analisi del comportamento motorio gestuale, non è sufficiente infatti una lettura superficiale del manuale. Per superare l’esame è necessario avere una buona padronanza delle unità d’azione corporee e saperle riconoscere nel minor tempo possibile. Il nostro team, proprio per aiutarvi ed accompagnarvi nell’apprendimento, sarà sempre a disposizione per eventuali chiarimenti o dubbi.La commissione d’esame che certifica la conoscenza del sistema di codifica motorio gestuale e posturale Body Coding System sarà composta da due o più esperti codificatori BCS ed Analisti del comportamento emozionale del volto e del corpo indicati dal laboratorio di analisi comportamentale di NeuroComScience.

The Body Action and Posture coding system (B.A.P.; Dael, N., Mortillaro, M., & Scherer, 2012), è il sistema di codifica del comportamento motorio gestuale e posturale che considera varie parti del corpo. Il Body Action and Posture coding system studia principalmente le differenze di cambiamento tra azione e postura, per gli autori le azioni sono unità del movimento del corpo divise che non sono una parte della classificazione del corpo. Un’unità d’azione del corpo è una deviazione locale di uno o di un gruppo di articolatori (testa, tronco, braccio, mano) al di fuori di una precedente configurazione di postura e ritorna sempre da quello o ad un’altra configurazione di postura. (ad es. scuotimento della testa, gesto di puntare un dito). Al contrario delle unità di postura, le unità d’azione capitano e cambiano più frequentemente, e hanno un inizio molto discreto (punto d’inizio), una relativamente breve durata e un chiaro finale (punto di fine). Queste azioni corporee sono eseguite da testa, spalle tronco, braccia (gomito) e gambe (ginocchio) e coinvolgono attività quali abbassare la testa, alzare le spalle, gesticolare, graffiare, calciare, ecc. L’inizio di un’ unità d’azione è il punto temporale quando il soggetto cambia la corrente posizione di riposo. La fine di un’unità d’azione è il punto temporale quando il soggetto è tornato in una posizione (di riposo) (quella iniziale o una nuova posizione). Il Body Action and Posture coding system suddivide la ricerca in Fase di transizione e fase di configurazione, e sono sempre correlate al raggiungimento di una postura. La transizione d’inizio è il punto di partenza del movimento necessario per raggiungere la posizione finale, o il fotogramma iniziale del video. La transizione è il punto temporale dove la transizione descritta in una particolare categoria è conclusa, o l’ultimo fotogramma del video se il movimento compromesso è tagliato dal video. Il fotogramma è codificato come l’inizio della configurazione della postura. Non tutte le azioni del comportamento interrompono una posizione in corso. Perciò è possibile che una posizione di una parte del corpo (ad es. la testa in avanti) non è spezzata dall’azione di un’altra parte del corpo (scuotimento laterale della testa). Durante la fase di configurazione la posizione finale del soggetto codificato è mantenuta per la direzione codificata. Ciò non implica che la postura ottenuta è statica. Nel Body Coding System tale suddivisione non è stata apportata in quanto prende in considerazione le azioni.

Nel Body Action and Posture coding system le posture sono differenti dalle azioni perchè: a) le posture sono meno soggette a frequenti cambiamenti e conseguentemente hanno durata più lunga; b) le posture sono robuste (piccoli movimenti non cambiano o distorcono la postura); c) considerato che le azioni possono o non possono essere mostrate, il corpo è continuamente in uno o in un altro allineamento posturale. Questo significa che quando una parte del corpo non è coinvolta in un’azione, è sempre in una particolare postura.

An Annotation Scheme for Conversational Gestures: How to economically capture timing and form Un altro sistema di codifica del motorio gestuale è stato elaborato da Kipp et al. (2007) descritto nel An Annotation Scheme for Conversational Gestures: How to economically capture timing and form (Kipp et al 2007). In quanto loro obiettivo è fornire buone annotazioni sui gesti che una persona fa, per chiarire il significato dei gesti che si fanno durante una conversazione, tentando di dare una spiegazione universale di questi movimenti, studiano principalmente braccia e mani e tralasciano tutto il resto del corpo. Svolgono una ricerca principalmente sulla misura dell’altezza, della distanza, il tipo di orientamento radiale, la traiettoria di braccia e mani, ma anche qui mancano i movimenti complessi e la descrizione di tutti i movimenti che possono essere eseguiti dal corpo. Il Body Coding System risulta più completo, prende in considerazione molti più movimenti.

Neuroges (NGS) system descrive i gesti in 3 moduli, considerando soprattutto i movimenti delle mani: 1) cinesica gestuale, 2) codifica relazionale bimanuale e 3) codifica delle funzioni gestuali. Il primo modulo si alle caratteristiche dei movimenti delle mani: movimento verso non movimento, traiettoria del movimento, dinamicità (ovvero tempo, flusso). Il secondo modulo si riferisce alla relazione tra due mani, la relazione spaziale e la funzione relazionale. Il terzo modulo si riferisce alla funzione e alla classificazione dei gesti. Le considerazioni nel NGS sono considerate anche nel Body Coding System. Body Coding System quindi è attualmente la tecnica più completa per la codifica e decodifica del comportamento motorio gestuale e posturale in quanto classifica movimenti di tutte le parti del corpo, infatti prende in considerazione tutti i possibili movimenti che vengono fatti dal corpo. Il Body Coding System studia tutti i movimenti possibili del corpo, semplici e complessi. Codifica ogni muscolo e ogni movimento che ogni parte del corpo può fare, studia l’altezza, l’orientamento, la distanza che ogni arto può avere. Ogni posizione del corpo può avere anche movimenti complessi che utilizzano più parti del corpo insieme, durante la codifica vengono create delle stringhe che descrivono la parte del corpo che viene individuata, l’orientamento, l’eventuale altezza e l’intensità del movimento.
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