FARMACI ANTIINFIAMMATORI NON STEROIDEI (FANS)

Spazio per medici, farmacisti, infermieri e tutti coloro che sentono di voler condividere - o di avere bisogno di - informazioni importanti inerenti ai farmaci (ipnotici, ansiolitici, antidepressivi, antipsicotici), malattie e salute.
Affrontiamo anche tematiche riguardanti la droga, l'alcolismo, i disturbi di personalità quali borderline, narcisistico, evitante, derealizzazione, depersonalizzazione.
Condividiamo anche informazioni utili sulle nuove scoperte scientifiche in campo medico.

FARMACI ANTIINFIAMMATORI NON STEROIDEI (FANS)

Messaggioda Royalsapphire » 13/11/2012, 23:03



FARMACI ANTIINFIAMMATORI NON STEROIDEI (FANS)



E’ una classe chimicamente eterogenea di farmaci, accomunati da un medesimo meccanismo di azione.
Nel 1971 J. Vane scopre che i FANS inibiscono l’attività della cicloossigenasi, enzima che catalizza la conversione di acido arachidonico in endoperossido instabile PGG2, da cui si originano le prostaglandine (PG).

A supporto di questa ipotesi:
1) i FANS diminuiscono la sintesi di PG nell’uomo, alle dose usate in terapia.
2) C’è buona correlazione tra attività antienzimatica e potenza terapeutica.


ACIDO ARACHIDONICO e SUOI METABOLITI
• L’acido arachidonico è un acido grasso insaturo a 20 atomi di carbonio, con 4 legami insaturi.
• La concentrazione intracellulare di acido arachidonico è generalmente bassa.
• In risposta a vari stimoli si libera acido arachidonico per azione soprattutto della fosfolipasi A2 (PLA2), ma in parte anche della fosfolipasi C.
• Dai fosfolipidi di membrana oltre all’acido arachidonico, si forma anche PAF (fattore attivante le piastrine)


Dall’acido arachidonico si formano:
• Prostaglandine e trombossano attraverso l’azione enzimatica delle cicloossigenasi (COX)
• Leucotrieni per azione della 5-lipossigenasi
• Acidi idrossieicosatetraenoici e acidi epossieicosatrienoici per azione di vari CYP.
• Si forma anche l’anandamide endocannabinoide endogeno


Le molecole derivate dall’acido arachidonico escono facilmente dalla cellula e vanno ad agire su recettori della stessa cellula (azione autocrina) o su cellule vicine (azione paracrina)
Non vi è deposito intracellulare, non vi è esocitosi
La mancanza di deposito intracellulare spiega i marcati effetti farmacologici dei FANS che inibiscono biosintesi e rilascio di PG.
I FANS non inibiscono gli effetti delle PG esogene.

LE CICLOOSSIGENASI
• Le cicloossigenasi catalizzano la ossidazione dell’acido arachidonico a formare un endoperossido instabile (PGG2)
• Questo viene poi trasformato dalla attività perossidasica della prostaglandino-sintetasi in PGH2;
• Da questa si formano poi (per opera di vari enzimi) molteplici prostanoidi, quali prostaglandine PGD2, PGE2, PGF2 alfa, PGI2 (prostaciclina) e TXA2 (trombossano). Dalla PGD2 si forma la PGJ2.
(Il pedice 2 sta ad indicare 2 doppi legami nella molecola).


CICLOOSSIGENASI 1 (COX1)
-E’ espressa costitutivamente.
-Presenta 3 parti fondamentali:
• Sequenza omologa all’EGF
• Porzione di ancoraggio alla membrana
• Regione con siti catalitici
-Assolve ai seguenti compiti fisiologici di “house-keeping”):
1) Funzione gastroprotettiva
2) Regolazione vascolare
3) Regolazione del flusso ematico renale
4) Mantenimento della filtrazione glomerulare
5) Regolazione della attività uterina

CICLOOSSIGENASI 2 (COX-2)
- La sua espressione è per lo più indotta, da stimoli proinfiammatori.
- E’ indotta da endotossine batteriche (Lipopolisaccaride di Escherichia Coli), citochine (IL-1), mitogeni.
- Si ritiene responsabile dell’aumento di prostanoidi in condizioni patologiche e dei loro effetti indesiderati.
- E’ espressa molto intensamente in tumori della pelle, del colon e del retto.
Però, in parte è anche espressa costitutivamente. Quella costitutiva produce PGI2 a livello dell’endotelio vasale.

Ha la caratteristica di avere una tasca laterale nel canale cicloossigenasico che permette di accogliere farmaci molto più voluminosi rispetto a quelli accolti dalla COX-1.


CICLOOSSIGENASI 3 (COX 3)
-E’ presente soprattutto nel SNC
-Il paracetamolo ha notevole affinità per la COX3
-Mostrano affinità per la COX3 anche aspirina, diclofenac, ibuprofene, indometacina
-E’ coinvolta nel controllo di dolore ed iperpiresi


LIPOSSIGENASI
La 5-lipossigenasi catalizza la formazione di 5-HPETE (acido idroperossieicosatetraenoico) e da questo di leucotriene A4 (LTA4).
LTA4 è instabile e viene prontamente convertito a LTB4 o coniugato con glutatione a formare LTC4.
Da LCT4 si formano poi LTD4, LTE4, LTF4
EFFETTI BIOLOGICI DEGLI EICOSANOIDI
I composti eicosanoidi che si generano hanno una molteplicità di azioni biologiche, mediate da recettori specifici per i singoli composti.

Sistema cardiovascolare
La PGI2 (Prostaciclina), ma anche PGE2 e PGA2, hanno potente azione vasodilatatrice
Il TXA2 (Tromboxano) è un potente vasocostrittore
I leucotrieni sono vasocostrittori.

Piastrine
La PGI2 inibisce la aggregazione piastrinica. Viene generata nell’endotelio vasale dalla COX2 costitutiva.
Il TXA2 è un potente induttore della aggregazione piastrinica. Viene generato nelle piastrine dalla COX1.

Chemotassi
Il LTB4 ha azione chemotattica verso i granulociti.

Bronchi
PGE1 e PGE2 sono broncodilatatori.
PGF2, TXA2 e soprattutto i leucotrieni sono broncocostrittori.

Utero
PGF2a e basse dosi di PGE2 danno contrazione

Secrezioni gastrointestinali
PGE, PGA e PGI2 riducono volume e acidità della secrezione gastrica e stimolano la secrezione di muco nello stomaco e nel tenue
Provocano afflusso di H2O ed elettroliti nel lume intestinale.

Rene
PGE2 e PGI2 evocano diuresi, natriuresi e kaliuresi.

Temperatura corporea
La iperpiressia da pirogeni appare dovuta a liberazione di PGE2 nell’area preottica dell’ipotalamo

Dolore
Le prostaglandine e soprattutto PGE2 e PGI2 sensitizzano neuroni coinvolti nella nocicezione:
• A livello delle terminazioni periferiche
• A livello spinale
• A livello sovraspinale

La stimolazione dei recettori per le prostaglandine da parte soprattutto di PGE2 e PGI2 induce attivazione di chinasi come la PKA, tramite aumento di cAMP.
La PKA determina attivazione di vari recettori ionotropi, modificando la eccitabilità neuronale.
Questo effetto può essere evocato
• in periferia,
• in neuroni spino-talamici e
• in neuroni talamo-corticali.




Nella sostanza periacqueduttale grigia l’acido arachidonico è coinvolto nel controllo della attività di neuroni discendenti antinocicettivi.

L’inibizione delle COX sposta il metabolismo dell’acido arachidonico verso la 12-lipossigenasi. Il 12-HPETE ridurrebbe la eccitabilità del neurone presinaptico che è un neurone GABAergico inibitorio. Di conseguenza si ha disinibizione di neuroni antinocicettivi discendenti dalla sostanza periacqueduttale verso il midollo spinale


Infiammazione
Nella fase acuta dell’infiammazione un ruolo fondamentale viene svolto dai metaboliti dell’acido arachidonico.

I segni clinici dell’infiammazione includono:
• eritema (rubor),
• aumento della temperatura (calor),
• edema (tumor),
• dolore (dolor),
• danno funzionale (functio lesa).

PGE2 e PGI2 contribuiscono a questi segni evocando vasodilatazione con conseguente aumento del flusso ematico e riscaldamento tessutale, e sensibilizzando i nocicettori al dolore. Istamina e bradichinina sono primi responsabili di aumentata permeabilità capillare.

Nella infiammazione cronica si ha una serie di eventi con esiti citolesivi:
• degranulazione di cellule infiammatorie,
• rilascio di enzimi lisosomiali,
• stimolazione dei neutrofili con formazione di radicali liberi,
• sviluppo di immunità umorale.

Il leucotriene LTB4 è dotato di potere chemotattico verso i granulociti.
Il 5-HPETE e 5-HETE liberano istamina dai granulociti basofili. Però le lipossigenasi non sono sensibili ai FANS.

La PGJ2 si lega al fattore di trascrizione Peroxisome Proliferator-activated Receptor  (PPAR) coinvolto in infiammazione ed obesità.

La PGJ2 si lega anche, inibendola, alla chinasi che fosforica ikB, quindi blocca la attivazione del fattore di trascrizione NFkB, coinvolto nella mediazione di processi infiammatori.




FARMACODINAMIA DEI FANS
Distinguiamo tre sottoclassi di farmaci:
• Classe I: inibiscono competitivamente e in maniera facilmente dissociabile sia la COX-1 che la COX-2.
• Classe II: Appartengono a questa classe indometacina, diclofenac, inibitori selettivi della COX-2. Il legame è rapido e reversibile, ma se si protrae la loro occupazione dell’enzima, questo va incontro a modificazione conformazionale.
• Classe III: l’aspirina è l’unico esponente. Agisce con un blocco irreversibile della COX-1 e della COX-2.


Aspirina
L’aspirina, ovvero acido acetilsalicilico, risulta essere molto più potente nell’inibire la COX-1, rispetto alla COX-2.

FARMACODINAMIA

L’aspirina agisce acetilando Ser529 della COX-1 e Ser516 della COX-2, e perciò ostacolando l’accesso dell’acido arachidonico nel canale cicloossigenasico

Ha azione analgesica, antipiretica, antiflogistica ed antiaggregante piastrinica.




La durata dei suoi effetti dipende dalla velocità con cui si genera nuova ciclossigenasi:
• le prime tre azioni hanno durata di alcune ore.
• l’effetto sulla aggregazione piastrinica dura alcuni giorni dal momento che le piastrine non hanno nucleo e non esprimono sintesi proteica.

Azione antiinfiammatoria
Allevia i disturbi, ma non arresta il progresso della lesione patologica.

Azione analgesica
E’ efficace in dolori di intensità lieve-moderata, nel dolore postoperatorio e da infiammazione; è poco efficace nel dolore viscerale.
E’ utile in cefalea, mialgia, artralgia e dolori superficiali.
Azione antipiretica
Non modifica la temperatura normale, né l’aumento di temperatura corporea da esercizio fisico o da elevata temperatura ambientale.

Azione antiaggregante piastrinica
L’aspirina prolunga il tempo di emorragia, per blocco della cicloossigenasi piastrinica a dosi inferiori a quelle necessarie per evocare gli altri effetti.

TOSSICITA’
Danni gastrointestinali
Aspirina e FANS possono provocare :
ulcerazione, perforazione e sanguinamento per:
a) inibizione delle sintesi di PGI2 e PGE2 gastriche, le quali inibiscono la secrezione di HCl e stimolano la secrezione di muco protettivo.
b) Inibizione della aggregazione piastrinica

L’aspirina è uno dei farmaci che provocano maggiore incidenza di danni gastrointestinali.

Epatotossicità
I salicilati possono provocare danni epatici con
• aumento delle transaminasi,
• epatomegalia e talvolta ittero
• anoressia
• Una grave sindrome con epatopatia e encefalopatia (sindrome di Rye) sembra correlata all’uso di salicilati in infezioni virali nei bambini. Si consiglia di non usare aspirina sotto i 16 anni di età.

Danni renali
L’aspirina provoca ritenzione di Na+ ed acqua.
In caso di insufficienza cardiaca o di ipovolemia i salicicati possono scatenare insufficienza renale acuta per riduzione del flusso ematico renale e della filtrazione glumerulare (le PG inibiscono vasocostrizione da angiotensina II e noradrenalina).
L’inibizione della COX-2 può aumentare le azioni della angiotensina II (rischio di ipertensione e edema).

Gravidanza
Riduce la contrattilità uterina e prolunga la gestazione.

Bronchi
In soggetti asmatici l’aspirina può provocare grave broncospasmo per aumento di leucotrieni (l’aspirina devia il metabolismo dell’acido arachidonico verso la lipoossigenasi).

Intossicazione Cronica
Salicilismo: indica lieve intossicazione cronica. Si manifesta con: cefalea, confusione mentale, barcollamento, iperventilazione, nausea e vomito.
Intossicazione più grave: alterazione dell’equilibrio acido-base, convulsioni, febbre elevata, disidratazione e coma. Si osservano spesso fenomeni emorragici.

Intossicazione Acuta
Alla iniziale stimolazione centrale, fa seguito depressione fino a stupore e coma. Seguono collasso cardiovascolare, insufficienza respiratoria, convulsioni. La morte è in genere dovuta ad insufficienza respiratoria.
La dose letale di aspirina può essere molto variabile (da 10 g in su).
Il trattamento dell’intossicazione acuta è sintomatico.

FARMACOCINETICA
Buon assorbimento per via orale dell’aspirina. L’assorbimento si verifica nella parte superiore del tenue e nello stomaco. L’assorbimento orale determina forte concentrazione di salicilato nella mucosa gastrica.

La emivita è di 15-20 min, ma sulle piastrine 75-100 mg al giorno hanno effetti per tutta la vita della piastrina (10 giorni)

I salicilati sono escreti nelle urine come:
a) forma libera di salicilato
b) acido salicilurico (coniugato con glicina) 75%.
c) Glicuronidi salicilici fenolico o acilico.

USI TERAPEUTICI
1) L’acido acetilsalicilico è usato nel trattamento e nella profilassi delle malattie caratterizzate da iperaggregabilità piastrinica (coronaropatia, infarto cardiaco, trombosi post-operatoria).
2) Come analgesico in caso di cefalea, artrite, dismenorrea, nevralgia e mialgia. Problemi per uso prolungato.
3) Per affezioni infiammatorie muscolo-scheletriche (artrite reumatoide, artrosi, artriti, spondilite anchilosante) si preferisce far uso di altri FANS o di COXIB meno gastrolesivi.
4) Come antipiretico meglio usare il paracetamolo


COXIB (Inibitori delle cicloossigenasi)
I primi COXIB sono stati Celecoxib e Rofecoxib. Si sono poi aggiunti Etoricoxib e Valdecoxib

FARMACODINAMIA
Inibiscono selettivamente la COX-2
La loro selettività per la COX-2 dipende dal fatto che per la loro voluminosità sono accolti dal “side pocket” della COX-2, ma non dalla COX-1.

Le più recenti acquisizioni sulla COX-2 indicano che questa è coinvolta non solo in infiammazione, iperpiresi, dolore, ma anche in:
• citoprotezione gastrointestinale,
• bilancio elettrolitico renale,
• sintesi di prostaciclina

TOSSICOLOGIA
L’incidenza di perforazione gastrointestinale, emorragia gastrica ed ulcera peptica è ridotta rispetto ai FANS, ma non è annullata.

Il Rofecoxib è stato ritirato dal commercio dopo sperimentazione di trattamento cronico per 18 mesi. Provocava aumento di eventi cardiovascolari avversi (infarto del miocardio, ictus, trombosi venosa, embolia polmonare)
Probabilmente l’aumento di tali eventi avversi si osserva solo in caso di inibizione molto selettiva della COX-2:
• La COX-2 è responsabile della produzione di prostaciclina che riduce aggregazione piastrinica e produce vasodilatazione.
• La COX1 genera trombossano, aggregante piastrinico e vasocostrittore.
• il rischio di eventi avversi cardiovascolari aumenta quando il COXIB è molto selettivo per la COX2 e non influenza per niente la COX1.
Lo studio CLASS non ha rilevato problemi per il Celecoxib che è meno selettivo del Rofecoxib


USI TERAPEUTICI
1. Per affezioni infiammatorie muscolo-scheletriche (artrite reumatoide, artrosi, artriti, spondilite anchilosante) si preferisce far uso di altri FANS o di COXIB meno gastrolesivi.
2. Come analgesici in caso di cefalea, artrite, dismenorrea, nevralgia e mialgia.


Paracetamolo

FARMACODINAMIA
1) Ha azione analgesica ed antipiretica simili a quella dell’acido acetilsalicilico.
2) L’effetto antinfiammatorio è molto modesto. La biosintesi delle PG viene inibita più al centro (COX-3) che nei tessuti periferici (COX-2 e COX-1).

Rispetto all’acido acetilsalicilico ha il vantaggio:
a) di non aver effetti sul sistema cardiovascolare
b) di non alterare l’equilibrio acido-base
c) di non dare irritazione gastrica
d) di non aver effetto sul tempo di emorragia

FARMACOCINETICA
Rapido assorbimento gastrointestinale
Il paracetamolo viene eliminato nelle urine dopo coniugazione epatica con acido glicuronico, con acido solforico o con cisteina.
Quando il paracetamolo è assunto a dosi alte, subisce una N-idrossilazione che dà luogo ad un intermedio altamente reattivo. Può combinarsi con i gruppi sulfidrilici di proteine epatiche dando grave necrosi epatica.

TOSSICOLOGIA
A dosi terapeutiche il paracetamolo è ben tollerato.
In caso di sovradosaggio (oltre 3 g al giorno) dà:
a) necrosi epatica e
b) necrosi dei tubuli renali
c) c’è anche possibilità di coma ipoglicemico

Il trattamento dell’intossicazione deve essere fatto con:
1) procedimenti atti a bloccare ulteriore assorbimento di farmaco.
2) somministrazione di N-acetilcisteina che funge da donatore di gruppi SH.

USO TERAPEUTICO
Il paracetamolo viene razionalmente impiegato come antipiretico e come analgesico soprattutto in pazienti con ulcera peptica o con rischio di emorragia.


Derivati dell’acido Arilpropionico ed Arilacetico

Sono derivati dell’acido propionico:
Ibuprofene, Naproxene, Fenoprofene.
Il Diclofenac è derivato dell’acido acetico

FARMACODINAMIA
Sono tutti inibitori un pò più selettivi per la COX1 che per la COX2.

Ibuprofene
E’ pressoché equipotente con l’acido acetilsalicilico.
Dà disturbi gastrointestinali solo nel 5-15% dei soggetti.
E’ stato descritto come il FANS con minori effetti indesiderati gastrointestinali
Di solito questi disturbi sono lievi: nausea, pirosi, senso di pienezza
La perdita occulta di sangue e le ulcerazioni gastriche sono infrequenti.

Naproxene
E’ circa 20 volte più potente dell’acido acetilsalicilico. Ha una tossicità gastrointestinale superiore all’ibuprofene. Può provocare anche ittero e riduzione della funzione renale.

Fenoprofene e Ketoprofene
Sono circa equivalenti all’acido acetilsalicilico.
Danno lievi disturbi del tratto gastroenterico.

Diclofenac
Ha affinità per COX1 minore che per COX2.
Ha incidenza modesta di disturbi gastrointestinali

USI TERAPEUTICI
1) Artrite reumatoide: buon effetto terapeutico (diminuisce gonfiore, dolore e rigidità mattutina). Sono tollerati meglio di altri FANS
2) Osteoartrite
3) Spondilite anchilosante
4) Trattamento sintomatico del dolore (postpartum, dopo interventi chirurgici orali ed oftalmici, dismenorrea).


Nimesulide e Meloxicam

FARMACODINAMIA
Si tratta di composti parzialmente selettivi verso la COX2

TOSSICITA’
Disturbi gastrointestinali sono stati riportati con moderata frequenza
Per la nimesulide è stata descritta possibilità di tossicita’ epatica.
La nimesulide attiva neuroni dopaminergici mesolimbici


Piroxicam e Tenoxicam
Sono potenti inibitori della cicloossigenasi. Sono piuttosto non selettivi tra COX-1 e COX-2.
Hanno effetti tossici minori dell’acido acetilsalicilico,
Sono usati nell’artrite reumatoide osteoartrite, spondilite anchilosante, gotta acuta.


Derivati Indolici

Indometacina
E’ un derivato indolico che risulta essere uno dei più potenti inibitori della ciclossigenasi. Presenta però problemi rilevanti di tossicità.

FARMACODINAMIA
Presenta scarsa selettività tra la COX1 e la COX2. Ha buona affinità per la COX3
E’ dotata di marcata attività antipiretica.

FARMACOCINETICA
Rapido assorbimento gastrointestinale. Dopo i pasti l’assorbimento è molto ritardato.
Si distribuisce molto bene nel liquido sinoviale.
Si lega al 90% delle proteine plasmatiche.
Il 10-20% è eliminato immodificato nelle urine.

TOSSICOLOGIA
Disturbi nel 35-50% dei pazienti
a) Problemi gastrointestinali: anoressia, nausea, ulcere singole o multiple. Perdita occulta di sangue in assenza di ulcerazioni.
b) Può aversi pancreatite acuta, epatite, ittero.
c) Problemi a carico del SNC: cefalea, vertigini, confusione mentale, depressione, allucinazioni.
d) Problemi ematologici: neutropenia, trombocito-penia e talvolta anemia aplastica.
e) C’è rischio di reazioni di ipersensibilità.

USO TERAPEUTICO
E’ stata molto usata per il trattamento di disturbi articolari, ma attualmente si preferiscono altri FANS o COXIB.

Sulindac
E’ un analogo dell’indometacina.
La principale caratteristica del Sulindac sta nel fatto che è un profarmaco.

TOSSICOLOGIA
I disturbi gastrointestinali sono frequenti


Fenamati
L’acido mefenamico e il meclofenamato, oltre ad inibire la cicloossigenasi, hanno anche la capacità di antagonizzare alcuni effetti delle PG.
Sono decisamente tossici e non offrono perciò alcun vantaggio rispetto agli altri FANS meno tossici.


Derivati del Pirazolone
Si tratta di composti ormai poco usati a motivo di tossicità ematologica.


Fenilbutazone

AZIONI FARMACOLOGICHE
1) Ha azione antinfiammatoria che risulta molto efficace nel trattamento dell’artrite reumatoide.
2) Ha efficacia analgesica buona nel dolore di origine reumatica, ma scarsa nel dolore non-reumatico.
3) L’azione antipiretica non è ben descritta, e comunque non è usato come antipiretico.
4) Provoca marcata ritenzione di NaCl e di acqua.

TOSSICITA’
- Effetti indesiderati più frequenti sono: nausea, vomito, sofferenza epigastrica, ritenzione di liquidi ed edema, vertigini, insonnia, irritabilità.
- Effetti indesiderati gravi sono: ulcera peptica, reazione di ipersensibilità, epatite, nefrite, anemia aplastica, agranulocitosi, trombocitopenia (anche fatali).

USO TERAPEUTICO
Il fenilbutazone dovrebbe essere usato solo dopo che altri farmaci si sono rivelati inefficaci.

Ossifenbutazone
E’ un metabolita attivo del fenilbutazone. Condivide con il fenilbutazone lo spettro di azioni farmacologiche. Sembra avere il vantaggio di provocare minore irritazione gastrica.

Antipirina – Aminopirina
In passato sono state ampiamente usate come antipiretici, analgesici.
La grave tossicità a carico del midollo osseo (agranulocitosi) le ha rese pressoché inutilizzate.
  • 0

:tao: :rose: :mask: :luce: :home1:
Avatar utente
Royalsapphire
Admin
 
Stato:
Messaggi: 13254
Iscritto il: 12/11/2012, 18:07
Località: Svizzera - Italia
Occupazione: Farmacista e Counselor
Citazione: "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" (Gandhi)
Genere: Femminile

Torna a Forum su Farmaci, Medicina generale, e Disturbi della Personalità

Chi c’è in linea in questo momento?

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti

cron
Reputation System ©'