Efexor, Venlafaxina

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Efexor, Venlafaxina

Messaggioda Royalsapphire » 04/02/2013, 2:49



Decodifica codice MIF:
N - Sistema nervoso centrale
N06 - Psicoanalettici
N06A - Antidepressivi
N06AX - Altri antidepressivi
732401 - VENLAFAXINA CLORIDRATO



Forma farmaceutica:
Capsule da 37,5 mg.
Capsule da 37,5 mg, 75 mg e da 150 mg a rilascio prolungato.
Ogni compressa contiene il principio attivo venlafaxina.


Categoria terapeutica e proprieta':
Altri antidepressivi.
La venlafaxina e' un antidepressivo strutturalmente nuovo
chimicamente non correlabile agli antidepressivi triciclici,
tetraciclici o ad altri antidepressivi disponibili. Si tratta di un
racemato con due enantiomeri attivi. Si ritiene che il meccanismo
dell'azione antidepressiva della venlafaxina negli esseri umani sia
associato alla sua capacita' di potenziare l'attivita'
neurotrasmettitoriale nel sistema nervoso centrale. Gli studi
preclinici hanno dimostrato che la venlafaxina e il suo metabolita
principale ODV sono potenti inibitori della ricaptazione della
serotonina e della noradrenalina. La venlafaxina, inoltre, inibisce
lievemente anche la captazione della dopamina.


Indicazioni:
Trattamento di episodi di depressione maggiore.
Prevenzione delle recidive dopo la risoluzione dell'episodio
iniziale di depressione o prevenzione di ulteriori episodi
depressivi.
Trattamento del disturbo d'ansia sociale (DAS).
Trattamento dei disturbi da attacchi di panico, con o senza
agorafobia.


Controindicazioni:
Ipersensibilita' alla venlafaxina o ad uno qualsiasi degli
eccipienti. Venlafaxina non deve essere somministrata in
concomitanza con inibitori della monoaminossidasi (MAO)
(come isocarbossazide, fenelzina, tranilcipromina, inclusi gli
inibitori reversibili delle MAO, come moclobemide) o devono
essere trascorsi almeno 14 giorni dall'interruzione di un
trattamento con inibitori della MAO. La somministrazione di
Venlafaxina deve essere interrotta almeno 7 giorni prima
dell'inizio del trattamento con qualunque altro inibitore delle
MAO.


Precauzioni di impiego:
Uso nei pazienti di eta' inferiore a 18 anni (bambini ed
adolescenti)
Venlafaxina non deve essere usata nel trattamento di pazienti al
di sotto dei 18 anni di eta' (bambini ed adolescenti).
Comportamenti suicidi (tentativo di suicidio e pensieri suicidi) e
ostilita' (prevalentemente aggressivita', comportamento di
opposizione e rabbia) sono stati osservati piu' frequentemente
negli studi clinici tra bambini e adolescenti sottoposti a terapia
con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo.
Tuttavia, se si decide comunque di intraprendere una terapia sulla
base della necessita' clinica, occorre tenere il paziente sotto
stretto monitoraggio al fine di rilevare l'eventuale comparsa di
sintomi suicidi. Inoltre non sono disponibili dati in merito alla
sicurezza a lungo termine per quanto riguarda crescita, maturazione
e sviluppo cognitivo-comportamentale di bambini e adolescenti.
Diabete
Il trattamento con SSRI/SNRI puo' influenzare il controllo del
glucosio nei pazienti affetti da diabete. Puo' essere necessario
aggiustare la dose di insulina e/o di antidiabetici orali.
Sintomi da astinenza da interruzione del trattamento
Sebbene gli antidepressivi non determinino una reale dipendenza,
dopo l'interruzione improvvisa di una terapia a lungo termine si
manifestano comunemente alcuni tipi di sintomi. Il rischio di
comparsa dei sintomi da astinenza puo' essere influenzato da
svariati fattori, compresi la durata del periodo di trattamento e
la dose impiegata, nonche' la velocita' di riduzione della dose.
Sono stati segnalati capogiri, disturbi sensoriali (inclusa
parestesia), disturbi del sonno (inclusi insonnia e sogni vividi),
agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, stato
confusionale, sudorazione, cefalea, diarrea, palpitazioni,
instabilita' emotiva, irritabilita' e disturbi alla vista.
Solitamente si verificano entro i primi giorni dall'interruzione
del trattamento, ma vi sono segnalazioni molto rare di casi in cui
tali sintomi si sono manifestati in pazienti che avevano saltato
inavvertitamente una dose. In generale tali sintomi sono
autolimitanti e normalmente si risolvono entro 2 settimane, sebbene
in alcune persone possano persistere a lungo (2-3 mesi o piu').
Pertanto, quando il trattamento con Venlafaxina non e' piu'
necessario, si consiglia di interromperlo gradualmente riducendo
lentamente la dose.
Suicidio/pensieri suicidi o peggioramento clinico
La depressione e' associata ad un aumento del rischio di sviluppare
pensieri suicidi, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al
suicidio). Tale rischio persiste finche' si verifica una remissione
significativa. Visto che potrebbe non verificarsi un miglioramento
durante le prime settimane o piu' di trattamento, e' opportuno
monitorare attentamente i pazienti fino al verificarsi di tale
miglioramento. E' stato clinicamente dimostrato che il rischio di
suicidio puo' aumentare nelle fasi iniziali della guarigione.
Altre condizioni psichiatriche per cui Venlafaxina viene
prescritto possono anche essere associate ad un aumento del rischio
di eventi correlati al suicidio. Inoltre, tali condizioni possono
essere contemporaneamente presenti con disturbi depressivi
maggiori. Le medesime precauzioni prese nel corso del trattamento
di pazienti che presentano disturbi depressivi maggiori devono
pertanto essere osservate anche durante il trattamento di pazienti
con altri disturbi psichiatrici.
E' noto che i pazienti con una anamnesi di eventi correlati al
suicidio o quelli che evidenziano un grado significativo di
ideazione suicida prima di iniziare il trattamento sono
maggiormente a rischio di ideazioni suicide o di tentativi di
suicidio, e devono essere sottoposti ad attento monitoraggio
durante il trattamento. Una metanalisi condotta su studi clinici
controllati verso placebo relativi a farmaci antidepressivi assunti
da pazienti adulti affetti da disturbi psichiatrici ha evidenziato
un rischio piu' elevato di comportamenti suicidi associati agli
antidepressivi, rispetto al placebo, in pazienti di eta' inferiore
ai 25 anni.
Un attento controllo dei pazienti, e in particolare di quelli ad
alto rischio, deve accompagnare la terapia farmacologica
specialmente durante la fase iniziale della terapia ed in seguito
al cambiamento della dose. I pazienti (e coloro che li assistono)
devono essere informati della necessita' di monitoraggio per
determinare qualsiasi peggioramento clinico, comportamento o
pensieri suicidi e cambiamenti inusuali del comportamento, e di
consultare immediatamente il medico in caso tali sintomi si
presentino.
Aggressivita'
Come con altri farmaci antidepressivi, durante il trattamento con
la venlafaxina puo' manifestarsi comportamento aggressivo durante
le fase di riduzione del dosaggio ed alla fine della
terapia. Pertanto, la venlafaxina deve essere usata con cautela nei
pazienti con anamnesi di comportamento aggressivo.
Acatisia/irrequietezza psicomotoria
L'uso di SSRI/SNRI e' stato associato allo sviluppo di acatisia,
caratterizzata da una irrequietezza soggettivamente sgradevole o
stressante e la necessita' di muoversi spesso accompagnata
dall'incapacita' di sedere o di stare fermi. Vi sono maggiori
probabilita' che questo accada nelle prime settimane del
trattamento. Per i pazienti che sviluppano questi sintomi, puo'
essere dannoso aumentare la dose.
Sono stati segnalati casi di mania o ipomania in un esiguo numero
di pazienti con instabilita' emotiva che assumevano antidepressivi,
inclusa la venlafaxina. Come tutti gli antidepressivi, Venlafaxina
va utilizzato con cautela nei pazienti con una anamnesi di mania.
Le convulsioni si verificano molto raramente. Occorre prestare
particolare attenzione quando si trattano pazienti affetti da
epilessia o da sindrome cerebrale organica. Se necessario,
consultare un neurologo. L'assunzione di Venlafaxina va
interrotta nei pazienti che manifestano convulsioni.
Nei pazienti affetti da cirrosi epatica e in quelli con una
compromissione renale di grado da moderato a grave, la clearance
renale della venlafaxina e dei suoi metaboliti attivi e' ridotta, e
pertanto l'emivita di eliminazione risulta prolungata. Quindi,
possono rendersi necessari una dose inferiore o un prolungamento
dell'intervallo fra le dosi. Con questi pazienti occorre prestare
attenzione nell'impiego di Venlafaxina , cosi' come per il
trattamento con altri antidepressivi.
L'esperienza con il medicinale gia' sul mercato ha dato
segnalazioni molto rare di secrezione SIADH (sindrome da
inappropriata secrezione dell'ormone antidiuretico) nei pazienti
anziani trattati con venlafaxina. Sebbene gli eventi riferiti si
siano verificati contemporaneamente all'assunzione di venlafaxina,
la relazione con la terapia con venlafaxina non e' nota. Sono stati
riportati rari casi di iponatriemia in concomitanza con il
trattamento con antidepressivi, inclusi i trattamenti con
antidepressivi selettivi della serotonina. I pazienti anziani, i
pazienti che assumono diuretici oppure quelli disidratati per altri
motivi sono solitamente sotto controllo. Sono stati riferiti rari
casi di iponatriemia correlati alla terapia con venlafaxina,
solitamente negli anziani; la situazione e' migliorata
interrompendo l'assunzione del medicinale. Sono necessari una
somministrazione cauta e controlli regolari e attenti quando la
venlafaxina e' assunta dagli anziani, specialmente da quelli che
assumono diuretici o che per qualsiasi altro motivo soffrono di
deplezione di liquidi.
Una somministrazione attenta e controlli regolari sono necessari
nei seguenti casi:
- Disturbi nella minzione (per esempio ipertrofia prostatica,
sebbene la probabilita' di tale evento sia molto esigua, dato che
la venlafaxina ha un effetto anticolinergico lieve);
- Glaucoma ad angolo stretto, aumento della pressione
intraoculare (la probabilita' di problemi di questo tipo e' esigua,
dato che la venlafaxina esercita solo una debole attivita'
anticolinergica);
- Ipotensione o ipertensione;
- Disturbi cardiaci come alterazioni della conduzione, angina
pectoris e recente infarto del miocardio; in tali casi, e'
necessario applicare anche le normali precauzioni. Occorre prestare
attenzione in caso di somministrazione simultanea di medicinali.
Malattie cardiovascolari, pressione alta o bassa
Aumenti della pressione arteriosa associati alla dose sono stati
comunemente segnalati dagli studi clinici, in particolare nei
pazienti che assumevano dosi giornaliere superiori a 200 mg.
Aumenti prolungati della pressione arteriosa potrebbero avere
conseguenze nocive. Si raccomanda di misurare la pressione
arteriosa dei pazienti ai quali viene somministrata la venlafaxina.
Per i pazienti nei quali si osserva un aumento sostenuto della
pressione arteriosa (ipertensione grave e non controllata) durante
la terapia con venlafaxina, va presa in considerazione la riduzione
della dose o l'interruzione della terapia. Possono verificarsi
aumenti della frequenza cardiaca, in particolare con dosi elevate.
Occorre prestare attenzione ai pazienti le cui condizioni di base
potrebbero essere compromesse dagli aumenti della frequenza
cardiaca. Sono state osservate alterazioni significative del
controllo della pressione arteriosa (ipertensione e ipotensione) e
anomalie della conduzione cardiaca, in particolare nei pazienti
anziani, ed e' stata riferita una possibile associazione fra la
venlafaxina e l'ischemia acuta del miocardio. Di conseguenza, la
venlafaxina va utilizzata con cautela nei pazienti con ischemia
miocardica acuta, malattie cerebrovascolari acute o altri disturbi
cardiaci accertati che potrebbero aumentare il rischio di aritmie
ventricolari. Riscontri significativi sull'elettrocardiogramma sono
stati osservati nello 0,8% dei pazienti trattati con venlafaxina,
rispetto allo 0,7% dei pazienti trattati con il placebo. Durante
gli studi clinici, alterazioni significative negli intervalli PR,
QRS o QTc (QT corretto) sono state raramente osservate nei pazienti
trattati con la venlafaxina.
Negli studi clinici controllati verso placebo, e' stato osservato
un aumento clinicamente significativo dei livelli sierici di
colesterolo nel 5,3% dei pazienti che assumevano venlafaxina da
almeno 3 mesi e nello 0% dei pazienti che assumevano il placebo. Se
compare ipercolesterolemia, va preso in considerazione il passaggio
ad un altro antidepressivo.
Nel trattamento della depressione bipolare, sussiste il rischio che
i pazienti sviluppino mania; in tal caso, va presa in
considerazione l'interruzione del trattamento. Non si dispone di
esperienza relativa al trattamento dei pazienti affetti da
schizofrenia.
I pazienti che assumono venlafaxina possono presentare un rischio
piu' elevato di emorragia della cute e delle mucose. Venlafaxina
va utilizzato con cautela nei pazienti con tendenza a tali tipi di
emorragia.
Se si manifestano eruzione cutanea, orticaria o reazioni allergiche
di qualsiasi tipo, la terapia con Venlafaxina va interrotta.
Venlafaxina contiene saccarosio. I pazienti con rari problemi
ereditari di intolleranza al fruttosio, malassorbimento di
glucosio-galattosio o carenza di saccarasi-isomaltasi non devono
assumere questo medicinale.


Interazioni con altri farmaci ed altre forme di interazione:
Inibitori della monoaminoossidasi
Venlafaxina non va utilizzato in concomitanza con gli inibitori
delle MAO. Effetti indesiderati, anche di grave entita' o con esito
letale, sono stati riferiti quando il trattamento con venlafaxina
e' stato iniziato subito dopo la sospensione del trattamento con
inibitori delle MAO e quando il trattamento con inibitori delle MAO
e' stato iniziato subito dopo la sospensione del trattamento con
venlafaxina. Sono stati osservati i seguenti effetti indesiderati
provocati da un'interazione: tremore, mioclono, sudorazione,
nausea, vomito, vampate di calore, vertigini, ipertermia simile a
sindrome neurolettica maligna, sindrome serotoninergica, attacchi
epilettici e decesso. Una associazione tra la venlafaxina e gli
inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina
(SSRI)/inibitori delle MAO puo', sebbene raramente, provocare
sintomi caratterizzati da ipertermia, rigidita' muscolare,
mioclono, instabilita' autonomica, stato di coscienza alterato e,
in casi gravi, delirio e coma. Di conseguenza, Venlafaxina non
deve essere usata contemporaneamente con inibitori delle MAO e non
prima che siano trascorsi almeno 14 giorni dall'interruzione della
terapia con inibitori delle MAO. Quando si passa da Venlafaxina
a un inibitore delle MAO, va osservata una pausa di 7 giorni.
Quando si inizia un trattamento con la venlafaxina 14 giorni dopo
un inibitore delle MAO, si raccomanda di iniziare la terapia con
una dose unica giornaliera iniziale di compresse da 37,5 mg durante
i primi giorni.
Nessuna ricerca sistematica e' stata condotta in merito al rischio
correlato all'impiego di Venlafaxina in combinazione con altri
medicinali che agiscono sul sistema nervoso centrale, con
l'eccezione dei medicinali elencati di seguito. Sulla base del noto
meccanismo d'azione della venlafaxina e della possibile comparsa
della sindrome serotoninergica, si raccomanda cautela se la
venlafaxina e' somministrata in concomitanza con prodotti che
agiscono sulla trasmissione serotoninergica (per esempio triptani o
inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina - SSRI).
Indinavir: In uno studio farmacocinetico, la somministrazione
simultanea di venlafaxina ha determinato una riduzione del 28%
dell'AUC e una riduzione del 36% della Cmax di indinavir.
L'indinavir non ha avuto alcun effetto sulla farmacocinetica della
venlafaxina nativa o della O-demetilvenlafaxina (ODV). La rilevanza
clinica di tale interazione e' sconosciuta.
Litio, diazepam, alcool
In volontari sani non e' stata rilevata alcuna interazione dopo
l'assunzione di una singola dose di litio, diazepam ed etanolo
durante il trattamento con venlafaxina. Comunque, come con tutti i
medicinali che agiscono sul sistema nervoso centrale, ai pazienti
va consigliato di evitare il consumo di alcool durante la terapia
con Venlafaxina.
Aloperidolo
Quando la venlafaxina e' stata somministrata allo stato
stazionario, la somministrazione concomitante per via orale di
aloperidolo ha determinato una riduzione della clearance renale
totale per l'aloperidolo, la quale a sua volta ha determinato un
aumento dell'AUC e della Cmax per l'aloperidolo. L'emivita di
eliminazione e' rimasta invariata. Il meccanismo alla base di tale
riscontro non e' noto.
Imipramina/desipramina
Il metabolismo dell'imipramina e del suo metabolita 2-OH-imipramina
non e' stato influenzato dalla venlafaxina, sebbene la clearance
renale totale della 2-idrossi-desipramina sia stata ridotta e l'AUC
e la Cmax della desipramina siano aumentate all'incirca del 35%.
Cimetidina
La cimetidina ha inibito il metabolismo di primo passaggio della
venlafaxina, ma non ha avuto alcun effetto significativo sulla
formazione o sull'eliminazione della O-demetilvenlafaxina (ODV) che
e' presente in quantita' molto piu' elevate nella circolazione
sistemica. Quando Venlafaxina viene somministrata in
concomitanza con cimetidina, non appare dunque necessario alcun
adeguamento della dose. Per i pazienti anziani o per i pazienti
affetti da una disfunzione epatica, l'interazione farmacologica
potrebbe essere piu' pronunciata e dunque per tali pazienti e'
indicato un monitoraggio clinico quando Venlafaxina e'
somministrata contemporaneamente a cimetidina.
Terapia elettroconvulsivante (ECT)
Si dispone di poca esperienza clinica in merito all'impiego
concomitante di venlafaxina e ECT. Dato che in caso di impiego
contemporaneo con gli SSRI e' stata rilevata una prolungata
attivita' convulsiva, si raccomanda cautela.
Clozapina
Dopo l'aggiunta di venlafaxina, un aumento dei livelli di clozapina
e' stato riferito e temporaneamente associato alla comparsa di
eventi avversi come le convulsioni.
Risperidone: Il profilo farmacocinetico del risperidone attivo e
del suo metabolita 9-idrossirisperidone non e' stato influenzato
dalla venlafaxina, sebbene l'AUC del risperidone sia aumentata
all'incirca del 32%.
Venlafaxina va utilizzata con attenzione nei pazienti trattati
in concomitanza con medicinali che aumentano il rischio di
emorragie, come anticoagulanti, derivati dell'acido salicilico e
antiinfiammatori non steroidei/antireumatici (FANS).
Warfarin
Sono stati osservati aumenti del tempo di protrombina, del tempo di
tromboplastina parziale o del rapporto internazionale normalizzato
(INR) quando la venlafaxina e' stata somministrata ai pazienti che
assumevano warfarin.
L'efficacia e la sicurezza del trattamento con venlafaxina in caso
di assunzione concomitante di agenti per perdere peso, inclusa la
fentermina, non sono state analizzate. L'assunzione concomitante di
venlafaxina e agenti per perdere peso e' dunque sconsigliata. Si
sconsiglia l'assunzione della venlafaxina per perdere peso in
monoterapia o in combinazione con altri prodotti.
Principi attivi metabolizzati dagli isoenzimi del citocromo P450
Gli studi in vitro dimostrano che la venlafaxina e' metabolizzata
principalmente nel fegato a opera dell'isoenzima CYP2D6 in O
-demetilvenlafaxina e dall'isoenzima CYP3A3/4 in N
-demetilvenlafaxina. Non si puo' escludere che ci sia una
interazione fra la venlafaxina e un farmaco inibitore dell'enzima
CYP2D6. Per questo motivo si consiglia cautela quando Venlafaxina
viene somministrata contemporaneamente a medicinali che inibiscono
l'enzima CYP2D6 (per esempio chinidina, paroxetina, fluoxetina,
perfenazina, aloperidolo, levomepromazina). Dato che la venlafaxina
potrebbe inibire in modo competitivo il metabolismo di altri
principi attivi metabolizzati dal CYP2D6, la venlafaxina va
utilizzata con cautela in combinazione con tali principi attivi,
dato che le concentrazioni plasmatiche di questi principi attivi
potrebbero aumentare.
Il polimorfismo del CYP2D6 va tenuto presente quando si prescrive
la venlafaxina.
Nei pazienti con un ridotto metabolismo del CYP2D6 (il 7% della
popolazione europea) e' possibile prevedere un innalzamento dei
livelli di venlafaxina. Inoltre, l'assunzione concomitante di un
inibitore dell'enzima CYP3A3/4 (per esempio ketoconazolo,
itraconazolo, ritonavir) puo' far innalzare i livelli di
venlafaxina attraverso una interazione metabolica.
Gli studi indicano che la venlafaxina e' un inibitore del CYP2D6.
In studi in vitro, la venlafaxina non ha inibito gli enzimi CYP3A4,
CYP1A2, CYP2C9 e CYP2C19. Questo dato e' stato confermato da studi
in vivo con i seguenti principi attivi: alprazolam (CYP3A4),
caffeina (CYP1A2), diazepam (CYP3A4 e CYP2C19) e tolbutamide
(CYP2C9).
Metoprololo: In uno studio farmacocinetico della durata di 5 giorni
condotto su alcuni volontari, la somministrazione simultanea di
venlafaxina (50 mg ogni 8 ore) e metoprololo (100 mg al giorno) e'
stata associata a un aumento del 30-40% dei livelli plasmatici di
metoprololo. Tuttavia, la concentrazione plasmatica di a-idrossi
-metoprololo e' rimasta invariata. La rilevanza clinica di tale
interazione e' sconosciuta. Il metoprololo non influisce sul
profilo farmacocinetico della venlafaxina e della ODV.


Avvertenze speciali:
Gravidanza
I dati relativi a un numero limitato di gravidanze esposte non
indicano effetti avversi di venlafaxina sulla gravidanza stessa o
sulla salute del feto. Concentrazioni elevate di venlafaxina sono
state rilevate nel liquido amniotico. I risultati degli studi su
animali hanno dimostrato tossicita' riproduttiva. Il rischio
potenziale per l'uomo non e' noto. La venlafaxina non deve essere
usata in gravidanza, a meno che la sua assunzione non sia
strettamente necessaria. Quando la venlafaxina e' utilizzata
a lungo termine fino al parto, possono comparire sintomi da
astinenza nel neonato.
Allattamento
La venlafaxina e il suo metabolita attivo sono escreti nel latte
materno. L'effetto sul neonato non e' chiaro. Di conseguenza, la
decisione in merito alla prosecuzione/interruzione
dell'allattamento al seno e alla prosecuzione/interruzione della
terapia con venlafaxina deve tener conto dei benefici
dell'allattamento al seno per il bambino e dei benefici della
terapia con venlafaxina per la madre.
Effetti sulla capacita' di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
Venlafaxina esplica un effetto da lieve a moderato sulla
capacita' di guidare veicoli e di usare macchinari. Questo dato va
tenuto in considerazione quando ci si mette alla guida di un
veicolo o si svolgono compiti che richiedono precisione.


Posologia e modalita' d'uso:
Si raccomanda di assumere il farmaco con il cibo. Ogni compressa
deve essere ingerita intera con del liquido. Non dividere,
rompere, masticare o mettere la compressa o capsula in acqua.
Nel passaggio da compresse di venlafaxina a breve durata di azione
a Venlafaxina a rilascio, il dosaggio di quest'ultimo medicinale
deve essere scelto in modo che corrisponda alla dose completa
giornaliera (mg al giorno) assunto con le compresse di venlafaxina
a breve durata di azione. Questa dose puo' essere modificata
secondo necessita', allo scopo di soddisfare le esigenze
individuali di ciascun paziente.
Il farmaco a rilascio prolungato deve essere assunto in un'unica
dose la mattina o la sera, all'incirca sempre alla stessa ora. Ai
pazienti in trattamento con il prodotto in compresse a rilascio
normale, puo' essere prescritto il prodotto in compresse a rilascio
prolungato al dosaggio equivalente piu' vicino (mg/die). Tuttavia
adeguamenti individuali del dosaggio possono rendersi necessari.
Dosaggio usuale
Depressione.
Il dosaggio normalmente consigliato per le compresse rigide a
rilascio prolungato nel trattamento della depressione e' di 75 mg
al giorno, somministrati in un'unica dose o in due dosi (37,5mg due
volte al di').
Se necessario il dosaggio del prodotto a rilascio
prolungato puo' essere aumentato in dosi incrementali di 75 mg al
giorno ad intervalli non inferiori a 4 giorni.
Il dosaggio puo' essere aumentato fino a 225 mg al giorno in
pazienti con depressione moderata e fino a 375 mg al giorno in
pazienti con depressione grave.
Le suddette raccomandazioni si basano sui risultati ottenuti dagli
studi clinici, nei quali il prodotto a rilascio prolungato e' stato
somministrato prevalentemente a dosaggi da 75 a 375 mg al giorno in
somministrazione unica. Con il dosaggio di 75 mg l'attivita'
antidepressiva e' stata osservata dopo 2 settimane di trattamento.
Ansia.
Il dosaggio normalmente consigliato per le compresse a
rilascio prolungato nel trattamento dell'ansia e' di 75 mg al
giorno somministrati in dose unica.
Nel caso che dopo 2 settimane un ulteriore miglioramento clinico
sia richiesto, il dosaggio puo' essere aumentato a 150 mg al giorno
somministrati in un'unica dose. Se necessario, il dosaggio puo'
essere ulteriormente aumentato fino a 225 mg al giorno,
somministrati in un'unica dose. Gli aumenti di dosaggio dovrebbero
essere effettuati ad intervalli di circa 2 settimane o piu', e
comunque non ad intervalli inferiori ai 4 giorni.
Con il dosaggio di 75 mg, l'attivita' ansiolitica e' stata
osservata dopo una settimana di trattamento.
Sospensione del trattamento.
Quando si interrompe la terapia con venlafaxina si raccomanda una
riduzione graduale del dosaggio. E' necessario un periodo di
riduzione graduale di almeno due settimane se la venlafaxina e'
stata utilizzata per piu' di 6 settimane. Negli studi clinici con
la venlafaxina in compresse a rilascio prolungato la riduzione
del dosaggio e' stata effettuata diminuendo di 75 mg la dose
giornaliera ad intervalli di una settimana.
Il periodo di riduzione graduale puo' dipendere dalla dose, dalla
durata della terapia e dal singolo paziente.
I pazienti devono essere avvertiti di consultare il proprio medico
prima di interrompere bruscamente l'assunzione del farmaco.
Pazienti con alterazioni renali o epatiche
In pazienti con un tasso di filtrazione glomerulare compresa
tra 10 e 70 ml/min si raccomandano riduzioni del 25-50% della
dose totale giornaliera. La dose totale giornaliera di
venlafaxina deve essere ridotta del 50% in pazienti sottoposti ad
emodialisi.
Nei pazienti con funzionalita' renale o epatica compromessa, si
raccomanda la riduzione della dose. La terapia deve essere
iniziata con le compresse di venlafaxina a breve durata di
azione allo scopo di determinare la dose appropriata.
Compromissione renale
Nei pazienti con una grave compromissione a livello renale
(clearance della creatinina <30 ml/min) o nei pazienti sottoposti
ad emodialisi, la dose deve essere ridotta del 50%. Quando
Venlafaxina viene somministrata a pazienti con una
compromissione a livello renale da lieve a moderata (clearance
della creatinina fra 30 e 80 ml/min), si consiglia cautela, e deve
essere presa in considerazione una riduzione della dose.
Compromissione epatica
Non esistono dati relativi ai pazienti con una grave compromissione
a livello epatico, ma si raccomanda cautela e si deve considerare
di ridurre la dose di oltre il 50%. Devono essere valutati i
potenziali benefici rispetto ai rischi nel trattamento dei pazienti
con compromissione epatica grave.
Ulteriori diminuzioni nel dosaggio dovrebbero essere considerate
in pazienti con insufficienza epatica piu' grave ed e' necessario
tenere questi pazienti sotto stretto controllo medico.
Pazienti anziani e pazienti con disturbi
cardiovascolari/ipertensione
Negli anziani e nei pazienti che soffrono di disturbi
cardiovascolari/ipertensione, si raccomanda di iniziare con la dose
efficace piu' bassa. Quando la dose viene personalizzata, bisogna
monitorare attentamente i pazienti per valutare nei casi in cui sia
necessario incrementare la dose.
Bambini e adolescenti
L'efficacia e la sicurezza di venlafaxina non sono state stabilite
nei pazienti al di sotto dei 18 anni di eta', quindi Venlafaxina
non deve essere utilizzata in questa categoria di pazienti.
Mantenimento/continuazione/trattamento prolungato
Solitamente si concorda sul fatto che episodi acuti di depressione
maggiore necessitano di trattamento per diversi mesi e anche oltre.
Venlafaxina ha dimostrato la sua efficacia durante il trattamento
a lungo termine (fino a 12 mesi). Se la risposta del paziente e'
soddisfacente, la terapia deve essere proseguita alla stessa dose
per almeno 4 settimane. In seguito e' solitamente possibile ridurre
la dose (per esempio, dimezzarla), sempre che questo non porti alla
ricomparsa dei sintomi. Preferibilmente il trattamento della
depressione deve essere continuato fino a quando la completa
scomparsa dei sintomi si protrae per un periodo di 4-6 mesi;
successivamente, e' possibile interrompere la terapia in modo
graduale. Negli studi clinici, la venlafaxina ha efficacemente
prevenuto la ricaduta, le recidive o l'insorgenza di ulteriori
episodi nei pazienti che hanno risposto al trattamento a base di
venlafaxina durante l'episodio indice. L'utilita' della terapia a
lungo termine con Venlafaxina va riconsiderata periodicamente.
Sospensione del trattamento
E' noto che con gli antidepressivi esiste la possibilita' di
comparsa di sintomi da astinenza. Quindi, si consiglia di
interrompere il trattamento in modo graduale e sotto supervisione
medica se la terapia ha avuto una durata superiore ad una
settimana, allo scopo di ridurre al minimo il rischio di comparsa
dei sintomi da astinenza. Per i pazienti che hanno assunto
Venlafaxina per piu' di 6 settimane, si consiglia una riduzione
graduale del dosaggio nell'arco di almeno 2 settimane. Negli studi
clinici, la riduzione del dosaggio e' avvenuta diminuendo la dose
giornaliera di 75 mg a intervalli di una settimana. Il tempo
necessario per ridurre il dosaggio puo' variare su base individuale
per ciascun paziente, secondo la dose assunta e la durata della
terapia. Se compaiono sintomi inaccettabili dopo la riduzione della
dose o all'interruzione della terapia, va preso in considerazione
il ripristino della dose precedente. In seguito, la dose puo'
essere nuovamente ridotta, ma in modo piu' graduale.
SOVRADOSAGGIO:
L'esperienza ottenuta dopo la commercializzazione ha incluso eventi
con esito letale in pazienti che avevano accidentalmente assunto
una dose eccessiva di venlafaxina insieme ad alcool e/o ad altri
medicinali.
I sintomi riferiti dopo un sovradosaggio includono alterazioni nel
livello di coscienza (dalla sonnolenza al coma), ma anche
agitazione, disturbi gastrointestinali come vomito, diarrea,
tremori, alterazioni nell'elettrocardiogramma (ECG) (prolungamento
dell'intervallo QT, blocco di branca, prolungamento del QRS),
tachicardia sinusale e ventricolare, bradicardia, ipotensione o
(lieve) ipertensione, attacchi epilettici.
Trattamento del sovradosaggio: assicurare una apertura delle vie
respiratorie, una ossigenazione e una ventilazione adeguate. Subito
dopo l'ingestione di grandi quantita' di medicinale e' possibile
utilizzare la lavanda gastrica oppure somministrare carbone attivo
in combinazione con sodio solfato. Il trattamento successivo deve
essere sintomatico. Si raccomanda di monitorare il ritmo cardiaco
ed i segni vitali.
L'induzione dell'emesi non e' raccomandata se sussiste il rischio
di aspirazione. Diuresi forzata, dialisi, emoperfusione o
trasfusione sostitutiva non apportano benefici accertati.


Effetti indesiderati:
MEDICINALE GENERICO
Spesso e' difficile distinguere gli effetti indesiderati della
terapia dai sintomi della depressione.
La comparsa di molti di questi effetti indesiderati e' correlata
alla dose.
Valutazione della frequenza:
Molto comune:>= 1/10
Comune:>= 1/100, < 1/10
Non comune: >= 1/1000, < 1/100
Raro:>= 1/10.000, < 1/1000
Molto raro: < 1/10.000 non noti (la frequenza non puo' essere
definita sulla base dei dati disponibili)

PATOLOGIE DEL SISTEMA EMOLINFOPOIETICO
Raro: trombocitopenia.
Molto raro: discrasia ematica (inclusi agranulocitosi, anemia
aplastica, neutropenia e pancitopenia).
DISTURBI DEL SISTEMA IMMUNITARIO
Non comune: iperfotosensibilita',
Molto raro: anafilassi.
PATOLOGIE ENDOCRINE
Molto raro: innalzamento dei livelli di prolattina.
DISTURBI DEL METABOLISMO E DELLA NUTRIZIONE
Comune: innalzamento del livello sierico di colesterolo
(specialmente correlato alla terapia a lungo termine e forse
all'assunzione di dosi elevate), perdita di peso.
Non comune: iponatriemia, aumento di peso.
Raro: sindrome da inappropriata secrezione dell'ormone
antidiuretico (SIADH).
DISTURBI PSICHIATRICI
Comune: insonnia, sonnolenza, nervosismo, aggressivita', sogni
anomali, anomalie dell'orgasmo (negli uomini).
Non comune: apatia, allucinazioni, anomalie dell'orgasmo (nelle
donne), agitazione.
Raro: mania o ipomania.
Molto raro: stato confusionale (delirio), casi di ideazione suicida
e comportamenti suicidi sono stati riferiti durante la terapia con
venlafaxina o subito dopo la sua interruzione.
PATOLOGIE DEL SISTEMA NERVOSO
Comune: capogiri, cefalea, aumento del tono muscolare, parestesia,
sedazione, tremore.
Non comune: mioclono.
Raro: sindrome serotoninergica, sindrome neurolettica maligna
(SNM), convulsioni, acatisia.
Molto rari: reazioni extrapiramidali (incluse distonia e
discinesia), discinesia tardiva.
PATOLOGIE DELL'OCCHIO
Comune: disturbi dell'accomodazione visiva, midriasi, anomalie
visive.
Molto raro: glaucoma ad angolo chiuso.
PATOLOGIE DELL'ORECCHIO E DEL LABIRINTO
Non comune: tinnito.
PATOLOGIE CARDIACHE
Non comune: aritmie (inclusa tachicardia).
Molto raro: prolungamento dell'intervallo QT e QRS, fibrillazione
ventricolare, tachicardia ventricolare (inclusa la torsione di
punta), scompenso cardiaco, insufficienza cardiaca.
PATOLOGIE VASCOLARI
Comune: ipertensione, vasodilatazione (soprattutto vampate di
calore), ecchimosi, emorragia delle mucose.
Non comune: ipotensione, ipotensione posturale, sincope.
Raro: emorragia (inclusa emorragia cerebrale), emorragia
gastrointestinale.
PATOLOGIE RESPIRATORIE, TORACICHE E MEDIASTINICHE
Comune: sbadigli.
Molto raro: eosinofilia polmonare con sintomi quali dispnea,
dolore toracico.
PATOLOGIE GASTROINTESTINALI
Comune: alterazioni dell'appetito, anoressia, costipazione, nausea,
vomito, secchezza delle fauci, dispepsia.
Non comune: bruxismo, alterazioni del gusto, diarrea.
Molto raro: pancreatite.
PATOLOGIE EPATOBILIARI
Non comune: test della funzionalita' epatica anormale.
Raro: epatite.
PATOLOGIE DELLA CUTE E DEL TESSUTO SOTTOCUTANEO
Comune: sudorazione (inclusa sudorazione notturna).
Non comune: dermatite, alopecia, reazioni di fotosensibilita',
eruzione cutanea.
Molto raro: eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson,
pizzicore, prurito, orticaria.
PATOLOGIE DEL SISTEMA MUSCOLOSCHELETRICO E DEL TESSUTO CONNETTIVO
Molto raro: rabdomiolisi.
PATOLOGIE RENALI E URINARIE
Comune: disturbi delle vie urinarie (soprattutto minzione
discontinua).
Non comune: ritenzione urinaria.
PATOLOGIE DELL'APPARATO RIPRODUTTIVO E DELLA MAMMELLA
Comune: disturbi di eiaculazione, disfunzione erettile, riduzione
della libido.
Non comune: menorragia.
PATOLOGIE SISTEMICHE E CONDIZIONI RELATIVE ALLA SEDE DI
SOMMINISTRAZIONE
Comune: debolezza/affaticamento, astenia.
ESAMI DIAGNOSTICI
Raro: tempo di sanguinamento prolungato.
Negli studi clinici condotti in ambito pediatrico, sono stati
osservati i seguenti eventi avversi con una frequenza analoga a
quella rilevata nei pazienti adulti: dolori addominali, agitazione,
anoressia, perdita di peso, aumento della pressione arteriosa e dei
livelli di colesterolo nel siero, dispepsia, ecchimosi, emorragia
nasale e mialgia. Si riferiscono sintomi da astinenza in
pazienti affetti da depressione e in pazienti affetti
dal disturbo d'ansia generalizzata o dal disturbo d'ansia
sociale. Esiste una relazione fra l'interruzione improvvisa
della terapia, la riduzione della dose o la riduzione graduale
della dose e il manifestarsi di nuovi sintomi. L'incidenza di
questi sintomi e' aumentata con dosi piu' elevate e con una
somministrazione prolungata. Sono stati segnalati capogiri,
disturbi sensoriali (inclusa parestesia e sensazione simile a
scossa elettrica), disturbi del sonno (inclusi insonnia e sogni
intensi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, stato
confusionale, sudorazione, cefalea, diarrea, palpitazioni,
instabilita' emotiva, irritabilita' e disturbi alla vista.
Solitamente si verificano entro i primi giorni dall'interruzione
del trattamento, ma vi sono segnalazioni molto rare di tali sintomi
in pazienti che avevano saltato inavvertitamente una dose. In
generale tali sintomi sono autolimitanti e normalmente si risolvono
entro 2 settimane, sebbene in alcune persone possano persistere
piu' a lungo (2-3 mesi o piu'). Pertanto, quando il trattamento con
Venlafaxina non e' piu' necessario, si raccomanda quindi di
interromperlo gradualmente riducendo lentamente la dose.

Farmaco etico
Le piu' comuni (>1/10) reazioni avverse riportate negli studi
clinici sono state nausea, secchezza delle fauci, emicrania e
sudorazione (inclusi sudori notturni)
Le reazioni avverse sono elencate di seguito secondo classe
sistemica d'organo e frequenza.
Le frequenze sono definite come: molto comune (>=1/10), comune
(>=1/100 e<1/10), non comune (>=1/1000 e<1/100), raro (>=1/10000
e<1/1000), frequenza sconosciuta (non puo' essere stimata dai dati
disponibili).
SISTEMA CORPOREO
Non comune: Ecchimosi, Emorragia gastrointestinale
Frequenza sconosciuta: Sanguinamento delle mucose, Prolungamento
del tempo si sanguinamento, Trombocitopenia, Discrasia ematica
(comprese agranulocitosi, anemia aplastica, neutropenia e
pancitopenia)
METABOLICO/NUTRITIVO
Comune: Aumento del colesterolo sierico, Perdita di peso
Non comune: Aumento di peso
Frequenza sconosciuta: Anormalita' dei test di funzionalita'
epatica, Iponatremia, Epatite, Sindrome da inadeguata secrezione
dell'ormone antidiuretico (SIADH), aumento della prolattina
NERVOSO
Molto comune: secchezza delle fauci (10,0%), Emicrania (30,3%)*
Comune: Sogni anormali, Diminuzione della libido, Capogiro, Aumento
del tono muscolare (ipertonia), Insonnia, Nervosismo, Parestesia,
Sedazione, Tremore, Confusione, Depersonalizzazione
Non comune: Apatia, allucinazioni, Mioclono, Agitazione,
Compromissione delle coordinazione e dell'equilibrio
Raro: Acatisia, Irrequietezza psicomotoria, Convulsioni, Reazione
maniacale
Frequenza sconosciuta: Sindrome neurolettica maligna (SNM),
Sindrome serotoninergica, Delirio, reazioni extrapiramidali
(comprese distonia e discinesia), Discinesia tardiva, Ideazione e
comportamento suicidari**
SISTEMA CORPOREO
Sensi speciali
Comune: Anomalie dell'accomodazione, Midriasi, Disturbi della
visione
Non comune: Sensazione del gusto alterata, Tinnito
Frequenza sconosciuta: Glaucoma ad angolo chiuso
Cardiovascolare
Comune: Ipertensione, Vasodilatazione (principalmente
vampate/rossore), palpitazioni
Non comune: Ipotensione ortostatica, Sincope, Tachicardia
Frequenza sconosciuta: Ipotensione, Prolungamento dell'intervallo
QT, Fibrillazione ventricolare, Tachicardia ventricolare (compresa
torsade de pointes)
Respiratorio
Comune: sbadigliamento
Frequenza sconosciuta: Eosinofilia polmonare
Digerente
Molto Comune: Nausea (20,0%)
Comune: Diminuzione dell'appetito (anoressia), Stipsi, Vomito
Non comune: Bruxismo, Alopecia
Frequenza sconosciuta: Pancreatite
Cute
Molto comune: Sudorazione (comprese sudori notturni 12,2%)
Non comune: Rash, Alopecia
Frequenza sconosciuta: Eritema multiforme, Necrolisi epidermica
tossica, Sindrome di Stevens-Johnson, Prurito, Orticaria
Muscolo-scheletrico
Frequenza sconosciuta: Rabdomiolisi
Urogenitale:
Comune: Eiaculazione/orgasmo anormali (maschio), Anorgasmia,
Disfunzione erettile (impotenza), Compromissione della minzione
(principalmente esitazione), Alterazioni mestruali associate con
aumentato sanguinamento o aumentato irregolare (menorragia,
metrorragia), Pollachiuria
Non comune: Orgasmo anomalo (femmina), menorragia, Ritenzione
urinaria
Eventi generali
Comune; Astenia (affaticamento), Brividi
Non comune: Reazione di fotosensibilita'
Frequenza sconosciuta: Anafilassi
* In studi clinici a gruppi, l'incidenza dell'emicrania era del
30,3% con la venlafaxina rispoetto al 31,3% con placebo.
** Casi di ideazione suicidaria e comportamenti suicidari sono
stati riportati durante la terapia con la venlafaxina o
immediatamente dopo l'interruzione del trattamento.
L'interruzione del trattamento con venlafaxina (soprattutto quando
brusca) comporta comunemente sintomi da astinenza.
Le reazioni piu' comunemente riportate sono capogiro, disturbi
sensoriali (inclusa parestesia), disturbi del sonno (inclusi
insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito,
tremore, cefalea e sindrome influenzale. Generalmente tali eventi
sono da lievi a moderati ed auto-limitanti; tuttavia in alcuni
pazienti possono essere gravi e/o prolungati. Pertanto si
raccomanda che si debba interrompere gradualmente l'assunzione
mediante una riduzione progressiva della dose. quando il
trattamento con venlafaxina non sia piu' necessario.
Pazienti pediatrici
In generale, il profilo delle reazioni avverse da venlafaxina
riscontrate (in studi clinici placebo-controllati) nei bambini e
negli adolescenti (di eta' compresa tra 6 e 17 anni) e' stato
simile a quello osservato negli adulti. Come per gli adulti sono
stati osservati diminuzione dell'appetito, perdita di peso, aumento
della pressione ematica e aumento del colesterolo sierico.
In studi clinici pediatrici e' stata osservata come reazione
avversa l'ideazione suicidaria. Ci sono stati anche aumentati casi
di ostilita' e, soprattutto nel disturbo depressivo maggiore,
autolesionismo.
In particolare, le seguenti reazioni avverse sono state osservate
nei pazienti pediatrici: dolore addominale, agitazione, dispepsia,
ecchimosi, epistassi e mialgia.


Modalita' di conservazione:
Conservare a temperatura ambiente e in luogo asciutto (15-25 gradi
C).






Categoria farmacoterapeutica
Antidepressivi.

Principi attivi
Capsule rigide a rilascio prolungato da 37,5 mg: venlafaxina cloridrato 42,43 mg pari a venlafaxina base 37,5 mg. Capsule rigide a rilascio prolungato da 75 mg: venlafaxina cloridrato 84,85 mg pari a venlafaxina base 75 mg. Capsule rigide a rilascio prolungato da 150 mg: venlafaxina cloridrato 169,7 mg pari a venlafaxina base 150 mg.

Eccipienti
Capsule rigide a rilascio prolungato da 37,5 mg. Contenuto della capsula: cellulosa microcristallina, etilcellulosa, ipromellosa; involucro della capsula: gelatina, ossido di ferro rosso, ossido di ferro giallo, ossido di ferro nero, titanio diossido; inchiostro di stampa rosso S-1-15094 e S-1-15095 (lacca di rivestimento in etanolo, ossido di ferro rosso, alcool n-butilico, alcool isopropilico, glicole propilenico, ammonio idrossido, simeticone). Capsule rigide a rilascio prolungato da 75 mg: cellulosa microcristallina, etilcellulosa, ipromellosa; involucro della capsula: gelatina, ossido di ferro rosso, ossido di ferro giallo, titanio diossido; inchiostro di stampa rosso S-1-15094 e S-1-15095 (lacca di rivestimento in etanolo, ossido di ferro rosso, alcool n-butilico, alcool isopropilico, glicole propilenico, ammonio idrossido, simeticone). Capsule rigide a rilascio prolungato da 150 mg: cellulosa microcristallina, etilcellulosa, ipromellosa; involucro della capsula: gelatina, ossido di ferro rosso, ossido di ferro giallo, titanio diossido; inchiostro di stampa bianco TekPrint SB-0007B (lacca, alcool etilico, alcool isopropilico, alcool n-butilico, glicole propilenico, sodio idrossido, polivinilpirrolidone, titanio diossido).

Indicazioni
Trattamento degli episodi di depressione maggiore. Prevenzione delle recidive degli episodi di depressione maggiore. Trattamento del disturbo d'ansia generalizzato. Trattamento del disturbo d'ansia sociale. Trattamento del disturbo da panico, con o senza agorafobia.

Controindicazioni / eff.secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Il trattamento concomitante con inibitori irreversibili delle monoaminoossidasi (I-MAO) e' controindicato a causa del rischio di sindrome serotoninergica con sintomi quali agitazione, tremore e ipertermia. Non si deve iniziare l'assunzione di venlafaxina se non sono trascorsialmeno 14 giorni dalla interruzione del trattamento con un I-MAO irre versibile. La somministrazione di venlafaxina deve essere interrotta almeno 7 giorni prima dell'inizio del trattamento con un inibitore irreversibile delle MAO.

Posologia
Episodi di depressione maggiore: 75 mg al giornocome dose iniziale. I pazienti che non rispondono ad una dose iniziale di 75 mg/die possono trarre giovamento da incrementi di dose fino ad un massimo di 375 mg/die. Gli incrementi di dosaggio possono essere effettuati ad intervallidi 2 settimane o piu'. Se clinicamente garantito a causa della gravit a' dei sintomi, gli incrementi di dose possono essere effettuati ad intervalli piu' frequenti, comunque non inferiori a 4 giorni. Gli incrementi di dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica. La dose efficace piu' bassa deve essere mantenuta. I pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solito parecchi mesi o piu'. Il trattamento deve essere rivalutato regolarmente subase individuale. Un trattamento a lungo termine per la prevenzione d elle ricorrenze di episodi depressivi maggiori (MDE) puo' anche essereappropriato. Nella maggior parte dei casi, la dose raccomandata per l a prevenzione delle ricorrenze di MDE e' uguale a quella utilizzata durante l'episodio stesso. Il trattamento con medicinali antidepressivi deve durare per almeno 6 mesi successivi la remissione della malattia.Disturbo d'ansia generalizzata: 75 mg al giorno una volta al giorno. I pazienti che non rispondono ad una dose iniziale di 75 mg/die possono trarre giovamento da incrementi di dose fino ad un massimo di 225 mg/die. Gli incrementi di dosaggio possono essere effettuati ad intervalli di 2 settimane o piu'. Gli incrementi di dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica. La dose efficace piu' bassa deve essere mantenuta. I pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solito parecchi mesi o piu'. Il trattamento deve essere rivalutato regolarmente su base individuale. Disturbo d'ansia sociale: 75 mg una volta al giorno. Non ci sono prove che dosi piu' alte apportino benefici maggiori. Comunque, in singoli pazienti non rispondenti alla dose iniziale di 75 mg/die, incrementi fino alla dose massima di 225 mg/die possono essere considerati. Gli incrementi di dosaggio possono essere effettuati ad intervalli di 2 settimane o piu'. Gli incrementi di dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica. La dose efficace piu' bassa deve essere mantenuta. I pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solito parecchi mesi o piu'. Il trattamento deve essere rivalutato regolarmente su base individuale. Disturbo da panico: 37,5 mg al giorno per 7 giorni, successivamente, aumentare il dosaggio a 75 mg al giorno. Pazienti che non rispondono ad una dose di 75 mg/die possono trarre beneficio da incrementi di dose fino ad un massimo di 225 mg/die. Gli incrementi di dosaggio possono essere effettuati ad intervalli di 2 settimane o piu'. Gli incrementi di dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica. La dose efficace piu' bassa deve essere mantenuta. I pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solito parecchi mesi o piu'. Il trattamento deve essere rivalutato regolarmente su base individuale. Uso in pazienti anziani: non si ritiene necessario alcun adattamento specifico della dose della venlafaxina esclusivamente sulla base dell'eta'. Comunque, si deve usare cautela nel trattamento dei pazienti anziani (per esempio, a causa della possibilita' di insufficienza renale, della potenziale alterazione della sensibilita' e dell'affinita' dei neurotrasmettitori che si verifica con l'eta'). Si deve sempre utilizzare la dose efficace piu' bassa, e i pazienti devono essere attentamente monitorati quando si richiede un aumento della dose. Uso nei bambini ed adolescenti al di sotto dei 18 anni: l'uso non e' raccomandato in bambini ed adolescenti. Studiclinici controllati in bambini ed adolescenti con disturbo depressivo maggiore non hanno dimostrato efficacia e non supportano l'uso di ven lafaxina in questi pazienti. L'efficacia e la sicurezza di venlafaxinain altre indicazioni in bambini ed adolescenti al di sotto dei 18 ann i non e' stata stabilita. Uso in pazienti con insufficienza epatica: in pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata, in genere una riduzione della dose del 50% deve essere considerata. Comunque, a causa della variabilita' individuale della clearance, una individualizzazione del dosaggio sarebbe preferibile. Esistono dati limitati su pazienti con insufficienza epatica grave. Si raccomanda di usare cautela euna riduzione della dose di piu' del 50% deve essere presa in conside razione. Valutare il beneficio potenziale rispetto ai rischi nel trattamento di pazienti con grave insufficienza epatica. Uso in pazienti con insufficienza renale: sebbene nessun adeguamento del dosaggio e' necessario per pazienti con velocita' di filtrazione glomerulare (VFG) compresa tra 30 e 70 ml/minuto, si raccomanda di usare cautela. Per pazienti che necessitino emodialisi ed in pazienti con grave insufficienzarenale (VFG < 30 ml/min), la dose deve essere ridotta del 50%. A caus a della variabilita' individuale della clearance in questi pazienti, una individualizzazione del dosaggio sarebbe preferibile. Sintomi da astinenza osservati all'interruzione del trattamento con venlafaxina: evitare un brusca interruzione del trattamento. Quando si interrompe l'assunzione di venlafaxina, la dose deve essere ridotta gradualmente in un periodo di almeno 1-2 settimane, al fine di ridurre il rischio di reazioni da astinenza. Se si verificano sintomi insopportabili a seguito della diminuzione della dose o a seguito dell'interruzione del trattamento, si puo' prendere in considerazione di ripristinare la dose prescritta in precedenza. Successivamente, il medico puo' continuare a diminuire la dose, ma piu' gradualmente. Uso orale. Si raccomanda di assumere le capsule a rilascio prolungato di venlafaxina con il cibo, all'incirca alla stessa ora ogni giorno. Le capsule devono essere ingerite intere con del liquido e non devono essere divise, rotte, masticate o disciolte. I pazienti in trattamento con venlafaxina in compresse a rilascio immediato possono passare al trattamento con venlafaxina in capsule rigide a rilascio prolungato al dosaggio giornaliero equivalente piu' vicino. Per esempio, dall'assunzione di venlafaxina da 37,5 mg in compresse a rilascio immediato due volte al giorno si puo' passare all'assunzione di venlafaxina da 75 mg in capsule rigide a rilascio prolungato una volta al giorno. Puo' essere necessario un adattamento individuale del dosaggio. Le capsule a rilascio prolungato di venlafaxina contengono sferoidi, che rilasciano il principio attivo lentamente nel tratto digestivo. La porzione insolubile di questi sferoidi e' eliminata e puo' essere ritrovata nelle feci.

Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C.

Avvertenze
Suicidio/ideazione suicidaria o peggioramento clinico: la depressione e' associata ad aumentato rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio. Tale rischio persiste fino a che si verifichi una remissione significativa. In generale il rischio di suicidio puo' aumentare nelle prime fasi del miglioramento. Altre patologie psichiatriche per le quali la venlafaxina e' prescritta possono anche essere associate ad un aumentato rischio di eventi suicidio-correlati. Inoltre, queste patologie possono essere associate al disturbo depressivo maggiore. Le stesse precauzioni osservate quando si trattano pazienti con disturbo depressivo maggiore si devono pertanto osservare con altre patologie psichiatriche. La terapia farmacologica con antidepressivi deve essere sempre associata ad una stretta sorveglianza dei pazienti. Avvertire ipazienti (e chi si prende cura di loro) della necessita' di monitorar e qualsiasi peggioramento clinico, l'insorgenza di comportamento o pensieri suicidari o di cambiamenti inusuali del comportamento e di cercare immediatamente un consulto medico se questi sintomi si presentano. Uso in bambini e adolescenti di eta' inferiore ai 18 anni: non utilizzare il farmaco per il trattamento di bambini e adolescenti al di sottodei 18 anni di eta': sono stati osservati comportamenti suicidio-corr elati e ostilita'. Qualora, in base ad esigenze mediche, debba esserepresa la decisione di effettuare il trattamento, monitorare il pazien te per la comparsa di sintomi suicidari. Non sono disponibili dati sulla sicurezza a lungo termine per la crescita, la maturazione e lo sviluppo cognitivo e comportamentale di bambini e adolescenti. Sindrome serotoninergica: puo' verificarsi la sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, in particolare con l'uso concomitante di altri farmaci che possono influenzare i sistemi di neurotrasmissione serotoninergica, quali gli inibitori delle MAO. I sintomi della sindrome serotoninergica possono includere modifiche dello stato mentale, instabilita' autonomica, aberrazioni neuromuscolari e/o sintomi gastrointestinali. Glaucoma ad angolo stretto In associazione con la venlafaxina, si puo' verificare midriasi. Si raccomanda di monitorare attentamente i pazienti con pressione intraoculare aumentata, o pazienti a rischio di glaucoma ad angolo stretto. Pressione ematica: aumenti dose-dipendente della pressione ematica sono stati comunemente riportati con l'uso di venlafaxina. Sono stati riportati casi di elevata pressione ematica che hanno richiesto un trattamento immediato. Tutti i pazienti devono essere attentamente monitorati per casi di elevata pressione ematica e un'ipertensione pre-esistente deve essere controllata prima di iniziare il trattamento con venlafaxina. Controllare periodicamente la pressione ematica dopo l'inizio del trattamento e dopoaumenti di dose. Usare cautela nei pazienti con condizioni preesisten ti che potrebbero essere compromesse da aumenti della pressione ematica, quali quelli con funzionalita' cardiaca compromessa. Frequenza cardiaca: si puo' verificare un aumento della frequenza cardiaca. Malattiacardiaca e rischio di aritmia: l'uso di venlafaxina non e' stato valu tato in pazienti con recente anamnesi di infarto del miocardio o malattia cardiaca instabile; usare con cautela la venlafaxina in tali pazienti. Casi di aritmia cardiaca fatale sono stati riportati con l'uso divenlafaxina, specialmente in casi di overdose. La valutazione dei ris chi e benefici deve essere considerata prima di prescrivere venlafaxina ai pazienti ad alto rischio di grave aritmia cardiaca. Convulsioni: si possono presentare convulsioni. Usare con cautela nei pazienti con anamnesi di convulsioni. Interrompere il trattamento nei pazienti che sviluppino convulsioni. Iponatriemia: si possono verificare casi di iponatriemia e/o di sindrome da inadeguata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH) con l'uso di venlafaxina. Sanguinamento anormale: i medicinali che inibiscono la captazione della serotonina possono portare afunzionalita' piastrinica ridotta. Il rischio di sanguinamento della cute e delle mucose, inclusa l'emorragia gastrointestinale, puo' essere aumentato in pazienti che assumono venlafaxina. Utilizzare con cautela in pazienti predisposti al sanguinamento, compresi i pazienti in trattamento con anticoagulanti e inibitori piastrinici. Colesterolo sierico: sono stati registrati aumenti clinicamente significativi del colesterolo sierico nel 5,3% dei pazienti trattati con venlafaxina e nello0,0% dei pazienti trattati con placebo dopo un trattamento di almeno tre mesi in studi clinici placebo-controllati. La misurazione dei livelli sierici di colesterolo deve essere presa in considerazione duranteun trattamento prolungato. Co-somministrazione con agenti per la perd ita di peso: non sono state dimostrate la sicurezza e l'efficacia della terapia con la venlafaxina in combinazione con agenti per la perditadi peso, compresa la fentermina. La somministrazione contemporanea di venlafaxina e di agenti per la perdita di peso non e' raccomandata. L a venlafaxina non e' indicata per la perdita di peso ne' in monoterapia ne' in combinazione con altri prodotti. Mania/ipomania: si possono manifestare mania/ipomania in una piccola proporzione di pazienti con disturbi dell'umore che abbiano assunto antidepressivi, inclusa la venlafaxina; utilizzare con cautela in pazienti con anamnesi personale o familiare di disordini bipolari. Aggressivita': in una piccola proporzione di pazienti che abbiano assunto antidepressivi, compresa la venlafaxina. Cio' e' stato riportato all'inizio del trattamento, alla modifica del dosaggio e all'interruzione del trattamento; utilizzare con cautela in pazienti con anamnesi di aggressivita'. Sospensione del trattamento: sintomi da astinenza sono comuni quando si interrompe il trattamento, soprattutto se in caso di brusca interruzione. Le reazioni piu'comunemente riportate sono capogiro, disturbi sensoriali (inclusa la parestesia), disturbi del sonno (inclusi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore e cefalea. Sono stati riportati casi molto rari di tali sintomi in pazienti che avevano inavvertitamente dimenticato di assumere una dose Ridurre gradualmente la somministrazione quando si interrompe il trattamento. Acatisia/irrequietezza psicomotoria: l'uso e' stato associato con lo sviluppo di acatisia,caratterizzata da una irrequietezza soggettivamente spiacevole e stre ssante e da bisogno di muoversi spesso accompagnato da una incapacita'a restare seduto o fermo. Nei pazienti che riportano questi sintomi u n aumento della dose puo' essere dannoso. Secchezza delle fauci Il 10%dei pazienti trattati con venlafaxina riporta secchezza delle fauci. Cio' puo' comportare un aumentato rischio di carie e si deve avvertirei pazienti dell'importanza dell'igiene dentale.

Interazioni
Inibitori delle monoaminoossidasi (I-MAO). I-MAO irreversibili non selettivi: la venlafaxina non deve essere usata in combinazione con I-MAOirreversibili non selettivi. Non si deve iniziare l'uso di venlafaxin a per almeno 14 giorni dopo l'interruzione del trattamento con un I-MAO irreversibile non selettivo. Si deve interrompere il trattamento conla venlafaxina per almeno 7 giorni prima di iniziare il trattamento c on un I-MAO irreversibile non selettivo. Inibitore selettivo reversibile della MAO-A (moclobemide): l'associazione della venlafaxina con un I-MAO reversibile e selettivo, come la moclobemide, e' controindicata,a causa del rischio di sindrome serotoninergica. Dopo il trattamento con un I-MAO reversibile, si puo' attendere un periodo di astinenza inferiore a 14 giorni prima di iniziare il trattamento con venlafaxina. Si raccomanda di interrompere l'assunzione di venlafaxina per almeno 7giorni prima di iniziare il trattamento con un I-MAO reversibile. I-M AO non selettivi reversibili (linezolid): l'antibiotico linezolid e' un debole I-MAO reversibile e non selettivo, e non deve essere prescritto ai pazienti in trattamento con venlafaxina. Gravi reazioni avverse sono state riportate in pazienti che avevano recentemente interrotto la terapia con I-MAO e cominciato quella con venlafaxina, o avevano recentemente interrotto la terapia con venlafaxina prima di iniziare quella con I-MAO. Queste reazioni includevano tremore, mioclonia, diaforesi, nausea, vomito, vampate, capogiro e ipertermia con manifestazioni rassomiglianti la sindrome neurolettica maligna, convulsioni e morte. Sindrome serotoninergica Come con altri farmaci serotoninergici, con lavenlafaxina si puo' verificare la sindrome serotoninergica, soprattut to con l'uso concomitante di altri farmaci che possono modulare il sistema di neurotrasmissione serotoninergica (come i triptani, gli SSRI, gli SNRI, il litio, la sibutramina, il tramadol o l'erba di San Giovanni [ Hypericum perforatum ]), con medicinali che interferiscono con lametabolizzazione della serotonina (compresi gli I-MAO), o con precurs ori della serotonina (come i supplementi di triptofano). Se il trattamento concomitante della venlafaxina con un SSRI, un SNRI o con un agonista del recettore della serotonina (triptano) e' clinicamente giustificato, si raccomanda un'attenta osservazione del paziente, soprattuttoall'inizio del trattamento e agli incrementi di dose. Non si raccoman da l'uso concomitante di venlafaxina con i precursori della serotonina(come i supplementi del triptofano). Medicinali che agiscono sul Sist ema Nervoso Centrale (SNC): il rischio dell'utilizzo di venlafaxina incombinazione con altri medicinali che agiscono sul SNC non e' stato v alutato in modo sistematico. Pertanto, si deve usare cautela quando lavenlafaxina e' assunta in combinazione con altri farmaci che agiscono sul SNC. Etanolo: e' stato dimostrato che la venlafaxina non aumenta la compromissione delle capacita' mentali e motorie causata dall'etanolo. Comunque, si deve raccomandare ai pazienti di evitare il consumo di alcool durante l'assunzione di venlafaxina, come con tutti gli altrimedicinali attivi sul SNC. Effetti di altri medicinali sulla venlafax ina Ketoconazolo (inibitore del CYP3A4): uno studio di farmacocineticacon il ketoconazolo in metabolizzatori forti (MI) e in metabolizzator i poveri (MP) del CYP2D6 ha fornito risultati di AUC piu' alte sia di venlafaxina (70% e 21% in soggetti MP e MI del CYP2D6, rispettivamente) che di O-desmetilvenlafaxina (33% e 23% in soggetti MP e MI del CYP2D6, rispettivamente) a seguito della somministrazione di ketoconazolo.L'uso concomitante di venlafaxina con inibitori del CYP3A4 (ad es.: a tazanavir, claritromicina, indinavir, itraconazolo, voriconazolo, posaconazolo, ketoconazolo, nelfinavir, ritonavir, saquinavir, telitromicina) puo' aumentare i livelli di venlafaxina e di O-desmetilvenlafaxina. Pertanto si raccomanda cautela se la terapia del paziente comprende l'uso concomitante di venlafaxina e di un inibitore del CYP3A4. Effetto della venlafaxina su altri medicinali Litio La sindrome serotoninergica puo' verificarsi con l'uso concomitante di venlafaxina e litio. Diazepam: la venlafaxina non ha effetto sulla farmacocinetica e sulla farmacodinamica del diazepam e del suo metabolita attivo, il desmetildiazepam. Il diazepam sembra non influenzi la farmacocinetica ne' della venlafaxina ne' del suo metabolita attivo O-desmetilvenlafaxina. Non e'noto se ci sia interazione di tipo farmacocinetico e/o farmacodinamic o con altre benzodiazepine. Imipramina: la venlafaxina non ha influenzato la farmacocinetica dell'imipramina e della 2-OH-imipramina. C'e' stato un incremento dose-dipendente della AUC della 2-OH-desipramina da2,5 a 4,5 volte quando la venlafaxina e' stata somministrata giornalm ente in dosi da 75 mg a 150 mg. L'imipramina non ha influenzato la farmacocinetica della venlafaxina e dell'O-desmetilvenlafaxina. Il significato clinico di questa interazione non e' noto. Si deve prestare cautela quando si somministrano contemporaneamente imipramina e venlafaxina. Aloperidolo: uno studio di farmacocinetica con l'aloperidolo ha mostrato una diminuzione del 42% della clearance orale totale, un incremento del 70% dell'AUC, un incremento del 88% della C max ma nessuna modifica dell'emivita dell'aloperidolo. Cio' deve essere tenuto in considerazione in pazienti trattati contemporaneamente con aloperidolo e venlafaxina. Il significato clinico di questa interazione non e' noto. Risperidone: la venlafaxina ha fatto aumentare l'AUC del risperidone del50%, ma non ha modificato in maniera significativa il profilo farmaco cinetico della parte attiva totale (risperidone piu' 9-idrossirisperidone). Il significato clinico di questa interazione non e' noto. Metoprololo La somministrazione concomitante di venlafaxina e metoprololo a volontari sani in uno studio di interazione farmacocinetica per entrambi i medicinali ha comportato un aumento di circa il 30-40% delle concentrazioni plasmatiche del metoprololo, senza alcuna alterazione delleconcentrazioni plasmatiche del suo metabolita attivo, l'alfa-idrossim etoprololo. Il significato clinico di questo dato nei pazienti ipertesi non e' noto. Il metoprololo non ha alterato il profilo farmacocinetico della venlafaxina o del suo metabolita attivo, la O-desmetilvenlafaxina. La co-somministrazione della venlafaxina con il metoprololo deveessere effettuata con cautela. Indinavir: uno studio di farmacocineti ca con l'indinavir ha mostrato una riduzione del 28% della AUC e una riduzione del 36% della C max dell'indinavir. L'indinavir non ha modificato la farmacocinetica della venlafaxina e della O-desmetilvenlafaxina. Il significato clinico di questa interazione non e' noto.

Effetti indesiderati
Le piu' comuni (>1/10) reazioni avverse riportate negli studi clinici sono state nausea, secchezza delle fauci, emicrania e sudorazione (inclusi sudori notturni). Le frequenze sono definite come: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100 e <1/10), non comune (>=1/1000 e <1/100), raro (>=1/10000 e < 1/1000), frequenza sconosciuta (non puo' essere stimata dai dati disponibili). Sistema ematologico/linfatico. Non comune: ecchimosi, emorragia gastrointestinale; frequenza sconosciuta: sanguinamento delle mucose, prolungamento del tempo di sanguinamento, trombocitopenia, discrasia ematica (comprese agranulocitosi, anemia aplastica,neutropenia e pancitopenia). Sistema metabolico/nutritivo. Comune: au mento del colesterolo sierico, perdita di peso; non comune: aumento dipeso; frequenza sconosciuta: anormalita' dei test di funzionalita' ep atica, iponatremia, epatite, sindrome da inadeguata secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH), aumento della prolattina. Sistema nervoso.Molto comune: secchezza delle fauci (10,0%), emicrania (30,3%); comun e: sogni anormali, diminuzione della libido, capogiro, aumento del tono muscolare (ipertonia), insonnia, nervosismo, parestesia, sedazione, tremore, confusione, depersonalizzazione; non comune: apatia, allucinazioni, mioclono, agitazione, compromissione della coordinazione e dell'equilibrio; raro: acatisia, irrequietezza psicomotoria, convulsioni, reazione maniacale; frequenza sconosciuta: sindrome neurolettica maligna, sindrome serotoninergica, delirio, reazioni extrapiramidali (comprese distonia e discinesia), discinesia tardiva, ideazione e comportamento suicidari. Sensi speciali. Comune: anomalie dell'accomodazione, midriasi, disturbi della visione; non comune: sensazione del gusto alterata, tinnito; frequenza sconosciuta: glaucoma ad angolo chiuso. Sistema cardiovascolare. Comune: ipertensione, vasodilatazione (principalmente vampate/rossore), palpitazioni; non comune: ipotensione ortostatica, sincope, tachicardia; frequenza sconosciuta: ipotensione, prolungamento dell'intervallo QT, fibrillazione ventricolare, tachicardia ventricolare (compresa torsade de pointes). Sistema respiratorio. Comune: sbadigliamento; frequenza sconosciuta: eosinofilia polmonare. Sistema digerente. Molto comune: nausea (20,0%); comune: diminuzione dell'appetito (anoressia), stipsi, vomito; non comune: bruxismo, diarrea; frequenza sconosciuta: pancreatite. Cute. Molto comune: sudorazione (compresisudori notturni) [12,2%]; non comune: rash, alopecia; frequenza scono sciuta: eritema multiforme, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, prurito, orticaria. Sistema muscolo-scheletrico. Frequenza sconosciuta: rabdomiolisi. Sistema urogenitale. Comune: eiaculazione/orgasmo anormali (maschio), anorgasmia, disfunzione erettile (impotenza), compromissione della minzione (principalmente esitazione), alterazioni mestruali associate con aumentato sanguinamento o aumentato sanguinamento irregolare (menorragia, metrorragia, pollachiuria; non comune: orgasmo anomalo (femmina), menorragia ritenzione urinaria. Eventi generali. Comune: astenia (affaticamento), brividi; non comune: reazioni di fotosensibilita'; frequenza sconosciuta: anafilassi. L'interruzione del trattamento con venlafaxina (soprattutto quando brusca) comporta comunemente sintomi da astinenza. Le reazioni piu' comunemente riportate sono capogiro, disturbi sensoriali (inclusa parestesia), disturbi del sonno (inclusi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, cefalea e sindrome influenzale. Generalmente tali eventi sono da lievi a moderati ed auto-limitanti; tuttavia inalcuni pazienti possono essere gravi e/o prolungati. Pertanto si racc omanda che si debba interrompere gradualmente l'assunzione mediante una riduzione progressiva della dose, quando il trattamento con venlafaxina non sia piu' necessario. Pazienti pediatrici: in generale, il profilo delle reazioni avverse da venlafaxina riscontrate (in studi clinici placebo-controllati) nei bambini e negli adolescenti (di eta' compresa tra 6 e 17 anni) e' stato simile a quello osservato negli adulti. Come per gli adulti sono stati osservati diminuzione dell'appetito, perdita di peso, aumento della pressione ematica e aumento del colesterolo sierico. In studi clinici pediatrici e' stata osservata come reazione avversa l'ideazione suicidaria. Ci sono stati anche aumentati casi di ostilita' e, soprattutto nel disturbo depressivo maggiore, autolesionismo. In particolare, le seguenti reazioni avverse sono state osservate nei pazienti pediatrici: dolore addominale, agitazione, dispepsia, ecchimosi, epistassi e mialgia.

Gravidanza e allattamento
Gravidanza: non sono disponibili dati adeguati sulla somministrazione di venlafaxina a donne in gravidanza. Studi su animali hanno mostrato tossicita' sulla riproduzione. Il rischio potenziale per l'uomo e' sconosciuto. La venlafaxina deve essere somministrata a donne in gravidanza solo se i benefici attesi superano ogni possibile rischio. Come peraltri inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRIs/SNRIs), i sintomi da sospensione possono presentarsi nei neonati se la venlafaxina e' utilizzata fino alla nascita o fino a poco prima. Alcuni neonatiesposti alla venlafaxina alla fine del terzo trimestre hanno sviluppa to complicazioni che hanno richiesto alimentazione artificiale, supporto respiratorio o ospedalizzazione prolungata. Tali complicazioni possono presentarsi immediatamente al momento del parto. I seguenti sintomi possono essere osservati nei neonati se le madri hanno assunto un SSRI/SNRI verso il termine della gravidanza: irritabilita', tremore, ipotonia, pianto persistente e difficolta' a succhiare o ad addormentarsi. Questi sintomi possono essere dovuti a effetti serotoninergici o a sintomi da esposizione. Nella maggior parte dei casi, queste complicazioni sono state osservate immediatamente o nelle 24 ore successive al parto. Allattamento al seno: la venlafaxina e il suo metabolita attivo,la O-desmetilvenlafaxina, sono escrete nel latte materno. Non si puo' escludere un rischio per il lattante. Pertanto, si deve scegliere se continuare/interrompere l'allattamento al seno o continuare/interrompere la terapia con Efexor capsule rigide a rilascio prolungato, tenendoin considerazione il beneficio dell'allattamento al seno per il bambi no ed il beneficio della terapia con Efexor capsule rigide a rilascio prolungato per la donna.
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