Dalle informazioni che ho potuto trovare su Internet, il quadro che esce conferma quanto messo in luce da molti utenti come Avogadro e Anna_Murray. Siccome l'autrice ha scritto solo i libri della trilogia, l'analisi del suo stile letterario si può fare solo attraverso queste tre opere.
Silvio, utente Amazon, scrive:
Da qualsiasi punto di vista lo si analizzi, è un disastro.
Partiamo dai personaggi. Christian Grey, occhi grigi (sic), bello, ventisettenne ricchissimo, a capo di un impero finanziario, con infanzia da dimenticare dove ha sofferto la fame. Credibilissimo.
Anastasia Steele, bella, ventunenne, laureanda alla Washington State University, appassionata di letteratura inglese. Vergine. Credibilissimo.
La storia è sostanzialmente inesistente. Lui si innamora di lei e vuole che lei diventi la sua schiava. Lei si innamora di lui e non vuole diventare la sua schiava. Lui insiste, lei cede un po', lei insiste, lui cede un po'. Le scene erotiche non sono erotiche, sono solo noiose.
La ripetizione delle espressioni e delle singole parole è imbarazzante. Viene da chiedersi se l'autrice non abbia avuto un editor. Senz'altro non ha un Dizionario dei sinonimi. Questo è un libro che potrebbe tranquillamente essere stato scritto da una quattordicenne neanche tanto brava a scrivere.
Per intenderci, "Tre metri sopra il cielo" di Moccia al confronto è un capolavoro. E ho detto tutto.
Chiudo con una considerazione: il successo planetario che sta ottenendo questa trilogia (sì, purtroppo i libri sono tre) non può che intristire.
Francesca Chiosa, altra utente Amazon, afferma:
Metto una stellina perché di meno non è possibile, ma il voto corretto sarebbe -273, lo zero assoluto.
Abbiamo una timida dolce ingenua studentessa universitaria che si innamora di un aitante fascinoso tenebroso miliardario rampante. Fanno sesso. Si amano. Fine della trama. Dominazione/sottomissione inesistenti (due manette non fanno un Dominatore, un piagnisteo continuo non fanno una Sottomessa), personaggi piatti, ma non genericamente piatti: sono talmente fasulli, ogni volta che aprono bocca, da far venire il latte alle ginocchia. Non è chiaro se siano in grado di affrontare conversazioni più impegnative di "ti amo. Spogliati.". Personalmente voto per il no.
Intreccio inesistente, si conosce già la fine della trilogia dopo le prime cinque pagine, e quello che c'è nel mezzo è, in una parola, imbarazzante.Cinnamogirl, utente Amazon, ribadisce:
Uno specchietto per le allodole. Se si è spinti dalla curiosità verso letture che si addentrino nelle dinamiche dei rapporti di dominazione, consiglio piuttosto l'immortale "Histoire d'O". Qui c'è solo tanta furbizia pubblicitaria, il solito sesso descrittivo di tanti romanzi di genere, una storia che più patetica, scontata e banale non si può. E quel tocco di piccante che l'autrice pretende di averci messo dentro è gradevole quanto lo sarebbe una spruzzata di pepe su un gelato alla panna. Sconsigliatissimo.E mi fermo qui, ma potrei continuare all'infinito o quasi.
Anche la critica specializzata non ha lesinato sulle polemiche. Sul "Corriere della Sera" Beppe Severgnini ha scritto:
“Trattengo il fiato. Sono Eva nel paradiso terrestre, lui è il serpente, e io non so resistere”. Questa frase, da sola, autorizza a lanciare il libro oltre la finestra, stando attenti a non colpire un passante.Poi il giornalista afferma che il motivo del successo (immeritato) di "50 sfumature" sta nel fatto che "si fa troppo sesso virtuale e troppo poco sesso reale". Se volete saperne di più su questa opinione, sulle quale a mio avviso ci sarebbe molto da discutere, potete andare sul link del suo articolo:
http://27esimaora.corriere.it/articolo/il-successo-delle-50-sfumature-si-fa-troppo-sesso-virtuale-e-poco-reale/.
Anche fuori dai nostri confini le cose non vanno diversamente: Anthony Lane, critico del "New Yorker", ha scritto un commento abbastanza severo e ironico:
Nessun lettore, per quanto generoso, può aprire “Cinquanta sfumature di grigio”, leggere alcuni paragrafi e concludere che sia stato scritto nella lingua madre dell’autore [il che conferma i nostri sospetti: anche in inglese è stato scritto da far schifo].
Se le stime sono corrette, “Cinquanta sfumature di grigio” è stato acquistato da più di cento milioni di persone, di cui venti credevano si trattasse di un catalogo di pittura. (fonte:
http://www.ilpost.it/2015/02/14/cinquanta-sfumature-di-grigio-recensione/).
Tutti concordi, quindi, tranne - come spesso capita - il popolino, che ha fatto diventare la James una delle donne più ricche e influenti del Mondo.