I 10 DISTURBI DI PERSONALITA' SECONDO IL DSM-IV-TR

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I 10 DISTURBI DI PERSONALITA' SECONDO IL DSM-IV-TR

Messaggioda Royalsapphire » 20/08/2014, 11:24



Le persone in grado di adattarsi efficacemente alle diverse situazioni della vita tendono ad assumere una modalità alternativa quando lo stile abituale risulta inefficace.
Al contrario, gli individui con un Disturbo di Personalità sono rigidi e tendono a rispondere in modo inappropriato ai problemi della vita fino al punto che le relazioni con i propri familiari, gli amici e i colleghi di lavoro divengono difficoltosi, insoddisfacenti conflittuali o vengono sistematicamente evitati. Tali modalità disadattive appaiono generalmente in adolescenza o nella prima età adulta e tendono a rimanere stabili nel tempo. I Disturbi di Personalità si differenziano rispetto alla gravità: sono generalmente lievi e raramente molto severi.




I 10 Disturbi di Personalità sono raggruppati in tre Cluster
(Insiemi)



Cluster A: Individui strani o eccentrici

1) Disturbo Paranoide di Personalità
2) Disturbo Schizoide di Personlità
3) Disturbo Schizotipico di Personalità


Cluster B: Individui emotivi drammatici, imprevedibili

4) Disturbo Antisociale di Personalità,
5) Disturbo Borderline di Personalità
6) Disturbo Istrionico di Personalità
7) Disturbo Narcisistico di Persnalità
8) Disturbo Evitante di Personalità
9) Disturbo Dipendente di Personalità

Cluster C: Individui ansiosi o paurosi

10) Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità



§ + + + D I A G N O S I + + + §



DISTURBO PARANOIDE DI PERSONALITA'

Profilo clinico: Questo disturbo caratterizzato da una modalità costante e pervasiva di sospettosità e dalla ricerca continua di significati oscuri nei contenuti verbali e paraverbali delle persone con cui entra in relazione. Una modalità di pensiero “leggermente paranoide” (o vigile, senso che gli viene dato nel linguaggio comune), non è di per sé patologica e può avere un ruolo nello sviluppo dell’individuo, facilitando la percezione di potenziali pericoli. Si parla di Disturbo Paranoide di personalità quando questa modalità di pensare, sentire, relazionarsi è pervasiva e particolarmente rigida, con caratteristiche di forte sospettosità, mancanza di fiducia nel prossimo, aspettative continue di danno e atteggiamento costantemente guardingo e reticente. Tutto ciò comporta ipervigilanza e continuo controllo. Generalmente le personalità paranoidi sono prive di umorismo o incapaci di esprimere forti emozioni eccessivamente serie, o litigiose o fredde e distaccate. Rigide e moraliste , sono molto rispettose del potere e della gerarchia. Se sottoposte a situazioni stressanti possono sviluppare sintomi e angosce psicotiche oppure sviluppare un’ideazione delirante (es. la convinzione di essere spiati). La propria personalità è generalmente vissuta come non disturbata (egosintonica con il tratto patologico) per cui difficilmente i paranoidi cercano aiuto terapeutico.

Diagnosi DSM-IV: Il soggetto mostra diffidenza e sospettosità pervasive nei confronti degli altri.
Per fare diagnosi di disturbo paranoide di personalità devono essere presenti 4 o più dei seguenti criteri:

1. Il soggetto sospetta senza motivo di essere sfruttato o danneggiato.
2. Dubita della lealtà di amici e parenti.
3. Non si confida per paura che le informazioni vengano usate contro di lui.
4. Trova significati umilianti in, rimproveri anche benevoli.
5. Porta rancore.
6. Percepisce attacchi al proprio ruolo o alla propria immagine non evidenti agli altri e può reagire con rabbia.
7. Sospetta della lealtà e della fedeltà del partner o del coniuge, senza motivi obiettivi.



DISTURBO SCHIZOIDE DI PERSONALITA'

Profilo clinico: Distacco dalle relazioni sociali e ristretta gamma di espressione delle emozioni, ritiro (guarda il mondo come da dietro un vetro). Coartato, lontano, inibito.
Gli schizoidi sono caratterizzati da introversione patologica e ritiro sociale, non provano alcun bisogno o desiderio di stabilire legami affettivi e mostrano scarso interesse per le esperienze sessuali. In questi soggetti esiste una profonda contraddizione tra ciò che manifestano nella realtà esterna (distacco e indifferenza) e ciò che vivono nella fantasia, dove spesso si costruiscono un mondo privato di relazioni, esperienze, sentimenti. Le loro scelte professionali sono spesso orientate verso lavori solitari e possono anche ottenere risultati brillanti in quelle attività che richiedono scarso contatto umano. Faticano a sostenere lo sguardo altrui, manifestano poche emozioni, rispondono a monosillabi e evitano i commenti spontanei.


Diagnosi DSM-IV: Una modalità pervasiva di distacco dalle relazioni sociali e una gamma ristretta di espressioni emotive, in contesti interpersonali, che iniziano nella prima età adulta e si manifestano in una varietà di contesti.
Per fare diagnosi di disturbo schizoide di personalità devono essere presenti 4 o più dei seguenti criteri:

1. Il soggetto non desidera, né prova piacere nelle relazioni strette, incluso far parte di una famiglia.
2. Sceglie attività solitarie.
3. Dimostra poco, o nessuno, interesse per le esperienze sessuali.
4. Prova piacere in poche, o nessuna, attività.
5. Non ha amici stretti, né confidenti.
6. Sembra indifferente alle lodi o alle critiche.
7. Mostra freddezza emotiva, distacco e/o affettività appiattita.



DISTURBO SCHIZOTIPICO DI PERSONALITA'

Profilo clinico: Disagio acuto nelle relazioni strette , tende a distorcere cognitivamente e percettivamente le situazioni, presenta eccentricità nel comportamento. Presenta un quadro simile a quello schizoide ma sviluppa in maniera più marcata i sintomi psicotici. Questo disturbo, infatti, è anche considerato una variante attenuata della schizofrenia e collocato lungo un continuum chiamato schizotipia. L’individuo appare strano eccentrico anche ad un osservatore superficiale. Ha grossi problemi nell’ideazione e nella comunicazione, presenta segni di distacco dalla rappresentazione consensualmente accettata della realtà, idee di riferimento, esperienze percettive insolite e bizzarre. Utilizza un linguaggio molto particolare, spesso incomprensibile all’ascoltatore, utilizza digressioni, divagazioni, allentamento dei nessi associativi e incoerenza. Manifesta inoltre una vasta gamma di sintomi già trattati per il disturbo schizoide.

Diagnosi: Una modalità pervasiva di relazioni sociali e interpersonali deficitarie, distorsioni cognitive e percettive e eccentricità del comportamento, che compaiono nella prima età adulta e sono presenti in una varietà di contesti come indicato da 5 o più dei seguenti criteri:
1) idee di riferimento;
2) credenze strane o pensiero magico, che influenzano il comportamento e sono in contrasto con le norme subculturali;
3) esperienze percettive insolite, incluse illusioni corporee;
4) pensiero e linguaggio strani;
5) sospettosità o ideazione paranoide;
6) affettività inappropriata o coartata;
7) comportamento o aspetto strani, eccentrici o insoliti;
8) nessun amico stretto o confidente;
9) eccessiva ansia sociale associata a preoccupazioni paranoidi piuttosto che a paura del giudizio altrui.



DISTURBO ANTISOCIALE DI PERSONALITA'

Profilo clinico: Indifferenza nel violare i diritti e i bisogni altrui, non ha interiorizzato il rispetto delle regole. Comportamento trasgressivo dovuto alla mancanza di una coscienza morale. Questi soggetti hanno solitamente una lunga storia di comportamenti antisociali. Per porre diagnosi di disturbo antisociale di personalità è necessario che il soggetto abbia compiuto 18 anni anche se i tratti tipici di questa personalità patologica si manifestano molto prima. Una volta adulti questi soggetti sono incapaci di assumersi qualsiasi responsabilità, conservare un’occupazione e mantenere relazioni affettive in maniera stabile. Sono superficiali, non hanno rispetto per i sentimenti e le preoccupazioni di chi li circonda, i sentimenti e le emozioni sono vissuti in relazione a se stessi, ma non agli altri. Non conoscono la gratitudine o il rimorso, al contrario, provano frequentemente sentimenti di rabbia e disprezzo. Sono tendenzialmente prepotenti, incapaci di amare e portati a sfruttare chiunque possa soddisfare i loro bisogni. Come i narcisisti, possono assumere atteggiamenti svalutanti e denigratori nei confronti degli altri, ma mentre i narcisisti arrivano difficilmente a infliggere consapevolmente dolori psichici o fisici, gli antisociali hanno comportamenti aggressivi che implicano anche gravi atti di violenza.

Diagnosi: Un quadro pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri che si manifesta nella prima adolescenza come indicato da 3 o più dei seguenti criteri:

1) incapacità di conformarsi alle norme sociali;
2) disonestà, come indicato dal mentire, usare falsi nomi, truffare gli altri;
3) impulsività o incapacità di pianificare;
4) irritabilità e aggressività, come indicato da ripetuti scontri fisici;
5) inosservanza spericolata della sicurezza propria e degli altri;
6) irresponsabilità abituale
7) mancanza di rimorso, indifferenza o razionalizzazione dopo aver danneggiato, maltrattato o derubato l’altro.



DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA'

Profilo clinico: Instabilità emotiva, nelle relazioni interpersonali, nell’immagine di sé e negli affetti. Presenta spiccata aggressività e impulsività, oscillazioni nella continuità delle relazioni, disregolazione degli impulsi.
Le caratteristiche del disturbo borderline di personalità sono molto varie e includono una vasta gamma di manifestazioni patologiche, fino a includere ideazione paranoide, gravi sintomi dissociativi transitori legati allo stress. Le caratteristiche fondamentali dei soggetti borderline si esprimono in 4 aree:

- rapporti interpersonali, tumultuosi e segnati dall’alternanza di idealizzazione-svalutazione e dalla paura dell’abbandono;
- affetti, dominati dalla rabbia e da un sentimento di vuoto;
- identità, instabile e deficitaria;
- impulsività.

L’atteggiamento dei soggetti borderline è caratterizzato dalla tendenza a credere che gli altri siano responsabili delle proprie afflizioni e dei propri problemi. Le relazioni sono caotiche e contraddittorie e i sentimenti provati nei confronti delle persone significative oscillano tra la dipendenza e l’ostilità, da una parte provano angoscia all’idea di essere abbandonati dall’altra temono di essere sopraffatti e di perdere la propria identità nelle relazioni intime. I soggetti borderline sono portati a manipolare le persone per i propri scopi, ma i loro “ricatti affettivi” finiscono per allontanare gli altri. Alle esperienze frustranti reagiscono con rabbia, sentimento che li induce a compiere atti impulsivi, spesso gravemente autodistruttivi, come incidenti automobilistici, tentativi di suicidio e automutilazioni, rischiosa promiscuità sessuale. Caratteristico del borderline è il cronico sentimento di vuoto, spesso accompagnato da una angosciante incertezza circa la propria identità, che si estende a varie aree: il ruolo di genere, l’orientamento sessuale, la capacità di differenziare i propri pensieri e sentimenti da quelli degli altri, l’immagine di Sé e del proprio corpo. Questa confusione interna diventa particolarmente acuta quando il soggetto è lasciato a se stesso, questo spiega la difficoltà di questi soggetti a tollerare la solitudine e la loro ricerca frenetica di relazioni sulle quali finiscono inevitabilmente per riversare la loro angoscia e i loro
conflitti.

Diagnosi: Una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore e una marcata impulsività, comparse nella prima età adulta e presenti in una varietà di contesti come indicato da 5 o più dei seguenti criteri:

1) sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono;
2) relazioni interpersonali instabili e intense con alternanza di idealizzazione e svalutazione;
3) alterazione dell’identità, instabilità nell’immagine di sé;
4) impulsività in almeno due aree che sono dannose per il soggetto, come spendere, sesso, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate;
5) ricorrenti minacce, gesti o comportamenti suicidari, o comportamento automutilante;
6) instabilità affettiva dovuta ad una marcata reattività dell’umore;
7) sentimenti cronici di vuoto;
8) rabbia immotivata e intensa o difficoltà nel controllarla;
9) ideazione paranoide o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.



DISTURBO ISTRIONICO DI PERSONALITA'

Profilo clinico: Eccessiva emotività, ricerca costante di stare al centro dell’attenzione, tendenza a sedurre e sessualizzare le situazioni e le relazioni. Ha un unico registro di proposizione di se stesso. Questo disturbo comprende in parte, e in maniera aggravata, alcune caratteristiche storicamente riconducibili alla personalità isterica. Negli isterici predominano iperemotività, fantasia incontrollabile e costante ricerca di attenzione. Sono generalmente superficiali nelle relazioni interpersonali, incapaci di concentrarsi a lungo e presentano una tendenza a fondare le proprie scelte e opinioni su convinzioni poco profonde ma sono comunque capaci di relazioni più stabili rispetto ai soggetti con disturbi di personalità classificati nel Cluster B del DSM-IV. Gli istrionici, invece, hanno una più profonda labilità emotiva, una maggiore impulsività e una seduttività più scoperta. Si tratta di persone molto egocentriche che tendono a sfruttare la loro grande carica emotiva per controllare e soggiogare gli altri. Sono teatrali, estroversi, eccitabili, esibizionistici in maniera meno sottile di quanto non lo siano gli isterici, anche la loro sessualità si esprime in maniera più grossolana. Sono tendenzialmente dipendenti, non hanno ambizioni e competitività, al contrario degli isterici. Temono fortemente la solitudine, possono ricorrere frequentemente a gesti autolesivi e possono sviluppare sintomi di conversione somatica.

Diagnosi: Un quadro pervasivo di emotività eccessiva e ricerca di attenzione, che compare entro la prima età adulta ed è presente in svariati contesti, devono essere presenti almeno 5 dei seguenti criteri:

1) è a disagio nelle situazioni in cui non è al centro dell’attenzione;
2) l’interazione con gli altri è caratterizzata da comportamenti sessualmente seducenti o provocanti;
3) esprime emozioni in modo mutevole e superficiale;
4) utilizza l’aspetto fisico per attirare l’attenzione su di sé;
5) lo stile dell’eloquio è impressionistico e privo di dettagli;
6) mostra autodrammatizzazione, teatralità ed espressione esagerata delle emozioni;
7) è suggestionabile;
8) considera le relazioni più intime di quanto non lo siano realmente.



DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA'

Profilo clinico: Grandiosità, mancanza di empatia, bisogno costante di approvazione e ammirazione. Le persone con disturbo narcisistico di personalità hanno un concetto irrealistico del proprio valore, un’idea grandiosa di sé e tendono a porsi obiettivi molto elevati, al contempo sono ipersensibili alle critiche, non tollerano di essere messe in discussione, desiderano una costante approvazione, non riescono a trarre piacere dalle proprie attività e provano spesso sentimenti di tristezza, indifferenza e noia. I narcisisti utilizzano tali modalità nel tentativo di sostenere la stima di sé che, contrariamente a quanto possa sembrare, è molto vacillante. Sul piano interpersonale sono tendenzialmente incapaci di sviluppare legami emotivi, poco sensibili ai bisogni altrui e incuranti dei sentimenti di chi li circonda, al tempo stesso si aspettano favori e trattamenti speciali. Sono disprezzanti e invidiosi, immersi costantemente in fantasie di illimitato successo e potere, sopravvalutano le proprie capacità ma anche quando effettivamente raggiunge buoni risultati rimane comunque insoddisfatto. La tipologia narcisistica con caratteristiche di arroganza, invadenza e ricerca continua di attenzione è stata definita inconsapevole, esiste però un’altra tipologia di narcisista detto ipervigile che esprime l’esigenza di rafforzare la stima di sé in maniera opposta rispetto alla tipologia inconsapevole, ovvero, è schivo, silenziosamente grandioso, presenta estrema sensibilità al rifiuto e di conseguenza tendenza ad evitare di trovarsi al centro dell’attenzione. Sono persone timide, ipersensibili, inibite e pervase da un senso di vergogna e di paura, diversamente dall’inconsapevole, prestano una grande attenzione agli altri ma con la tendenza a vigilare su critiche e opinioni. Il narcisista ipervigile si sente facilmente offeso o umiliato e rimane ferito con estrema facilità motivo per cui tende a ridurre al minimo i contatti sociali. Il DSM- IV presenta solo la forma aggressiva, manifesta del narcisismo.

Diagnosi: Un quadro pervasivo di grandiosità, necessità di ammirazione e mancanza di empatia, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti. Devono essere presenti almeno 5 dei seguenti criteri:

1) senso grandioso di importanza;
2) è assorbito da fantasie di illimitato successo e potere, fascino,bellezza e amore ideale;
3) crede di essere speciale e unico e di dover frequentare solo altre persone speciali per poter essere compreso;
4) richiede eccessiva ammirazione;
5) ha la sensazione che tutto gli sia dovuto;
6) sfrutta gli altri per i propri bisogni;
7) manca di empatia ed è incapace di riconoscere i bisogni degli altri;
8) è spesso invidioso degli altri o crede che gli altri lo invidino.



DISTURBO EVITANTE DI PERSONALITA'

Profilo clinico: Grave inibizione sociale con sentimenti di inadeguatezza e di ipersensibilità alla critica, evitamento delle relazioni sociali, senso di vergogna. La caratteristica peculiare di questi soggetti è l’estrema sensibilità al rifiuto, queste persone infatti, evitano ogni tipo di contatto sociale non perché lo rifiutino in quanto tale ma perché temono di essere respinti. Tipiche sono la loro riluttanza nel fare confidenze, la loro timidezza e l’inibizione sociale; parlare in pubblico li spaventa così come trovarsi al centro dell’attenzione o avere contatti stretti con altre persone. Tutto questo spesso li porta a rifiutare posizioni di responsabilità e impieghi che richiedono un certo grado di interazione sociale. Sono pervasi da sentimenti di ansia e paura, in ogni situazione sociale, per il timore dell’umiliazione che potrebbe derivare da un fallimento o un rifiuto. Sono estremamente ansiosi di sapere cosa gli altri pensano di loro, esagerano i rischi della vita quotidiana e possono essere messi in crisi da qualsiasi cosa esca fuori dalla routine. Hanno una paura eccessiva di essere inadeguati e di sentirsi in imbarazzo e provano vergogna e paura ogni volta che devono rivelare aspetti intimi di se stessi. E frequente che i pazienti con disturbo evitante di personalità presentino anche una diagnosi nell’ambito dei disturbi d’ansia (in particolare Fobia Sociale).

Diagnosi: Un quadro pervasivo di inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza, e ipersensibilità al giudizio negativo che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, devono essere presenti 4 o più dei seguenti criteri:

1) evita attività lavorative che implicano un significativo contatto interpersonale
2) è riluttante nell’entrare in relazione con altre persone a meno che non sia certo di piacere;
3) è inibito nelle relazioni intime per paura di essere umiliato;
4) si preoccupa di essere umiliato o rifiutato in situazioni sociali;
5) è inibito in situazioni interpersonali nuove per sentimenti di inadeguatezza;
6) si vede come socialmente inetto, non attraente o inferiore agli altri;
7) è insolitamente riluttante ad assumersi rischi personali o a intraprendere qualsiasi nuova attività.



DISTURBO DIPENDENTE DI PERSONALITA'

Profilo clinico: Comportamento di sottomissione improntato al legame connesso alla necessità di essere accudito. Bisogno, in ogni situazione, di un leader. Le personalità dipendenti si caratterizzano per la totale incapacità di vivere in maniera autonoma. Sono completamente dipendenti dagli altri, incapaci di prendere decisioni da soli e di assumersi anche la più piccola responsabilità. Non riescono a funzionare socialmente senza che qualcun altro si prenda cura di loro, preferiscono demandare agli altri le proprie scelte, così si affidano sempre a qualcun altro che dica loro cosa fare e come comportarsi, autoregolandosi in modo assolutamente passivo. Sono sottomesse, costantemente bisognose di consigli e rassicurazioni, riluttanti a
esprimere le proprie opinioni per paura di essere in disaccordo con gli altri. Chiuse, schive , inibite, si sentono indifese quando sono sole e di conseguenza vivono con terrore di essere abbandonate. Sono disposte a fare cose spiacevoli e degradanti per riuscire gradite e ad accettare situazioni per chiunque altro intollerabili pur di evitare l’indipendenza e l’autonomia. Possono condurre una vita apparentemente equilibrata finchè riescono a mantenere la relazione di dipendenza, quando però questa si interrompe la persona può andare incontro a manifestazioni patologiche che spesso rendono necessario un intervento clinico.

Diagnosi: Una situazione pervasiva ed eccessiva di bisogno di essere accuditi che determina comportamento sottomesso e dipendente e timore della separazione che compare nella prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da 5 o più dei seguenti criteri:

1) ha difficoltà nel prendere le decisioni quotidiane senza richiedere consigli e rassicurazioni eccessivi;
2) ha bisogno che gli altri si assumano le responsabilità per la maggior parte dei contesti della sua vita;
3) ha difficoltà ad esprimere disaccordo per il timore di perdere supporto o approvazione;
4) ha difficoltà nel fare cose autonomamente;
5) può giungere a qualsiasi cosa pur di ottenere accudimento e supporto da altri;
6) si sente a disagio e indifeso quando è solo per timore di essere incapace di provvedere a se stesso;
7) quando termina una relazione stretta ne cerca urgentemente un’altra;
8) si preoccupa in modo non realistico di essere lasciato a provvedere a se stesso.



DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO DI PERSONALITA'

Profilo clinico: Preoccupazione eccessiva per l’ordine, il controllo, perfezionismo. Affettività appiattita e ridotta. è importante innanzitutto analizzare le differenze tra il Disturbo Ossessivo- Compulsivo (DOC Asse I del DSM-IV) e il Disturbo Ossessivo-Compulsivo di personalità (OCPD Asse II). I due disturbi pur presentando caratteristiche simili, si differenziano per alcuni aspetti fondamentali. Chi ha un DOC è tormentato da pensieri dal contenuto spiacevole ed è spinto a mettere in atto comportamenti rituali; è consapevole però che i suoi rituali sono insensati e irrazionali e riconosce di avere un problema di cui vuole di solito liberarsi. Chi ha un disturbo ossessivo - compulsivo di personalità raramente prova disagio per i suoi comportamenti ossessivi; anzi, vive nella convinzione di essere protetto dai suoi comportamenti e spesso sviluppa elaborate razionalizzazioni per spiegarli. Le caratteristiche principali delle personalità ossessivo - compulsive sono il perfezionismo e l’inflessibilità. Sono soggetti rigidi ed esigenti, sempre preoccupati di fare le cose nel modo giusto e migliore e pensano che nessuno sia in grado di farle meglio di loro. Il principio che guida la loro esistenza è il senso del dovere esasperato che li porta ad essere scrupolosi sul lavoro, intransigenti e moralisti in tema di etica e valori fino al punto di diventare insensibili ai bisogni degli altri. Sono severi con se stessi e mai soddisfatti del proprio operato. Non riescono a provare nè a manifestare affetti profondi e preferiscono concentrarsi sui fatti concreti piuttosto che sulle emozioni dalle quali sono messi in ansia. Appaiono quindi eccessivamente seri, freddi, incapaci di divertirsi o di distrarsi. La vita di queste persone è dominata da regole da rispettare (piegare gli abiti,disporre gli oggetti) e la trasgressione di queste regole provoca in loro un senso di profonda angoscia. Per queste persone prendere decisioni è problematico tanto che a volte rimangono paralizzati dalla paura di sbagliare, per evitare la libera scelta fanno riferimento a norme e regolamenti. Sono devoti all’ordine e alla pulizia e sono molto parsimoniosi sia in termini di denaro sia di tempo da dedicare agli altri. Non è necessario che sperimentino vere e proprie ossessioni e compulsioni ma possono avere pensieri ricorrenti e comportamenti rituali . Prestano eccessiva attenzione ai dettagli tanto che facilmente perdono di vista l’insieme, preferiscono attività che richiedono precisione e rigore piuttosto che fantasia e intuito. Possono apparire distaccati e seriosi e spesso sono rigidi nella postura. Hanno un tono di voce monotono, rispondono alle domande in modo preciso ma evitano di esprimere emozioni; faticano a entrare in confidenza e sono molto preoccupati di ciò che l’interlocutore pensa di loro.

Diagnosi: Un quadro pervasivo di preoccupazione per l’ordine, perfezionismo e controllo mentale e interpersonale, a spese della flessibilità, apertura ed efficienza, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da 4 o più dei seguenti criteri:

1) attenzione per i dettagli, le regole, le liste, l’ordine, l’organizzazione o gli schemi;
2) perfezionismo che interferisce con il completamento dei compiti;
3) eccessiva dedizione al lavoro e alla produttività fino all’esclusione di svaghi e amicizie;
4) coscienzioso, scrupoloso, inflessibile in tema di moralità, etica o valori
5) incapace di gettare via oggetti consumati o di nessun valore;
6) riluttante a delegare compiti o lavorare con altri;
7) avaro, sia per sé che per gli altri, il denaro è visto come qualcosa da accumulare in previsione di catastrofi future;
8) mostra rigidità e testardaggine.




Manuale di psichiatria e psicopatologia clinica III Ed.
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I 10 DISTURBI DI PERSONALITA' SECONDO IL DSM-IV-TR

Messaggioda ABC90 » 05/01/2015, 0:30



Ciao Royal, ho trovato molto interessante questo post poiché ci ho riconosciuto diversi sintomi di alcuni miei familiari in alcuni dei disturbi descritti ma, soprattutto, ci ho rivisto anche i miei in "Disturbo evitante di personalità": dal punto 2 al 7, li ho tutti. Infatti sapessi che lotta sto facendo con me stessa quest'anno in cui ho voluto a tutti i costi riprendere la scuola superiore (faccio il serale) e adesso che stanno finendo le vacanze, è già da 3 giorni che ho un'ansia indescrivibile. :'(
Volevo chiederti se, secondo te, questi sono disturbi che possono durare sempre nella vita o se, per caso, possono anche scomparire col tempo... Io ho una storia abbastanza difficile alle spalle e, siccome ricordo che da bambina non ero così tanto "repressa" socialmente (seppur sempre molto timida), non vorrei che questo disturbo fosse stato in un certo senso "indotto" dalle circostanze drammatiche di una famiglia che non ha saputo crescermi e dai problemi di salute avuti successivamente, ma sempre dall'età infantile (prometto che un giorno troverò il coraggio per scrivere su questo forum com'è stata la mia vita fino ad ora, intanto mi accontento di leggere e, se posso, rendermi utile per chi sta molto più male di me). <3
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Messaggioda Royalsapphire » 05/01/2015, 1:01



Ciao ABC
sei stata la prima a farti avanti rispondendo a questo argomento e lo apprezzo tanto.
Sono felice dell'autoanalisi che ti sei fatta, dimostri consapevolezza del tuo territorio (di te stessa intendo) e questo non è da tutti.
Guarda, al di là del fatto che non abbiamo parlato delle tue difficoltà sociali e della storia della tua vita posso dirti che sì, io sono convinta fermamente che dai disturbi di personalità si può guarire. Certo non tutti hanno le capacità per fercela (certi disturbi sono a livelli altissimi); è anche vero che c'è chi, pur avendo dosturbi molto gravi, è riuscito ad avere un vita normale grazie al sostegno della terapia farmacologica.
Inoltre non è neanche detto che un disturbo debba essere corretto del tutto. Ciò che conta è il benessere e l'indipendenza fisici e mentali, e se un soggetto, per esempio con disturbo evitante di personalità, si sente a suo agio stando lontano dalla calca non è certo comportamento da correggere questo. Smussare gli angoli di una personalità di difficile adattamento direi che è sufficiente ped raggiungere l'appagamento. Perché in sostanza è questo il problema che accomuna i disturbi di personalità, la scarsa capacità di adattamento. Il che riconduce al passato del soggeggo. Al modo in cui è stato cresciuto. Certamente è piu facile modellare, o se vogliamo dire domare, la tempra di un bambino che quella.di un adulto. In tal caso deve esserci l'assoluta collaborazione del soggetto perché da adulto tutto dipende da se stesso. Non ci sono più "i grandi" a gestirgli l'esistenza. Ciò mette in pericolo il soggetto di essereabbandonato a se stesso, in solitudine. È tutto moto più difficile ma se ci si arma di pazienza, di forza di volontà e ci si apre a un pubbico in grado di capire (tipo questo o amici e altdi conoscenti con cui sai che phoi parlare) non sarà impossibile uscire dal tunnel, diventare persone nuove, forti!
Tutto ciò che ti serve è energia! E per produrla devi fidarti di te : )
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Messaggioda ABC90 » 05/01/2015, 17:38



Grazie mille Royal, mi hai dato una bellissima ed esauriente risposta <3
Sì, in genere sono sempre stata una ragazza che cerca di autoanalizzarsi, credo di essere ancora un po' alla ricerca di me stessa... sembrerà strano ma, a quasi 25 anni, ancora non ho capito chi sono e cosa voglio fare o cosa mi aspetto dalla vita... sarà mi sento inadeguata anche a causa di queste fobie sociali che non mi permettono di vivere serenamente in mezzo agli altri. Per fare un esempio stupido: in classe c'è un professore in particolare che vuole assolutamente che io mi faccia avanti durante la lezione per chiarire i miei dubbi sulla sua materia, ecc... eppure io non riesco proprio a farlo. Sto muta. Ogni volta, poi, che mi si rivolge una domanda, anche se so rispondere (e lo faccio), non riesco ad evitare di arrossire :shy: Ed è una cosa abbastanza imbarazzante perché capita tutte le volte (e in qualsiasi occasione della vita, non solo a scuola)! Addirittura, io non riesco nemmeno a guardare negli occhi i miei interlocutori (devo farmi violenza per riuscirci e raramente ci riesco), solitamente tendo a guardare le labbra... ma ho sempre paura che sia una cosa che gli altri possono notare e male interpretare :imbarazzo: Per questo volevo essere un po' rassicurata sul fatto che, un giorno, possano lentamente svanire (almeno gli atteggiamenti eccessivi) ma senza l'ausilio dei farmaci: non mi piace l'idea di doverne assumere, in questo sono un po' come i miei parenti. Mi basta già sapere di dover prendere per tutta la vita l'Eutirox :cry2:
Eh sì, lo so che dovrei fidarmi un po' più di me... il problema è che praticamente non ho idea di come fare :confused: A volte mi sembra di essere una causa persa! :pinch:
Comunque ti ringrazio di cuore, mi hai dato un po' di speranza :squint:
  • 2

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Messaggioda neversayboh » 05/01/2015, 18:07



anch'io non riesco a guardare negli occhi gli interlocutori se sono sconosciuti, è un pò di timidezza penso io.
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1-L'esperienza è come un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli. (Judith Stern)
2-La libertà non è felicità, ma piena consapevolezza di sè; preferirei essere un tantino meno libero ma un tantinello più felice (cit. mia)
3- Goditi la vita, anche se fa schifo. perchè con la morte non saprai neanche di non esistere. La salvezza sono le piccole cose.

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Messaggioda IoSonoTutto » 05/01/2015, 18:38



Sono veramente preoccupato di avere il disturbo della personalità borderline, dei 9 criteri presenti io mi vedo rappresentato in 7 di essi.
Come faccio a capire se ne sono realmente affetto? Se ne fossi affetto riuscirei mai a smettere di avere questo disturbo?
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Messaggioda ABC90 » 06/01/2015, 9:17



neversayboh ha scritto:anch'io non riesco a guardare negli occhi gli interlocutori se sono sconosciuti, è un pò di timidezza penso io.


Se succedesse solo con gli sconosciuti, ti darei anche ragione... Il problema è che a me capita proprio con chiunque, persino con chi conosco bene XD
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Messaggioda ABC90 » 06/01/2015, 9:17



neversayboh ha scritto:anch'io non riesco a guardare negli occhi gli interlocutori se sono sconosciuti, è un pò di timidezza penso io.


Se succedesse solo con gli sconosciuti, ti darei anche ragione... Il problema è che a me capita proprio con chiunque, persino con chi conosco bene XD
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Messaggioda 九喇嘛 » 12/04/2015, 10:45



Ciao
Non mi va di confidare il mio problema ma voglio solo sapere se esiste un modo per eliminare questi disturbi definitivamente anche utilizzando psicofarmaci e da chi mi posso far analizzare ed eventualmente prescrivere una cura? (no psicologi li odio)
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Voglio correre, voglio andarmene, oltre questa galleria, lei mi aspetta, e la devo trovare, se ritardo lei può farsi male.
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Messaggioda Wisp » 12/04/2015, 11:13



Crash Dum ha scritto:voglio solo sapere se esiste un modo per eliminare questi disturbi definitivamente anche utilizzando psicofarmaci

Le droghe hanno per definizione un effetto temporaneo.
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