Questo topic e' rivolto a tutti quei ragazzi convinti che piangere sia da femminucce!!!
Mi spiace deludervi ma non e' cosi!!!
Piangere indica grande maturita', grande onesta, e soprattutto grande maturita'!!
Non mi riferisco chiaramente a piagnistei cretini, ma al pianto legato a problemi seri come il provare dolore per qualcuno che ci ha abbandonato! Oppure per un lavoro andato male nonostante i nostri grandi sforzi. La morte di una persona cara. Il ricordo di bei tempi, o di brutti! Il sentirsi disperati. O il provare gioia immensa! Qualunque sia l'emozione, se e' molto forte, puo' indurre le lacrime, e molti sbagliano a trattenerle!!!
Non siamo dei robot, siamo esseri umani, dotati di cuore e mente! A volte pero, lasciamo che la mente prevalga sul cuore per paura di apparire cio che siamo realmente... per paura di essere feriti... o per paura di sembrare deboli. Questa ultima convinzione spesso ci viene data dalle famiglie o da chi ci sta attorno. Frasi del tipo "comportati da uomo" sono veramente, veramente tanto abusate! Cosi abusate che sono state svalutate al punto da perderne il significato!!
Se piangi, sei considerato uno che ha problemi... Io invece dico che se non hai mai pianto nella tua vita, questo e' un grosso, grossissimo problema! Mi verrebbe da dirti: "Tu non sei normale!"
Navigando sul web ho trovato una pagina molto interessante e ho pensato di condividerla con voi!!!
Lo sfogo represso fa salire il livello di tensione e quando l’energia accumulata straripa può scatenarsi l’attacco di panico: cosa puoi fare?
Facciamoci caso: i bambini piangono spesso e non soffrono - se non in condizioni molto particolari ed estreme - di attacchi di panico. Le due cose sono in relazione tra loro? Sì, come conferma il fatto che gli adulti che cominciano a soffrire di panico sono soprattutto quelli che prima della crisi trattenevano il pianto e più in generale le emozioni. Ciò non significa che gli attacchi di panico nascano solo da questo schema, ma certo ne sono favoriti. Al contrario il bambino, nei primi anni vita, è in contatto immediato con le proprie emozioni, dispiaceri e contrarietà, e le esprime in modo diretto soprattutto col pianto, una funzione fisiologica che permette di scaricare all’esterno l’eccesso di energia collegata alle emozioni stesse. Il suo cervello dunque rimane “pulito”, non accumula residui e può quindi velocemente ripartire a vivere.
I pianti soppressi aprono le porte al panico
Noi adulti non possiamo piangere per ogni frustrazione, e quindi abbiamo sviluppato la capacità di controllarci in molti momenti, ma alcuni esagerano, perdendo sia la capacità di piangere per dolore, disperazione e sfogo, sia per commozione. C’è addirittura chi, quando perde una persona cara, non riesce a lasciarsi andare se non dopo diverso tempo, e neanche del tutto. Ma cosa accade al cervello che non piange? L’emozione rimasta dentro non si annulla ma diventa energia in eccesso che per un po’ rimane invisibile e si accumula. A ogni pianto represso, a ogni emozione compressa, aumenta finché un giorno raggiunge un limite: è lì che scatta l’ attacco di panico, unico modo rimasto al cervello e alla psiche per diminuire la pressione interna. Un panico che si manifesta con la forza esplosiva di tutti i pianti che non ci si è concessi. Saperlo è utile sia per curarsi che per prevenire.
Le lacrime che non si versano
Ecco le emozioni che, quando vengono trattenute troppo a lungo, predispongono più facilmente all’insorgenza di attacchi di panico.
- Dolore per la morte di una persona cara.
- Dolore per una separazione sentimentale.
- Rabbia per ingiustizie subite senza poter reagire.
- Commozione mista a sofferenza prolungata.
- Pianto di semplice sfogo in periodi molto stressanti.
- Preoccupazione per la perdita del lavoro.
I motivi della “compressione”
- Difficoltà a sentire pienamente l’emozione.
- Disabitudine al pianto, una sorta di “non sapere come si deve fare”.
- Bisogno di mantenere l’immagine di “persona forte”.
- Vergogna e timore del giudizio altrui.
- Sensazione di essere indifesi.
- Timore di lasciarsi travolgere dalle emozioni.